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Migranti, Meloni: “Determinati a portare avanti il protocollo Italia-Albania”

“Il governo è determinato a portare avanti il protocollo Italia-Albania: siamo determinati a trovare una soluzione ad ogni ostacolo che appare”. Ad affermarlo la premier Giorgia Meloni intervenendo alla Conferenza dei prefetti e questori d’Italia sulle linee d’indirizzo per le politiche di contrasto all’immigrazione irregolare, alla Scuola superiore dell’amministrazione dell’Interno. Si andrà avanti “non solo perché crediamo nel protocollo ma anche perché rivendichiamo il diritto della politica di governare e il dovere della politica di assumersi le responsabilità” e “sui flussi migratori l’indicazione dalla maggioranza dei cittadini molto chiara: ci chiedono di fermare immigrazione illegale che produce insicurezza mancata integrazione e prima nemica immigrazione illegale”.

Meloni: “Corte Ue scongiuri rischio di compromettere rimpatri”

Nel corso del suo intervento, Meloni ha inoltre sottolineato che “sarà importante fare chiarezza” sulle norme sui Paesi sicuri “e che la Corte di giustizia europea scongiuri il rischio di compromettere le politiche di rimpatrio non solo dell’Italia ma di tutti gli stati membri dell’Unione europea”. Dire che “appare fragile” l’argomentazione “della supremazia della normativa europea rispetto a quella italiana in base alla quale si disapplicherebbe la normativa italiana sui paesi sicuri” visto che la Germania “rimpatria in Afghanistan senza che questo dai giudici tedeschi sia considerato in contrasto con la normativa europea”, ha aggiunto.

“Anticipare le nuove regole europee sui Paesi sicuri”

Sull’immigrazione “ci sono alcune priorità. Il governo continua a ritenere ovviamente necessaria, ormai urgente, una revisione della direttiva rimpatri del 2008, il concetto di paese terzo sicuro. Penso che sia importante anticipare l’entrata in vigore di quanto previsto dal nuovo Patto di immigrazione e asilo sulla definizione di paese di origine sicuro, anche per fare un po’ chiarezza su un tema molto controverso e oggetto di provvedimenti giudiziari che appaiono disattendere quanto stabilito con legge dal Parlamento italiano”, ha riferito la premier.

“È finito il tempo del lassismo”

La presidente del Consiglio ha poi dichiarato che è “finito il tempo della sottovalutazione, del lassismo e dello Stato che si volta dall’altra parte”. “Penso che questo debba essere il tempo della legalità, delle regole, di uno Stato autorevole che sappia dimostrare con i fatti che la legalità e la sicurezza dei cittadini vengono prima di ogni altra cosa”. “Questo è il tempo nel quale i servitori dello Stato possono finalmente riscorprire il valore immenso del lavoro che fanno: grazie a voi per il lavoro che fate ogni giorno”, ha aggiunto.


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“Remare tutti dalla stessa parte o sforzi vanificati”

Meloni ha anche sottolineato l’importanza di un’azione coordinata tra tutti gli attori istituzionali, sottolineando come i risultati ottenuti anche a livello europeo sulla gestione dei migranti irregolari siano stati possibili “anche per il gioco di squadra che siamo stati capaci di fare a livello tecnico e politico, grazie al vostro contributo perché senza l’indirizzo politico di un governo è condannato a essere lettera morta”. “Quando si presenta un problema ci sono solo due strade, fingere di non vedere” o “affrontare nel tentativo di risolverlo: la seconda” è la via “più complessa ma penso che i cittadini ci chiedono non di girarci dall’altra parte ma anche rischiare, di sbagliare ma sicuramente affrontare i problemi, osare, gettare il cuore oltre l’ostacolo. È quello che ci si aspetta” non solo “dalla politica ma dallo Stato a ogni livello”, ha aggiunto la presidente del Consiglio, per poi sottolineare: “Se è vero che sul governo” grava “la responsabilità di delineare l’indirizzo politico è altrettanto vero che se la filiera dietro non risponde niente si può fare: penso che la grande sfida che noi insieme abbiamo di fronte sia quello di ricordarci quanto ciascuno nel suo ruolo sia indispensabile non per il bene di un partito o di un governo ma di tutti i cittadini. Se non remiamo tutti nella stessa direzione ogni volta che qualcuno non fa perfettamente il suo lavoro il lavoro degli altri viene vanificato”.

“Stroncare i trafficanti per ridurre le morti in mare”

La premier ha poi ribadito l’importanza di combattere “i trafficanti di esseri umani per ridurre il numero di morti in mare”.
“Penso che sia significativo il fatto che l’organizzazioni delle migrazioni ci dice che nel 2024 sulla rotta del mediterraneo centrale a fronte di circa 66mila arrivi” si sono registrati “1695 morti e dispersi, nel 2023 con oltre 157mila arrivi irregolari i morti e i dispersi sono stati 2526”. “Nel 2014 l’anno dell’operazione Mare nostrum che nasceva proprio per salvaguardare la vita in mare, si sono contati 3126 morti a fronte di 170mila arrivi: significa una cosa banale, che diminuire le partenze e stroncare il business dei trafficanti è l’unico modo per ridurre il numero di persone che perdono la vita nel tentativo di raggiungere l’Italia e l’Europa e penso che questo debba essere il risultato che più di tutti ci inorgoglisce”. “Non c’è niente di più importante che salvare una vita umana o strappare quella vita agli artigli della mafia”, ha aggiunto.

“Sui migranti soluzioni pragmatiche, non ideologiche”

“Voglio rivendicare il ruolo decisivo svolto dall’Italia a Bruxelles per cambiare l’approccio europeo in materia di immigrazione. Se oggi la priorità è difendere i confini esteri dell’Ue, se si parla di rafforzamento della politica dei rimpatri, se le nostre soluzioni innovative vengono accolte con interesse e attenzione penso che si debba a questo importante lavoro che abbiamo fatto. Soluzioni pragmatiche, spiegate, non ideologiche, che cercano di trovare una risposta al fenomeno per tutti, perché non possiamo scaricare un problema su un altro partner come spesso è stato fatto nei nostri confronti”, ha riferito Meloni. Il governo, ha sottolineato, ha “lavorato con coraggio, osando, per aprire una fase nuova in Italia e anche in Europa, per disegnare un modello di contrasto all’immigrazione irregolare e governo dei flussi migratori che si sviluppava su quattro direttrici: lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani, costruzione di un nuovo modello di cooperazione e sviluppo con i paesi di partenza e di transito dei migranti, promozione di percorsi di migrazione legale concordata e conseguentemente più integrabile, soluzioni innovative per ridisegnare il governo dei flussi migratori”. “Sono quattro direttrici che ci hanno consentito di registrare la drastica riduzione degli sbarchi sulla rotta del Mediterraneo centrale e con questo la diminuzione delle morti in mare grazie al crollo delle partenze dalla Tunisia e dalla Libia e anche la riduzione complessiva degli ingressi irregolari in Ue su altre rotte come quella balcanica”, ha concluso.

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