L’esecutivo è al lavoro con particolare focus sulla sanità: medicina territoriale, Servizio sanitario nazionale e problema delle liste d’attesa al centro. Al vertice, oltre a Giorgia Meloni e ai vicepremier, il ministro della Sanità Orazio Schillaci e quello dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Presente anche il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia: “Solo una discussione generale per fare il punto della situazione, nessuna conclusione”
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Focus sulla sanità nel vertice di governo in corso a Palazzo Chigi. La riunione dell’esecutivo, iniziata alle 11, ha visto la presenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, arrivata nella sede del governo di prima mattina, dei vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, del ministro della Sanità Orazio Schillaci e di quello dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Presente anche il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia. Come riferiscono fonti vicine al governo, il vertice è focalizzato in particolare sulla sanità: l’esecutivo è al lavoro sulla riforma relativa ai medici di famiglia. “Stiamo discutendo con le Regioni – aveva anticipato il ministro Schillaci -, ancora non c’è una posizione unitaria, nei prossimi giorni credo che ci chiariremo le idee”.
Fedriga: “Situazione inquadrata, nessuna soluzione”
“Era solo una discussione generale per fare il punto della situazione, non si è arrivati a nessuna conclusione, c’è stato solo l’inquadramento generale della situazione”. Lo ha detto al termine della riunione, uscendo da Palazzo Chigi, il governatore Fedriga. Per le Regioni, ha spiegato Fedriga, “ci sono più priorità: ovviamente abbiamo la grande sfida delle liste d’attesa, quella dei pronto soccorso, dell’emergenza-urgenza, la sfida dell’attrattività di alcune specializzazioni. Il tema sicuramente è grande. Adesso ci confronteremo anche all’interno della Conferenza e successivamente ovviamente con il governo”.
Schillaci: “Far funzionare meglio la medicina territoriale”
Della riforma sui medici di base ha già parlato ieri il ministro Schillaci in un’intervista al Sole24Ore. “Sulle case di comunità e sulla medicina territoriale non possiamo assolutamente arretrare: abbiamo bisogno della leale collaborazione dei medici di medicina generale e sono certo che ci sarà per far funzionare meglio la medicina territoriale, visto che da questa dipendono tanti problemi come il sovraffollamento del pronto soccorso e poi bisogna anche stare a sentire quelle che sono le esigenze dei nuovi medici”. Il ministro ha poi commentato le prospettive di lavoro dei giovani: “Se non scelgono oggi di fare il medico di famiglia – ha detto – dobbiamo capire che le regole vanno cambiate da subito e bisogna far sì che la medicina generale – aggiunge – diventi una specializzazione di tipo universitario. Basta con corsi diversi da regione a regione”.
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Riforma al vaglio
Nella maggioranza non mancano voci critiche contro l’idea di riforma allo studio del ministro Schillaci, come Forza Italia contraria all’idea che i medici di base siano assunti come dipendenti. Ad oggi, infatti, i medici di famiglia sono liberi professionisti in convenzione con il Servizio sanitario nazionale ma la riforma prevede cambiamenti sostanziali per il loro lavoro in ambulatorio. In caso via libera alla riforma, i medici sarebbero assunti e inizierebbero a lavorare nelle nuove Case di comunità che stanno aprendo in Italia grazie ai fondi del Pnrr. Entro la metà del 2026, dovrebbero essere operativa oltre 1350 strutture.
Ssn e liste d’attesa
Altri temi sui quali l’esecutivo è al lavoro in merito alla sanità sono il Servizio sanitario nazionale e il problema delle liste d’attesa. “Credo – ha spiegato il ministro della Salute Schillaci – che il Servizio sanitario nazionale vada riformato perché sono passati 46 anni da quando è stato istituito senza perdere le sue caratteristiche principali, cioè quello della sua universalità e quello di dare grande attenzione soprattutto alle persone che hanno meno mezzi”. Le liste d’attesa sono poi un tema che preoccupa molto i cittadini. Secondo Schillaci ci sono molte pratiche che vanno migliorate. “Penso al Cup unico o al divieto assoluto di chiudere le liste d’attesa e le prenotazioni”, ha sottolineato, aggiungendo che “per questo c’è bisogno della completa partecipazione di tutti, in particolare delle Regioni”.