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Foibe, Mattarella: “Ci fu occultamento della storia”. Meloni: “Italia non dimentica”

Rinnovare il ricordo delle foibe, pagina dolorosa della storia italiana, senza divisioni. Così, in una cerimonia al Quirinale per il Giorno del Ricordo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto viva la memoria delle vittime nel secondo dopoguerra sul confine orientale e dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre in seguito all’avanzata dell’esercito di Tito. La triste vicenda degli esuli “fu sottovalutata e, talvolta, persino, disconosciuta. L’istituzione del Giorno del Ricordo, votata a larghissima maggioranza dal Parlamento italiano, ha contribuito a riconnettere alla storia italiana quel capitolo tragico e trascurato, a volte persino colpevolmente rimosso”, ha detto il presidente. Sottolineando come troppo a lungo parole come “foiba e infoibare” “furono sinonimi di occultamento della storia”. Sul tema si è espressa anche la premier, Giorgia Meloni. “Nel Giorno del Ricordo rendiamo omaggio alle vittime delle foibe e a tutti coloro che subirono la tragedia dell’esodo giuliano-dalmata, una pagina dolorosa della nostra storia per troppo tempo dimenticata. Ricordare è un dovere di verità e giustizia, per onorare chi ha sofferto e trasmettere questa memoria alle nuove generazioni. L’Italia non dimentica”, ha scritto Meloni su Facebook,  postando un video della sua visita dello scorso anno alla Foiba di Basovizza, dove oggi è in programma una cerimonia solenne.

Mattarella: “Occasione solenne per riflettere su pagine buie del nostro passato”

“Ci incontriamo per rinnovare la Giornata del Ricordo: occasione solenne, che invita a riflettere su pagine buie del nostro passato, per conservare e rinnovare la memoria delle sofferenze degli italiani d’Istria, di Fiume, della Dalmazia, in un periodo tragicamente tormentato della storia d’Europa. In quella zona a Oriente, così peculiare, dove, a fasi alterne, si erano incontrate, convivendo, comunità italiane, slave, tedeschee di tante altre provenienze, la violenza prese il sopravvento,trasformandola in una terra di sofferenza”, ha detto ancora Mattarella. “La guerra porta sempre con sé conseguenze terribili: lutto, dolore, devastazione. Era stato così durante la Prima Guerra Mondiale, durante la quale furono immolati, in una ostinata e crudele guerra di trincea, milioni di giovani d’entrambe le parti.  Ma quella lezione sanguinosa non aveva, purtroppo, indotto a cambiare. Perché ancor più disumani furono gli eventi del secondo conflitto mondiale, dove allo scontro tra eserciti di nazioni che si erano dichiarate nemiche, si sovrappose  il virus micidiale delle ideologie totalitarie, della sopraffazione etnica, del nazionalismo aggressivo, del razzismo, che si accanì con crudeltà contro le popolazioni civili, specialmente contro i gruppi che venivano definiti minoranze”. Di quella, ha proseguito il presidente della Repubblica, “le Foibe restano il simbolo più tetro. E nessuna squallida provocazione può ridurne ricordo e dura condanna”, ha riferito ancora, confermando come l’istituzione del Giorno del Ricordo, “votata a larghissima maggioranza dal Parlamento italiano, ha contribuito a riconnettere alla storia italiana quel capitolo tragico e trascurato, a volte persino colpevolmente rimosso”. In conclusione, ha sottolineato Mattarella, “ogni popolo, ogni nazione, porta con sé un carico di sofferenze e di ingiustizie subite. Apprezziamo gli sforzi, fatti dagli storici dell’una e dell’altra parte, per avvicinarsi a una memoria condivisa. Ma, ove questo non fosse facilmente conseguibile, e talvolta non lo è, dobbiamo avere la capacità di compiere gesti di attenzione, dialogo, rispetto. Dobbiamo ascoltare le storie degli altri, mettere in comune le sofferenze, e lavorare insieme per guarire le ferite del passato”. Anche quest’anno, ha ribadito, “la Giornata del Ricordo ci ha offerto e ci offre un’opportunità da raccogliere con impegno per riflettere sulle lezioni del passato.  La Repubblica guarda alle vicende drammatiche vissute dagli italiani di Istria, Dalmazia, Fiume con rispetto e con solidarietà, e lavoriamo, nell’Unione Europea, insieme alla Slovenia, alla Croazia e agli altri Paesi amici per costruire, ogni giorno, nuovi percorsi di integrazione, amicizia e fratellanza tra i popoli e gli Stati”.


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