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Sondrio, barricate di cedole contro l’Ops targata Bper


La Popolare di Sondrio tira dritto e vara un piano ambizioso nel tentativo di convincere la sua amplia platea di 137mila soci a non aderire all’offerta «non concordata» recapitata da Bper. Durante il triennio 2025-2027 l’istituto valtellinese conta di generare utili in linea con quelli record registrati nel 2024, accompagnati da dividendi ben più generosi. Infatti, a fronte di un utile cumulato di 1,8 miliardi nel corso del piano, Sondrio ritornerà 1,5 miliardi sotto forma di dividendi, raddoppiando la distribuzione rispetto al triennio precedente. Il payout salirà all’85% già quest’anno (dal 63% precedente). «Abbiano fatto un piano per far sì che il mercato possa valorizzarci per ciò che siamo», ha spiegato l’ad Mario Alberto Pedranzini (in foto) che sull’Ops proposta da Bper passa la palla ai tanti azionisti dell’istituto: «Vogliamo che la banca continui a crescere e rimanere autonoma, gelosa della sua indipendenza e forte della sua tradizione. Poi il mercato ha le sue regole: saranno i soci a decidere». Pedranzini non ha potuto esimersi dalle numerose domande sui rapporti con l’azionista Unipol, che sono «sempre stati ottimi», premette il banchiere, anche se «oggi prendiamo atto che il loro presidente ha cambiato idea» facendo riferimento al fatto che Carlo Cimbri in passato si fosse mostrato poco propenso all’ipotesi di una aggregazione Bper-Sondrio. Un cambio di rotta peraltro comprensibile visto lo stravolgimento in atto nel panorama bancario, come ammesso anche dall’ad di Bper, Gianni Franco Papa («L’operazione si è resa necessaria dall’intensa fase di consolidamento in atto»).

Pedranzini si è soffermato anche sul nodo sovrapposizioni, quasi nulle secondo Bper (otto filiali su 2mila totali). «Dalle nostre analisi emerge invece un numero ben superiore di filiali che vanno in sovrapposizione complici soprattutto gli oltre 500 sportelli ex Intesa-Ubi rilevati negli scorsi anni da Bper». Relativamente alle affinità tra le due entità, il banchiere di Bormio fa un distinguo: «Se 10-15 anni fa potevano esserci tante sinergie, adesso non è detto che uno più uno fa due; Bper è una struttura molto più grande e non pensiamo si possa trasferire la capacità di creazione di valore propria della nostra Sondrio, cresciuta nel tempo senza mai ricorrere ad acquisizioni».

Tornando al piano strategico – accolto bene dal mercato (+3% ieri rispetto al +1,7% di Bper) – le direttrici di sviluppo sono l’accelerazione sia sul wealth management (+38% le commissioni) che sul bancassurance (+75% i ricavi nel segmento Danni), con 233 assunzioni collegate a queste attività; previsti investimenti nell’evoluzione dell’IT per oltre 400 milioni,

mantenendo il cost/income ratio a circa il 42% a fine triennio. A fronte di una politica di distribuzione di dividendi in accelerazione, i coefficienti patrimoniali sono attesi stabili con Cet1 ratio pari al 14,4% a fine piano.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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