«L’unica cosa che interessa il governo è chi gestisce il risparmio» degli italiani «e se lo fa nell’ottica di agevolare il sistema produttivo italiano: in questa fase di risiko bancario ci sono delle situazioni che oggettivamente ci preoccupano, primi fra tutti questi movimenti che riguardano Generali. Qualunque meccanismo che possa ancorare il risparmio italiano in Italia è qualcosa che vediamo di buon occhio». Così ieri il sottosegretario alla presidenza Giovanbattista Fazzolari intervistato da Bruno Vespa nel forum in corso a Saturnia. Un messaggio chiaro, diretto soprattutto a Trieste dove però, invece di frenare in attesa che il governo si pronunci compiutamente, secondo Il sole 24 Ore «l’accordo tra Generali e Natixis potrebbe arrivare ben prima dell’estate». Il quotidiano economico ricorda come questo non sia «un obiettivo vincolante, ma il contesto generale sembra favorire una soluzione di questo tipo». Altre fonti sottolineano come una tempistica ravvicinata potrebbe essere conseguenza dell’incrocio parzialmente fortuito di fattori come «la libertà di manovra di cui può disporre il ceo Philippe Donnet» . Anche perché difficilmente il board potrebbe riconvocarsi per compiere un passo indietro, dopo aver dato il via libera a maggioranza all’asse con Natixis per l’affare da 1.900 miliardi che coinvolge 630 miliardi delle Generali. La trattativa per gli ultimi passaggi, per lo più formali, è dunque nelle mani di Donnet che, come ha dimostrato in più occasioni, è fermamente convinto della validità dell’accordo, «motivo per cui vi starebbe mettendo grande impegno». Peraltro, osserva il Sole, «gli aspetti ancora da definire non sarebbero sostanziali», sebbene l’esistenza della break-up fee da 50 milioni inserita nel Mou per il diritto italiano può essere considerata elemento che rende vincolante l’accordo.
Un altro aspetto che fa pensare a una chiusura rapida è che dal comunicato a suo tempo diffuso da Generali emerge come «unica condizione necessaria perché si possa procedere all’intesa vincolante è che entrambi i fronti avviino preventivamente una consultazione in Francia con gli organi che rappresentano i lavoratori».
In serata, il portavoce del Leone, Simone Bemporad, ha ribadito che «l’ancoraggio di Generali in Italia è solido e fuori discussione».