La Bce smorza le speranze di Banco Bpm pronunciandosi negativamente sull’applicazione del Danish Compromise nell’Opa lanciata da Banco Bpm su Anima. L’organo di supervisione dell’Eurotower ha comunicato a Piazza Meda la propria visione conservativa sul trattamento prudenziale dell’acquisizione di Anima alla quale non si applicherebbe, a proprio avviso, il tanto discusso sconto danese, ossia l’agevolazione sugli accantonamenti di capitale. «L’avviamento e gli asset intangibili associati di Anima dovranno essere dedotti dal Cet 1 di Banco Bpm», scrive la Bce nel parere inviato a Banco Bpm.
L’istituto guidato da Giuseppe Castagna precisa che la presa di posizione di Francoforte non è una decisione. Le valutazioni finali spetteranno infatti all’Eba, coinvolta dalla stessa Bce quale Autorità competente al fine di esprimersi definitivamente sulla questione.
Una doccia fredda che ieri si è tradotta in un tonfo del 4,5% del titolo Bpm, con lo sconto sull’Ops lanciata da Unicredit su Piazza Meda che si è ridotto a solo l’1,9%. Senza lo sconto danese gli investitori ritengono quindi che piazza Gae Aulenti non andrà a ritoccare al rialzo l’offerta, anche perchè Andrea Orcel ha più volte ribadito che con lo sconto la transazione Anima ha un ritorno sull’investimento di oltre il 15% senza consumare molto capitale, senza il ritorno scende all’11% e consuma miliardi di capitale. Nel concreto, i potenziali effetti della mancata applicazione del Danish Compromise sono stati esplicitati il mese scorso da Bpm che indica comunque il Cet1 ratio rimanere saldamente al di sopra del 13% a fronte del 14,4% dello scenario base di applicazione dello sconto danese. L’altra grande differenza riguarda la remunerazione dei soci: la distribuzione complessiva agli azionisti da qui al 2027 si attesterebbe a 6 miliardi, uno in meno rispetto allo scenario con la concessione dell’agevolazione patrimoniale; comunque il 50% sopra quanto distribuito nel precedente piano triennale.
Bpm nel cda convocato per oggi discuterà gli aggiornamenti relativi all’Opa Anima, che si concluderà il 4 aprile e ha già raccolto adesioni pari al 47,24% del capitale sociale, superando già la soglia minima del 45% + un’azione prevista per l’Opa. Sempre oggi è in agenda l’assemblea di Unicredit per approvare l’aumento di capitale al servizio dell’Ops su Bpm.
Intanto, ieri il Tribunale dell’Ue ha sostanzialmente confermato l’ammenda inflitta a sette banche Ue per un’intesa nel settore dei titoli di Stato europei. La multa per Unicredit, che valuta il ricorso alla Corte di Giustizia, è di 65 milioni (rispetto ai 69,4 iniziali).