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La Lega alla prova della questione Nord, Salvini rivendica il Veneto e prepara il congresso lombardo

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Matteo Salvini, dopo le due sconfitte in Emilia-Romagna e in un Umbria, prova il rilancio. E cerca di compattare la Lega a tre settimane del congresso regionale in Lombardia del 15 dicembre, dove l’obiettivo è quello di arrivare a una candidatura “unitaria”.

Rimonta la questione Nord

Ma le tegole per il segretario sono tante. Nel partito rimonta la questione del Nord. E’ stato il governatore lombardo Attilio Fontana, che ha parlato della necessità di rimettere il settentrione al centro dell’azione politica. Concetto condiviso anche dal capogruppo alla Camera Riccardo Molinari: «Il tema Nord ha sempre tenuto banco nella Lega, siamo nati per quello. C’è un dibattito interno per far sì che il Nord sia al centro dell’agenda».

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In Veneto partita aperta per il dopo Zaia

Non solo. Le roccaforti del Nord sono a rischio. Prima fra tutte il Veneto prossimo ormai all’addio del Doge, Luca Zaia. Salvini ieri al Consiglio federale del partito è tornato a perorare la causa del terzo mandato che garantirebbe la permanenza del Governatore uscente. In ogni caso, se la strada per la conferma fosse (come è molto probabile) impraticabile, il segretario avverte che comunque «la priorità è avere un candidato della Lega alla guida del Veneto». Concetto ribadito ieri: «La Lega governa bene il Veneto da tanto tempo. Proporremo che continui a essere la Lega a guidare il Veneto». Parole indirizzate a Giorgia Meloni. «Ci vedremo a stretto giro, appena rientra», ha assicurato al termine della riunione. Non è un mistero che la premier abbia da tempo messo gli occhi sul Veneto forte del primato di Fdi che, malgrado abbia ormai scalzato il Carroccio in tutte le Regioni del Nord, non ne governa nessuna. Da tempo si fa il nome del senatore Luca De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura di Palazzo Madama. Ma non c’è solo lui. Anche l’europarlamentare di Fdi Elena Donazzan, ex assessora della giunta Zaia, potrebbe ambire alla nomination.

Le fibrillazioni in Lombardia

Quanto al congresso in Lombardia, in campo, dopo il periodo di commissariamento affidato al deputato Fabrizio Cecchetti, al momento ci sono ancora due nomi: il capogruppo in Senato Massimiliano Romeo e il coordinatore dei giovani leghisti Luca Toccalini. Entrambi vicini al segretario, anche se Romeo non ha risparmiato negli ultimi mesi qualche critica, tutti e due non hanno intenzione di ritirarsi dalla corsa. Anche se entrambi auspicano che si arrivi al congresso con un nome solo. La stessa speranza di Salvini, che vorrebbe evitare divisioni nella sua Lombardia.

La miccia Vannacci

Un’altra miccia da disinnescare è quella relativa all’europarlamentare Roberto Vannacci, il generale che oggi radunerà le sue truppe a Marina di Grosseto per l’assemblea nazionale del suo comitato “Il mondo al contrario”. «Io ho la tessera della Lega dal ’91 ed è da 34 anni che provano a fare polemica. Una volta è Zaia, una volta è Vannacci – osserva Salvini -. Vannacci è assolutamente utile, positivo e propositivo, dialoga anche con persone che si sono allontanate dalla politica». Il generale ribatte alle insinuazioni e assicura che la sua storia politica è nel Carroccio e minimizza. «Cambieremo ragione sociale al comitato, da culturale a politica». Il fatto è che i primi a non credere che il generale si fermerà sono gli stessi leghisti e pure gli alleati. Questione di tempi, dicono, e poi lancerà l’Opa da dentro o da fuori.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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