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    L’Italia ha eliminato la rosolia, ha annunciato l’Organizzazione mondiale della sanità

    La rosolia non è più endemica in Italia, ha annunciato la Commissione di verifica regionale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per l’eliminazione del morbillo e della rosolia in Europa: è la terza malattia prevenibile a essere eliminata dal paese grazie alle vaccinazioni dopo il vaiolo, che fu eradicato dal mondo nel 1980, e la poliomielite, dichiarata eliminata dall’Europa nel 2022. Non è una malattia pericolosa nella grande maggioranza dei casi, i sintomi principali sono febbre non molto alta e pustole sulla pelle, ma se contratta in gravidanza può avere conseguenze gravi: può causare aborti spontanei o gravi anomalie congenite nei feti, tra cui sordità e disabilità intellettive.L’OMS parla di “eliminazione” di un virus in un paese o in una più ampia area geografica quando non ci sono trasmissioni endemiche, cioè locali, della malattia in questione per almeno 12 mesi. Ma perché l’eliminazione sia ufficiale è necessario che un paese fornisca una documentazione che certifichi che non ci sono state trasmissioni endemiche per almeno 36 mesi. Oltre che in Italia, la rosolia è stata dichiarata eliminata in altri 47 paesi dell’Europa. Resta comunque la possibilità che il virus venga trasmesso da persone che ne sono state infettate in altri paesi: per questo fino all’eradicazione della malattia, cioè finché non sarà eliminata in tutti i paesi del mondo, continueranno le campagne vaccinali. In particolare è importante che le donne intenzionate ad avere figli sappiano se sono immuni dal virus prima di iniziare una gravidanza e che si vaccinino in caso contrario.La rosolia è una malattia causata da un virus del genere Rubivirus e si trasmette nell’aria attraverso gli starnuti e i colpi di tosse delle persone infette. È la principale causa di difetti congeniti prevenibili nel mondo ma in Italia è dal 2019 che non ci sono casi di sindrome da rosolia congenita.Il principale vaccino usato contro la rosolia è il cosiddetto “trivalente”, perché copre anche dal virus del morbillo e da quello della parotite e si indica con l’acronimo MPR. (Diana Bagnoli/Getty Images) LEGGI TUTTO

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    È stato approvato il primo vaccino per le api

    Questa settimana il dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha approvato l’uso del primo vaccino per api al mondo. È un vaccino sviluppato dall’azienda biotecnologica Dalan Animal Health, che si occupa di salute degli insetti e sicurezza alimentare. L’obiettivo è quello di contrastare la diffusione di una malattia delle api detta “peste americana”, che è nata negli Stati Uniti e si è poi diffusa in tutto il mondo, causata dal batterio sporigeno Paenibacillus larvae.La peste americana è un problema molto serio per gli apicoltori perché è altamente contagiosa e non ha soluzione se non quella di bruciare le api infette e tutto l’alveare. L’amministratrice delegata dell’azienda Annette Kleiser ha definito l’approvazione del vaccino una «svolta nella protezione delle api da miele».Il vaccino di Dalan Animal Health prevede che una versione inattiva del batterio venga iniettata dagli apicoltori nella pappa reale di cui si nutrono le api regine, raggiungendo in questo modo anche le loro ovaie. Le api regine sono quelle che generano tutte le api dell’alveare, quindi è sufficiente vaccinare loro perché l’immunità al batterio si trasferisca a tutte le larve, che sono quelle suscettibili di infezione (che non colpisce invece le api adulte).Le infezioni in una colonia cominciano quando le giovani larve ingeriscono le spore di Paenibacillus larvae, che sono molto resistenti e possono sopravvivere in natura per oltre trent’anni. Le spore proliferano nell’intestino delle larve che muoiono lasciando resti altamente contagiosi per le altre larve e quindi portando a una rapida diffusione della malattia. Per gli apicoltori è piuttosto facile riconoscere quando un alveare è infetto perché le larve diventano vischiose e hanno un odore rancido.L’attenzione della ricerca scientifica e delle aziende biotecnologiche per le api deriva dal fatto che queste hanno un ruolo molto importante nell’equilibrio degli ecosistemi naturali grazie alla loro attività di impollinatrici, ma che sono da tempo in pericolo, oltre che per via di malattie come la peste americana anche a causa dei pesticidi usati in agricoltura e di alcune attività umane. Secondo i dati del dipartimento dell’Agricoltura, negli Stati Uniti il numero di colonie di api da miele è in costante calo dal 2006.Inizialmente il vaccino sarà distribuito solo ad alcuni apicoltori selezionati, ma si prevede che verrà messo in commercio già nel corso di quest’anno.– Leggi anche: Ci sono buone notizie per le api LEGGI TUTTO