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    Decreto Bollette, Capobianco (Conflavoro): “Sostegno immediato alle PMI per fronteggiare il caro energia”  

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    “Il decreto bollette, purtroppo, non include le misure di sostegno che le nostre imprese si aspettavano per far fronte all’insostenibile costo dell’energia. Per questo, rivolgiamo un appello al governo affinché riveda questa posizione e metta in campo misure concrete per supportare economicamente le piccole e medie imprese, vero motore produttivo del Paese. È essenziale che gli aiuti, giustamente destinati alle famiglie, non vengano vanificati da un aumento dei prezzi e dell’inflazione”. Lo ha dichiarato Roberto Capobianco, Presidente Conflavoro, in merito al Consiglio dei Ministri sul decreto bollette.“È urgente intervenire per sostenere le PMI allo stesso modo delle aziende energivore, introducendo misure come la differenziazione del costo dell’energia prodotta da gas rispetto a quella generata da fonti rinnovabili. Parallelamente – continua Capobianco – è fondamentale investire nel nucleare per garantire finalmente l’indipendenza energetica del nostro Paese. L’attuale Governo ha già compiuto passi importanti a favore delle imprese, ma non possiamo permetterci di fermarci proprio ora, in un momento cruciale per la ripartenza della produzione italiana”. LEGGI TUTTO

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    “Ho perso il telefono”, in realtà è una truffa per sottrarre denaro

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    “Mamma, ho perso il telefono, mi servirebbero 920 euro per fare un pagamento. Puoi anticiparmerli?” Con queste parole, una truffa è stata messa in atto a Catania, dove una coppia di napoletani, un uomo di 37 anni e una donna di 36, ha cercato di raggirare una donna di 58 anni. I malintenzionati, spacciandosi per il figlio della vittima, hanno utilizzato un messaggio su un’app di messaggistica istantanea per convincerla a trasferire una somma di denaro. Preoccupata per la richiesta, la donna ha creduto che fosse realmente il figlio a chiederle aiuto e si è recata in una tabaccheria per effettuare il bonifico, seguendo le istruzioni contenute nel messaggio, che includevano anche il codice Iban di una carta prepagata. Solo successivamente, una volta contattato il vero figlio, la donna ha scoperto di essere stata truffata. Ecco come non cadere in questo inganno.Come è finita la truffaLa storia che vi abbiamo raccontato ha avuto, in un certo senso, un lieto fine. Le forze dell’ordine, infatti, hanno trovato i malfattori. Nonostante il dispiacere per l’accaduto, infatti, la vittima ha prontamente denunciato il fatto alla Polizia, recandosi al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Borgo Ognina. Grazie all’analisi delle comunicazioni telefoniche e delle operazioni bancarie, gli agenti sono riusciti a risalire all’identità dei due truffatori, confermando che erano esperti in questo tipo di frode.Le truffe telefonicheLe truffe telefoniche e via messaggio sono in continuo aumento. In Italia, le truffe più comuni riguardano proprio i falsi messaggi di parenti in difficoltà, che cercano di sfruttare la buona fede delle persone per ottenere somme di denaro. Queste truffe sono spesso difficili da riconoscere, poiché i truffatori si spacciano per familiari, amici o conoscenti, utilizzando anche dettagli personali per sembrare credibili. LEGGI TUTTO

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    È caos per gli autovelox non omologati: multe annullate e inchieste in corso

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    Nonostante la circolare emessa dal ministero dell’Interno nel tentativo di fare chiarezza sulla questione degli autovelox non omologati ed arginare così la valanga di ricorsi, ormai si è scatenato il caos. I giudici di pace continuano infatti ad annullare le multe, mentre i cittadini vedono riconosciute le proprie rimostranze. Ciò sta mandando in tilt i Comuni, che non sanno come agire e non riescono a trovare un atteggiamento deciso nei confronti della situazione.In tutta Italia il sistema pare essere stato messo in crisi. A Cosenza si parla addirittura di inchiesta penale con ipotizzato il reato di frode in pubbliche forniture, mentre in altre zone dello Stivale i giudici continuano a dare ragione agli automobilisti che presentano ricorso contro gli autovelox e i teletaser non omologati. Tutti si appellano alle ordinanze emesse dalla Cassazione, la quale ha messo in evidenza la mancata omologazione di certi dispositivi. Ciò ha acceso il dibattito sull’argomento, e sembra che al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si stia lavorando in fretta per elaborare un decreto che metta finalmente un punto e dirima il problema. In attesa di ciò, rimane la bufera dei ricorsi, con i sindaci che affrontano la questione in modo disomogeneo. Se da un lato abbiamo dei primi cittadini che si affrettano a mettere in stop gli autovelox incriminati, dall’altro ci sono quelli che decidono di impugnare le sentenze dei giudici.Come abbiamo visto anche nei mesi scorsi, il nocciolo della questione sta sulla presente o mancata omologazione dei rilevatori di velocità. L’omologazione è quel passaggio necessario ad accertare che l’apparecchio in questione rispetti i requisiti tecnici previsti dalla normativa. Si tratta di una verifica effettuata una tantum sugli apparecchi che vengono poi dati in dotazione alla polizia. In caso di mancato certificato di omologazione, un cittadino multato può presentare ricorso per chiedere l’annullamento della sanzione. “Le misure devono fare pubblica fede. Vale per la bilancia del macellaio e per gli autovelox. Per questo si parla di verifica metrologica legale, che è retaggio esclusivo del Mimit”, ha dichiarato al Quotidiano Nazionale l’avvocato Emanuele Dalla Palma, presidente dell’associazione Miglior tutela, che ha appena vinto un ricorso.Il sistema va in tilt anche perché, fino ad oggi, gli autovelox hanno portato grossi incassi alle amministrazioni. Si pensi che solo nel 2022, venti delle città italiane più importanti hanno visto entrare un totale di 76 milioni. Entrando nello specifico, a Roma sono arrivati 7,5 milioni su 172 milioni complessivi per tutte le multe relative alle violazioni del Codice della strada. A Milano, invece, parliamo di 8,5 milioni su 147 milioni. LEGGI TUTTO

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    Cos’è il Pig Butchering e come non cadere nella truffa che porta al collasso finanziario

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    Il pig butchering è una delle truffe online più sofisticate e devastanti, che sfrutta una lunga fase di manipolazione psicologica per ottenere un enorme guadagno finanziario a spese della vittima. Il termine “pig butchering” (letteralmente, “macellazione del maiale”) fa riferimento al processo in cui i truffatori alimentano e preparano le loro vittime per un lungo periodo, facendole credere in una relazione genuina o in un’opportunità di investimento vantaggiosa, per poi abbatterle finanziariamente al momento giusto. Ecco come non caderci.La strategiaI truffatori, operando con una struttura altamente organizzata, creano falsi profili sui social media o piattaforme di dating, cercando di guadagnarsi la fiducia delle vittime. La truffa può coinvolgere una serie di tecniche psicologiche complesse come il “mirroring” (imitare i comportamenti della vittima per rafforzare il legame emotivo) e il “rafforzamento positivo” (ricompensare la vittima per comportamenti che avvicinano alla truffa), fino a far credere alla vittima di essere coinvolta in investimenti di successo o in relazioni sentimentali promettenti. Queste operazioni sono spesso supportate da tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale per generare deepfake che rendono ancora più credibili le false identità. I truffatori non operano mai da soli; fanno parte di una filiera che include sviluppatori di malware, venditori di dati personali, esperti di marketing digitale e persino broker di criptovalute. Questa rete consente loro di mirare a un numero elevato di vittime e di rendere l’intero processo estremamente scalabile.L’impatto economicoSe in passato il pig butchering era focalizzato principalmente sulle vittime in Cina, oggi i truffatori hanno ampliato i loro orizzonti, spostando il loro bersaglio verso i Paesi occidentali, come gli Stati Uniti e l’Europa. Questo cambiamento è in parte dovuto alla crescente pressione da parte della Cina sui gruppi criminali che truffavano i propri cittadini, costringendoli a cercare nuove vittime in mercati più ricchi e meno protetti. Questo ha portato a una drammatica esplosione delle perdite economiche. Nel 2023, negli Stati Uniti, le perdite causate dalle truffe online hanno superato i 10 miliardi di dollari, e il fenomeno è destinato a crescere ulteriormente man mano che i truffatori perfezionano le loro tecniche e si adattano alle nuove tendenze tecnologiche. LEGGI TUTTO