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    Dichiarazione dei redditi, rischio multe se non si denunciano conti e libretti: ecco quando farlo

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    Solitamente non è necessario, al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi, inserire alcuna informazione sui nostri conti correnti, libretti di risparmio o conti deposito: esistono, tuttavia, delle eccezioni di cui tener conto per evitare di incorrere in sanzioni anche molto pesanti.I contribuenti che risultano fiscalmente residenti in Italia, infatti, sono obbligati dalle norme vigenti a riportare nel 730 ogni genere di conto, deposito o libretto detenuto all’estero. Questa imposizione ha una duplice funzionalità, ovvero da un lato quella di consentire di effettuare il calcolo dell’Ivafe, ovvero l’Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero, e dall’altro quella di monitorare da un punto di vista fiscale eventuali attività finanziarie del contribuente. L’obbligo di inserire in dichiarazione questo genere di informazioni vale sia sui comuni conti correnti, sui libretti di risparmio e sui conti deposito che su ogni genere di investimento con azioni o obbligazioni.Da un punto di vista pratico, la parte da compilare per chi si venisse a trovare in una situazione fiscale del genere è il Quadro Rw del Modello Redditi o il nuovo Quadro W del Modello 730.Quadro RwPer quanto concerne il Modello Redditi, è tenuto a compilare il quadro Rw chiunque detenga un’attività finanziaria all’estero: in esso va riportato il valore di investimenti in grado di produrre redditi imponibili in Italia. Il medesimo obbligo, tuttavia, ce l’ha anche il contribuente che si viene a trovare in una delle seguenti condizioni1)Il possessore di un conto corrente, di un conto deposito o un libretto di risparmio con giacenza media superiore ai 5mila euro ma che durante l’anno fiscale non ha mai superato i 15mila euro, è tenuto a compilare il quadro Rw per calcolare l’Ivafe.2)Il detentore di un conto corrente, di un conto deposito o un libretto di risparmio con giacenza media inferiore ai 5mila euro ma con valore massimo superiore ai 15mila deve compilare il quadro Rw per adempiere all’obbligo di monitoraggio previsto per casi del genere, pur non essendo duvuta l’Ivafe (non si addebita qualora la giacenza media sia più bassa di 5mila euro).Nuovo quadro WPer gli stessi obblighi sopra citati relativamente al Modello Redditi, nel 730 va compilato il quadro W, introdotto per la prima volta nella dichiarazione 2024: i dati riportati vengono utilizzati per calcolare l’Ivafe, l’Ivie (l’Imposta sul valore degli immobili situati all’estero) e l’imposta sul valore delle cripto attività, oltre che per il monitoraggio fiscale. A proposito di quest’ultima voce, va indicata la consistenza delle attività all’estero mettendo la spunta sulla colonna 16. LEGGI TUTTO

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    Bonifici istantanei, stop ai costi extra da gennaio: cosa cambia

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    Ottime notizie per tutti i cittadini: dal 9 gennaio 2025 i bonifici istantanei saranno equiparati a quelli ordinari. È quanto stabilito dal regolamento europeo sui pagamenti istantanei che oggi, in base all’Istituto bancario di cui si è clienti, hanno un prezzo più elevato dei bonifici ordinari.Quando entra in vigoreCosti ridotti, quindi, per un servizio che sarà sicuramente ancora più utilizzato di quanto avviene oggi: è possibile fare un bonifico istantaneo ogni giorno per tutte le 24 ore così come in tutti i giorni della settimana e complessivamente per 365 giorni l’anno. Questa novità fa parte del regolamento 886 Ue che entrerà in vigore tra poco meno di un mese. Le banche dovranno adeguare i nuovi costi a quelli di ogni singolo cliente in base al tipo di conto corrente che ha aperto: già oggi alcuni bonifici ordinari non presentano costi extra, in altri casi costano un euro mentre gli istantanei, a volte, arrivano attualmente anche 2,5 euro.Cosa cambia per le PaLe novità sui bonifici istantanei saranno a disposizione di tuttti i cittadini ma se dal 9 gennaio alcuni clienti non dovessero vedersi applicati i costi minori potranno rivolgersi all’arbitro bancario con le sanzioni del caso che saranno comminate all’Istituto bancario, secondo i nuovi provvedimenti del Mef che saranno comunicati nei primi mesi del 2025. Lo stesso discorso non si potrà applicare alle pubbliche amministrazioni che vedranno la possibilità di bonifici istantanei di questa tipologia soltanto dal 9 ottobre 2025, perché dovrà essere operativa una nuova tecnologia che possa bloccare sul nascere qualsiasi tentativo di frode o un errore accidentale.A cosa prestare attenzione LEGGI TUTTO

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    Telefonia, come difendersi dai servizi non richiesti e ottenere un risarcimento

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    Vi è mai capitato, magari controllando una bolletta o il credito residuo, di scoprire che pagate per un servizio mai richiesto? Negli ultimi anni, tantissimi consumatori italiani si sono trovati in situazioni simili. Basta un clic sbagliato, una telefonata promozionale insistente o addirittura un errore tecnico da parte del gestore per ritrovarsi con costi aggiuntivi e servizi mai desiderati.Una problematica diventata così comune che, negli ultimi cinque anni, quasi 800.000 persone hanno chiesto aiuto al Corecom, l’ente che si occupa di risolvere le controversie tra operatori telefonici e utenti. La maggior parte delle segnalazioni riguarda la telefonia fissa e Internet, ma non mancano i casi legati alla telefonia mobile, soprattutto per il traffico dati. Fortunatamente la legge prevede strumenti per ottenere un indennizzo economico quando si subiscono attivazioni non autorizzate. Vediamo quali, e come procedere.Attivazioni servizi senza consenso: come avvengonoSpesso questo disagio per l’utente nasce da pratiche commerciali poco trasparenti. Dietro offerte “imperdibili” proposte con insistenza da alcuni operatori possono a volte nascondersi attivazioni di servizi che non si sono chiesti, ma che vengono addebitati ugualmente.Un’altra tecnica cui prestare attenzione è quella del bundling, ossia la vendita di pacchetti che includono servizi aggiuntivi non sempre necessari o desiderati. E poi ci sono gli errori: un problema nei sistemi di fatturazione dell’operatore può portare all’attivazione automatica di servizi mai richiesti.Quali indennizziChi si trovasse in questa situazione, ha diritto non solo a non pagare per il servizio, ma anche a ricevere un risarcimento. Le regole dell’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) sono chiare e prevedono 5 euro per ogni giorno di attivazione di un servizio principale non richiesto; 2,50 euro al giorno per i servizi accessori o per profili tariffari attivati senza consenso.Come si ottengonoIl primo passo è inviare un reclamo ufficiale al proprio operatore, utilizzando i canali previsti: telefono, e-mail, social media, oppure una raccomandata con ricevuta di ritorno. È fondamentale conservare tutte le prove, come fatture, screenshot delle comunicazioni o estratti conto. L’operatore ha 45 giorni di tempo per rispondere. Se la risposta non è soddisfacente, o non arriva, è possibile avviare una procedura di conciliazione attraverso il Corecom. LEGGI TUTTO

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    Tasse sulla casa, ecco il termine ultimo per per pagare l’Imu. Attenzione alle esenzioni

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    Il conto alla rovescia è iniziato. Il prossimo 16 dicembre i proprietari di una seconda casa dovranno provvedere al saldo dell’Imu, come anticipato in articolo de IlGiornale.It.L’Imposta Municipale Unica è un’imposta di natura patrimoniale che è dovuta da tutti colori i quali sono possessori di proprietà immobiliari ad uso abitativo diversi dalla prima casa (salvo che si tratti di abitazioni di lusso), per gli immobili commerciali e sui terreni agricoli e aree fabbricabili.Sono previsti, però, una serie di sconti e bonus per specifici contribuenti e categorie di immobili.Vediamo di cosa si tratta.Cos’è l’Imposta Municipale UnicaL’Imu è un’imposta introdotta nel 2012 in sostituzione della vecchia Ici (Imposta comunale sugli immobili).Dal 2013 questa tassa non si paga più sulla prima casa. Il pagamento è su base comunale e le amministrazioni devono aggiornare periodicamente i coefficienti (tra lo 0,76% e l’1,06%) ma il pagamento è uguale per tutti i comuni: i versamenti possono essere effettuati in due rate, il 16 giugno e il 16 dicembre (saldo) o in un’unica il 16 dicembre.Chi non deve pagareCome noto, l’Imu non si paga sulle abitazioni classificate comeA/2 (abitazioni di tipo civile),A/3 (di tipo economico),A/4 (di tipo popolare),A/5 (di tipo ultrapopolare),A/6 (di tipo rurale),A/7 (abitazioni in villini).Inoltre, come ricorda il Ministero dell’economia sul proprio sito, “l’imposta non va versata per gli immobili abusivamente occupati, per i quali sia stata presentata denuncia all’autorità giudiziaria per i reati previsti dagli artt. 614, secondo comma, e 633 c.p., o per i quali sia stata presentata denuncia o iniziata azione giudiziaria penale. L’esenzione spetta anche se non è stato ancora adottato il decreto di attuazione, che riguarda solo il modello dichiarativo. I contribuenti che fruiscono dell’esenzione dovranno poi presentare la dichiarazione IMU, esclusivamente in via telematica, entro il 30 giugno 2024”.Per quanto riguarda le riduzioni o agevolazioni, invece, per gli immobili concessi in uso gratuito ai parenti non è prevista l’esenzione, ma per comodato d’uso a genitori, figli o parenti diretti è possibile avere una riduzione del 50%. È necessario, però, che il rapporto di parentela sia entro il primo grado e che l’immobile sia utilizzato come abitazione principale.La riduzione al 50% vale anche per i fabbricati dichiarati di interesse storico o artistico o per i fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati. LEGGI TUTTO

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    Chiusura di un conto corrente, costi e tempistiche: ecco come procedere i questi casi

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    Può capitare che il titolare di un conto corrente desideri chiuderlo, e in questo caso sarebbe bene conoscere la procedura, così da sapere esattamente come muoversi. Un correntista può sentire la necessità di dare la disdetta perché ha trovato altrove delle offerte più promettenti, o per necessità di spostarsi presso un altro istituto di credito, magari online. O, ancora, potrebbe stare pensando di lasciare l’Italia per trasferirsi all’Estero.Per chiudere un conto corrente ci sono delle regole precise, con tanto di iter burocratico a cui attenersi e dei tempi precisi da rispettare. Una volta chiuso un conto corrente, è possibile provvedere ad aprirne subito un altro, nello stesso istituto di credito o altrove. La procedura di disdetta rimane invariata anche nel conto corrente cointestato, ma se la firma è congiunta serve ovviamente la firma di entrambi i soggetti. Discorso diverso se la firma è disgiunta. Come procedere, dunque?Chiusura del conto: i passaggiAncor prima di presentarsi alla banca, sarebbe opportuno verificare che il saldo sul conto non sia in negativo – in questo caso, infatti, non si potrà procedere con l’estinzione. Inoltre bisognerà aver bloccato o trasferito altrove addebiti o accrediti, così da non perdere eventuali scadenze di pagamenti, o l’accredito dello stipendio. Necessario, inoltre, che non ci siano operazioni in sospeso sul conto, altrimenti non si potrà procedere con l’operazione. Infine, andrà chiuso o trasferito il conto titoli. Una volta compiute queste operazioni sarà il momento di presentarsi presso l’istituto di credito per chiedere l’estinzione del conto.In banca è necessario presentarsi con tutta la documentazione disponibile, e richiedere il modulo di chiusura del conto corrente. Il modulo deve essere interamente compilato e poi consegnato insieme a tutte le carte, le tessere e le chiavi associate al conto. Se la banca di cui siamo clienti è un istituto di credito online, allora bisognerà inviare tutto via Pec o raccomandata. L’oggetto della Pec deve essere: “Richiesta di chiusura del conto corrente”. LEGGI TUTTO

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    L’allarme delle chiamate indesiderate: truffe in aumento e gestione fuori controllo

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    Le chiamate non richieste, spesso associate a rischi di truffa, rappresentano una preoccupazione crescente per gli italiani. I dati più recenti indicano un aumento evidente di attività fraudolente legate al telefono, un problema che sembra diventare sempre più difficile da gestire, persino per le grandi aziende che affidano le loro campagne di telemarketing a società esterne. Ecco cosa sta succedendo e come difendersi.Le pratiche scorrette più frequentiGli operatori adottano pratiche scorrette nei confronti dei consumatori arrivando a minacciare aumenti sulle tariffe in essere per spingere alla chiusura di un contratto. Si tratta di una prassi pericolosa e ingiusta, che, tuttavia, rimane in parte legale, dato che coinvolge operatori autorizzati dalle aziende e dal mercato, sebbene questi ultimi non siano sempre consapevoli delle modalità adottate. Il Garante per la protezione dei dati personali ha recentemente multato Sky Italia per pratiche di telemarketing aggressivo. In un servizio di Rai News, TIM ha spiegato di avvalersi di agenzie per proporre offerte ai propri clienti, ma ha aggiunto che, non appena vengono riscontrate irregolarità, interviene tempestivamente per fermare l’agenzia responsabile. Si legge nella dichiarazione: “È difficilissimo arrivare all’origine di molte telefonate che, che partono dall’estero e spesso usano il sistema dello spoofing, basato sulla falsificazione dell’identità del chiamante, con la possibilità di programmare decine di chiamate al giorno verso lo stesso numero“.La situazione in ItaliaNel Belpaese, secondo una ricerca recente, le truffe telefoniche sono in costante aumento, con numeri che destano grande preoccupazione. Si stima che almeno il 40% degli italiani abbia ricevuto almeno una chiamata sospetta nell’ultimo anno. Inoltre, le segnalazioni di truffe telefoniche sono cresciute del 25% rispetto all’anno precedente. Tra le regioni più colpite si trovano Lazio e Campania. LEGGI TUTTO

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    Attenzione alla truffa delle scatolette: ecco come difendersi

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    La truffa delle scatolette è un inganno vecchio quanto il mondo, ma sempre attuale, specialmente nelle grandi città turistiche. Questo schema, variante del gioco delle tre carte o delle tre campanelle, si basa su un principio semplice ma efficace: illudere la vittima che vincere sia facile. Tuttavia, il risultato è sempre lo stesso: il malcapitato perde il denaro.Come funziona la truffaPer mettere in atto la truffa, è necessario un contesto favorevole: un luogo affollato, un ambiente caotico e una squadra di complici che contribuisca a rendere credibile l’illusione di vittoria. Alcuni fingono di essere spettatori, altri partecipano fingendo di vincere, rafforzando la fiducia del bersaglio nella possibilità di successo. Questa frode è progettata per sfruttare l’avidità e la disattenzione delle vittime. Il principio è apparentemente banale: sotto uno dei tre contenitori viene nascosta una biglia, e il giocatore deve indovinare dove si trova. Tuttavia, l’intera operazione è orchestrata con destrezza e rapidità, rendendo impossibile individuare la posizione corretta.La truffaChi guida il gioco manipola i movimenti con tale abilità da far sparire la biglia senza che l’occhio riesca a seguirne il percorso, creando l’illusione di una possibilità di vincita che in realtà non esiste. I complici, mescolati tra la folla, alimentano l’inganno fingendosi giocatori vincenti, convincendo così gli spettatori a tentare la sorte. L’intento dei truffatori è chiaramente quello di approfittare dell’inesperienza o della fiducia dei turisti, che finiscono per scommettere somme di denaro, ignari del fatto che l’esito sia già deciso. Questo sistema, mascherato da intrattenimento, sfrutta abilmente la velocità dei movimenti e la confusione per attirare le vittime, trasformando un’apparente occasione di fortuna in una perdita sicura. LEGGI TUTTO

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    Condominio: come funziona il bonus gas

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    Per le famiglie in condizioni economiche di difficoltà è previsto sulle bollette elettriche, tra cui quelle del gas, un bonus a copertura delle spese da sostenere.Nei condomini in cui è presente un impianto centralizzato le spese vengono ripartite (come scritto in un precedente articolo de IlGiornale.It) per millesimi; ma anche in questo caso l’Arera (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) ha previsto un aiuto economico specifico per gli impianti condominiali che, però, riguarderà solo coloro i quali siano in possesso di determinati requisiti reddituali.Vediamo di cosa si tratta e come richiederlo.Di cosa si trattaSi tratta di un contributo economico statale, gestito dall’Arera, rivolto alle famiglie e persone in difficoltà economiche per abbattere i costi della bolletta condominiale del gas e del riscaldamento domestico.Sono previsti, dunque, dei criteri di accesso che sono legati all’Isee; possono accedere al bonus, difatti, coloro i quali abbiano un Indicatore della Situazione Economica non superiore a 9.530 euro o, nel caso di famiglie con 4 o più figli a carico, un reddito non superiore a 20mila euro.Gli altri requisiti necessari sono che, logicamente, la fornitura condominiale di gas risulti attiva e che riscaldamento sia destinato a locali ad uso residenziale, cioè abitativo.A quanto ammontaCome ricorda l’Arera, Il valore del bonus sociale gas dipende:dal numero di componenti del nucleo familiare indicati nella DSU;dall’uso che si fa del gas (acqua calda sanitaria e/o cottura cibi, uso riscaldamento, oppure entrambi i tipi di utilizzo);dalla zona climatica in cui è localizzata la fornitura.Lo sconto in bolletta dipende, dunque, anche dalla cosiddetta zona climatica, cioè le aree territoriali determinate sulla base dei gradi/giorno calcolati per singolo territorio.Come richiederloPoiché il bonus viene riconosciuto per 12 mesi, per i nuclei che nel 2024 hanno ancora in corso di erogazione il bonus riconosciuto in base all’attestazione ISEE del 2023 (compresa tra 9.530 e 15mila euro), troveranno in bolletta un valore pari all’80% rispetto a quelli indicati nelle tabelle precedenti.Qualora invece non si sia mai richiesto il bonus, la prima cosa da fare è richiedere e presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e ottenere un’attestazione ISEE sottosoglia. LEGGI TUTTO