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    Trump presenta la sua criptovaluta: impennata del valore del 16.000% in poche ore

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    I punti chiave

    A due giorni dall’insediamento, Donald Trump scuote i social con l’annuncio di una sua criptovaluta, diffuso attraverso i profili ufficiali su X e Truth. L’iniziativa, così inaspettata, ha spinto molti utenti a ipotizzare un possibile attacco hacker. Tuttavia, i post promozionali restano online da ore, e la meme coin “Official Trump” ha già visto un’impennata del 16.000%. “O si tratta del più grande furto informatico di tutti i tempi, oppure è un atto legittimo”, commenta un utente, lasciando aperti interrogativi sulla legittimità di questa operazione.La crescitaLa criptovaluta $TRUMP ha ottenuto una crescita impressionante: lanciata a soli 18 centesimi, oggi ha raggiunto i 30 dollari, con una capitalizzazione di mercato che supera i 5 miliardi di dollari, alimentata dall’entusiasmo di sostenitori e investitori esperti. Tuttavia, non mancano i rischi connessi a possibili speculazioni: alcuni grandi investitori potrebbero attuare schemi di “pump and dump”, gonfiando artificialmente il valore per poi vendere a scapito degli investitori meno esperti. La società emittente ha inizialmente distribuito 200 milioni di token, con l’obiettivo di arrivare a un miliardo entro tre anni. È interessante notare che due aziende legate al nuovo presidente americano, Trump e Fight Fight Fight Llc, possiedono gli 800 milioni di token rimanenti, il cui valore attuale si aggira intorno ai 24 miliardi di dollari. Se le quotazioni dovessero mantenersi stabili o crescere ulteriormente, Trump potrebbe incassare somme enormi nei prossimi tre anni, oltre agli introiti generati dalle attività di trading di «$TRUMP». Va comunque sottolineato che, secondo quanto riportato dal sito ufficiale, la criptovaluta non è politica e non ha nulla a che fare con alcuna campagna politica o carica politica o agenzia governativa. LEGGI TUTTO

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    Bonus animali domestici 2025, cosa c’è da sapere: a quanto ammonta e in cosa consiste

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    In molti condividono la propria vita e propri spazi con degli animali domestici. Il governo ha cercato di venire incontro a questo nutrito gruppo di cittadini, garantendo un sostegno per le spese affrontate per la cura e la tutela degli amici a quattro zampe.È stato dunque confermato per l’anno 2025 il Bonus animali domestici, pensato dall’esecutivo per i possessori di cani e di gatti. L’agevolazione consiste in una detrazione fiscale del 19% sull’Iperf per le spese veterinarie. L’aiuto è rivolto a tutti quei cittadini aventi di diritto che hanno con sé dei piccoli animali. Il governo copre tutti quegli interventi relativi a visite specialistiche, operazioni chirurgiche, esami di laboratorio, farmaci e molto altro. I farmaci, chiaramente, sono quelli prescritti dal medico veterinario.La detrazione è impiegabile entro un massimo di spesa di 550 euro. Non viene considerato il numero di animali. Per quanto riguarda i farmaci, si deve invece raggiungere una spesa minima di 129,11 euro.A partire dallo scorso anno sono stati messi a disposizione 750mila euro di bonus da spendere nell’intervallo di tempo compreso fra il 2024 e il 2026, che si traduce in 250mila euro ogni anno. La speranza è quella di fornire un piccolo aiuto ai proprietari di animali e combattere il fenomeno del randagismo.Ma come si ottiene il bonus? Per beneficiare della detrazione si deve aver compiuto almeno 65 anni di età, ed essere in possesso almeno di reisdenza italiana. Non solo. L’isee non deve superare i 16.215 euro, e si deve dimostrare di avere con noi almeno un animale domestico registrato all’anagrafe degli animali d’affezione. Le spese mediche veterinarie affrontate devono essere naturalmente tracciabili. Al momento la misura rimane a disposizione di cani, gatti, criceti, furetti e piccoli roditori. Ancora niente di chiaro per quanto riguarda rettili, anfibili e invertebrati. LEGGI TUTTO

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    Assicurazione auto sempre più cara: 10 suggerimenti per risparmiare

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    Una delle spese più gravose per il mantenimento dell’auto è senza dubbio quella dell’assicurazione, voce che continua a diventare sempre più pesante nel bilancio familiare a causa dei costanti rincari. Basti pensare che, secondo i dati diffusi da Segugio.it, nel novembre del 2024 il premio medio RC auto si è assestato sui 467,50 euro, con un incremento del 26,7% rispetto ad appena due anni prima. Chiaro che, dinanzi a una situazione del genere il la prima domanda che viene in mente a ogni automobilista è se ci sia la possibilità di risparmiare.Partiamo dal presupposto che nel nostro Paese l’RC auto è obbligatoria per circolare sulle strade italiane, dal momento che garantisce la copertura di eventuali danni arrecati a terzi, che si tratti di cose o persone. Nel caso in cui non si disponga di una polizza assicurativa di Responsabilità Civile Autoveicoli le pene previste vanno dalla sanzione amministrativa fino al sequestro del mezzo. Secondo quanto disposto nel giugno del 2022, la legge italiana prevede che il massimale minimo dell’RC Auto sia di 7.750.000 di euro, 6.450.000 euro per i danni alle persone e 1.300.000 per i danni alle cose.Nello stipulare una polizza auto, tra gli elementi da tenere in considerazione c’è quello della franchigia, termine con cui si indica l’importo minimo di ogni danno che resta a carico del soggetto assicurato: una franchigia più bassa garantisce ovviamente maggiori coperture, ma ovviamente il premio assicurativo s’incrementa. Ci sono poi un’altra serie di variabili che influiscono sul prezzo finale, a seconda delle nostre necessità di copertura da danni, delle modalità di pagamento che preferiamo scegliere o delle persone che effettivamente avranno la possibilità di guidare un mezzo di nostra proprietà.Modulando le opzioni a nostra disposizione ed eliminando il superfluo sarà possibile limare il costo finale dell’assicurazione, considerando ovviamente in primis il fatto che un elemento di risparmio è dato dalla classe di merito in cui ci si viene a trovare sulla base della nostra esperienza al volante. Il metodo usato per calcolare il premio assicurativo, si fonda sull’ormai consolidato sistema Bonus/Malus, che abbassa i costi per gli automobilisti più virtuosi: si guadagna una classe per ogni anno senza sinistri (dalla 1, quella migliore, alla 18), se ne perdono 2 per il primo sinistro, 5 per il secondo e ben 8 per il terzo in caso di incidenti nello stesso anno.Ciò premesso, come è possibile tagliare i costi? Ci sono dieci suggerimenti per ottimizzare la spesa dell’assicurazione auto. Il primo, che pare scontato, è quello di farsi fare più preventivi, con l’obiettivo di soppesare il costo finale a parità di servizi e coperture garantite. Altra cosa di cui tener conto è che spesso le compagnie incentivano la migrazione dei clienti proponendo sconti ai nuovi arrivati, oppure ulteriori agevolazioni per i loro assicurati qualora vogliano sottoscrivere polizze per altri mezzi di loro proprietà. In genere le compagnie online hanno prezzi molto vantaggiosi, per cui si può investire tempo utile a cercare sul web tra le soluzioni proposte: in alcuni casi si possono tagliare fino a 300 euro. Qualora si usi l’auto in modo saltuario, un buon modo per risparmiare è quello di assicurarla solo in base ai chilometri percorsi. Quinto suggerimento, anche questo in apparenza banale ma spesso sottovalutato, è quello di sospendere temporaneamente l’assicurazione nel caso in cui già si sia a conoscenza del fatto che la vettura resterà ferma per un dato periodo.Installare una scatola nera, che registra i dati di guida e funge da prova in caso di sinistri per valutare le responsabilità dell’assicurato, comporta un risparmio sul prezzo finale, a costo di rinunciare a un po’ della nostra privacy. Se già sappiamo che il mezzo non sarà guidato da neopatentati si potrà escludere questa opzione, risparmiando in modo netto. È possibile anche puntare a una franchigia più alta, ma a proprio rischio e pericolo: la polizza sarà meno cara, tuttavia si andrà a pagare di più in caso di responsabilità in un incidente. LEGGI TUTTO

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    Treni, ritardi e disservizi? Ecco come richiedere il rimborso a Trenitalia e Italo 

    Gennaio si è rivelato un mese particolarmente difficile per i trasporti su treno, con disservizi, guasti, pesanti rallentamenti e ritardi che hanno colpito numerosi passeggeri di Trenitalia e Italo: in attesa di comprendere se, come denunciato dal gruppo Fs, ci sia davvero una regia occulta dietro tutti questi problemi, da un punto di vista pratico resta il fatto che tanti clienti rientrano nelle condizioni previste per ottenere un rimborso dalle due aziende. Ma quando spetta il risarcimento? E come si può procedere?TrenitaliaPer quanto concerne Trenitalia, esistono alcuni casi in cui è previsto il rimborso integrale del titolo di viaggio totalmente inutilizzato. Ciò si verifica in tutte queste circostanze:in caso di sciopero, dal momento della comunicazione dell’agitazione e fino alla partenza del treno prenotato;in caso di partenza ritardata di oltre un’ora, qualora si scelga di rinunciare al viaggio;qualora il viaggio venga annullato per decisione dell’autorità pubblica;quando risulti evidente che all’arrivo del convoglio il ritardo supererà i 60 minuti rispetto all’orario previsto e il viaggiatore decida di non partire con mezzi alternativi o di non proseguire scegliando di ritornare indietro o fermarsi a una località intermedia;nel caso in cui il treno o i servizi di cuccetta/vagone letto/cabina Superior vengano soppressi;quando il posto prenotato non risulta disponibile al momento della partenza o quando le condizioni (classe e servizi) siano inferiori a quelle risultanti dal biglietto acquistato e si decida comunque di non partire;in caso di assegnazione di posti cuccetta/vagone letto/cabina Superior differenti da quelli indicati sul titolo di viaggio e si decida di non partire;nel caso in cui il biglietto acquistato online o tramite Call Center non venga consegnato entro l’orario di partenza previsto;in caso di mancato trasporto della bicicletta con prenotazione su Intercity senza valido motivo.Sono previsti anche rimborsi di una parte della spesa in caso di biglietto parzialmente non utilizzato nelle seguenti circostanze:quando non si può concludere il viaggio per via di un’interruzione della linea o per la soppressione dei treni con cui ci si doveva spostare per raggiungere la meta finale, oppure per la mancata coincidenza dipendente dal ritardo di un convoglio (nel caso in cui si stima l’arrivo con meno di un’ora di ritardo e si decida di non servirsi dei mezzi sostitutivi messi a disposizione);nei casi in cui si preveda un ritardo all’arrivo superiore ai 60 minuti e il viaggiatore decida di non proseguire il viaggio coi mezzi alternativi a disposizione né di tornare alla stazione di partenza;quando, per esigenze di servizio non prevedibili, le condizioni (classe e servizi) siano inferiori a quelle risultanti dal biglietto acquistato oppure quando il servizio cuccetta/vagone letto/cabina Superior non è disponibile per causa imputabile a Trenitalia;nel caso in cui non si possa proseguire il viaggio per ordine dell’autorità pubblica.Da quest’anno è possibile ottenere il rimborso automatico del biglietto, tagliando i tempi e semplificando l’iter. È possibile anche muoversi tradizionalmente, purché si agisca dal momento del disservizio fino a un anno dall’evento, attraverso questi canali:compilando il form disponibile sul portale di Trenitalia, ma solo per i biglietti elettronici;presso le biglietterie;contattando il Call Center, per i biglietti elettronici acquistati sul sito, tramite l’App o il Call Center;tramite posta all’indirizzo “Trenitalia S.p.A., Ufficio Reclami e Rimborsi, Piazza della Croce Rossa 1, 00161 Roma”.Ribadendo il fatto che l’unico a poter richiedere il rimborso è il titolare del biglietto, l’azienda specifica inoltre che deve essere ovviamente attestata la rinuncia al viaggio, che va comunicata al personale di Trenitalia oppure mediante Call Center, ad eccezione dei casi di soppressione per sciopero del personale di FdS.ItaloItalo prevede un rimborso integrale del biglietto qualora il viaggio sia cancellato in partenza o si preveda fin da subito un ritardo superiore ai 60 minuti: il risarcimento del costo sostenuto si effettua sulla parte di viaggio non ancora effettuata o sull’intero tragitto qualora si decida di rinunciare ad arrivare a destinazione. In quest’ultimo caso, il cliente ha diritto di chiedere di tornare alla stazione di partenza col primo convoglio utile.Se si è acquistato un Andata/Ritorno e il ritardo o la cancellazione riguarda la prima parte di tragitto, il cliente può scegliere di ottenere il rimborso di entrambi i biglietti oppure di mantenere solo il Ritorno. Se il disservizio riguarda quest’ultima parte del tragitto, si potrà puntare a ottenere il risarcimento del Ritorno ma non dell’Andata. Nel caso in cui si verifichi una delle circostanze sopra citate, l’utente potrà effettuare la sua scelta contattando il personale oppure tramite il servizio Pronto Italo. LEGGI TUTTO

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    Le dieci professioni più ricercate in Italia nel 2025

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    LinkedIn, come ogni anno, ha stilato una lista delle dieci professioni che hanno registrato il maggiore incremento negli ultimi tre anni in Italia. Questa è la classifica del 2025. È superfluo osservare che competenze digitali (meglio se certificate da una laurea) e l’inglese, parlato e scritto in modo fluente, devono considerarsi imprescindibili come l’alfabetizzazione di base. Anche mestieri tradizionali come l’agente di viaggio, il liquidatore sinistri e il responsabile acquisti non si possono esercitare senza queste skill.1. Consulente di viaggio (Travel Consultant o Agente di Viaggio)Con la ripresa del settore turistico, la domanda di consulenti di viaggio è aumentata. Questi professionisti assistono i clienti nell’organizzazione di viaggi personalizzati, offrendo soluzioni su misura e consigliando le migliori opzioni disponibili.2. Ingegnere dell’Intelligenza Artificiale (Artificial Intelligence Engineer o Machine Learning Engineer)L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando diversi settori, aumentando la richiesta di ingegneri specializzati nello sviluppo e nell’implementazione di soluzioni AI. Questi professionisti progettano algoritmi e modelli che permettono alle macchine di apprendere e prendere decisioni autonome.3. HR Administrator (HR Admin)La gestione efficace delle risorse umane è fondamentale per le aziende moderne. Gli HR Administrator si occupano di processi come il reclutamento, la formazione e la gestione delle relazioni con i dipendenti, garantendo un ambiente di lavoro positivo e produttivo.4. Addetto Prenotazioni (Reservation Agent)Con l’aumento dei viaggi e degli eventi, gli addetti alle prenotazioni sono essenziali per gestire le richieste dei clienti, assicurando che le prenotazioni siano effettuate in modo efficiente e che le esigenze dei clienti siano soddisfatte.5. Liquidatore Sinistri (Claims Specialist)Nel settore assicurativo, i liquidatori sinistri valutano le richieste di risarcimento, determinando la validità delle stesse e l’ammontare del compenso da erogare, garantendo equità e conformità alle politiche aziendali.6. Cyber Security Engineer (Ingegnere della Cybersicurezza)Con l’aumento delle minacce informatiche, le aziende necessitano di esperti in cybersicurezza per proteggere i propri sistemi e dati sensibili. Questi ingegneri sviluppano e implementano misure di sicurezza per prevenire accessi non autorizzati e attacchi informatici.7. Event Specialist (Event Coordinator)La pianificazione e l’organizzazione di eventi richiedono professionisti capaci di coordinare diversi aspetti, dalla logistica alla gestione dei fornitori, assicurando che ogni evento si svolga senza intoppi e soddisfi le aspettative dei partecipanti.8. Responsabile Acquisti (Procurement Buyer o Procurement Specialist)Questi professionisti gestiscono l’approvvigionamento di beni e servizi per le aziende, negoziando con i fornitori per ottenere le migliori condizioni possibili e garantendo che le esigenze aziendali siano soddisfatte in modo efficiente.9. Technical Sales SpecialistCon competenze sia tecniche che commerciali, questi specialisti supportano le vendite di prodotti o servizi tecnologici, fornendo consulenza ai clienti e assicurando che le soluzioni offerte soddisfino le loro esigenze specifiche. LEGGI TUTTO

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    I timori di Confindustria per il 2025: energia cara e rischio dazi

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    Il 2025 si apre con un panorama economico complesso, in cui le spinte al rialzo dei costi energetici e l’incertezza geopolitica si intrecciano con segnali di debolezza nei consumi e negli investimenti. La capacità dell’Italia di navigare queste sfide dipenderà da interventi strutturali, dalla politica economica europea e dalla resilienza dei settori produttivi. È quanto sottolinea il Centro Studi Confindustria (CsC) nell’ultima Congiuntura flash.Prezzi dell’energia: un fardello crescenteIl rincaro del gas naturale in Europa e il conseguente aumento dei costi energetici continuano a pesare sulle imprese e sulle famiglie italiane. A gennaio, il prezzo del gas ha raggiunto i 48 euro/MWh, in crescita rispetto ai 45 euro di dicembre, complici l’interruzione del gasdotto russo-ucraino e l’inverno rigido. In Italia, il prezzo dell’elettricità è particolarmente elevato, con il Prezzo Unico Nazionale (PUN) medio che si attesta a 139 euro/MWh, superando significativamente la media europea. Nonostante ciò, l’Italia appare meno vulnerabile grazie a una diversificazione delle forniture, che include gas proveniente da Nord Africa, Azerbaigian, Qatar e Stati Uniti.Settori produttivi: luci nei servizi, ombre nell’industriaServizi: Il settore terziario si conferma trainante, con l’indice Pmi che torna in territorio positivo a dicembre (50,7) e un aumento del fatturato.Industria: Sebbene si registri un lieve incremento della produzione a novembre (+0,3%), l’indice Pmi industriale rimane sotto la soglia di crescita, evidenziando persistenti difficoltà.Investimenti: Le condizioni di investimento si deteriorano ulteriormente, con un calo della fiducia delle imprese e un peggioramento degli ordini, sia interni che esteri.Consumi e mercato del lavoro in stalloLe vendite al dettaglio continuano a contrarsi, registrando un -0,6% a novembre, con una flessione sia nei beni alimentari che in quelli non alimentari. Questo si accompagna a una stagnazione dell’occupazione (+0,1% negli ultimi mesi del 2024). Nonostante la riduzione del tasso di risparmio osservata nel terzo trimestre 2024, la domanda interna non mostra segnali di ripresa significativa.Export: una performance deludenteIl commercio estero italiano è in calo, con esportazioni in flessione nel quarto trimestre 2024 (-0,2%). Particolarmente preoccupanti sono le perdite sui mercati statunitense (-11% a novembre) e cinese (-19,2%). In netto contrasto, l’export cinese segna un aumento del +10,7% annuo a dicembre, mettendo in evidenza dinamiche divergenti tra i principali attori globali.Le prospettive su inflazione e tassiL’inflazione in Europa registra un incremento, spinta dai costi energetici, con un tasso di +2,4% a dicembre rispetto all’1,7% di settembre. In Italia, l’inflazione rimane stabile al +1,3%, ma l’aumento dei prezzi dell’energia potrebbe alimentare ulteriori pressioni inflazionistiche. La ce adotta un approccio più cauto nella gestione dei tassi d’interesse, con aspettative di moderata riduzione nel corso del 2025. LEGGI TUTTO

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    Confcommercio. “Ci sono segnali di miglioramento dell’economia”

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    Nonostante uno scenario ancora incerto e contraddittorio, l’economia italiana mostra segnali di miglioramento sia per i consumi che per il Pil. È quanto emerge dall’Indicatore dei consumi Confcommercio (Icc) che ha registrato un aumento dello 0,2% sia a novembre che a dicembre. Il Pil, dopo un’accelerazione a ottobre, ha mostrato una crescita rallentata a novembre (+0,1%) e si è mantenuto stazionario a dicembre e gennaio. Questo ha portato a una crescita congiunturale di quattro decimi di punto nell’ultimo trimestre del 2024, consentendo al PIL di raggiungere una variazione dello 0,8% per l’anno (meglio quindi dell’ultima previsione fornita dal ministro Giorgetti ma sotto di due decimi di punto rispetto alle stime del Psb).Il discorso mediatico sulla macroeconomia italiana, sottolinea l’Ufficio studi di Confcommercio, è stato influenzato dalla confusione tra le valutazioni del Pil al netto e al lordo dell’effetto dei giorni di calendario. Il 2024, essendo stato un anno bisestile con quattro giorni lavorativi in più, potrebbe aver aumentato le stime di due decimi di punto. Tuttavia, è lecito ipotizzare che negli ultimi mesi del 2024 si sia attenuata la distanza tra consumo potenziale e consumo effettivo, grazie anche al contributo favorevole del turismo.A dicembre 2024, l’Icc ha mostrato una variazione dell’1% rispetto allo stesso mese del 2023, confermando una maggiore dinamicità della domanda. Le dinamiche più positive si sono rilevate per i beni e servizi per la comunicazione (+8,2%), i beni e servizi per la mobilità (+2,8%) e i beni e servizi per la casa (+1,0%). In crescita anche le spese relative ad alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (+0,5%).Tuttavia, permangono difficoltà per i mobili e gli articoli d’arredamento (-2,0%) e per gli alimentari e le bevande (-0,5%). Anche il settore automotive ha registrato un calo moderato della domanda di auto nuove (-0,2%). LEGGI TUTTO

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    Successioni e donazioni, cosa cambia nel 2025: alcuni esempi pratici

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    Dal 2025, l’abrogazione del coacervo ereditario rappresenterà un’importante semplificazione fiscale per gli eredi, grazie alle modifiche introdotte dal Decreto Legislativo n. 139/2024 e dalle recenti interpretazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate. Questo cambiamento elimina un sistema complesso, che prevedeva la sommatoria tra il valore dell’asse ereditario e le donazioni effettuate in vita dal defunto per calcolare l’imposta di successione. Rimane invece il coacervo donativo, ma con criteri più circoscritti.Cosa cambia per le successioniPrima dell’abrogazione, l’imposta di successione era calcolata includendo nel valore imponibile le donazioni fatte in precedenza dal de cuius. Questo sistema era pensato per verificare se la franchigia fiscale, ad esempio di un milione di euro per coniugi e parenti in linea retta, fosse stata in parte consumata. Tuttavia, secondo la Corte di Cassazione e l’Agenzia delle Entrate, tale approccio risultava superfluo nell’attuale quadro normativo basato su aliquote proporzionali, rendendo il coacervo ereditario anacronistico e disallineato rispetto alle esigenze moderne.Il coacervo donativo rimanePer quanto riguarda le donazioni, il coacervo rimane operativo, ma esclude quelle effettuate tra il 2001 e il 2006, periodo in cui l’imposta di successione e donazione era stata abrogata. Chi riceve nuove donazioni dovrà comunque considerare eventuali donazioni precedenti per verificare se la franchigia è già stata consumata in tutto o in parte.Un aspetto positivo riguarda le donazioni tra fratelli, che godono di una franchigia di 100.000 euro. Con l’eliminazione del coacervo ereditario, questa franchigia rimane pienamente utilizzabile in caso di successione senza che venga intaccata da eventuali donazioni pregresse.Vediamo ora alcuni esempi pratici. Eredità senza donazioni pregresseMaria eredita un immobile del valore di 800.000 euro dal padre, senza che questi avesse effettuato donazioni precedenti. La franchigia di un milione di euro rimane intatta e non si deve alcuna imposta di successione.Donazioni pregresse e nuova donazioneLuigi riceve dal padre una donazione di 400.000 euro nel 2024. Nel 2026, il padre dona un altro immobile del valore di 700.000 euro. Poiché il coacervo donativo considera la prima donazione, Luigi dovrà pagare l’imposta proporzionale sul valore eccedente la franchigia di 1 milione di euro, ossia su 100.000 euro.Donazioni tra fratelliMarco riceve una donazione di 80.000 euro dal fratello nel 2024. Nel 2026, il fratello gli dona altri 50.000 euro. La franchigia di 100.000 euro viene consumata dalla prima donazione; quindi, i successivi 30.000 euro sono soggetti a tassazione proporzionale. Tuttavia, in caso di successione, la franchigia non risulterà più erosa da donazioni precedenti.Eredità e donazioni tra 2001 e 2006Anna riceve in eredità beni per un valore di 600.000 euro. Il padre aveva donato 500.000 euro tra il 2001 e il 2006, periodo escluso dal coacervo donativo. La franchigia di 1 milione di euro non risulta intaccata, e Anna non deve imposte. LEGGI TUTTO