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    Figli a carico over 30: stop alle detrazioni

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    Superati i 30 anni non si è più a carico della famiglia con i conseguenti effetti in termini di detrazioni fiscali.È questa una delle importanti novità introdotte dalla Legge di bilancio 2025 che, nel prevedere una detrazione spettante per i carichi di famiglia sino a 950 euro, ha definito il limite dei 30 anni di età per essere riconosciuto come familiare a carico fatti salvi i casi di disabilità accertata ai sensi dell’articolo 3 della legge 104.Entriamo più nel dettaglio.Per chi spettano le detrazioniIn sede di dichiarazione reddituale dal fisco sono riconosciute, al contribuente, delle detrazioni per familiari a carico, cioè delle somme che vengono “sottratte” al reddito imponibile per le spese legate al mantenimento di un familiare.Nello specifico, per familiare a carico, si intendono:il coniuge non legalmente ed effettivamente separato o anche il coniuge separato o divorziato solo nel caso in cui sia convivente o percepisca assegni alimentari non legati da provvedimenti dell’autorità giudiziaria.i figli, anche se adottivi, affidati e affiliati.altri familiari quali i genitori, generi, fratelli o sorelle, nuore e suocere, ma solo nel caso in cui siano conviventi o per cui sia previsto un assegno alimentare.Come funziona per i figli e quali sono i limitiLe spese per i familiari possono essere portate in dichiarazione dei redditi come a carico solo nel caso in cui non abbiano un reddito superiore a 2.840,51 euro con riferimento all’intero periodo d’imposta.Per i figli a carico, il sistema di detrazioni varia in funzione:del reddito complessivo del contribuente che sta inviando la dichiarazione reddituale.dell’età del figlio.del numero di figli fiscalmente a carico.La detrazione massima è di 1.220 euro per ciascun figlio di età inferiore ai 3 anni o di 950 euro per ogni figlio di età superiore o uguale ai 3 anni.Inoltre, le detrazioni possibili aumentano di 200 euro per ciascun figlio oltre dal primo, per i contribuenti con più di 3 figli a carico o di 400 euro i figli portatori di handicap.Cosa prevede la legge di bilancio LEGGI TUTTO

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    Bonus tende da sole 2025: ecco le agevolazioni disponibili

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    Installare delle tende da sole è un intervento semplice ma efficace per migliorare il comfort abitativo, soprattutto in vista dell’estate. Oltre a proteggere dal sole e ridurre il surriscaldamento degli ambienti interni, questa soluzione può anche beneficiare di detrazioni fiscali interessanti, come l’Ecobonus o il Bonus ristrutturazione. Ma in quali casi e con quali condizioni? Vediamo.Ecobonus per tende da sole: detrazione fino al 50%L’acquisto e l’installazione di schermature solari – comprese le tende da sole – effettuati entro il 31 dicembre 2025, danno diritto a una detrazione fiscale del 50% per l’abitazione principale, che scende al 36% per altri immobili. Il tetto massimo di spesa detraibile è di 60.000 euro per unità immobiliare, suddiviso in 10 anni.Dal 2026, le aliquote diminuiranno, scendendo al 36% per la prima casa, al 30% per le altre abitazioni; dal 2028, invece, si passerà all’aliquota unica al 30% per tutti gli immobili.Requisiti tecnici per l’EcobonusPer poter accedere all’agevolazione, le schermature solari devono rispettare precisi requisiti, come indicato da Enea, e cioè: essere solidamente ancorate all’edificio e non facilmente rimovibili, posizionate a protezione di superfici vetrate (porte-finestre o finestre); le schermature possono inoltre essere installate sia all’interno che all’esterno, devono essere mobili e di tipo tecnico, e ancora, devono avere un fattore di trasmissione solare (gtot) ≤ 0,35, abbinato al tipo di vetro dell’infisso.Sono ammessi solo orientamenti da Est a Ovest passando per Sud. Sono escluse quindi schermature rivolte a Nord, Nord-Est e Nord-Ovest.Documentazione necessariaPer ottenere la detrazione, è necessario ricevere fattura o ricevuta fiscale con descrizione dettagliata del prodotto e della posa in opera; inserire la dicitura: “schermatura solare dinamica ai sensi del D.L. 311/2006 allegato M”; effettuare il pagamento con bonifico parlante, indicando causale, codice fiscale del beneficiario e partita IVA dell’impresa esecutrice; inviare entro 90 giorni dall’installazione la Scheda descrittiva dell’intervento tramite il portale Enea.Tende da sole e Superbonus: ancora possibile?L’installazione di tende da sole può rientrare nel Superbonus, ma solo se inserita in un progetto più ampio di riqualificazione energetica. In questo caso, si tratta di un intervento “trainato”, collegato a lavori “trainanti” come la sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale e l’isolamento termico dell’edificio con materiali che rispettano i criteri ambientali minimi.Se questi lavori principali vengono effettuati, anche le schermature solari possono beneficiare della stessa percentuale di detrazione, fino al 65%. LEGGI TUTTO

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    Anche l’ex coniuge ha diritto alla pensione di reversibilità, ecco in quali casi secondo la Cassazione

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    L’ex coniuge ha diritto a percepire una parte della pensione di reversibilità: questo è ciò che ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza 8375/2025, arrivando a determinare quali parametri il giudice preposto alla valutazione del singolo caso dovrà rifarsi per decidere se dare il via libera all’erogazione o meno.Secondo gli Ermellini il diritto di accedere alla misura può sussistere anche in assenza di un assegno divorzile, vale a dire quello che viene riconosciuto eventualmente a una delle due parti dopo la cessazione del rapporto matrimoniale, ma solo ed esclusivamente qualora siano rilevabili condizioni di indigenza nel potenziale beneficiario. Nessun vincolo, quindi, può derivare dalla presenza o meno altri accordi economici: ad essere tutelato è quindi anche chi, in caso di uscita dal matrimonio vive una difficile situazione economica derivante dall’impossibilità di provvedere autonomamente al proprio sostentamento. È questo, quindi l’unico vincolo: per poter beneficiare della persione di reversibilità l’ex coniuge deve dimostrare di non avere alcun mezzo di sostegno.La sentenza rivoluzionaria della Corte di Cassazione arriva a conclusione di un procedimento in cui veniva valutato il caso di un cittadino il quale, pur non percependo l’assegno divorzile, aveva chiesto ugualmente di poter accedere a una parte della pensione di reversibilità dell’ex coniuge. Pur ribadendo che in situazioni del genere l’assegno divorzile rimane l’elemento principale per poter pensare di riconoscere tale diritto a un potenziale beneficiario, gli Ermellini hanno ampliato la casistica includendo anche circostanze nelle quali sia documentabile in modo chiaro una situazione di grave indigenza da parte del richiedente. LEGGI TUTTO

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    Non riesci a pagare le spese condominiali? Ecco cosa cambia adesso

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    I contribuenti in condizioni di difficoltà economiche che risultano non in possesso di altri beni o proprietà da ipotecare potranno beneficiare della sospensione di un atto di pignoramento ai loro danni qualora non siano in grado di sostenere le spese condominiali: questo è quanto previsto con un discusso emendamento inserito all’interno del D.L. 19/2025, vale a dire il cosiddetto Dectreto bollette.Secondo la proposta avanzata dal deputato di Fratelli d’Italia Silvio Giovine, lo stop alle procedure di pignoramento potrà avvenire in particolari condizioni, vale a dire solo nel caso in cui il cittadino risulti proprietario solo di un immobile destinato a prima casa e il debito da lui maturato risulti inferiore alla soglia dei 5mila euro. Nello specifico, quindi, il testo del documento determina che non possa essere pignorato l’immobile di proprietà di un contribuente vulnerabile, stante quanto previsto dall’articolo 11, comma 1 del D. Lgs. n. 210 del 2021, ovvero i cittadini:che si trovano in condizioni economicamente svantaggiate o che versano in gravi condizioni di salute, tali da richiedere l’utilizzo di apparecchiature medico-terapeutiche alimentate dall’energia elettrica, necessarie per il loro mantenimento in vita, ai sensi dell’articolo 1, comma 75, della legge 4 agosto 2017, n. 124;presso i quali sono presenti persone che versano in gravi condizioni di salute, tali da richiedere l’utilizzo di apparecchiature medico-terapeutiche alimentate dall’energia elettrica, necessarie per il loro mantenimento in vita;che rientrano tra i soggetti con disabilità ai sensi dell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104;le cui utenze sono ubicate nelle isole minori non interconnesse;le cui utenze sono ubicate in strutture abitative di emergenza a seguito di eventi calamitosi;di età superiore ai 75 anni.In sifatte circostanze il pignoramento può essere sospeso ma solo se LEGGI TUTTO

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    Cos’è la “mala gestio” e cosa possono fare i condòmini

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    Gestire un condominio non è un compito semplice: occorre tenere i conti in ordine, rispettare le norme, far eseguire lavori, recuperare i crediti da chi non paga. Per questo motivo, la legge affida precise responsabilità all’amministratore. Ma cosa succede quando chi dovrebbe tutelare gli interessi del condominio agisce in modo scorretto, negligente o addirittura dannoso? Vediamolo insieme.Cosa si intende per “mala gestio”Quando si parla di mala gestio dell’amministratore, si fa riferimento a un’espressione giuridica che indica una cattiva gestione del ruolo, tale da poter causare un danno economico al condominio. I condòmini possono però chiedere non solo la revoca dell’incarico, ma anche un risarcimento dei danni, qualora riescano a dimostrare il danno subito e il nesso tra quel danno e il comportamento scorretto dell’amministratore.Errori più gravi e frequentiTra le situazioni che più spesso finiscono sotto accusa ci sono:La mancata apertura di un conto corrente condominiale: la Legge (art. 1129 del Codice civile) è chiara, tutte le somme che riguardano il condominio devono transitare su un conto intestato esclusivamente ad esso. Se l’amministratore usa un conto proprio o misto, sta violando la norma.L’inerzia nel recuperare i contributi dai morosi: se ci sono condòmini che non pagano le spese e l’amministratore non si muove per recuperare quanto dovuto, il danno ricade su tutti gli altri; in questo caso può essere chiamato a rispondere per negligenza.Conti poco chiari o rendiconti assenti: la trasparenza è un dovere. Se i conti sono confusi, se mancano documenti, se non viene consegnata la documentazione al nuovo amministratore dopo la revoca, può configurarsi una “mala gestio”.Utilizzo improprio del denaro condominiale: anche solo un prelievo non giustificato o una spesa effettuata senza autorizzazione può rappresentare un comportamento gravissimo.Quando e come chiedere il risarcimentoNaturalmente, non bastano i sospetti. Per ottenere un risarcimento, è necessario dimostrare concretamente che l’amministratore abbia violato i suoi doveri o agito in modo scorretto, o ancora che il condominio abbia subito un danno reale e che tale danno sia una conseguenza diretta della condotta dell’amministratore.Questo significa che la prova dev’essere solida, supportata da documenti, testimonianze o relazioni tecniche. In assenza di una prova precisa, il giudice potrebbe non riconoscere alcun diritto al risarcimento, anche in presenza di comportamenti discutibili. LEGGI TUTTO

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    Passeggiate milanesi della politica

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    A Verona con Vinitaly e a Milano con il Salone del Mobile hanno esposto tra le migliori espressioni del made in Italy. Applausi meritati. Mentre, come d’abitudine, negli stand delle due manifestazioni i volti della politica non hanno mancato di fare passerella. Aspetto ben poco edificante di un’italica tradizione. Come se i successi delle eccellenze italiane dovessero qualcosa a una visione industriale del decisore politico di turno. La storia, purtroppo, racconta altro: tra l’universo delle pmi – che rappresenta anche l’ossatura del mercato vitivinicolo come di quello del mobile e del design e la politica non vi è concreta collaborazione. LEGGI TUTTO

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    È ora di cambiare gli pneumatici: scadenze e sanzioni, cosa c’è da sapere

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    Come ogni anno in questo periodo torna l’appuntamento con la sostituzione degli pneumatici in vista del cambio di stagione: a partire dal prossimo martedì 15 aprile le auto non avranno più l’obbligo di circolare con catene a bordo e le gomme invernali dovranno lasciare spazio a quelle estive. Come previsto dalle norme vigenti, comunque, ci sarà un mese di tempo per ottemperare a quest’obbligo, quindi il termine ultimo entro il quale effettuare il passaggio evitando così si incorrere in sanzioni è in realtà giovedì 15 maggio.Il cambio è necessario in primis per il fatto che la mescola stessa con cui sono realizzate le gomme è profondamente diversa. Quella tipica degli pneumatici invernali è più morbida e adatta a mantenere la sua elasticità anche a temperature inferiori ai 7°C, garantendo al mezzo una perfetta aderenza sull’asfalto in condizioni di umido, freddo e neve. Quelli estivi, realizzati con mescole più dure, si ammorbidiscono col calore e risultano maggiormente performanti e sicure in condizioni di temperature elevate tipicamente estive: a migliorare non sono solo l’aderenza su strada e la risposta alle sterzate, ma anche il consumo di carburante e la resistenza all’usura dello stesso pneumatico.Secondo le norme vigenti il cambio stagionale va effettuato obbligatoriamente per le auto su cui sono montate gomme M+S (“Mud and Snow”, ovvero “Fango e Neve”) con codice di velocità inferiore rispetto a quello indicato sul libretto di circolazione: i mezzi con pneumatici dotati di codice di velocità uguale o superiore possono continuare a circolare dopo il 15 aprile, anche se non è il massimo per quanto concerne la sicurezza su strada. Questo codice, è bene ricordarlo, si può trovare indicato sul fianco della gomma, e indica per l’appunto la velocità massima a cui essa si può utilizzare: la lettera “Q”, ad esempio, indica i 160 km/h, la “H” i 210 km/h.Come detto l’obblico sella sostituzione non riguarda tutti: un esempio sono gli pneumatici “All Season” (“Tutte le Stagioni”) marchiati con le sigle M+S e 3PMSF, (ovvero “Three Peak Mountain Snowflake”, cioè la rappresentazione stilizzata di una montagna con tre cime e il simbolo del fiocco di neve al suo interno), cosa che garantisce una perfetta aderenza anche in condizioni tipicamente invernali: queste gomme, sempre che abbiano un codice velocità uguale o superiore a quello indicato sul libretto, vanno bene per tutto l’anno. LEGGI TUTTO

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    Come risparmiare con le app: le 6 migliori per gestire il proprio denaro

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    Oggi risparmiare non è solo una buona abitudine, ma una vera e propria necessità. Tra bollette, spese impreviste e acquisti quotidiani, tenere sotto controllo il proprio denaro può diventare complicato. Per fortuna, la tecnologia ci viene incontro con una serie di app pensate per facilitare la gestione delle finanze personali. Queste applicazioni aiutano a capire dove finiscono i soldi, a pianificare le spese e a raggiungere obiettivi di risparmio, anche con piccole somme. Basta uno smartphone per avere un assistente finanziario sempre a portata di mano. Ecco sei delle migliori app per risparmiare soldi, ognuna con caratteristiche diverse, adatta a diverse esigenze.Spaces di N26Spaces è una funzione dell’app bancaria N26 che permette di creare “spazi” separati per il risparmio. Ogni spazio può essere dedicato a un obiettivo specifico, come una vacanza, una spesa importante o un fondo di emergenza. Il trasferimento tra il conto principale e gli spazi è immediato e può essere personalizzato, rendendo molto facile tenere traccia dei risparmi senza confonderli con le spese quotidiane. È un modo intuitivo e flessibile per gestire il risparmio in modo pratico e senza stress.Gimme 5Gimme 5 è un’app pensata per chi vuole iniziare a risparmiare con piccole cifre, ma anche investire. Grazie alla possibilità di risparmiare cifre minime, a partire da 5 euro, è possibile accumulare piccole somme per poi investirle in fondi comuni di investimento. L’app stimola l’utente a risparmiare gradualmente, con un approccio semplice e privo di complicazioni, rendendola perfetta per chi vuole approcciarsi al mondo degli investimenti senza rischiare troppo.MonefyMonefy è un’app ideale per chi desidera tenere traccia delle proprie spese quotidiane in modo rapido e intuitivo. Con un’interfaccia user-friendly, permette di registrare le spese e suddividerle in categorie (come alimentari, trasporti, divertimento). Questo permette di avere una panoramica chiara e immediata delle abitudini di spesa, così da poter individuare dove risparmiare. La sua semplicità e la velocità di utilizzo la rendono una delle app più popolari nel suo genere.YNAB (You Need A Budget)YNAB è un’app pensata per chi vuole gestire il proprio budget in modo preciso e metodico. Il suo approccio si basa su un principio chiaro: ogni euro deve avere una destinazione. In questo modo, è possibile pianificare le spese mensili e risparmiare per obiettivi specifici. YNAB è particolarmente utile per chi ha redditi variabili o vuole uscire da situazioni di debito. Nonostante sia a pagamento, molti utenti lo considerano un investimento che vale la pena fare per migliorare la propria gestione finanziaria.BuddyBuddy è un’app pensata per gestire il denaro in modo collaborativo. È ideale per coppie, coinquilini o gruppi di amici che vogliono tenere traccia delle spese comuni. L’app consente di creare budget condivisi, annotare chi ha speso cosa e tenere il controllo delle finanze comuni. È un’ottima soluzione per evitare incomprensioni e mantenere la trasparenza nei rapporti economici, rendendo più facile la gestione di spese condivise come affitti, bollette o vacanze. LEGGI TUTTO