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    È morto a 100 anni lo scienziato e premio Nobel John B. Goodenough: contribuì allo sviluppo delle batterie agli ioni di litio

    Lunedì è morto a 100 anni lo scienziato statunitense John B. Goodenough: nel 2019 con M. Stanley Whittingham e Akira Yoshino ottenne il premio Nobel per la chimica “per lo sviluppo delle batterie agli ioni di litio”. Goodenough era nato a Jena, in Germania, da genitori statunitensi, ed è morto a Austin, in Texas, dove fino agli ultimi anni era ancora attivo nella ricerca nonché professore di ingegneria elettronica.Il lavoro sulle batterie agli ioni di litio è frutto di successive evoluzioni e scoperte da parte di differenti scienziati, come spesso accade: a partire dal 1980, quando lavorava presso l’università britannica di Oxford, Goodenough diede un contributo fondamentale allo sviluppo delle batterie ricaricabili che usiamo tutti i giorni, nei nostri smartphone, nei computer portatili, nelle automobili elettriche e in migliaia di altri dispositivi di vario tipo.– Leggi anche: Il Nobel per la Chimica per le batterie ricaricabili agli ioni di litio John B. Goodenough nel 2019 (AP Photo/Alastair Grant) LEGGI TUTTO

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    Le Nazioni Unite hanno adottato il primo trattato per proteggere la vita marina in alto mare

    Lunedì i 193 paesi membri delle Nazioni Unite hanno adottato il trattato per proteggere la vita marina in alto mare. Il trattato mira a proteggere la biodiversità nelle acque al di fuori dei confini nazionali (l’”alto mare”), che coprono quasi la metà della superficie terrestre ma sono finora state in larga parte escluse da tutti i trattati esistenti sulla preservazione della biodiversità. Nelle Nazioni Unite si discuteva di questo trattato da vent’anni, ma si è trovato un accordo sul testo soltanto nel marzo di quest’anno.Il nuovo accordo è considerato particolarmente importante perché negli ultimi decenni gli animali e le piante marine sono diventati sempre più vulnerabili non solo a causa degli effetti del cambiamento climatico, ma anche per via della pesca eccessiva, del traffico navale e dell’inquinamento.Per entrare in vigore il testo dovrà essere ratificato da 60 paesi: lo si potrà fare a parrtire dal 20 settembre, quando i leader mondiali si troveranno per l’incontro annuale all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il nuovo accordo contiene 75 articoli: tra le altre cose, verrà creato un nuovo organismo per gestire la conservazione della vita oceanica e istituire aree marine protette in alto mare, con l’obiettivo di trasformare il 30 per cento delle acque internazionali in mare aperto in aree protette entro il 2030. Verranno inoltre stabilite delle regole su come svolgere le valutazioni di impatto ambientale sulle attività commerciali negli oceani.– Leggi anche: Nel 2022 le temperature medie degli oceani sono aumentate ancora (Pixabay) LEGGI TUTTO

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    La Commissione Europea e Pfizer-BioNTech si sono accordate per ridurre la fornitura di vaccini contro il coronavirus

    La Commissione Europea si è accordata con l’azienda farmaceutica Pfizer-BioNTech per rinegoziare il contratto di fornitura di vaccini contro il coronavirus (SARS-CoV-2): l’accordo prevede che vengano inviate ai paesi dell’Unione Europea meno dosi di quelle che erano originariamente previste dal contratto, in virtù del miglioramento della situazione epidemiologica e della minore necessità di vaccini per la popolazione europea.Il contratto in questione era stato stipulato nel maggio del 2021 e prevedeva la consegna di 900 milioni di dosi di vaccino all’Unione Europea fino al 2023 e altre 900 milioni di dosi opzionali, per un costo massimo stimato in 35 miliardi di euro, a carico dei singoli stati.Con la diminuzione generale dei contagi e la fine dell’emergenza dovuta alla pandemia, negli ultimi mesi diversi paesi, soprattutto dell’Europa centrale e orientale, avevano chiesto che si rinegoziasse il contratto, giudicato ormai eccessivo nei costi e nelle dosi da fornire.Il nuovo accordo riguarda 450 milioni di dosi che devono essere ancora consegnate all’Unione Europea entro la fine dell’anno. La Commissione Europea non ha comunicato quanto saranno diminuite le forniture, né i termini economici dell’accordo: ha detto però che le dosi originariamente previste dal contratto saranno convertite in ordini facoltativi «dietro pagamento di una compensazione», di cui non ha specificato l’entità. (AP Photo/Rogelio V. Solis, File) LEGGI TUTTO

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    Per l’OMS il vaiolo delle scimmie non è più un’emergenza sanitaria internazionale

    Giovedì l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che la diffusione del vaiolo delle scimmie non è più un’emergenza sanitaria internazionale, cioè la definizione più grave per una minaccia di tipo sanitario fra quelle in uso. Il vaiolo delle scimmie è una malattia causata da un virus appartenente alla stessa famiglia del vaiolo, il virus MPXV (Monkeypox virus), ma che non va confusa con il ben più rischioso vaiolo, che è una malattia dichiarata eradicata nel 1980.L’OMS aveva dichiarato il vaiolo delle scimmie un’emergenza sanitaria internazionale lo scorso luglio, dopo che nel giro di un paio di mesi c’erano stati più di 10mila casi di contagio in circa 70 paesi in tutto il mondo. Negli ultimi mesi i contagi sono notevolmente diminuiti, anche grazie alle vaccinazioni per i soggetti più a rischio, fino a scomparire quasi del tutto, ha detto giovedì il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus.– Leggi anche: La pandemia da coronavirus non è più un’emergenza internazionale (AP Photo/Mary Altaffer, File) LEGGI TUTTO

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    Il lander della società spaziale privata giapponese Ispace si è probabilmente schiantato sulla Luna

    La società spaziale privata giapponese Ispace ha detto che il tentativo di far atterrare sulla Luna il suo veicolo lunare Hakuto-R M1 è fallito: a pochi metri dalla superficie lunare le comunicazioni con il robot (lander) si sono interrotte, cosa che ha fatto presumere che sia precipitato e si sia quindi distrutto. Se la missione fosse stata completata, questo sarebbe stato il primo lander privato a raggiungere la superficie della Luna.Durante la trasmissione in diretta dell’evento il fondatore e amministratore delegato di Ispace, Takeshi Hakamada, aveva ipotizzato che la missione non fosse andata a buon fine. Dopo alcune ore, un comunicato diffuso dall’azienda ha confermato «un’elevata probabilità» che alla fine il lander si sia schiantato sulla superficie lunare.A oggi nessun veicolo di una società spaziale privata è riuscito ad allunare, mentre ci sono riuscite solo le agenzie spaziali di tre paesi: quella dell’ex Unione Sovietica, la NASA (Stati Uniti) e la CNSA (Cina). Nell’aprile del 2019 il lander israeliano Beresheet precipitò sulla superficie lunare durante una missione che aveva l’obiettivo di compiere alcune rilevazioni sulla Luna. Giovedì scorso invece è esploso poco dopo il lancio un prototipo di Starship, l’enorme astronave progettata dalla società spaziale privata statunitense SpaceX, che dovrà essere impiegata per il primo allunaggio con equipaggio del programma lunare Artemis (previsto non prima della fine del 2025).– Leggi anche: L’astronave Starship è esplosa poco dopo il lancio (AP Photo/ Eugene Hoshiko) LEGGI TUTTO

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    La sonda spaziale JUICE ha iniziato il proprio viaggio verso Giove

    Alle 14:14 di venerdì (ora italiana) la missione JUICE dell’Agenzia spaziale europea è partita dalla base di lancio di Kourou nella Guyana francese (a nord del Brasile) su un razzo Ariane 5, iniziando un viaggio che la porterà a raggiungere Giove nel luglio del 2031. Il lancio è avvenuto regolarmente dopo il rinvio di giovedì a causa delle condizioni meteorologiche.– Leggi anche: Che cosa farà JUICE nei prossimi anniRaggiunto il pianeta più grande del Sistema solare, JUICE effettuerà numerosi passaggi ravvicinati per raccogliere dati su Europa, Callisto e soprattutto Ganimede, offrendo nuovi importanti dettagli sulle lune ghiacciate di Giove. Le sue osservazioni saranno preziose non solo per scoprire le loro caratteristiche, ma anche per capire meglio come si possa formare la vita su mondi diversi dal nostro.Another view of @ariane5 #VA260 liftoff and ascent. For real-time mission updates, follow @Arianespace and @ESA_JUICE 👍 pic.twitter.com/1YCuYhPr2h— ESA (@esa) April 14, 2023 (ESA) LEGGI TUTTO

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    La NASA ha presentato il primo equipaggio del programma lunare Artemis

    Nel corso di una conferenza stampa organizzata oggi a Houston, in Texas, la NASA ha annunciato l’astronauta e i tre astronauti che faranno parte della missione spaziale Artemis II, la prima con equipaggio del programma Artemis per l’esplorazione con esseri umani della Luna.Il comandante della missione sarà l’astronauta Reid Wiseman, che aveva già condotto una missione sulla Stazione Spaziale Internazionale nel 2014, oltre a essersi occupato della selezione della nuova classe di astronaute e astronauti della NASA.L’astronauta Victor Glover è stato scelto come pilota, dopo la sua esperienza nello stesso ruolo a bordo della missione Crew-1 di SpaceX verso la Stazione Spaziale Internazionale.L’astronauta Christina Koch è stata scelta come specialista di missione: nel 2019 aveva partecipato a una spedizione sulla Stazione Spaziale Internazionale.Come da accordi, ai tre membri dell’equipaggio statunitensi si aggiunge un astronauta dell’Agenzia spaziale canadese (CSA), Jeremy Hansane, che ha collaborato in più occasioni con la NASA, e sarà alla prima missione nello Spazio.Il lancio di Artemis II è in programma per il mese di novembre del 2024, ma la data potrebbe slittare e cambiare nei prossimi mesi, a seconda dei progressi nello sviluppo e nella sperimentazione di altri sistemi legati al programma Artemis. L’equipaggio effettuerà un volo sperimentale simile a quello di Artemis I, fatto lo scorso anno senza equipaggio: raggiungerà la Luna, vi orbiterà intorno e tornerà sulla Terra, senza effettuare un allunaggio previsto invece per la missione Artemis III. Reid Wiseman, Victor Glover, Christina Koch e Jeremy Hansen (NASA, CSA) LEGGI TUTTO

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    L’India ha ricevuto dal Sudafrica 12 ghepardi per il suo progetto di reintroduzione della specie

    Sabato 12 ghepardi provenienti dal Sudafrica sono arrivati alla base dell’aeronautica indiana di Gwalior, nell’India settentrionale, e prossimamente saranno portati nel vicino Parco nazionale di Kuno-Palpur: fanno parte dell’ambizioso piano per la reintroduzione della specie nel paese e saranno aggiunti agli otto ghepardi che l’India aveva ricevuto dalla Namibia a settembre.In passato i ghepardi erano presenti in gran numero non solo in Africa, ma anche in alcune zone dell’Asia, dalla penisola arabica all’Afghanistan: oggi la popolazione asiatica di ghepardi è praticamente scomparsa a causa della riduzione del suo habitat per via delle attività umane, della scarsità di cibo legata a una più generale riduzione delle popolazioni di animali selvatici, e della caccia. Durante la dominazione britannica dell’India, i ghepardi venivano uccisi per evitare che sbranassero il bestiame e nel paese non ce ne sono più almeno dal 1952: da allora si era provato più volte a reintrodurli, finora senza successo. Nel 2020 la Corte Suprema indiana aveva stabilito che la specie potesse essere reintrodotta, a patto che il tentativo venisse condotto in un «territorio scelto accuratamente». Sono stati chiesti alla Namibia e poi al Sudafrica perché sono i paesi in cui vivono le più grandi popolazioni selvatiche di ghepardi; in Sudafrica in particolare si stima che ce ne siano troppi per le risorse a loro disposizione e per questo anche in passato ne sono stati donati alcuni ad altri paesi. A gennaio l’India ha detto che progetta di accogliere 12 ghepardi all’anno dai due paesi africani per i prossimi 8-10 anni.Quelli arrivati in India sabato saranno portati in elicottero al parco di Kuno-Palpur e inizialmente saranno liberati in una zona recintata per un periodo di quarantena.I ghepardi sono una specie considerata «vulnerabile» all’estinzione dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), l’ente internazionale riconosciuto dall’ONU che valuta quali specie animali e vegetali rischiano l’estinzione. Dovrebbero essercene circa settemila in natura in tutto il mondo.– Leggi anche: Anche i ghepardi fanno le fusa Due ghepardi all’interno di un’area recintata in una riserva vicino a Bella Bella, in Sudafrica, il 4 settembre 2022: erano in quarantena in attesa di essere portati all’estero (AP Photo/Denis Farrell, LaPresse) LEGGI TUTTO