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    Festa unità nazionale e forze armate, Mattarella: “Creare forza di Difesa europea”

    Come ogni anno in Italia il 4 novembre si celebra la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha inviato un messaggio al ministro della Difesa, Guido Crosetto. “Oggi nuovi conflitti si sono affacciati in Europa e nel Mediterraneo, interpellando la cornice di sicurezza costruita nel dopoguerra e le istituzioni poste a suo presidio”, scrive il capo dello Stato. “Il pericolo di allargamento del sanguinoso conflitto scatenato dalla aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa impone grande attenzione e un impegnativo sforzo di adattamento dello strumento militare, per la creazione di una comune forza di difesa europea che, in stretta cooperazione con l’Alleanza Atlantica, sia strumento di sicurezza per l’Italia e l’Europa”.

    Mattarella: “Riconoscenza per chi fece l’Italia libera”

    “Il 4 novembre segna la data in cui l’armistizio di Villa Giusti pose termine alla Guerra mondiale che aveva insanguinato l’Europa, con il coronamento del sogno risorgimentale dell’unità d’Italia. La Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate che oggi celebriamo è momento di ricordo e di espressione della riconoscenza del Paese per quanto i cittadini in uniforme fecero, combattendo per fare dell’Italia una Nazione indipendente e libera, ispirata a valori democratici e di pace”, scrive Mattarella. “Il contributo delle Forze Armate – prosegue il capo dello Stato nel suo messaggio – in oltre un secolo e mezzo è stato prezioso per l’affermazione del ruolo internazionale del nostro Paese. Con grande professionalità e umanità, negli ultimi decenni, sono intervenute, su mandato della comunità internazionale, in soccorso a popolazioni e in contesti dove è stato urgente operare per la pace.
    La giornata di Mattarella
    Questa mattina il presidente della Repubblica all’Altare della Patria ha deposto una corona sulla Tomba del Milite Ignoto. Presenti anche la presidente del Consiglio Meloni e il presidente del Senato La Russa. Il capo dello Stato poi si è spostato ad Ancona dove ha partecipato a una cerimonia al Porto antico. In tarda mattinata è arrivato al Molo Luigi Rizzo. Con lui il ministro della Difesa Guido Crosetto e il Capo di Stato Maggiore Luciano Portolano. Il Capo dello Stato ha passato in rassegna i corpi delle Forze armate schierati sulla banchina, accolto dallo sventolio delle bandierine tricolori degli studenti nella tribuna a fianco di quella riservata alle autorità. La celebrazione si è conclusa con il passaggio delle Frecce Tricolori. Mattarella dopo l’esecuzione dell’inno nazionale e il passaggio della Pattuglia acrobatica, ha lasciato Ancona. LEGGI TUTTO

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    Giustizia, arriva proposta di FdI su iscrizione registro indagati: stop alla gogna

    Ascolta la versione audio dell’articoloFratelli d’Italia intende rivedere l’articolo 335 del Codice di procedura penale che disciplina la procedura attraverso cui avviene l’iscrizione nel registro delle notizie di reato ad opera del pubblico ministero. La proposta di legge, che si compone di un solo articolo e porta la prima firma del capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami, prevede infatti che «in tutti i casi in cui sia ravvisabile una causa di giustificazione relativa alla notitia criminis pervenuta al pubblico ministero, questi debba procedere, entro il termine perentorio di sette giorni, ad accertamenti preliminari, al fine di valutare l’antigiuridicità o la legittimità della condotta e di evitare, se non strettamente necessaria, l’iscrizione nel registro degli indagati».Il riferimento a fatti di cronacaSecondo quanto si legge nella parte introduttiva allegata al provvedimento, «i recenti fatti di cronaca, ad esempio, relativi all’iscrizione nel registro degli indagati per “omicidio colposo a seguito di eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi” dei due agenti che hanno risposto al fuoco e neutralizzato l’aggressore del brigadiere Carlo Legrottaglie, rimasto ucciso, hanno evidenziato una falla nell’attuale sistema, come disciplinato dal codice di procedura penale». La procedura, si legge ancora, «presuppone l’iscrizione nel registro anche qualora sia ravvisabile una causa di giustificazione, come, ad esempio, lo stato di necessità, la legittima difesa o qualsiasi altra situazione, tipizzata dal codice penale, in presenza della quale un fatto, che nella normalità dei casi costituirebbe un reato, non assume tale carattere perché consentito o imposto dalla legge».Loading…L’ingiustificato calvario giudiziario«Sebbene l’iscrizione nell’apposito registro non implichi automaticamente che la persona iscritta sia considerata colpevole e nonostante che molto spesso le indagini si concludano con una richiesta di archiviazione – viene spiegato –, tale automatismo procedurale espone l’iscritto a una vera e propria gogna mediatica e, soprattutto, a un ingiustificato calvario giudiziario, a maggior ragione nei casi in cui si tratti di reati in cui è coinvolto personale appartenente alle Forze di polizia, per il quale l’iscrizione rappresenta un ‘atto dovuto’ anche in relazione a fatti commessi nell’esercizio delle funzioni». Ecco quindi che il registro degli indagati, «concepito come istituto a tutela del destinatario delle informazioni di garanzia che scaturiscono dall’iscrizione, spesso si è trasformato in una sorta di condanna anticipata per lo stesso, sottoposto a un pubblico processo sui mezzi d’informazione prima ancora di essere formalmente accusato».Bilanciare le due esigenzeRisulta, dunque, «necessario trovare una soluzione che, nel pieno rispetto del principio dell’obbligatorietà dell’azione penale, sia in grado di bilanciare due esigenze fondamentali: da un lato il diritto ad avvalersi delle garanzie derivanti dall’iscrizione nel registro degli indagati, quali, ad esempio, il diritto di nominare un difensore, la partecipazione a determinati atti, l’informazione di garanzia e l’accesso al registro stesso, dall’altro l’interesse a non subire le conseguenze dannose derivanti dall’iscrizione nel registro». LEGGI TUTTO

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    Consulta, non spetta allo Stato imporre vincoli a Ncc per concorrenza con taxi

    Ascolta la versione audio dell’articoloNon spetta allo Stato adottare atti che impongono obblighi e divieti agli esercenti il servizio di noleggio con conducente (Ncc), che siano tali da perseguire con mezzi sproporzionati il fine concorrenziale di garantire che i soli taxi possano rivolgersi a una utenza indifferenziata. Valicando i limiti della competenza statale nella materia «tutela della concorrenza» e regolando l’esercizio del servizio Ncc, lo Stato ha invaso la materia di competenza regionale «trasporto pubblico locale». È quanto si legge nella sentenza della Corte costituzionale numero 163, depositata oggi, con cui sono stati accolti i conflitti di attribuzione tra enti promossi dalla Regione Calabria contro il decreto interministeriale 226/2024 (anche noto come Dm Salvini sul Foglio di servizio elettronico Ncc) e le relative circolari attuative.La pronuncia della Corte boccia in particolare uno dei capisaldi del decreto sul Foglio di servizio elettronico: la sosta obbligatoria di 20 minuti tra un servizio Ncc e l’altro. I giudici hanno infatti stabilito che non spettava allo Stato – e, nello specifico, al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – adottare, con i richiamati atti, previsioni che: «i) introducono il vincolo temporale di almeno venti minuti tra la prenotazione e l’inizio del servizio Ncc (…); ii) impediscono la stipula di contratti di durata con operatori Ncc a soggetti che svolgono anche in via indiretta attività di intermediazione; iii) impongono all’esercente Ncc l’utilizzo esclusivo dell’applicazione informatica ministeriale per la compilazione del foglio di servizio elettronico».Loading…Pausa di 20 minuti «misura sproporzionata»  Secondo la Corte, il vincolo temporale di venti minuti è «una misura sproporzionata rispetto alla finalità antielusiva, vòlta a evitare che il servizio Ncc possa rivolgersi a una utenza indifferenziata, riservata ai soli titolari di licenze taxi». Tale disciplina, oltretutto, ripropone indirettamente obblighi previsti da norme statali che sono state già dichiarate costituzionalmente illegittime con la sentenza numero 56 del 2020.Di seguito, anche il divieto di stipulare contratti di durata con l’esercente il servizio NCC per chi svolga solo indirettamente attività di intermediazione eccede il richiamato fine antielusivo e comprime indebitamente l’autonomia contrattuale. Viene, infatti, inibito a operatori economici (quali, ad esempio, alberghi, agenzie di viaggio o tour operator) di assicurare ai propri clienti servizi di trasporto certi, rapidi e a costi concordati. LEGGI TUTTO

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    Festa 4 novembre, Mattarella depone la corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto. FOTO

    “Oggi nuovi conflitti si sono affacciati in Europa e nel Mediterraneo. Serve creare una comune forza di difesa europea”, ha affermato il capo dello Stato. Alle celebrazioni all’Altare della Patria, a Roma, presenti anche il presidente del Senato La Russa, della Camera Fontana, il ministro della Difesa Crosetto e la presidente del Consiglio Meloni. “Oggi ricordiamo il sacrificio di chi ha difeso la libertà e l’unità dell’Italia”, ha detto la premier LEGGI TUTTO

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    4 novembre, Mattarella: “Riconoscenza per chi fece l’Italia libera”

    Il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha poi reso omaggio al monumento del Milite Ignoto, deponendo una corona d’alloro all’Altare della Patria, alla presenza, tra le altre autorità, della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dei presidenti di Senato e Camera Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana e del ministro della Difesa Guido Crosetto

    “Il 4 novembre segna la data in cui l’armistizio di Villa Giusti pose termine alla Guerra mondiale che aveva insanguinato l’Europa, con il coronamento del sogno risorgimentale dell’unità d’Italia. La Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate che oggi celebriamo è momento di ricordo e di espressione della riconoscenza del Paese per quanto i cittadini in uniforme fecero, combattendo per fare dell’Italia una Nazione indipendente e libera, ispirata a valori democratici e di pace”.  Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio al ministro della Difesa, Guido Crosetto, in occasione del 4 novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. “Il contributo delle Forze Armate – prosegue il capo dello Stato nel suo messaggio – in oltre un secolo e mezzo è stato prezioso per l’affermazione del ruolo internazionale del nostro Paese. Con grande professionalità e umanità, negli ultimi decenni, sono intervenute, su mandato della comunità internazionale, in soccorso a popolazioni e in contesti dove è stato urgente operare per la pace”.
    Nuovi conflitti in Europa e nel Mediterraneo
    “Oggi – continua il capo dello Stato – nuovi conflitti si sono affacciati in Europa e nel Mediterraneo, interpellando la cornice di sicurezza costruita nel dopoguerra e le istituzioni poste a suo presidio. Il pericolo di allargamento del sanguinoso conflitto scatenato dalla aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa impone grande attenzione e un impegnativo sforzo di adattamento dello strumento militare, per la creazione di una comune forza di difesa europea che, in stretta cooperazione con l’Alleanza Atlantica, sia strumento di sicurezza per l’Italia e l’Europa”. E ancora: “In questa giornata un commosso pensiero va a coloro che sono caduti, sacrificando le loro vite per l’Italia. È un sentimento che richiama soprattutto le giovani generazioni, affinché’ siano consapevoli della necessità di impegno a difesa dei valori della nostra Costituzione. Con questi sentimenti, rivolgo l’augurio più intenso e partecipato di tutti gli italiani ai soldati, ai marinai, agli avieri, ai carabinieri, ai finanzieri e al personale civile della Difesa che con professionalità e dedizione lavorano ogni giorno per il più alto bene della Repubblica. Viva le Forze Armate, viva l’Italia”. LEGGI TUTTO