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    Olimpiadi 2026, Fondazione Milano Cortina: per Pm decreto governo incostituzionale

    La richiesta al gip nell’ambito di un’istanza di archiviazione dell’inchiesta sull’appalto per i servizi digitali a carico di alcuni indagati per corruzione e turbativa, tra cui l’ex ad Vincenzo Novari

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    Inviare gli atti alla Consulta sulla legittimità costituzionale del decreto del governo che ha stabilito che la Fondazione Milano-Cortina 2026 è ente di diritto privato: lo chiede al gip la Procura nell’ambito di un’istanza di archiviazione dell’inchiesta sull’appalto per i servizi digitali a carico di alcuni indagati per corruzione e turbativa, tra cui l’ex ad Vincenzo Novari. L’aggiunta Siciliano e i pm Cajani e Gobbis hanno chiesto di sollevare la questione sull’illegittimità costituzionale del decreto, che ha avuto l’effetto di bloccare le indagini per il reato di corruzione. Per i pm, il comitato organizzatore è ente pubblico.

    La richiesta dei pm

    I pm, dunque, chiedono alla gip Patrizia Nobile di inviare gli atti alla Consulta per sciogliere il nodo giuridico sulla Fondazione, cosa che non aveva fatto il Riesame nelle indagini. Già a luglio l’aggiunta Tiziana Siciliano, dopo il ricorso di uno degli indagati contro perquisizioni e sequestri del 21 maggio 2024 confermati nell’inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, aveva definito “di una gravità inaudita” ed “illegittimo” il decreto legge con cui il governo, a giugno, aveva “ribadito” che la Fondazione, come da atto istitutivo, non è organismo di diritto pubblico, ma una società privata. Il procuratore di Milano Marcello Viola aveva spiegato che l’ente “sebbene si qualifichi, in forza di una norma di rango primario, come ‘ente non avente scopo di lucro e operante in regime di diritto privato’, in realtà abbia una natura sostanzialmente pubblicistica, perseguendo uno scopo di interesse generale, con membri, risorse e garanzie dello Stato e di enti locali”.

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    I nodi giuridici dell’inchiesta

    Lo scorso febbraio, anche l’Anac, l’Autorità nazionale anti-corruzione, in un approfondimento trasmesso al comitato organizzatore delle Olimpiadi invernali aveva scritto che la Fondazione si qualifica come ente di diritto pubblico, perché gli organi di direzione sono di nomina pubblica, persegue un interesse pubblico di portata generale e non incorre in alcun rischio d’impresa, dato che gli eventuali deficit di bilancio sono a carico di Stato ed enti territoriali. La natura della Fondazione è uno dei nodi giuridici centrali dell’inchiesta dei pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis sulle presunte irregolarità nella gestione della Fondazione, proprio per la qualificazione dell’ipotesi di corruzione del pubblico ufficiale. Da qui la richiesta di archiviazione dei pm sul caso dell’appalto del 2020-2021 assegnato a Vetrya (tre indagati), ma anche di quello sempre per i servizi digitali affidati a Deloitte nel 2023 (altri quattro indagati), non potendo proseguire nel procedimento, ma anche con istanza, la principale in pratica, al gip di invio degli atti alla Corte costituzionale per valutare quel decreto. LEGGI TUTTO

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    Rita De Crescenzo pensa alla politica: “Fonderò un partito con Maria Rosaria Boccia”

    “La gente mi segue: fonderò un partito con Maria Rosaria Boccia e rimetteremo il reddito di cittadinanza”. Parola di Rita De Crescenzo. La tiktoker e influencer napoletana (è la donna che ha affollato Roccaraso dando un appuntamento online) in un’intervista a La Stampa dice di essere “una ragazza semplice, vengo dai vicoli del Pallonetto di Santa Lucia. Ne ho passate tante, droghe, psicofarmaci, violenze, ho avuto un’infanzia terribile e ho fatto un figlio a 13 anni. E mo’ voglio dare una mano a gente che ha avuto delle vite difficili come la mia”. E ancora: “Tutta Napoli è con me. Ho un milione e ottocentomila follower e quando dico che voglio candidarmi sono tutti dalla mia parte. Voglio dare un messaggio di positività, fare qualcosa di buono, scendere nei vicoli per dire stop alla droga, stop al bullismo, stop alla violenza sulle donne. Girare nei bassi fra la gente come me che non è acculturata e di politica non capisce”.

    La Boccia “mi fa imparare ‘nu poco”

    Dice che il presidente della Repubblica si chiama Mattarella (ma non ne ricorda il nome) e sostiene che “Berlusconi lo amo tutta la vita. Se non era morto, adesso  stavo a casa sua”. Ammette di non sapere chi sia Putin ma confessa che Trump le sta tanto simpatico perché, dice, “somiglia a mio marito”. Riconosce, ancora, di non sapere nulla di politica ma di volerci entrare: “Prima devo studiare. Anzi, su questo non farmi domande perché non posso rilasciare interviste. Al momento dovuto annuncerò i nostri progetti con Maria Rosaria”, la Boccia (l’imprenditrice di Pompei coinvolta nell’affaire che ha fatto dimettere l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano) “mi fa imparare ‘nu poco”.
    Il programma politico
    Sulla carta d’identità, ammette, ha ancora scritto “casalinga” ma se diventasse premier sa già cosa farebbe: “Rimetto subito il reddito di cittadinanza. Poi metto a posto gli ospedali che sono tutti scassati”. E ancora: “Ho letto delle liste di signori che di precedenti ne hanno più di me, eppure la politica la fanno. In passato mi sono fatta del male con le mie mani, ma l’ho fatto solo a me. Non sono una camorrista né una delinquente, e non ho mai spacciato. Ci sono dei politici che hanno fatto peggio di me”.  LEGGI TUTTO

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    Mattarella operato ieri sera: intervento per pacemaker riuscito e nottata tranquilla

    Sergio Mattarella si è sottoposto ieri sera all’intervento chirurgico per l’impianto di un pacemaker a causa del quale era stato ricoverato all’ospedale romano Santo Spirito. L’intervento è stato effettuato alle ore 20. Al termine, il capo dello Stato è rientrato nel reparto di cardiologia, dove ha trascorso una notte tranquilla. Il presidente è totalmente asintomatico e in condizioni cliniche stabili. A conferma del fatto che non si sia trattato di un’emergenza, il Quirinale ieri aveva ricordato come Mattarella avesse lavorato tutto il giorno fino ad incontrare intorno alle 18 il presidente del Montenegro Milojko Spajić. Inoltre il presidente, come è consuetudine, ha manifestato l’intenzione di trascorrere le festività pasquali nella sua Palermo ed è possibile che questo si possa realizzare visto che l’installazione di un pacemaker è ormai un’operazione di routine.

    Il capo dello Stato ricoverato nel reparto di cardiologia

    Secondo le poche informazioni disponibili, il capo dello Stato si trova dunque ricoverato nel reparto di cardiologia dell’ospedale romano Santo Spirito, nelle mani del primario Roberto Ricci.  Sergio Mattarella a luglio compirà 84 anni ed è al suo decimo anno al Colle: è evidente che ogni informazione che riguarda la sua salute sia estremamente sensibile. Probabile che Mattarella, insieme ai suoi medici di fiducia abbia manifestato da alcuni giorni problemi cardiaci e che dopo un ulteriore consulto si sia deciso di accelerare i tempi. Probabilmente anche la pausa per le vacanze pasquali può aver determinato la scelta di usare questa finestra per l’intervento. Gli impegni del presidente Mattarella per le prossime settimane sono tantissimi:  dall’agenda del Quirinale si vede che il primo è già il prossimo 23 aprile quando dovrà incontrare gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, nella ricorrenza dell’80esimi anniversario della Liberazione. Ma soprattutto al Quirinale è cerchiata in rosso la data del 25 aprile per la festa della Liberazione. Il capo dello Stato è atteso quest’anno a Genova.  LEGGI TUTTO

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    Edicole, diversificare per non sparire: la proposta Verini punta sull’utilità sociale

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaNegli ultimi tempi l’Italia ha perso migliaia di edicole, «soprattutto nei centri più sperduti e più marginali, nelle aree interne, ma anche nelle città». Si pensi che a Roma, «solo nel primo municipio hanno chiuso in questi anni 50 edicole». C’è anche questo bilancio – drammatico per chi considera le rivendite «un presidio anche sociale» oltre che «un contributo alla libertà di informazione» – all’origine di una proposta di legge dem appena presentata al Senato.Le misure salva edicoleIl dem Walter Verini, che della proposta di legge è il primo firmatario, riassume a Parlamento24 le possibili misure “salva edicole”, dalla defiscalizzazione di tasse e contributi previdenziali per gli edicolanti alla riduzione (o azzeramento) di una lunga serie di tasse locali che oggi gravano su queste particolari strutture di vendita capillare «ma con un ruolo di utilità sociale», dalla Tari alle tariffe comunali.Loading…La diversificazione delle attività e i contributi alla distribuzioneUno degli aspetti qualificanti della proposta di legge Verini riguarda la diversificazione delle attività delle edicole, per esempio come punto di contatto con i cittadini per conto delle amministrazioni locali: «Perché non mettere in rete le edicole con gli uffici comunali da cui arriva un certificato che consente ai cittadini di ritiralo senza andare lontano?». Tra le misure pro-edicole proposte da Verini anche l’introduzione di contributi per i distributori, «perché spesso portare dei giornali in luoghi lontani, sia nelle città e sia nelle aree più disagiate costa, costa in carburante, in benzina, in lavoro e magari per vendere cinque copie, dieci copie» in località difficile di raggiungere.Una battaglia che non deve avere bandierine politicheL’auspicio, conclude Verini, è che la sua proposta di legge attivi un dibattito per salvare le edicole aiutandole a superare la crisi che le caratterizza: «L’ho presentata io, ma davvero vuole essere molto aperta ai contributi di tutti. È una battaglia che non deve avere bandierine partitiche». LEGGI TUTTO

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    Denatalità, senza politiche perdiamo il 9% del Pil. Bonetti: «Agire subito»

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«La situazione è a dir poco drammatica: l’indice di fertilità è dell’1,2, tra più i bassi d’Europa e tra i più bassi a livello mondiale. Siamo scesi sotto i 400mila nati a fronte di più di 500mila nel 2013. Avanti così e il rapporto tra la popolazione in età lavorativa e quella in età non lavorativa, che oggi è di 3 a 2, sarà di 1 a 1 nel 2050. E, come ha sottolineato Bankitalia con Andrea Brandolini, se i tassi di partecipazione al lavoro restassero quelli attuali il Pil calerebbe di 9 punti percentuali in 25 anni».La presidente di Azione Elena Bonetti, eletta a febbraio scorso con voto unanime presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli “effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto”, rilancia l’allarme contro il declino demografico dopo che si è chiuso, con Bankitalia, il primo importante ciclo di audizioni che ha visto tra i protagonisti anche il Cnel e l’Istat. «Il quadro che emerge richiede urgentemente l’intervento di politiche pubbliche nel breve, nel medio e nel lungo periodo – dice -: queste prime audizioni hanno messo in evidenza che il nostro Paese si trova in una condizione di non sostenibilità economica e sociale per una duplicità di presenza di effetti: da un lato il calo delle nascite, dall’altro lato una longevità della popolazione che in sé è un fatto positivo ma che provoca potenzialmente un aumento della spesa pubblica per l’assistenza sociosanitaria e le pensioni. Il compito della commissione da me presieduta è intanto dare una sistematicità a questi dati. Va poi introdotta anche una prospettiva di valutazione delle politiche pubbliche».Loading…La propostaBonetti insiste molto sulla necessità di introdurre principi di valutazione di impatto ex ante, in fieri ed ex post delle politiche pubbliche contro il declino demografico già nella legge di revisione della contabilità dello Stato. Le politiche su questo fronte, infatti, hanno giocoforza effetto nel lungo periodo: anche se aumentasse improvvisamente la fertilità, come ha sottolineato Bankitalia in audizione, bisognerebbe attendere circa 25 anni per vedere i primi impatti sul mercato del lavoro. «Da qui la necessità di investire sulla formazione continua dei lavoratori per aumentare la produttività e di attivare politiche migratorie più legate alle esigenze delle imprese. Tutti gli auditi hanno sottolineato che l’immigrazione, qualificata e formata, è indispensabile per la sostenibilità del sistema. Ma il nodo principale resta quello delle donne», ricorda Bonetti.«Servono politiche di incentivi che portino ad un aumento della capacità salariale delle donne»Anche Bankitalia ha sottolineato che almeno dagli anni Ottanta sono proprio le lavoratrici a fare più figli: aumentare un tasso di partecipazione femminile che ora è poco sopra il 50% resta la priorità, soprattutto al Sud. Ma non basta fermarsi alla partecipazione, avverte Bonetti. «Oggi avere un figlio ha di fatto un effetto di penalizzazione salariale e troppo spesso anche di abbandono del lavoro – dice -. Per questo bisogna insistere su politiche di incentivi che portino ad un aumento della capacità salariale delle donne, della loro promozione di carriera. Ma occorre anche promuovere servizi territoriali che rendano del tutto compatibile la scelta di maternità accanto a quella lavorativa. A partire dagli asili nido, che rischiano di essere un obiettivo mancato del Pnrr. Bankitalia ha anche ricordato che noi dobbiamo crescere nella gestione paritaria a livello familiare: dare solo alle donne congedi per rimanere a casa ha un effetto negativo sulle donne e, mi permetto di dire, anche sui costi delle imprese».Insomma, agire presto è la parola d’ordine, di fronte alla prospettiva di recessione delineata da Bankitalia. «Non ce lo possiamo permettere», conclude Bonetti. LEGGI TUTTO

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    Sergio Mattarella ricoverato, intervento programmato: nessuna preoccupazione

    Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato ricoverato in serata per un intervento programmato che non desta alcuna preoccupazione. Lo si è appreso al Quirinale.

    Condizioni buone
    Sergio Mattarella è stato ricoverato questa sera all’ospedale romano Santo Spirito per l’impianto di un pacemaker. Lo precisano fonti mediche che spiegano che le sue condizioni sono buone. Il capo dello Stato è ricoverato, si è appreso dalle stesse fonti, nel reparto di Roberto Ricci, primario di cardiologia dell’ospedale. Si tratta di un intervento programmato, tanto che il Capo dello Stato ha svolto durante la giornata le normali attività, fino all’incontro nel tardo pomeriggio al Quirinale con il Primo Ministro del Montenegro, Milojko Spajić. 

    Gli auguri della politica
    Immediata è stata la reazione del mondo della politica.
    “Al Presidente Mattarella i miei più sentiti auguri per un pronto e pieno ristabilimento”, scrive su X Giorgia Meloni. “L’Italia lo attende presto, con la forza e la dedizione di sempre”, aggiunge la presidente del Consiglio. 
    “Forza Presidente, torna presto. Ti aspettiamo”, ha scritto il presidente del Senato Ignazio La Russa. Auguri a cui si sono aggiunti quelli del presidente della Camera Lorenzo Fontana. Ci tenevo a “fare gli auguri al presidente Mattarella, spero che torni presto“, dice Elly Schlein, segretaria del Partito democratico. Quindi il leader di Azione Carlo Calenda: “Rivolgo al presidente Mattarella i miei più calorosi auguri, a nome anche della comunità di Azione, di una pronta ripresa”, ha scritto dopo aver appreso la notizia del ricovero. Poi, in rapida successione, gli auguri di Matteo Renzi, Giuseppe Conte, del Pd con Chiara Braga e di Riccardo Magi. Dalla maggioranza è stato il gruppo di Fratelli d’Italia a esprimere parole di pronto recupero: “Rivolgiamo al presidente Sergio Mattarella, a nome dei deputati e dei senatori di Fratelli d’Italia, gli auguri di rapida ripresa e di ritornare quanto prima nel suo ruolo di custode dei valori della nostra Costituzione”.

    Confermati impegni prossima settimana

    Restano confermati gli impegni della prossima settimana nell’agenda del Presidente. Se le condizioni del Capo dello Stato sono descritte come tali da non destare preoccupazione, si parla della possibilità che il ricovero stesso possa durare non oltre le 48 ore, permettendo
    così a Mattarella di trascorrere in famiglia le festività pasquali. D’altronde gli impegni del presidente Mattarella per le prossime settimane sono tantissimi: dall’agenda del Quirinale si vede che il primo è già il prossimo 23 aprile quando dovrà incontrare gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, nella ricorrenza dell’80° anniversario della Liberazione. Ma soprattutto al Quirinale è cerchiata in rosso la data del 25 aprile per la festa della Liberazione. Il capo dello Stato è atteso quest’anno a Genova. LEGGI TUTTO

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    Meloni e l’incontro con Trump negli Usa: “Consapevole di cosa rappresento e difendo”

    “Faremo del nostro meglio, sono consapevole di quello che rappresento e sono consapevole di quello che sto difendendo”: a dirlo è stata la premier Giorgia Meloni, intervenendo alla cerimonia dei Premi Leonardo a Villa Madama, riferendosi alla missione a Washington, dove giovedì incontrerà il presidente degli Stati Uniti Donald Trump: “È un momento difficile, vediamo come va nelle prossime ore”. E sempre riferendosi alla missione a Washington ha aggiunto, con una punta d’ironia: “Non sento alcuna pressione come potete immaginare per i miei prossimi due giorni…”.  Meloni ha poi detto che “noi stiamo cercando di fare il nostro meglio per rafforzare la competitività del sistema, ma se poi gli imprenditori non ci credessero sarebbe inutile. Come sarebbe più difficile per gli imprenditori fare il loro lavoro se la politica non fosse al loro fianco”.

    Meloni: “Italia ha forza e creatività per superare ogni ostacolo”

    “Vediamo come si sviluppa il quadro nel quale ci troviamo, ma ricordiamoci che abbiamo la forza, la capacità, l’intelligenza e la creatività per superare ogni ostacolo. Abbiamo superato ostacoli ben peggiori, ne supereremo anche di peggiori”, ha detto ancora la premier Giorgia Meloni nel suo intervento alla cerimonia dei Premi Leonardo. ”Bisogna ricordare che quando un prodotto italiano viene esportato, la gran parte della ricchezza non la produce in Italia ma dove viene esportato. Anche noi, con questo nostro lavoro legato all’export, produciamo ricchezza anche per gli altri, ed è bene per tutti continuare ad avere a che fare con l’Italia, perché l’Italia è in grado di produrre benessere, eccellenza e ricchezza”.
    A Palazzo Chigi il vertice in vista missione in Usa
    E oggi a Palazzo Chigi si è tenuto il vertice di governo in vista della missione a Washington di Giorgia Meloni, in programma giovedì. Alla riunione, oltre alla presidente del Consiglio, hanno partecipato i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il ministro della Difesa Guido Crosetto e quello degli Affari europei, Tommaso Foti. “Il viaggio (di Giorgia Meloni negli Stati uniti, ndr) non è facile sicuramente ed è ricco di insidie. Ma riportiamo a quello che è: un incontro bilaterale tra Italia e Usa ed è giusto e doveroso che questo avvenga”, ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari. “Sì, ricco di insidie, perché le dichiarazioni americane fanno pensare alla volontà di una politica fortemente protezionistica, cosa che danneggerebbe fortemente l’Italia. Non so quanto possa essere vantaggiosa per gli Usa ma per l’Italia e l’Europa una politica protezionistica Usa può essere un grande pericolo”.  LEGGI TUTTO

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    Risultati elezioni comunali in Friuli Venezia Giulia: i sindaci eletti

    Due Comuni al centrodestra, uno al centrosinistra e uno a un candidato civico. Sono i risultati delle elezioni nei quattro Comuni del Friuli-Venezia Giulia che hanno votato tra domenica 13 e lunedì 14 aprile per il loro nuovo sindaco e per il rinnovo del consiglio comunale: Pordenone, Monfalcone e San Pier d’Isonzo (in provincia di Gorizia) e Nimis (in provincia di Udine). A Pordenone è vittoria del centrodestra, con Alessandra Basso (che ha ricevuto il 54,03% dei voti). Anche a Monfalcone vince il centrodestra di Luca Fasan (70,87%). A Nimis eletto il civico Fabrizio Mattiuzza (63,08%), a San Pier d’Isonzo la spuntano i dem con Denise Zucco (68,84%). Sono tutti Comuni che erano stati sciolti anticipatamente.

    A Pordenone si riconferma il centrodx con Alessandro Basso

    A Pordenone, unico capoluogo di provincia al voto, si è andati alle urne perché l’ultimo sindaco eletto, Alessandro Ciriani (Fratelli d’Italia), nel 2024 è stato eletto per l’Europarlamento alle Europee. Era quindi stato sostituito dal vicesindaco Alberto Parigi, sempre di FdI. Alla tornata elettorale hanno partecipato Alessandro Basso, esponente di Fratelli d’Italia e appoggiato da tutto il centrodestra; Nicola Conficoni del Pd, sostenuto dal centrosinistra e da Italia Viva; la consigliera comunale uscente Anna Ciriani con la lista “#AmiAmoPordenone” e Marco Salvador con la propria lista civica.
    A Monfalcone vince Luca Fasan
    Anche a Monfalcone si è votato in anticipo perché lo scorso anno la sindaca Annamaria Cisint è stata eletta europarlamentare, tra le file della Lega. Era una corsa a tre: a sfidare il futuro sindaco Luca Fasan c’erano Diego Moretti per il centrosinistra (che ha ottenuto il 26,19%) e Bou Konate di “Italia plurale”, lista formata soltanto da candidati di origine straniera, in una città che conta oltre il 30% di residenti provenienti da altri Paesi, fermo al 2,94%.
    Fedriga: “Premiata la serietà del centrodestra”
    Il governatore della Regione, Massimiliano Fedriga, esprime soddisfazione per i risultati del centrodestra. “Sicuramente abbiamo una grande fiducia da parte dei cittadini, e dobbiamo rispondere a questa fiducia con la serietà del governare, e con il senso istituzionale di dare risposte ai cittadini. Abbiamo anche una consapevolezza da questo voto, che viene meno tutta quella mentalità per la quale la propaganda del dire che tutto va male, del comitatismo a prescindere, non premia nemmeno più elettoralmente. La gente premia la serietà, quando si racconta la verità, magari anche difficile, e questi risultati dimostrano proprio questo. Quindi è confortante non solo per il centrodestra, ma dal mio modo di vedere anche per il modo di fare politica”, ha detto commentando i risultati a Pordenone e Monfalcone. LEGGI TUTTO