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    Riservisti, 10mila militari in caso di guerra: cosa prevede la proposta della maggioranza

    Sono previsti dei requisiti per accedere alla riserva militare: “Le condizioni psico-fisiche degli appartenenti alla riserva sono oggetto di verifica annuale da parte della Sanità militare. Gli appartenenti alla riserva non possono avere un’età superiore a quaranta anni”. Sono, inoltre, presenti degli obblighi: “Gli appartenenti alla riserva sono tenuti a garantire la loro reperibilità, comunicando tempestivamente all’autorità militare ogni eventuale cambio di domicilio”. Hanno poi l’obbligo di “sottoporsi, con cadenza annuale, all’accertamento del possesso dei requisiti psicofisici richiesti per il richiamo in servizio”. Per quanto riguarda l’addestramento i riservisti, come si legge ancora nella proposta di legge, “hanno l’obbligo di frequentare corsi di durata non inferiore a due settimane all’anno per l’addestramento, l’aggiornamento e il mantenimento delle qualifiche già acquisite nel corso del servizio” LEGGI TUTTO

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    Il «moderato ottimismo» di Meloni al ritorno dal G7 terremotato da Trump

    Ascolta la versione audio dell’articoloDal G7 in Canada, Giorgia Meloni riporta a casa un bagaglio di “moderato ottimismo”, espressione che in gergo diplomatico significa che le trattative sono in corso e nessuna però è ancora chiusa. E in questo momento il tema principale che ha dominato il G7 appena concluso tra i boschi dell’Alberta è la guerra tra Iran e Israele. Un summit “importante e complesso”, lo definisce la Premier non negando le diverse posizioni al tavolo, a partire da quelle Donald Trump e gli altri Grandi riuniti qui a Kananaskis.Meloni parla senza troppa enfasi. Il tono è misurato quando risponde ai giornalisti a vertice concluso. Punta a smussare gli angoli la leader della Destra. Tutti concordano che Israele ha “il diritto di difendersi”, che l’Iran è “una minaccia reale”, dice citando la dichiarazione congiunta ottenuta dopo una serie di modifiche volute dagli Usa. Però «penso che sia possibile oggi uno scenario diverso in cui si arriva a delle negoziazioni e si arriva all’obiettivo che tutti condividiamo, che è la rinuncia da parte dell’Iran a essere una potenza nucleare» e contemporaneamente al «cessate il fuoco a Gaza» per cui l’Italia si continua a spendere e che è stato inserito nella dichiarazione finale sulla crisi mediorientale .Loading…La chiave resta dunque il negoziato ma sul come e quando ci si arrivi nessuno è in grado di fare previsioni. E’ in questo senso che va letta – secondo la Premier – la dichiarazione del cancelliere tedesco Merz su Israele che «fa il lavoro sporco anche per noi». Molto dipenderà da quel che accadrà nelle prossime settimane. «Io ho sempre pensato che lo scenario migliore fosse quello di un oppresso popolo iraniano che riesce a rovesciare il regime. Dopodiché si deve fare il pane con la farina che si ha». Significa fare i conti con la realtà. Vale anche per l’eventuale uso delle basi Nato in Italia se gli Stati Uniti dovessero affiancare Israele. «Ora non possiamo dare una risposta», si limita a dire la Presidente del Consiglio.Certo il ruolo di mediatore non può essere offerto a Putin, aggiunge prendendo le distanze da Trump che per primo lo aveva proposto: «Affidare a una nazione in guerra la mediazione su un’altra guerra non mi sembrerebbe proprio l’opzione migliore da prendere in considerazione. Ma non è un’opzione sul campo anche dalle parole che ho ascoltato personalmente in questi giorni».Parole certamente apprezzate da Volodomyr Zelensky che ieri ha partecipato alla giornata conclusiva dei lavori ricavandone però ben poco. Anche perché è saltato l’obiettivo principale: il faccia a faccia con Trump nel frattempo volato a Washington. Fonti canadesi hanno riferito tra l’altro che proprio gli Usa avrebbero impedito una dichiarazione a sostegno dell’Ucraina. Meloni però smentisce. Ma quel che è certo è il nulla di fatto nei confronti di Kiev sul fronte delle sanzioni a Mosca e su un ulteriore impegno finanziato da parte dei Grandi, come avvenne in occasione del G7 presieduto dall’Italia . E non c’è dubbio che questa differenza, da un anno all’altro sia legata alle posizioni Usa. Del resto il Presidente americano è tornato a parlare di sanzioni ma solo per sottolineare che «costano molto agli americani». LEGGI TUTTO

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    Sei regioni al voto in autunno, ecco gli intrecci con l’ipotesi terzo mandato

    Ascolta la versione audio dell’articoloSono sei le Regioni che andranno al voto in autunno (Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle D’Aosta, Veneto) e il terzo mandato potrebbe cambiare le regole del gioco. A oggi la questione terzo mandato dei governatori è stata chiusa dalla sentenza della Consulta con lo stop alla legge regionale della Campania. L’unica strada possibile per mutare il numero dei mandati sarebbe modificare la legge ordinaria che li fissa a due. Meloni, dopo aver impugnato con successo la legge campana davanti alla Corte costituzionale, ha fatto nelle scorse settimane una clamorosa marcia indietro aprendo al pressing della Lega per rivedere la legge nazionale del 2004, in modo da permettere al “Doge”, Luca Zaia, di potersi ricandidare in Veneto in autunno. Ma, esclusa la strada del decreto legge (mancano i requisiti di necessità e urgenza), i tempi per l’approvazione di un disegno di legge in Parlamento appaiono strettissimi.Terzo mandato, termine per emendamenti slitta di una settimanaPer questo nella maggioranza si sta tentando la strada di un emendamento al disegno di legge sul numero dei consiglieri e degli assessori regionali ora all’esame della Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama. Il termine per la presentazione degli emendamenti è slittato di una settimana. C’è più più tempo per arrivare ad un accordo all’interno della maggioranza. Ma Forza Italia resta contraria. «La Lega può presentare l’emendamento che vuole, noi non lo votiamo» ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in merito all’ipotesi di un emendamento della Lega sul terzo mandato, a margine di un convegno alla Camera. E il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani (Fdi) ha avvisato: «Una proposta non è ancora arrivata, quando ci sarà la valuteremo ma attenzione perché il tempo sta per scadere: se c’è un’iniziativa deve essere presentata in tempi molto rapidi».Loading…In Veneto candidato della LegaIl confronto interno alla maggioranza sui candidati è già iniziato, a partire dalla più piccola delle Regioni al voto nei prossimi mesi, la Valle D’Aosta. I dossier più delicati riguardano, però, le altre. A cominciare dal Veneto. Dove sembra passata la linea della Lega che insiste sulla linea della continuità, (anche se FdI è diventato il primo partito a livello territoriale) per poter esprimere il candidato alla successione di Luca Zaia nell’unica corsa che il centrodestra considera blindata. Sempre che il “Doge” non potrà ricandidarsi. A Fdi dovrebbe toccare in cambio la Lombardia, al voto nel 2028.Lo scontro nelle MarcheL’unica regione dove i candidati sono certi sono le Marche, che potrebbero andare al voto già a settembre. Qui Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro ed ora eurodeputato Pd, sfiderà il governatore uscente, il meloniano Francesco Acquaroli. A breve Ricci dovrebbe chiudere l’accordo di programma dell’alleanza di centrosinistra, M5s c0mpreso. In una regione che il centrosinistra punta a strappare al centrodestra.In Campania l’incognita De LucaIn Campania l’accordo Pd-M5s su Roberto Fico è appeso al nodo dell’uscita di scena di Vincenzo De Luca, che invece una nuova legge sul terzo mandato potrebbe rimettere in gioco (gettando scompiglio nel centrosinistra). Nel centrodestra finora sono circolati i nomi del vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, indicato da Fratelli d’Italia e del deputato della Lega, Gianpiero Zinzi. Mentre l’eurodeputato Fulvio Martusciello in corsa per Forza Italia ha deciso per un passo indietro in attesa che si chiarisca la vicenda Huawei (nella quale non è indagato) avanzando l’ipotesi di un candidato civico, come D’Amato o Piantedosi. LEGGI TUTTO