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    Cdm, ok proroga aiuti militari a Kiev. Carbone nuovo direttore dell’Agenzia delle entrate al posto di Ruffini

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaE’ terminato dopo circa due ore il consiglio dei ministri a Palazzo Chigi. Nella riunione è stato avviato l’iter per la nomina di Vincenzo Carbone come direttore dell’Agenzia delle Entrate, fino alla scadenza del mandato del dimissionario Ernesto Maria Ruffini, che sarà a gennaio 2026. Carbone è attualmente vicedirettore vicario e capo della divisione Contribuenti dell’Agenzia.Cdm approva decreto forniture militari a Kiev Loading…Via libera in Consiglio dei ministri anche al decreto legge con «disposizioni urgenti per la proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina». Si tratta del decimo decreto di forniture a Kiev. Il governo ha esaminato inoltre uno schema di decreto legge con «misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza»Via libera al decreto Caivano bis Il consiglio dei ministri ha approvato inoltre il cosiddetto decreto Caivano bis. Come annunciato nei giorni scorsi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il provvedimento mira a trasformare la struttura del Commissario straordinario per Caivano in Commissario per le aree degradate e bisognose di interventi. Il modello Caivano verrà così esteso ad altre zone definite ad “alta vulnerabilità sociale”. Sette quelle individuate: Rozzano (Milano), il quartiere Alessandrino-Quarticciolo di Roma, il quartiere Scampia-Secondigliano di Napoli, Orta Nova (Foggia), Rosarno-San Ferdinando (Reggio Calabria), il quartiere San Cristoforo di Catania e il quartiere palermitano di Borgo Nuovo. Stanziati 180 milioni per un triennio, con un piano che dovrà essere definito entro due mesi dal commissario straordinario LEGGI TUTTO

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    Santanchè: «Il Cin farà emergere almeno il 20% del sommerso»

    Certamente si può fare meglio, ma mi sono assunta la responsabilità di intervenire su un problema che non è certo sorto negli ultimi due anni e che non era stato affrontato prima. Detto ciò, a gennaio presenterò uno studio della situazione nelle città che è stato molto complesso e riserverà delle sorprese. Un’azione politica deve avvalersi di numeri e da lì partiremo.Su quali direttrici si muoverà?Dobbiamo tenere insieme due pilastri: la proprietà privata, che per me è sacra, e il contrasto al sommerso e alla concorrenza sleale. Il problema dei centri storici riguarda solo quattro città: Firenze, Roma, Venezia e Milano. Dobbiamo studiare i numeri e non avere furore ideologico. E poi ragionare con buon senso e non dire troppi no a chi lavora.Negli ultimi giorni ha fatto discutere la circolare del ministero dell’Interno per cui i locatori devono identificare de visu gli ospiti. Servono dei correttivi?La circolare non fa che chiarire la corretta applicazione di norme già varate dal Parlamento nel 2018. A livello territoriale, si sta iniziando ad applicare queste prescrizioni che rispondono a evidenti esigenze di sicurezza. Peraltro, il superamento delle keybox è necessario anche sul piano della difesa del decoro urbano e della vivibilità delle nostre città. Se poi la tecnologia può venire in aiuto, ad esempio con il riconoscimento facciale, io sono sempre favorevole. LEGGI TUTTO

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    Centri migranti in Albania, governo: “Avanti su soluzioni innovative”

    Con l’inizio del nuovo anno il governo punta a riprendere il progetto, finora bocciato dai giudici, dei trasferimenti e trattenimenti dei richiedenti asilo nelle strutture albanesi. Oggi a Palazzo Chigi si è tenuta una riunione di un’ora sul tema. Tajani: “Andremo avanti”. “La Cassazione ci ha dato ragione sui Paesi sicuri”, afferma la Meloni, che ha anche frenato Salvini sull’ipotesi di un suo ritorno al Viminale. Piantedosi: “Centri pronti, saranno molto utili”

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    Il governo italiano a gennaio punta a riprendere i trasferimenti dei migranti verso l’Albania. Forte anche della sentenza della Cassazione del 19 dicembre che “ci ha dato ragione” e del clima politico che soffia in Europa, spingendo verso la difesa dei confini esterni. Oggi si è tenuta una riunione (durata circa un’ora) che era stata convocata dalla premier Giorgia Meloni sul tema, “per capire come procedere”. Al vertice a Palazzo Chigi erano presenti anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani (in collegamento dal Kosovo), il sottosegretario Alfredo Mantovano, i ministri di Interno, Difesa ed Affari europei, Matteo Piantedosi, Guido Crosetto e Tommaso Foti. Tra una sentenza e l’altra, la premier tira dritto dopo aver promesso pochi giorni fa che “i centri funzioneranno, dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo italiano” (Lo speciale migranti – Quanto costano davvero i viaggi dei migranti sulla Libra verso l’Albania?).

    Governo: “Avanti su soluzioni innovative”

    Palazzo Chigi, dopo il tavolo sui centri in Albania, riferisce che “anche alla luce della recente sentenza della Corte di Cassazione che ha indicato le competenze relative all’individuazione dei Paesi di origine sicura a livello nazionale, il vertice ha ribadito la ferma intenzione di continuare a lavorare, insieme ai partner Ue e in linea con le Conclusioni del Consiglio Europeo dello scorso 19 dicembre, sulle cosiddette ‘soluzioni innovative’ al fenomeno migratorio”. La premier Meloni ha inoltre condiviso durante la riunione “il forte consenso che è emerso in questo senso, anche in occasione della riunione promossa insieme ai Primi Ministri danese e olandese con gli Stati membri più interessati al tema, a margine dello scorso Consiglio Europeo”. Il vertice è stata l’occasione per fare il punto – anche alla luce dell’ultima pronuncia degli ermellini – sulle condizioni per riattivare il progetto Albania all’inizio del prossimo anno, dopo la falsa partenza. I giudici hanno finora bocciato i trattenimenti nei centri albanesi dei richiedenti asilo.
    Tajani: “Andremo avanti sui centri migranti in Albania”
    Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine della sua visita in Kosovo, ha detto che nella riunione sui centri migranti in Albania “abbiamo ribadito il nostro impegno a seguire il percorso che anche l’Unione Europea ha riconosciuto, anche all’ultimo Consiglio. Andremo avanti per contrastare i trafficanti di esseri umani, per il rispetto delle norme comunitarie. Le soluzioni innovative sono state apprezzate e vengono apprezzate anche da altri Paesi. Abbiamo avuto una sentenza della Corte che conferma la bontà delle scelte del governo. Continueremo a lavorare in questa direzione con grande serenità, con grande serietà”. LEGGI TUTTO

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    Santalucia lascia l’Anm: «Chi attacca vuole controllare i Pm»

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Quattro anni di impegno intensissimo e faticoso, seppure molto gratificante, sono sufficienti, e credo che nella difesa dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura occorra evitare ogni personalizzazione. Perciò è giusto che altri prendano le redini della rappresentanza». Lo spiega in un’intervista al Corriere della sera Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati che annuncia che non si presenterà alle elezioni per il vertice del sindacato delle toghe, lasciandone la guida.Sono i giorni delle polemiche dopo l’assoluzione di Matteo Salvini a Palermo e il proscioglimento di Matteo Renzi a Firenze. Queste sentenze dicono «che i giudici valutano prove e fatti ed emettono un giudizio in linea con quanto emerso dai processi – prosegue -. Ma un’assoluzione non significa che il processo non andava fatto; solo nei regimi illiberali, in cui i pubblici ministeri sono orientati dal potere e i giudici non si permettono di dissentire, i processi si concludono sempre con le condanne».Loading…Anche gli avvocati delle Camere penali hanno parlato di «uso politico dello strumento giudiziario». Un’affermazione che lascia «basito» Santalucia che invita «i rappresentanti degli avvocati, da tecnici del diritto, a rileggere ciò che scrivono prima di divulgare un fuor d’opera incommentabile, che si qualifica da sé».Il vicepremier Salvini ha sollecitato una riforma per far pagare i danni ai pm che falliscono, e Renzi sembra d’accordo. «Sono tutte forme surrettizie per arrivare all’esito sotteso alla separazione delle carriere di pm e giudici – spiega – : controllare e condizionare il pm che, rischiando una richiesta di danni a fronte a un’eventuale assoluzione, finrà per chiedersi chi glielo fa fare».Infine la riforma della giustizia del governo, «un progetto che serve a introdurre forme di condizionamento della magistratura – conclude -. Le polemiche giovano a perseguire il vero fine della riforma, che è il controllo soprattutto dei pm, per incidere sulla scelta di quali processi si debbano fare e quali no». LEGGI TUTTO

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    Manovra 2025, da oggi l’esame in Senato: via libera previsto il 28 dicembre

    In mattinata le comunicazioni del presidente Ignazio La Russa e poi l’inizio della discussione in commissione Bilancio di Palazzo Madama. Approdo in Aula venerdì 27 dicembre e il giorno dopo il voto finale

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    Si apre stamattina in Senato l’esame della Manovra 2025. Sono previste in Aula, per le ore 11, le comunicazioni del presidente Ignazio La Russa sul contenuto della Legge di Bilancio. In seguito, alle ore 11.45 è previsto l’inizio della discussione del disegno di legge in commissione Bilancio, con la relazione del senatore Guido Liris di Fratelli d’Italia. L’approdo in Aula della Manovra dovrebbe avvenire venerdì 27 dicembre, con il via libera finale il giorno dopo, sabato 28 dicembre.

    Il via libera alla Camera tra le scintille

    La Legge di Bilancio approda al Senato dopo il via libera della Camera di venerdì 20 dicembre con 204 voti a favore e 110 contrari. In quell’occasione ci sono state scintille tra Fratelli d’Italia e il Movimento Cinquestelle durante le dichiarazioni di voto. La deputata meloniana Ylenja Lucaselli, durante il suo intervento, aveva infatti puntato il dito contro “le Leggi di Bilancio del Pd e del M5s” in cui, aveva affermato, “c’erano solo vergognosi provvedimenti spot, come il bonus divano che serviva a lasciare gli italiani seduti sul divano, pagati per non fare nulla”. Affermazioni che hanno suscitato le urla di dissenso tra i parlamentari di opposizione, in particolare pentastellati. LEGGI TUTTO

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    Meloni: “La Russia non minerà la nostra sicurezza. Lunedì vertice sul piano Albania”

    “Vogliamo difendere i confini esterni e non vogliamo permettere alla Russia o alle organizzazioni criminali di minare la nostra sicurezza”. A dirlo è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nelle dichiarazioni al termine del vertice Nord-Sud a Saariselkä, nella Lapponia finlandese. Sulla Russia “dobbiamo capire che la minaccia è molto più grande di quanto immaginiamo, riguarda le nostre democrazie, la strumentalizzazione dell’immigrazione o quanto sta succedendo in Africa. Dobbiamo garantire la sicurezza e non si tratta solo del campo di guerra in Ucraina, dobbiamo essere preparati”. Sul piano Albania, la presidente del Consiglio ha “convocato per domani una riunione per capire come procedere”. Sulla questione immigrazione, ha detto: “Mi pare che la Cassazione abbia dato ragione al governo, è diritto dei governi stabilire quali siano i Paesi sicuri”, mentre i giudici possono “entrare nel singolo caso, non disapplicare in toto”.

    “Salvini al Viminale? Contenti di Piantedosi”

    Meloni ha anche parlato dell’ipotesi di un ritorno al Viminale di Matteo Salvini, fresco di assoluzione nel processo Open Arms: “Mi pare un fatto che l’oggetto del processo a Salvini fossero le scelte politiche piuttosto che effettivi reati”, ma “oggi sia io che Salvini siamo contenti dell’ottimo lavoro che svolge il ministro dell’Interno” Matteo Piantedosi.
    “Lista Ue dei Paesi sicuri dopo marzo”
    “Si discute molto su cosa accadrà con Trump. Io non penso a cosa l’America può fare per noi ma cosa noi possiamo fare per noi stessi. Dobbiamo rafforzare la nostra sicurezza e abbiamo bisogno di strumenti, abbiamo differenti punti di partenza, dobbiamo incontrarci a metà strada”, ha sottolineato la presidente del Consiglio Meloni. “Penso che su Trump non dovremmo seguire i rumors: ho sentito per esempio l’ultima cosa che ha detto sull’Ucraina, ‘Stiamo lavorando per la pace ma non possiamo avere la pace abbandonando l’Ucraina’, che è all’incirca quello che ho detto io per anni. Aspetterei a capire quale sia la volontà del nuovo presidente degli Stati Uniti”, ha aggiunto la premier. Sul contributo alla Nato “dobbiamo fare di più”, ma “molto dipende dagli strumenti che possiamo mettere sul tavolo”. E a chi le ha chiesto se pensa che entro marzo ci sarà una nuova lista europea dei Paesi sicuri, la premier ha risposto: “Ci vorrà di più”.
    “Nord e Sud uniti per le sfide dell’Ue”
    “L’Ue sta fronteggiando grandi sfide – ha detto la premier Meloni – I nostri Paesi sono stati spesso considerati e si sono trovati su parti opposte nell’Ue, con il Nord e i cosiddetti frugali da una parte e le nazioni del Sud, accusate di essere spendaccione, cosa che credo sia un pregiudizio, dall’altra. Queste nazioni sono qui ora per parlare del tema della sicurezza, e questo dimostra che abbiamo capito che il mondo è cambiato e non possiamo affrontare le sfide se non capiamo il punto di vista e i problemi degli altri”, ha affermato la premier in Lapponia. Sull’ipotesi di una seconda edizione del vertice, ha detto: “Penso che dovremmo ripeterlo, sappiamo che ci sono molte sfide che l’Ue sta affrontando. Ma ci sono due questioni principali: la sicurezza e la competitività, che potrebbe essere l’idea per il prossimo meeting”.
    “C’è chi si riempie la bocca di pace, militari sul campo”
    Meloni ha anche incontrato i militari dei contingenti all’estero nel corso della sua visita alla base aerea di di Šiauliai, in Lituania. “Sono qui anche per ricordare all’Italia nel suo complesso quanta parte della nostra credibilità passa dai vostri sacrifici e dalla vostra abnegazione, per ricordarlo a quei tanti che si riempiono la bocca della parola pace ma non ricordano sempre che la pace non è qualcosa di garantito” ma “qualcosa che va difeso e garantito ogni giorno e che c’è qualcuno in prima linea a fare questo lavoro”, ha detto la premier. “L’Italia partecipa a 37 missioni all’estero, siamo il primo contributore in Europa, il secondo nella Nato, in tutto il mondo richiesta nostra professionalità, nostro eroismo. La mia credibilità e la credibilità nazione cammina soprattutto sulle vostre gambe, il futuro dell’Italia nella sua capacità di difendere gli interessi nazionali vola soprattutto sulle vostre
    ali”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Sentenza Open Arms, Salvini: “Urgente la separazione delle carriere”. L’Anm: “Assurdo”

    Il leader leghista, ieri in piazza a Roma per festeggiare l’assoluzione, spinge sulla riforma della giustizia e sulla responsabilità civile dei magistrati. La replica dell’Associazione guidata da Santalucia: “La sentenza dimostra che non esiste un piano per interferire con l’azione politica”. Il vicepremier atteso oggi a Milano

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    Dopo l’assoluzione per il caso Open Arms, il leader leghista Matteo Salvini ha scelto ieri largo di Torre Argentina, a Roma, per festeggiare l’esito del processo di Palermo e spingere sulla riforma della giustizia, ossia il primo provvedimento su cui la Camera sarà chiamata a votare dopo la pausa di Natale. “Non avevo paura, è una sentenza giusta che mi aspettavo. Ora la separazione delle carriere e la responsabilità civile dei magistrati di chi sbaglia con dolo è fondamentale”, ha detto il vicepremier. A stretto giro è arrivata la replica di Giuseppe Tango, magistrato della sezione del Lavoro a Palermo e presidente della Giunta dell’Anm: “La sentenza rappresenta la dimostrazione plastica, se ve ne fosse stato bisogno, che non c’è nessun piano da parte della magistratura per interferire con l’azione politica. Leggere che si deve insistere sulla separazione delle carriere è assurdo”. Dopo la festa in piazza a Roma, Salvini replicherà a Milano in via Dante nel pomeriggio di oggi, domenica 22 dicembre.

    Salvini: “Processo costato milioni di euro”

    Ieri, a largo di Torre Argentina, i giovani della Lega – scesi in piazza per festeggiare con il leader del Carroccio – hanno consegnato a Salvini uno striscione con la maxiscritta “Il fatto non sussiste”, gridando “grazie Matteo”. Il vicepremier ha ricordato come siano stati tanti a chiamarlo o a mandargli messaggi: “Giorgia Meloni è stata una delle prime a chiamarmi. Mi han fatto piacere anche i tanti messaggi di politici di sinistra, sindaci, governatori, parlamentari, ex ministri perché un conto è la battaglia politica, un conto è volere il male degli altri. Mi ha poi fatto molto piacere il sostegno di Elon Musk, che ritengo persona illuminata”. Poi è tornato sul processo: “Devo dire che in tribunale a Palermo ho visto, una corretta, giusta e sana separazione di chi giudica rispetto a chi indaga. Ma non sempre è così”. Infine l’affondo: “Il processo è costato milioni di euro. Adesso la riforma della giustizia è ancora più urgente. Sicuramente la sentenza non metterà più alcun ministro in difficoltà nel suo lavoro”. LEGGI TUTTO

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    Sicurezza, la premier Meloni nomina Figliuolo nuovo vicedirettore dell’Aise

    Cronaca
    Generale Figliuolo è il commissario per ricostruzione post alluvione

    Il generale, nato a Potenza l’11 luglio del 1961, è stato nominato il 27 giugno 2023. Nel marzo 2021 era stato scelto da Mario Draghi per ricoprire l’incarico di commissario straordinario per l’emergenza Covid. Ha ricoperto diversi incarichi nella Forza Armata dell’Esercito, interforze e internazionale, fra cui Comandante del Contingente nazionale in Afghanistan, nell’ambito dell’operazione ISAF, e Comandante delle Forze Nato in Kosovo. Dal 27 dicembre 2021 è comandante operativo di Vertice Interforze

    A poco più di due anni dall’impegno per combattere il Covid, il generale degli alpini Francesco Paolo Figliuolo torna a rivestire l’incarico di commissario di governo, questa volta per la gestione del post-alluvione in Emilia-Romagna, Marche e Toscana

    Francesco Paolo Figliuolo è originario di Potenza dove è nato l’11 luglio del 1961

    Figliuolo ha un Diploma di laurea in Scienze Politiche conseguito presso l’Università di Salerno, un Diploma di laurea in Scienze Strategiche e relativo Master di 2° livello conseguito all’Università di Torino e un Diploma di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche dell’Università di Trieste LEGGI TUTTO