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    Manovra, resta il nodo banche. Meloni: “Hanno guadagnato, ora devono aiutare”

    La premier difende il contributo chiesto agli istituti di credito, definendolo un gesto di responsabilità verso il Paese. Cinque miliardi su quarantaquattro di profitti, sostiene, sono una cifra equa per aiutare le fasce più deboli. Palazzo Chigi ribadisce la linea della compattezza, mentre Lega e Forza Italia restano divise. I leghisti chiedono di aumentare la quota a carico degli istituti di credito, ma gli azzurri fanno muro. Il ministro Giorgetti frena: ogni modifica dovrà rispettare i conti e le regole europee

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    Le banche hanno avuto negli anni grandi profitti ed è giusto, dunque, che diano il loro contributo al sistema Paese. Giorgia Meloni tiene il punto sulla manovra. E rivendica la scelta di un meccanismo di aiuto da parte degli istituti di credito. “Se su 44 miliardi di profitti nel 2025 ce ne mettono a disposizione cinque per aiutare le fasce più deboli – dice la premier nel nuovo libro di Bruno Vespa – credo che possiamo essere soddisfatti noi e che in fin dei conti possano esserlo anche loro”. Insomma, non si scappa. L’intesa, su questo come sugli altri fronti, faticosamente raggiunta in maggioranza non va rimessa in discussione. Un concetto che la premier potrebbe ripetere anche domani ai suoi vice se scegliesse di confrontarsi con loro a margine del Consiglio dei ministri già convocato.    

    Le pressioni su Giorgetti

    Le liti quotidiane tra alleati non sono, del resto, viste di buon occhio ai piani alti di Palazzo Chigi. Ognuno ha le sue richieste e la manovra, fanno capire anche il ministro Giancarlo Giorgetti e il suo vice Maurizio Leo, non è del tutto blindata ma ogni eventuale ritocco va concordato e soprattutto coperto. E se non ci fosse spazio per questo al momento – è il ragionamento che si inizia a fare in ambienti di maggioranza – si potrà trovarne in provvedimenti successivi. “Vogliono cambiare gli affitti brevi? Le regole sui dividendi? – avrebbe ripetuto in questi giorni anche il titolare di via XX settembre ai suoi interlocutori – Per me non c’è problema, purché ci sia una quadratura dei conti e siano rispettati gli obiettivi generali della manovra”. Insomma, non ci sarebbero paletti ma “ogni modifica – è il ragionamento del ministro – deve essere compensata in coerenza con le nuove regole” fissate dall’Ue. E su questo sembra proprio esserci un asse di ferro tra la premier e il ministro dell’Economia.   LEGGI TUTTO