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    Piero Gandini assume la presidenza esecutiva di Flos B&B Italia Group

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    Flos B&B Italia Group S.p.A. (assieme alle sue controllate, il “Gruppo”), leader globale nel settore del design di alta gamma, annuncia la nomina di Piero Gandini come presidente esecutivo del Gruppo con effetto immediato.Gandini torna a ricoprire un ruolo apicale alla guida del Gruppo che aveva contribuito a creare nel novembre 2018. La sua nomina rappresenta un passo strategico per il Gruppo, con l’obiettivo di confermare il proprio ruolo di riferimento nell’eccellenza del design a livello globale.Piero Gandini vanta una lunga e prestigiosa esperienza nel settore del design d’alta gamma e ha iniziato la sua carriera imprenditoriale come art director proprio in Flos, acquisita dal padre Sergio nel 1964. Sotto la sua guida come Amministratore Delegato e Presidente di Flos per oltre 20 anni, l’azienda ha intrapreso un percorso di grande crescita e sviluppo internazionale, consolidandosi come leader nel settore e come riferimento globale per l’innovazione e l’avanguardia del design.In merito alla nomina, Piero Gandini ha dichiarato: “Sono tornato per contribuire ad un piano di creazione di valore per il Gruppo fondato su leadership, creatività di prodotto, accelerazione dei processi decisionali e una forte cultura identitaria radicata nei marchi storici che compongono il Gruppo. La passione per il design e per la sua cultura resteranno elementi centrali del nostro sviluppo. La chiara focalizzazione industriale delle divisioni Furniture e Lighting sarà un elemento strategico per affrontare con precisione le opportunità e le sfide di ciascun settore, mantenendo come obiettivo comune il consolidamento del nostro posizionamento di eccellenza nei mercati globali.”Andrea C. Bonomi, presidente dell’Advisory Board di Investindustrial ha commentato: “Siamo davvero lieti di poter nuovamente lavorare insieme ad un partner come Piero con cui abbiamo un rapporto di lunga data. Siamo certi che l’apporto di Piero dal punto di vista creativo ma soprattutto industriale contribuirà ad accelerare la creazione di valore del Gruppo nel lungo periodo.”Marco De Benedetti, Chairman of Italy di Carlyle ha commentato: “Siamo felici che Piero sia rientrato nel Gruppo. Porta con sé una conoscenza unica del settore e una vasta esperienza, che lo rendono il candidato ideale per supportare il Gruppo mentre si prepara ad affrontare la sua prossima fase di crescita.” LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo e Sace insieme per la transizione energetica

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    Intesa Sanpaolo ha lanciato una nuova iniziativa volta a sostenere gli investimenti delle imprese nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con un focus particolare su fotovoltaico ed eolico. Questa sinergia con Sace mira a facilitare l’accesso a finanziamenti strutturati in project financing, fino a 50 milioni di euro, con un iter semplificato per importi fino a 15 milioni.L’accordo si inserisce nel contesto del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec), che prevede che entro il 2030 il 64% della domanda elettrica nazionale sia coperta da fonti rinnovabili. Attualmente, questa percentuale è al 43%. La collaborazione si propone di promuovere gli investimenti, favorendo le imprese nell’accesso ai finanziamenti per progetti di energia verde. Grazie alla condivisione preliminare delle condizioni di finanziamento, il processo di approvazione sarà più rapido e snello. In questo modo i due istituti contribuiranno all’autonomia energetica delle aziende e del Paese.La sinergia consentirà alle imprese di beneficiare di finanziamenti fino a 50 milioni di euro per progetti di grande portata. Per facilitare l’accesso al credito, soprattutto per le Pmi ci sarà un accesso semplificato per i finanziamenti fino a 15 milioni. Sace garantirà fino al 50% dell’importo finanziato, riducendo il rischio per gli investitori. LEGGI TUTTO

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    Pronto il piano per il nucleare: cosa prevede

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    L’Italia si prepara a compiere un passo significativo verso il rilancio del nucleare. Il governo Meloni, infatti, intende varare entro gennaio un disegno di legge quadro per l’energia nucleare. Secondo fonti governative, il provvedimento è in fase di verifica e comprenderà la creazione di un’agenzia di controllo dedicata, un’iniziativa che mira a garantire sicurezza e trasparenza. Per completare il quadro normativo, tuttavia, saranno necessari circa due anni.Meloni: “Con la fusione si cambia il corso della storia”Durante il World Future Energy Summit ad Abu Dhabi, la Premier Giorgia Meloni ha evidenziato il ruolo strategico della fusione nucleare, definendola una soluzione che potrebbe “produrre energia pulita, sicura e illimitata, trasformando l’energia da arma geopolitica in risorsa ampiamente accessibile e cambiando di fatto il corso della storia”. Questa visione si collega agli sforzi per rilanciare la competitività italiana, gravata da costi energetici più alti rispetto a Paesi come Spagna, Germania e Francia.Il piano di UrsoAnche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha espresso il suo sostegno al progetto. Ieri nel Question Time alla Camera, Urso ha sottolineato l’importanza di “un approccio pragmatico e razionale” per garantire l’indipendenza energetica dell’Italia. Il ministro ha annunciato la creazione di una società nazionale a maggioranza pubblica (con Enel, Ansaldo Nucleare e Leonardo) che si occuperà di produrre e implementare reattori nucleari di ultima generazione, come gli Small Modular Reactor (SMR), descritti come “sicuri, puliti e componibili”. Questi impianti, trasportabili su container e installabili su richiesta delle imprese, rappresentano una risposta innovativa alle esigenze energetiche.Urso ieri aveva anticipato la presentazione a breve del collegato alla manovra economica per ridefinire il quadro normativo del nucleare. Questa strategia, secondo il ministro, completerà lo sviluppo delle rinnovabili, garantendo un mix energetico bilanciato e la sicurezza strategica del Paese.Lo sviluppo della filiera italianaIl ritorno dell’Italia al nucleare non si limita all’ambito normativo. Accordi strategici, come quello siglato da Edf, Edison ed Enea, mirano a sviluppare tecnologie all’avanguardia per reattori modulari di piccola taglia. Questi reattori sono considerati essenziali per raggiungere gli obiettivi europei di neutralità carbonica e per ridurre i costi energetici. “Grazie alla collaborazione con Enea, compiamo un ulteriore passo concreto verso l’utilizzo delle nuove tecnologie nucleari”, ha affermato Lorenzo Mottura di Edison.Progetti come quello tra Newcleo in Slovacchia, che prevede la realizzazione di reattori avanzati per un valore di 3,2 miliardi di euro, dimostrano come l’Italia stia riaffermando la propria leadership tecnologica. “Le eccellenze italiane nel settore nucleare devono contribuire anche in Italia, come già avviene all’estero”, ha dichiarato il ministro Urso.Un futuro basato su nucleare e rinnovabiliIl governo italiano sottolinea che il nuovo nucleare non si contrappone alle fonti rinnovabili, ma le integra, creando un sistema energetico resiliente e sostenibile. Il modello italiano punta su impianti avanzati, come gli SMR, capaci di combinare energia elettrica e calore per usi industriali. Uno studio di Edison, Ansaldo Nucleare e Teha Group, presentato a Cernobbio, prevede che, con il nucleare al 10% del mix energetico entro il 2050, l’impatto economico potrebbe superare i 50 miliardi di euro, generando fino a 117.000 nuovi posti di lavoro.Una sfida culturaleNonostante i progressi tecnologici, il nucleare in Italia dovrà superare le resistenze dell’opinione pubblica, fortemente contraria dopo il referendum del 2011. Il governo punta a sensibilizzare i cittadini sui vantaggi dei nuovi impianti modulari, molto diversi dai reattori tradizionali, sia in termini di sicurezza che di sostenibilità. LEGGI TUTTO

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    Leo ribadisce: “La priorità è tagliare le tasse al ceto medio”

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    «Quest’anno abbiamo registrato la delusione sull’aliquota fiscale che riguarda il ceto medio. Come ha ricordato anche il presidente del Consiglio, è una nostra priorità». È quanto ha dichiarato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, al convegno “L’anno che verrà. La manovra finanziaria e la professione”, organizzato dall’Associazione Nazionale Commercialisti a Roma. Il viceministro ha evidenziato come la fascia di reddito compresa tra i 28.000 e i 50/60.000 euro sia tra le più penalizzate e ha sottolineato l’impegno del governo per intervenire su questo scaglione di contribuenti nel 2025. «Nel 2024 avevamo già introdotto una norma una tantum per le fasce medio-basse che successivamente è stata resa strutturale. Stiamo adottando un approccio simile anche per l’Iva, con l’obiettivo di renderla strutturale a partire dal 2025», ha aggiunto. «È evidente che dare maggiori risorse al ceto medio porterà un beneficio all’economia, stimolando i consumi e gli investimenti, con un ritorno in termini di materia imponibile e gettito Iva».Riforme normative e nuovi decretiLeo ha inoltre annunciato il lavoro su due atti di indirizzo, sviluppati in collaborazione con il dipartimento delle Finanze e l’Agenzia delle Entrate. «L’obiettivo è intervenire su due decreti che trattano temi di particolare rilevanza: l’abuso del diritto e i crediti inesistenti e non spettanti», ha spiegato.L’abuso del diritto, ha proseguito Leo, è un tema complesso caratterizzato da diverse incertezze giuridiche. Per quanto riguarda i crediti inesistenti, il viceministro ha sottolineato la necessità di concentrarsi sui crediti legati alla ricerca e sviluppo, valutando con attenzione il requisito di novità per distinguere tra crediti non spettanti e inesistenti. «Queste misure si inseriranno in un quadro normativo più ampio, che includerà disposizioni amministrative e testi unici mancanti sulle imposte dirette, l’accertamento, l’Iva e il registro».Il Testo unico sulla riscossioneLeo ha annunciato che il lavoro ministeriale sul Testo unico relativo alla riscossione è ormai alle fasi finali e che presto verrà sottoposto all’esame del Parlamento. «Siamo sempre disponibili ad ascoltare le proposte delle associazioni di categoria, in particolare dei dottori commercialisti, per migliorare ulteriormente il testo», ha assicurato. Il viceministro ha ribadito che la riforma fiscale mira a cambiare il rapporto tra fisco e contribuente, evidenziando il ruolo cruciale dei commercialisti nell’elaborazione del tax control framework, la mappatura del rischio fiscale e la certificazione dei rischi.Il concordato preventivoSul tema del concordato preventivo, Leo ha ammesso che sono necessari affinamenti, ribadendo l’importanza di mantenere un dialogo costante con i commercialisti. «È fondamentale lavorare insieme per migliorare il rapporto tra fisco e contribuente», ha dichiarato. LEGGI TUTTO

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    “L’Italia tra debito e libertà”, un convegno per rispondere alla pressione del debito pubblico

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    È recente la comunicazione di Bankitalia sullo spondamento della quota di 3000 miliardi del debito pubblico italiano. Una cifra che si fa difficoltà anche a scrivere e che come una morsa impedisce alla nostra economia di prendere il volo.Le soluzioniCome diminuire l’enorme debito pubblico senza rinunciare al welfare? Può esistere “sovranità” senza indipendenza economica? A queste e a molte altre domande esponenti del mondo politico, universitario e finanziario hanno cercato di dare una risposta nel convegno “L’Italia tra debito e libertà”, organizzato dall’associazione di promozione culturale M.Arte. presso la Fondazione museo Venanzo-Crocetti in via Cassia a Roma.All’incontro moderato dal professor Vittorio De Pedys presidente dell’associazione M.Arte e docente di finanza presso Escp Europe, sono intervenuti il Vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, l’avvocato Villy De Luca Professore della Facoltà di Economia all’Università Europea di Roma e il dottor Renato Loiero, consigliere per le Politiche di bilancio del presidente del Consiglio. Le conclusioni affidate al Sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla programmazione economica e alla pianificazione degli investimenti pubblici, on. Alessandro Morelli.Gli interventiTanti sono stati gli interventi importanti che hanno cercato di dare una risposta, a partire da quello di Alessandro Morelli che ha spiegato: “La sovranità economica non si misura soltanto nella capacità di uno Stato di onorare i propri debiti, ma nella possibilità di orientare le scelte strategiche in funzione degli interessi nazionali. Questa sovranità si fonda su tre pilastri: Gestione sostenibile del debito pubblico, indipendenza energetica ed indipendenza tecnologica e digitale”.Morelli ha poi continuato: “L’Italia importa circa il 75% dell’energia che consuma. La dipendenza da fornitori esteri, unita alla transizione energetica guidata da obiettivi europei spesso scollegati dalle nostre esigenze nazionali, rappresenta un serio rischio. Serve un piano strategico nazionale che diversifichi le fonti di approvvigionamento, potenzi il gas naturale e valuti l’opportunità del nucleare di nuova generazione, senza ignorare lo sviluppo delle rinnovabili”.Aumentare le quote di debito detenute dai creditoriLa strada percorribile per Willy De Luca: “Se si vuole un’Italia forte e sovrana a livello internazionale bisogna intervenire su due direttrici: limitare le occasioni in cui si aumenta il debito pubblico e aumentare la quota di debito detenuta da creditori italiani. Ogni aumento di debito pubblico dovrebbe essere solo un’eccezione e dovrebbe essere approvato solo da una larga maggioranza. Al tempo stesso bisogna diminuire la quota del debito in mano a “non residenti”.Le parole del moderatoreIdee molto chiare quelle di Vittorio De Pedys: “Swap del 2-3% della ricchezza dei cittadini con azioni di un Fondo Nazionale, di circa 300 miliardi. I proventi dello swap vanno tutti destinati ad abbattere lo stock di debito pubblico, progressivo riacquisto dei titoli di Stato in possesso di non-residenti e de-listing dal mercato MTS ed in ultimo l’abolizione del divorzio Tesoro-Banca d’Italia, con ripristino della possibilità per quest’ultima di intervenire per assorbire eventuali titoli invenduti in asta”. LEGGI TUTTO

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    Zuckerberg come Squid Game. Fuori il 5% dei dipendenti

    Sei fuori. Il verdetto arriverà a fine febbraio, quel giorno Mark Zuckerberg dividerà i vivi e i morti. C’è un’azienda che ha il fatturato che equivale al Pil di Stati come il Kuwait o l’Ungheria, più o meno 180 miliardi di dollari l’anno. Tutto questo comunque non basta. Non c’è da festeggiare neppure se gli utili dell’ultimo trimestre sono saliti del 73 per cento. Il mega colosso Meta, che ha nel suo ventre società come Facebook, Instagram e WhatsApp, teme che il tasso di crescita non sia abbastanza rassicurante, visto che i profitti arrivano dalla pubblicità ma stanno pagando la scommessa dei vertici di puntare al paradiso artificiale del metaverso. Ecco allora che arriva la sentenza del fondatore: l’efficienza sopra tutto. Il 5 per cento dei suoi dipendenti verrà licenziato per fare posto a nuovi candidati. È la potatura annuale per puntare alla perfezione, presunta e irraggiungibile. Dodici mesi fa, quando fu inaugurato il «primo anno dell’efficienza», sul campo rimasero più di ventimila dipendenti. Appunto, non basta. Quest’anno saranno «solo» 3600, a tutti comunque verrà «garantita una generosa buonuscita». Dice Zuckerberg: «Ho deciso di alzare l’asticella della gestione delle prestazioni e di far uscire più velocemente i dipendenti con scarse prestazioni».Ora qui si apre una discussione sul modello Zuckerberg. C’è chi dice che non c’è nulla di cui scandalizzarsi. È meritocrazia. È il diritto dell’imprenditore di pretendere il meglio. È sana competizione. È uno stimolo a chi lavora con la mano sbagliata, a chi si imbosca, a chi pensa di fare il furbo, a chi ruba una percentuale di stipendio, a chi magari arriva troppo spesso in ritardo. È in fondo la reazione a una società, più in Europa che negli States, che ha perso la sacralità della fatica e del lavoro. È un sacrosanto ritorno al «doverismo».È una fuga da questi anni segnati da un lassismo vagabondo o edonista. È la rivincita delle formiche.Questi discorsi sono però solo la superficie di un cambio culturale molto più profondo. L’efficienza e la meritocrazia nascondono la scarnificazione del capitalismo. È qualcosa di così globale e astratto che ha perso le sue radici. Quell’anomalia che nasce nelle città libere del Mediterraneo e si diffonde in Europa e varca gli oceani, con tutto il suo fardello di sfruttamenti e violenze, si incarnava comunque in una serie di valori. Il capitalismo senza uno straccio di etica è vuoto. Ora che ha perso tutti i suoi limiti, ideologici e religiosi, galleggia su se stesso. È un pezzo di Occidente che vaga per il globo, separato dei diritti universali e dall’etica cristiana. Non rispetta neppure più il mercato, perché tende a abbeverarsi ai privilegi del potere. Il capitalismo vuoto è solo un gioco. LEGGI TUTTO

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    Sport e fringe benefit: le novità della CU 2025

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    I punti chiave

    La Certificazione Unica 2025 porta importanti cambiamenti, tra cui il bonus tredicesima, la regolamentazione del lavoro sportivo e una nuova disciplina per i fringe benefit destinati ai dipendenti. Parallelamente, debutta il modello di dichiarazione Iva aggiornato, che introduce il quadro VO dedicato alle organizzazioni di volontariato. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.La nuova CUL’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile sul proprio sito la versione definitiva della CU 2025, comprensiva delle specifiche tecniche, e il pacchetto relativo all’Iva, che include sia il modello ordinario sia la versione semplificata “Iva base”. Questi aggiornamenti mirano a ottimizzare la trasparenza e l’efficienza nei processi fiscali. La Certificazione Unica 2025 include il “bonus tredicesima”, un’indennità fino a 100 euro per lavoratori dipendenti con specifiche condizioni economiche e familiari. Aggiornamenti riguardano anche il lavoro sportivo, i fringe benefit e il trattamento integrativo per i settori turistico, ricettivo e termale. È previsto, inoltre, un campo per l’imposta sostitutiva sulle prestazioni aggiuntive del personale sanitario. Queste novità rendono la CU 2025 più completa e in linea con le recenti normative.Gli aggiornamentiI modelli Iva 2025, inclusa la versione semplificata “Iva base,” sono stati approvati in via definitiva con alcune novità. Tra queste, il quadro “VO” è stato aggiornato per considerare le opzioni riservate alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale che optano per il regime speciale, oltre alle imprese giovanili in agricoltura che adottano il regime agevolato. Il modello IVA base 2025 si rivolge ai contribuenti che, durante il 2024, hanno determinato l’imposta seguendo le regole generali, semplificando gli adempimenti fiscali per categorie specifiche. LEGGI TUTTO

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    Illimity, da Banca Sella arriva il primo sì a Ifis

    Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis

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    Un primo, pesante endorsement all’Opas di Banca Ifis su Illimity arriva dal principale azionista della banca guidata da Corrado Passera. Ieri, infatti, il cda di Banca Sella (azionista al 10% di Illimity) si è riunito e ha diramato una nota affermando di aver «valutato con favore l’interesse di una controparte solida e credibile per la società Illimity e le prospettive di valore industriale di breve e lungo periodo espresse nel comunicato al mercato, connesse all’operazione, tali da favorire sinergie e sviluppo alla società stessa. Il Consiglio ha quindi espresso interesse a proseguire nella valutazione dell’offerta». LEGGI TUTTO