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    Morì per l’esposizione prolungata all’amianto, Inail condannata a risarcire familiari dell’operaio morto

    La corte d’appello di Palermo ha ribaltato la sentenza di primo grado, condannando l’Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro a risarcire la moglie di un operaio morto nel 2020, per un tumore causato dalla lunga esposizione alle fibre dell’amianto.Amianto – Nanopress.itL’operaio fu colpito da un mesotelioma maligno epitelioide, che nella quasi totalità dei casi è un tumore letale. La moglie dell’uomo riceverà anche una rendita di 45mila euro, che andrà a sommarsi agli arretrati.Inail condannata a risarcire la vedova di un operaio morto di tumoreRibaltata la sentenza espressa in primo grado dal Tribunale di Marsala. La corte d’appello di Palermo ha infatti condannato l’Inail (Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) a risarcire la moglie di un operaio, morto di tumore per la prolungata esposizione alle fibre di amianto. Il decesso dell’uomo, che risale al 2020, fu infatti causato da un mesotelioma maligno epitelioide, un tipo di tumore che – per la gran parte dei casi – è letale. Prima di ammalarsi, l’operaio aveva lavorato comemeccanico frigorista e poi nel cantiere navale di Trapani.Alla moglie spetta anche una rendita di 45mila euro, che andrà a sommarsi agli arretrati. Il tumore che aveva colpito l’operaio si sviluppa proprio in seguito all’esposizione all’asbesto (amianto). In seguito all’esposizione alle fibre di amianto, la malattia può manifestarsi anche dopo 20/30 anni, avendo un periodo di latenza piuttosto lungo. LEGGI TUTTO

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    Pedone investito e ucciso a Brindisi, fermato l’automobilista che era fuggito

    La vittima, Teodoro Taurisano, 82 anni, è stato travolto e ucciso da un’auto in viale Togliatti a Brindisi. Grazie alle telecamere installate nella zona dell’incidente, gli agenti sono riusciti a risalire al presunto responsabile. Strisce-pedonali – Nanopress.itSi tratta di un uomo di 32 anni, che è stato ora fermato con l’accusa di omicidio stradale.Fermato il conducente dell’auto che ha investito e ucciso un pedone a BrindisiÈ stato identificato e fermato il conducente della vettura che – nella serata di ieri, domenica 24 settembre – a bordo della sua auto ha investito e ucciso Teodoro Taurisano, 82 anni, mentre attraversava la strada. L’incidente è avvenuto in viale Togliatti.La vittima, immediatamente soccorsa, è morta sul colpo. Il conducente della vettura si era invece dato alla fuga, senza fermarsi a prestare soccorso. Grazie alle telecamere di sorveglianza presenti sul luogo dell’incidente, l’uomo – un 32enne del posto – è stato intercettato e fermato. Dovrà ora difendersi dall’accusa di omicidio stradale e omissione di soccorso. LEGGI TUTTO

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    Incidente a Vercelli: camion si ribalta e travolge un’auto, morto il conducente della vettura

    La vittima è un uomo di 38 anni che stava rientrando a casa dopo il turno di lavoro. L’incidente è avvenuto questa mattina all’alba ad Arborio, Vercelli. Incidente camion – Nanopress.itIl tir, che trasportava candeggina, si sarebbe improvvisamente ribaltato, schiacciando l’auto su cui viaggiava la vittima. Per il conducente non c’è stato nulla da fare.Incidente a Vercelli: auto schiacciata da un tirDrammatico incidente questa mattina all’alba ad Arborio, provincia di Vercelli. Un camion, con a bordo un carico di candeggina, si è ribaltato, finendo su un’auto. Per il conducente della vettura – un uomo di 38 anni – non c’è stato nulla da fare. La vittima stava rientrando a casa dopo un turno di lavoro.Sul posto la polizia stradale, che ha effettuato i primi rilievi insieme a un’équipe sanitaria, intervenuta per tentare di soccorrerel’automobilista, per il quale però non c’è stato nulla da fare. LEGGI TUTTO

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    Frana in alta Val Formazza, riprenderanno stamattina le ricerche

    Nella giornata di ieri si è verificata una frana in alta Val Formazza, al momento sono stati identificati solamente due dispersi, un uomo di 41 anni e una donna di 31 non si sa se ci siano altre persone e escursionisti che siano rimasti coinvolti dalla frana.Soccorsi a lavoro a alta Val Formazza – Nanopress.itA dare l’allarme della frana un altro escursionista che passava nella zona, ha avvertito un grosso rumore di frana e non ha più individuato gli escursionisti che erano dietro di lui. Sul posto sono accorsi i soccorsi che da subito hanno avviato le operazioni necessarie. A causa dei continui distacchi, del buio e delle difficoltà comunicative per la quasi totale assenza di rete si è dovuto interrompere le ricerche che riprenderanno nella mattinata.Riprenderanno questa mattina le operazioni di ricerca in alta Val FormazzaRiprenderanno questa mattina le ricerche dei dispersi in seguito alla frana che si è verificata nella giornata di ieri, 24 settembre 2023, in alta val Formazza, nella zona di Verbano-Cusio-Ossola.L’aria interessata dalla frana è quella che si trova sotto il rifugio di Città di Busto, situato a 2480 metri di altitudine che rientra nel comune di Formazza, rifugio che al momento è chiuso per via della stagione invernale.Sul posto sono intervenuti già da ieri i Vigili del Fuoco, il soccorso alpino e anche il soccorso alpino della Guardia di finanza.A prestare soccorso ci sono anche il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico e le unità cinofile del soccorso alpino.L’allarme della frana è stato dato da un escursionista, l’uomo mentre si trovava a passare nella zona aveva visto tre persone dietro di lui, dopo di che si è sentito il rumore di una frana e non è più riuscito ad individuare i tre individui.Il tutto si è verificato nella zona del Piano dei camosci che si trova proprio sotto il rifugio, già menzionato e che attualmente è chiuso.Bruna Papa, sindaca di Formazza ha dichiarato all’Ansa che la zona interessata dalla frana si trova a circa 2400 metri di altitudine ed è raggiungibile solamente a piedi, percorrendo un cammino di circa due ore e mezza, oppure è possibile raggiungerla in elicottero.Sul posto è stato allestito un punto base da cui già da ieri sono state avviate le ricerche e coordinate le operazioni. Questa zona è completamente disabitata quindi gli unici dispersi e persone che possono essere in pericolo sono proprio gli escursionisti che si trovavano in transito nella zona al momento della frana.Nella serata di ieri sera però a causa del buio e dei continui distacchi le operazioni di soccorso sono risultate particolarmente difficili e per questo è stato necessario sospenderle fino a questa mattina.Da quanto spiegato dal soccorso alpino è una zona al momento molto instabile, non si sa con certezza quante persone siano rimaste coinvolte e a causa del calar del sole è impossibile proseguire con le ricerche.A rendere difficile le operazioni di soccorso c’è anche la scarsa copertura di rete che rende difficile se non quasi impossibile le comunicazioni tra i soccorritori. Immagine della frana in alta Val Formazza – Nanopress.itGli unici dispersi al momento identificatiL’unica certezza al momento è che ci sono sicuramente due dispersi, un uomo di 41 anni di Nebbiuno e una donna di 31 anni di Borgomanero.La loro identificazione è stata possibile grazie all’auto che è rimasta nel parcheggio da cui iniziano i sentieri, sia i famigliari che gli amici hanno dato conferma che ieri i due dispersi si trovavano nella zona.Al momento non si hanno notizie su altri eventuali dispersi nella zona. Le ricerche riprenderanno non appena le condizioni nella zona permetteranno ai soccorsi di operare in sicurezza. LEGGI TUTTO

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    È morto il boss, Matteo Messina Denaro

    È morto nella notte il boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro dopo che le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi giorni.Matteo Messina Denaro – Nanopress.itEra stato condannato per le stragi di via D’Amelio e di Capaci in cui morirono Borsellino e Falcone, insieme ai loro agenti di scorta. Fu mandante degli eccidi del 1993 nelle città di Firenze, Roma e Milano, e inoltre fu lui a dare il mandato per l’omicidio di Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito.È morto nella notte Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa NostraMatteo Messina Denaro si è spento nella notte dopo giorni di agonia presso l’ospedale dell’Aquila, era l’ultimo stragista rimasto di Cosa Nostra ed era stato arrestato lo scorso 16 agosto dopo 30 anni di latitanza.Già dal momento del suo arresto eravamo venuti a conoscenza che non godeva di ottima salute, e che era in cura per una grave forma di tumore al colon, diagnosticato durante la sua latitanza a fine del 2020.Era stato arrestato il 16 gennaio 2023 e portato al supercarcere dell’Aquila dove è stato sottoposto alle cure di chemioterapia e dove per lui è stata allestita un’infermeria nella cella adiacente alla sua.Messina è stato seguito da una equipe di infermieri e di oncologici dall’ospedale abruzzese ma già da subito si sapeva che le sue condizioni di salute erano gravissime.Durante il periodo di 9 mesi in cui è stato detenuto è stato sottoposto a due operazioni chirurgiche, entrambe dovute a complicazioni nate dal suo cancro.Dall’ultima operazione non si è più ripreso, le sue condizioni sono talmente tanto peggiorate che i medici hanno deciso di tenerlo in ospedale e di non rimandarlo in carcere, ed è rimasto così in un ospedale dell’Aquila all’interno di una stanza di massima sicurezza.Lo scorso venerdì, in base alla sua volontà, e cioè Messina ha scelto di rifiutare l’accanimento terapeutico, gli è stata interrotta l’alimentazione ed è entrato in coma irreversibile.In questi giorni la Direzione sanitaria dell’Asl di competenza ha avviato l’organizzazione alle fasi successive alla sua morte, tra cui la riconsegna della salma alla famiglia.Attualmente la famiglia è rappresentata da Lorenza Guttadauro, nipote e avvocato del boss, e Lorenza Alagna, la figlia.Quest’ultima è stata riconosciuta come figlia del boss solo recentemente, e lo stesso Matteo Messina Denaro ha avuto modo di conoscerla nelle ultime settimane della sua vita.Il loro primo incontro è avvenuto proprio all’interno del carcere di massima sicurezza lo scorso aprile 2023, da allora insieme alla nipote del boss e alla sorella Giovanna sono rimaste accanto a Messina nei suoi ultimi giorni di vita. Il boss Matteo Messina Denaro – Nanopress.itLa cattura di Matteo Messina DenaroIl boss è stato arrestato lo scorso 16 gennaio 2023 dopo 30 anni di latitanza e dopo 30 anni dall’arresto di Totò Riina, avvenuto da parte dei Ros dei Carabinieri.Messina era latitante dal 1993 insieme al padre Francesco che è morto il 30 novembre del 1998 durante il periodo della latitanza nella campagne in provincia di Trapani, precisamente a Castelvetrano, di cui entrambi sono originari.Il figlio Matteo Messina Denaro fece ritrovare suo padre pronto per essere sepolto. Per anni fece pubblicare sul Giornale di Sicilia necrologi e questi furono l’unico segno che era ancora in vita, anche se molti collaboratori di giustizia lo hanno più volte messo in dubbio.Una volta morto il padre e dopo le stragi di Firenze, Roma e Milano, Messina scrisse una lettera alla fidanzata di allora Angela per annunciare la sua fuga.Nel momento in cui decise di partire interruppe ogni collegamento possibile. Venne poi operato in Spagna nel 2000.Fu il mandante di decine di omicidi, delle stragi di Roma, Firenze e Milano, delle stragi di via D’Amelio e Capaci in cui morirono Falcone e la moglie Francesca Morvillo, Borsellino e gli agenti di scorta, in più fu il mandante dell’omicidio di Giuseppe di Matteo il figlio del pentito. LEGGI TUTTO

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    Ritrovato il testamento di Matteo Messina Denaro in un pizzino del 2013

    Peggiorano le condizioni di salute del boss Matteo Messina Denaro, il quale è ricoverato nel reparto per detenuti dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, in coma irreversibile. Trovato il suo testamento all’interno di un pizzino del 2013.Matteo Messina Denaro – Nanopress.itMessina Denaro si trova attualmente in pessime condizioni di salute. I medici, dopo aver deciso di sospendere qualsiasi terapia oncologica, da ieri hanno interrotto anche l’alimentazione parentale.All’interno del testamento, il boss ha affermato di non volere un funerale in chiesa.“Rifiuto ogni celebrazione religiosa fatta di uomini immondi che vivono nell’odio e nel peccato”.Ritrovato il testamento di Matteo Messina Denaro all’interno di un pizzinoRitrovato all’interno di un pizzino risalente al 2013 il testamento del boss Matteo Messina Denaro. Attualmente l’uomo si trova in coma irreversibile, nella cella del reparto per detenuti dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, a causa del tumore al colon. I carabinieri del Ros hanno ritrovato il pizzino all’interno del covo del boss a Campobello di Mazara. Uno dei punti più interessanti delle ultime volontà di Messina Denaro è proprio quello in cui parla del suo rapporto con la chiesa. L’uomo, infatti, specifica chiaramente di non volere un funerale religioso, spiegando di non credere nella figura dei parroci, descrivendoli come “uomini immondi che vivono nell’odio”.Arresto di Matteo Messina Denaro – Nanopress.it“Non sono coloro che si proclamano i soldati di Dio a poter decidere e giustiziare il mio corpo esamine, non saranno questi a rifiutare le mie esequie”.Scrive il boss nel 2013, continuando poi con lo spiegare il suo rapporto con Dio.A tal proposito, l’uomo afferma che il suo rapporto con Dio è personale e senza intermediari terreni, dichiarando che si tratta di un rapporto “spirituale e autentico, non contaminato e non politicizzato”. “Dio sarà la mia giustizia, il mio perdono, la mia spiritualità. Chi come oggi osa cacciare e ritenere indegna la mia persona non sa che non avrà mai la possibilità di farlo perché io non lo consento, non ne darò la possibilità”.Conclude il boss di Cosa Nostra.Le condizioni di salute attuali e l’arrivo della madre in ospedalePeggiora, dunque, la situazione per Matteo Messina Denaro, al quale, da ieri, i medici hanno deciso di sospendere anche l’alimentazione parentale. In particolare, la situazione si è aggravata dopo un forte sanguinamento, seguito da un collasso e dall’occlusione intestinale, la quale è diventata cronica. Attualmente i parametri della pressione e della diuresi sono stabili, ma in ogni caso la situazione appare critica. A tal proposito la madre ultraottantenne si è recata all’Aquila per raggiungere il figlio.“Credo sia la cosa più verosimile. Una madre vuole essere, seppur con grande dolore, vicina al proprio figlio morente”.Ha commentato Enzo Alfano, sindaco di Castelvetrano, luogo di residenza della donna. LEGGI TUTTO

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    Arrestato 17enne accusato di avere stuprato l’ex fidanzata minorenne

    Il 17enne di Vico Equense è stato arrestato con l’accusa di violenze e atti persecutori nei confronti della ex fidanzata minorenne. Minacce durate per mesi, per il giovane che non avrebbe accettato il rifiuto: “Ti sfregio con l’acido”.Napoli, agenti di polizia – Nanopress.itSul caso indagano i carabinieri di Sorrento e Procura del tribunale dei minorenni di Napoli. L’indagato, un giovane di 17 anni che avrebbe reso gli ultimi mesi di vita della sua ex fidanzata un vero incubo, è stato condotto nell’istituto di pena per minori di Nisida.Napoli, arrestato 17enne accusato di avere stuprato la sua ex“Sei monnezza, ti sfregio con l’acido“. Il 17enne arrestato a Vico Equense avrebbe perseguitato la ex fidanzata, dopo che questa notati alcuni comportamenti aggressivi aveva cercato di allontanarsi. Poi lo stupro, denunciato dalla ragazza, oltre alle minacce di morte e ai continui insulti, durati per mese secondo le indagini.Secondo quanto emerso, i comportamenti violenti del 17enne sarebbero scaturiti dal fatto che il ragazzo non volesse accettare la fine della relazione. Negli ultimi 3 mesi sarebbero andati avanti dunque diversi atti di violenza e minacce, rivolte anche in maniera grave verso i familiari della giovane. Sono dettagli che emergono dalle indagini condotte dalla Procura, che ha condotto le investigazioni insieme al Tribunale dei minori di Napoli e ai carabinieri della Compagnia di Sorrento.Per questi motivi è stata emessa la misura cautelare al ragazzo di 17 anni, originario di Vico Equense. Le accuse nei suoi confronti sono atti persecutori, rapina e violenza sessuale. Le indagini infatti hanno evidenziato come la vittima di queste presunte violenze abbia vissuto per molto tempo in uno stato di grande ansia e sotto le costanti minacce di morte dell’ex fidanzato.Le indagini degli investigatoriI pm insieme a Carabinieri hanno raccolto una serie di elementi a carico dell’indagato, per fare luce sugli atti di violenza e minacce. “Sei monnezza, tu e la tua famiglia. Sei un zocc**a, cornuta come tuo padre. Ti uccido, uccido anche tuo padre“. Frasi di questo tipo secondo gli inquirenti sarebbero state rivolte all’ex fidanzatina.  Poi le minacce sarebbero diventate sempre più pesanti: “Ti butto l’acido in faccia così la gente non ti riconosce” e ancora, minacce di morte: “Ti sparo”. Agenti di polizia – Nanopress.itI fatti risalgono allo scorso giugno, luglio e agosto, quando il giovane non aveva pare accettato la fine della relazione con la minorenne. I due erano rimasti insieme per 5 mesi, poi la ragazza dopo una serie di comportamenti violenti avrebbe deciso di chiudere la relazione sentimentale. Comportamenti sfociati poi anche in pretese di atti sessuali senza il consenso della giovane. Ed era proprio dopo questi rifiuti che sarebbero iniziate le minacce, poi rivolti anche ai familiari della minorenne che ne prendeva le parti in difesa.La giudice per le indagini preliminari per i minorenni di Napoli ha disposto la custodia in carcere del 17, sostenendo che all’inizio il ragazzo si era mostrato amorevole e presente nella relazione. Con il passare del tempo per, nei confronti della ragazza erano iniziati i primi comportamenti possessivi e di estrema gelosia. La denuncia era stata presentata nel corso del mese di settembre dalla madre della vittima. La 17enne avrebbe riferito che le minacce e gli atti persecutori avvenivano con cadenza settimanale. Frasi come “Non hai capito che sei solo mia, devi fare cosa ti dico io. Prima o poi ti metto incinta e devi fare quello che ti dico”. LEGGI TUTTO