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    Auto finisce contro i carabinieri durante un controllo a Lamezia Terme, due militari in gravi condizioni

    I militari stavano effettuando un controllo in strada a Lamezia Terme, quando un’altra vettura gli è piombata addosso. Due carabinieri sono stati ricoverati in ospedale. Auto dei Carabinieri – Nanopress.itFerito, in modo non grave, anche il conducente dell’auto che li ha investiti. Sulla dinamica dell’incidente sono in corso le indagini dei carabinieri, ma sembra sia esclusa la volontarietà dell’investimento.Due carabinieri feriti durante un controllo a Lamezia TermeGrave incidente questa mattina in via dei Bizantini a Lamezia Terme, dove due carabinieri sono rimasti feriti in maniera grave dopo essere stati investiti da un’auto. Stando a quanto riferisce l’Ansa, i due militari avevano appena intimato l’alt a una vettura, quando una seconda auto – una Bmw – gli è piombata addosso, ferendoli. I due militari sono stati ricoverati in ospedale, il più grave a Catanzaro e l’altro a Lamezia Terme. La prognosi è riservata, ma i militari non sarebbero in pericolo di vita.Il conducente dell’auto che li ha investiti è rimasto ferito, seppur non in modo grave. Gli stessi carabinieri, che hanno avviato le indagini sull’incidente,escludono che il conducente della Bmw abbia investito volontariamente i colleghi. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco del distaccamento di Lamezia Terme, oltre ai sanitari del 118 con due ambulanze. LEGGI TUTTO

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    Quindicenne bengalese suicida ad Ancona, tra le ipotesi un matrimonio combinato: indagato il padre

    La Procura di Ancona ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. La ragazza è precipitata dal terzo piano di un palazzo ed è morta dopo 3 giorni di agonia in ospedale.Ragazza – Nanopress.itL’iscrizione del padre della vittima nel registro degli indagati è un atto che gli consentirà di partecipare agli accertamenti.Quindicenne morta ad Ancona: la Procura apre un fascicoloLa Procura di Ancona ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio per la morte di una quindicenne bengalese, deceduta dopo tre giorni di agonia in ospedale. La ragazza è precipitata dal terzo piano di un palazzo al quartiere Piano ed è stata ricoverata nel nosocomio del capoluogo marchigiano, dove questa mattina purtroppo i sanitari hanno dovuto constatarne il decesso.Come riferisce l’Ansa, il padre della ragazza è indagato: si tratta di un atto dovuto che gli consentirà di partecipare agli accertamenti. La magistratura sospetta che il gesto della 15enne possa essere legato a problemi familiari, in particolare con il padre, che pare avrebbe voluto riportare la figlia per un periodo in Bangladesh, forse per un matrimonio combinato. LEGGI TUTTO

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    Perché sveniamo è un mistero

    Nella Deposizione dalla Croce, una delle opere più famose e importanti del pittore fiammingo Rogier van der Weyden, la Vergine Maria perde i sensi alla vista del proprio figlio Gesù morto durante la crocifissione. Maria ha una posa simile a quella del figlio e viene sorretta mentre con gli occhi chiusi e le guance rigate dalle lacrime si accascia a terra. È una rappresentazione drammatica di uno degli eventi più importanti della cristianità, ma è anche tra i migliori esempi di un tema iconografico che si sviluppò a partire dal tardo Medioevo quando si diffuse la convinzione che Maria fosse svenuta dopo la crocifissione di Gesù. Nei secoli successivi il tema dello svenimento sarebbe stato ripreso in molti quadri, non necessariamente di carattere religioso, mostrando un particolare interesse per un fenomeno plateale e al tempo stesso misterioso.Ancora oggi le cause e il meccanismo dietro gli svenimenti non sono completamente chiari, anche se una recente ricerca da poco pubblicata sulla rivista scientifica Nature offre qualche nuova prospettiva che potrebbe aiutare a risolvere il mistero. A complicare da sempre le cose c’è il fatto che non tutti gli svenimenti sono uguali e che la loro classificazione può essere difficoltosa.Quello che comunemente chiamiamo “svenimento” è in termini medici una sincope, cioè una perdita di coscienza transitoria le cui caratteristiche principali sono la breve durata e la risoluzione spontanea. In generale la sincope è causata da un minore afflusso di sangue al cervello dovuto a una riduzione della pressione sanguigna (ipotensione), ma possono contribuire altri fattori come problemi cardiaci e nervosi. Chi sta per avere una sincope ha talvolta sintomi che precedono la perdita di sensi vera e propria: giramenti di testa, improvvisa sudorazione, pallore, vista sfocata, nausea e vomito. Nel caso in cui a questi sintomi non segua una perdita di conoscenza si parla di presincope, condizione che non dovrebbe comunque essere trascurata.Si stima che circa il 40 per cento delle persone abbia almeno una sincope nel corso della propria vita, a dimostrazione di quanto sia diffuso un fenomeno che nella maggior parte dei casi non lascia conseguenze. Nonostante la frequenza tra la popolazione, molti aspetti della perdita di conoscenza non sono ancora chiari e ciò è dovuto soprattutto alla grande varietà di situazioni in cui può verificarsi una sincope.Classificare le sincopi è di per sé complicato e a seconda dei manuali di medicina e del lavoro di ricerca dei medici si trovano diverse classificazioni. Secondo la Società europea di cardiologia, una sincope può avere cause: neuromediate (cioè legate alle attività del sistema nervoso), ortostatiche (dovute alla posizione eretta), cardiache o cerebrovascolari. La forma più diffusa, e che comunemente chiamiamo appunto svenimento, rientra nella prima categoria ed è la sindrome vasovagale.Una persona che vive una situazione di forte e improvviso stress emotivo, come nel caso della Vergine Maria di van der Weyden, sviene a causa di una sincope vasovagale. Il presupposto è di solito la bassa pressione sanguigna che può essere determinata semplicemente da come si è fatti o da condizioni ambientali, come una giornata molto calda che porta a una maggiore vasodilatazione per disperdere il calore (i vasi sanguigni si dilatano e di conseguenza diminuisce la pressione a cui circola il sangue al loro interno). Deve poi esserci una causa scatenante che può essere improvvisa, come la visione dell’ago della siringa per un prelievo o un evento spaventoso, oppure crescente come uno stato d’ansia o un attacco di panico.Davanti a una situazione percepita come di pericolo, il nostro organismo si prepara a reagire e come prima cosa fa aumentare il battito cardiaco per rifornire più velocemente l’organismo di ossigeno e altre sostanze attraverso il sangue, ma il cuore non riesce a soddisfare la richiesta perché la pressione sanguigna non è sufficiente. Il nervo vago – uno dei principali canali di comunicazione tra il cervello e i polmoni, il cuore, lo stomaco e altri organi addominali – interviene e fa rallentare la frequenza cardiaca che si riflette in un minore afflusso di sangue al cervello che porta infine alla sincope.Su questo meccanismo già di per sé complicato possono intervenire numerose altre variabili e molti aspetti del fenomeno non sono ancora chiari. La ricerca da poco pubblicata su Nature offre però nuovi importanti elementi per comprendere meglio che cosa succede nel momento in cui interviene il nervo vago, determinando infine la sincope. Il gruppo di ricerca è infatti riuscito ad analizzare le interazioni tra cuore e cervello, superando le ricerche precedenti che si erano invece quasi sempre concentrate su uno dei due, analizzandoli come sistemi isolati.Lo studio è consistito nell’analisi genetica delle cellule di un tratto del nervo vago che ha permesso di identificare alcuni neuroni coinvolti nei processi che portano alla contrazione dei vasi sanguigni. Il gruppo di ricerca ha notato che questi neuroni formano intricate diramazioni intorno ai ventricoli, le due cavità nella parte inferiore del cuore, e sono poi in comunicazione con la postrema, una struttura che si trova nel tronco encefalico alla base del cervello.(Wikimedia)Identificate le strutture e i loro collegamenti, il gruppo di ricerca ha iniziato a fare qualche esperimento in laboratorio sui topi. Come spiega lo studio, hanno stimolato quegli specifici neuroni in vario modo tenendo nel frattempo sotto controllo il battito cardiaco, la respirazione, la pressione sanguigna e i movimenti degli occhi degli animali. Sapendo su quali strutture neuronali intervenire è stato possibile riprodurre in modo molto più accurato le condizioni che portano a una sincope e analizzare i loro effetti sull’organismo.Un topo libero di muoversi e normalmente attivo, per esempio, sveniva in pochi secondi non appena venivano stimolati i neuroni identificati dal gruppo di ricerca. La perdita di sensi era accompagnata da una marcata dilatazione della pupilla e da un movimento verso l’alto e all’indietro del bulbo oculare, un effetto che si osserva spesso anche nelle persone che hanno una sincope. Altri esami hanno permesso di rilevare una riduzione della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca e respiratoria, nonché un ridotto afflusso di sangue verso la testa.Il gruppo di ricerca si è poi chiesto che cosa accade nel cervello quando si ha una sincope, visto che la mancanza delle sostanze portate dal sangue riguarda l’intero encefalo. Ad alcuni topi sono stati applicati elettrodi per rilevare la loro attività neuronale in varie aree del cervello mentre svenivano e si è notato che questa diminuiva praticamente ovunque, tranne che nel nucleo paraventricolare nell’ipotalamo, la struttura che ha tra le sue funzioni principali il controllo del sistema nervoso autonomo. Bloccando l’attività del nucleo, il gruppo di ricerca ha notato che i topi rimanevano privi di sensi più a lungo; una stimolazione permetteva invece di risvegliare rapidamente gli animali che tornavano a comportarsi normalmente.L’ipotesi è che i neuroni identificati dalla ricerca lavorino insieme al nucleo paraventricolare nel regolare le fasi della sincope, dallo svenimento al successivo processo di ripresa di conoscenza e delle attività cerebrali sospese per qualche secondo. Il cervello richiede una grande quantità di energia (glucosio) e di ossigeno portati dalla circolazione sanguigna: in loro assenza i neuroni smettono di funzionare e dopo 2-5 minuti iniziano a morire. La sincope dura molto meno e si risolve di solito entro un minuto, ripristinato il normale afflusso di sangue verso il cervello.La nuova ricerca è un importante progresso nella conoscenza del fenomeno, ma non offre spiegazioni su come quegli specifici neuroni siano stimolati in primo luogo, né spiega il perché della sincope. Che senso ha perdere i sensi quando vediamo il sangue o siamo sottoposti a una situazione di grande stress?Una delle teorie più dibattute sostiene che svenire sia un retaggio evolutivo del fingersi morti, una pratica diffusa tra diverse specie e che può accrescere le probabilità di sopravvivere quando si subisce un attacco da un predatore. A questa teoria è associata quella secondo cui una ridotta pressione sanguigna rallenterebbe la perdita di sangue nel caso di una ferita, aumentando anche in questo caso le possibilità di sopravvivenza. Un’altra teoria ancora ha legato lo svenimento al modo in cui interagivano i gruppi di esseri umani nel paleolitico. Le persone non coinvolte nei combattimenti che svenivano segnalavano che non costituivano una minaccia e avevano maggiori probabilità di sopravvivenza. La paura degli aghi potrebbe derivare da quella per gli oggetti che in un remoto passato potevano causare ferite e sanguinamenti. È una teoria affascinante, ma ancora dibattuta e difficile da confermare.Le teorie formulate nel tempo sono per lo più dedicate alla sincope vasovagale, la più comune e per certi versi misteriosa se confrontata con quelle legate a problemi cardiaci e circolatori. Mentre la prima si verifica di solito come un caso isolato, queste ultime possono essere ricorrenti e rendono quindi necessari esami perché potrebbero essere il sintomo di uno specifico problema di salute. Risalendo alle cause i medici possono prescrivere terapie o cambiamenti di abitudini nello stile di vita, in modo da ridurre il rischio che si verifichino nuovi episodi. Se è vero che quasi sempre la sincope si risolve da sé, lo svenimento può avere altre conseguenze come battere violentemente la testa da qualche parte mentre ci si accascia privi di senso.(Wikimedia)L’invenzione di particolari divani simili alle chaise longue e ai triclini degli antichi Romani in età vittoriana viene spesso attribuita alla necessità di ridurre proprio i rischi delle cadute dovute agli svenimenti, offrendo a chi subisce una sincope un comodo appoggio su cui accasciarsi e riprendersi. Quel tipo di divano viene chiamato “fainting couch”, letteralmente “divano da svenimento”, e divenne effettivamente molto diffuso nel Regno Unito durante il diciannovesimo secolo. Era spesso collocato all’interno delle “fainting room”, camere da svenimento, una stanza solitamente al primo piano delle case dove in sostanza ci si ritirava per fare un pisolino.Non è completamente chiara l’origine dei due nomi legati allo svenimento, ma fu proprio in età vittoriana che nacque lo stereotipo secondo cui le donne perdono facilmente i sensi davanti a una forte emozione. Per diverso tempo si disse che la presunta maggiore frequenza degli svenimenti fosse legata agli stretti corsetti della moda dell’epoca, che non permettevano di respirare bene e di conseguenza potevano portare a una sincope. In realtà non ci sono elementi storici e scientifici per ritenere che questo fosse il caso ed è probabile che quel tipo di divani si diffuse semplicemente per questioni di moda, in un periodo che si rifaceva spesso all’antichità. LEGGI TUTTO

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    Rapina a mano armata in un ufficio postale a Roma, banditi in fuga con 200mila euro

    La rapina è avvenuta questa mattina nell’ufficio postale di via di Grotta Rossa a Roma. Due banditi, armati di pistola, sono entrati nell’ufficio in orario di apertura e si sono fatti consegnare il contenuto della cassaforte e del bancomat.Trucco per saltare la fila alla posta – nanopress.itDopodiché sono fuggiti a bordo di una vettura. Sull’episodio sono in corso le indagini della polizia.Rapina in un ufficio postale a RomaPaura questa mattina per i clienti e i dipendenti dell’ufficio postale di via Grotta Rossa a Roma. Due malviventi, armati di pistola, hanno fatto irruzione nell’ufficio postale e hanno portato via il contenuto del bancomat e della cassaforte. Il bottino si aggirerebbe intorno ai 200mila euro.Dopo aver sottratto il denaro, i due si sono dati alla fuga a bordo di un’auto.Notizia in aggiornamento.  LEGGI TUTTO

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    La donna accoltellata dall’ex a Monopoli è ancora in pericolo di vita: l’uomo arrestato per tentato omicidio

    La vittima, una donna di 35 anni, è stata colpita con diverse coltellate che l’hanno raggiunta al volto e al torace. La donna ha riportato il collasso di un polmone, danni a un occhio e diversi traumi all’addome e al torace. Donna aggredita – Nanopress.itIl suo ex compagno l’avrebbe sorpresa mentre si recava al lavoro, in un negozio ortofrutticolo di Monopoli, e l’avrebbe colpita. L’uomo è stato arrestato poco dopo con l’accusa di tentato omicidio.La donna aggredita a Monopoli è ancora in pericolo di vitaÈ ricoverata ancora in gravi condizioni la donna di 35 anni che – ieri mattina, giovedì 2 Novembre – è stata aggredita in strada dal suo ex compagno, ora in carcere per tentato omicidio. L’aggressione è avvenuta a Monopoli, provincia di Bari. L’ex compagno ha atteso che la vittima scendesse di casa per andare a lavoro, in un negozio ortofrutticolo, e l’ha aggredita con un coltello. La donna è stata raggiunta da diversi fendenti al volto e all’addome.Trasferita d’urgenza al Policlinico di Bari, è già stata sottoposta a diverse operazioni chirurgiche ed è tuttora in pericolo di vita. Ha un drenaggio al polmone collassato e ha riportato danni a un occhio e all’addome. Intanto proseguono le indagini dei carabinieri per ricostruire la dinamica dell’aggressione. L’ex compagno è stato arrestato nell’immediatezza dei fatti e trasferito in carcere. Nelle prossime ore è atteso l’interrogatorio di garanzia. LEGGI TUTTO

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    Uccise il padre della fidanzata, in Appello pena ridotta per l’omicida e i genitori

    Giuseppe Maldarella fu ucciso il 13 luglio del 2019 a Ostuni, in provincia di Brindisi. Il processo per l’omicidio ha visto imputati Lorenzo Moro, 24 anni, fidanzato della figlia della vittima, e i genitori del giovane. Tribunale – Nanopress.itLa Corte d’assise d’appello di Lecce ha escluso le aggravanti della premeditazione per Lorenzo Moro e dei futili motivi per i tre indagati.Ridotta la pena per i tre indagati nell’omicidio di Giuseppe MaldarellaLa Corte d’assise d’appello di Lecce ha condannato alla pena di 14 anni e sette mesi di reclusione Lorenzo Moro e i genitori di quest’ultimo, Cinzia D’Amico e Germano Moro, indagati per l’omicidio di Giuseppe Maldarella, il 44enne ucciso il 13 luglio del 2019 a Ostuni.La vittima era il padre della fidanzata di Lorenzo Moro e pare che la relazione tra i due giovani fosse il movente omicida. Maldarella venne colpito con 28 fendenti, inferti con quattro armi diverse, dopo una violenta discussione in strada. Stando a quanto riferisce l’Ansa, in primo grado la pena per Lorenzo Moro era stata di 24 anni, 22 quella per i genitori. In Appello sono state escluse le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi.La Corte ha anche applicato agli imputati la riduzione della pena prevista dal rito abbreviato, che non era stato concesso in precedenza. La richiesta della Procura, per i tre imputati, era stata dell’ergastolo. LEGGI TUTTO

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    L’Associazione ornitologica americana cambierà il nome di tutte le specie di uccelli intitolate a persone

    L’Associazione ornitologica americana, che si occupa fra le altre cose di standardizzare i nomi inglesi di tutti gli uccelli presenti nel continente americano, cambierà il nome comune di tutte le specie di uccelli intitolate a persone. Tra le principali ragioni di questo cambiamento c’è il fatto che alcuni nomi di specie di uccelli appartengono, per esempio, a proprietari di schiavi che si opposero all’abolizione della schiavitù, o a soldati che commisero atrocità contro i nativi americani: questo secondo l’Associazione ornitologica (l’ornitologia è la scienza che studia gli uccelli) contribuirebbe a escludere certe comunità marginalizzate dalla conoscenza e dallo studio degli uccelli. Il cambiamento comunque non riguarderà il nome scientifico degli uccelli, che è in latino ed è determinato da una serie di regole che prendono in considerazione diversi fattori, fra cui quelli evolutivi.La decisione di cambiare i nomi è stata presa da un comitato istituito appositamente dall’Associazione nel 2022 per studiare la questione. Il processo con cui verranno cambiati i nomi riguarderà inizialmente gli uccelli del Nordamerica, e nei prossimi anni sarà esteso anche a quelli dell’America centrale e meridionale. Nelle intenzioni dell’Associazione i nuovi nomi saranno più descrittivi dell’aspetto fisico, del comportamento o dell’habitat degli uccelli.– Leggi anche: È sbagliato dare a una nuova specie il nome di una persona?L’Associazione ornitologica ha anche fatto sapere che oltre ai nomi dedicati alle persone saranno cambiati anche quelli considerati offensivi. I nuovi nomi saranno scelti coinvolgendo il pubblico, oltre a una commissione di esperti di ornitologia. La decisione ha sollevato anche delle critiche: alcuni la considerano poco utile a promuovere lo studio e la conoscenza degli uccelli e sostengono che il tempo e le risorse economiche che saranno investiti in questa iniziativa avrebbero potuto essere spesi in modo più proficuo.La decisione dell’Associazione ornitologica americana si inserisce in un dibattito che coinvolge anche altre discipline scientifiche: l’Associazione entomologica d’America ha deciso di rivedere i nomi di insetti giudicati offensivi o inappropriati, e alcuni astronomi hanno proposto di cambiare il nome del telescopio spaziale James Webb.– Leggi anche: Se volete chiamare col vostro nome una nuova specie, vi basta vincere un’asta Il rigogolo di Scott, chiamato così in onore di un generale statunitense che supervisionò la deportazione di diverse popolazioni di nativi americani (Wikimedia) LEGGI TUTTO

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    Strage di Alessandria, l’uomo che ha ucciso moglie, figlio e suocera e si è tolto la vita aveva 50mila euro di debiti

    Martino Benzi, l’ingegnere informatico di 67 anni, il 27 settembre scorso ha ucciso la moglie Monica, la suocera e il figlio di 17 anni e poi si è tolto la vita, aveva 50mila euro di debiti con il fisco, come ricostruito dai carabinieri di Alessandria. La casa della tragedia ad Alessandria – Nanopress.itL’uomo aveva lasciato un biglietto in cui diceva di essere disperato.Martino Benzi aveva 50mila euro di debitiL’autore della strage di Alessandria, Martino Benzi, aveva debiti di 50mila euro con il fisco. A ricostruirlo sono stati i carabinieri di Alessandria che stanno indagando sul triplice omicidio avvenuto il 27 settembre scorso. Quel giorno Martino Benzi, ingegnere 67enne, ha ucciso la moglie Monica Berta, 55 anni, il figlio 17enne Matteo e la suocera, Carla Schiffo, 78 anni e poi si è tolto la vita.In un biglietto che Benzi ha fatto ritrovare sul luogo della strage, il killer ha scritto di essere disperato. “Non ho più speranze e la colpa è mia”.Monica Berta – Nanopress.itPochi giorni prima della strage, come riferisce La Repubblica, il 67enne aveva ricevuto una cartella esattoriale con il totale delle tasse non pagate accumulato negli ultimi anni. Pare che i suoi familiari non fossero a conoscenza di questa situazione.Quel giorno Martino Benzi ha accoltellato alla gola il figlio e la moglie, che era appena uscita da una leucemia, e la suocera, prima di togliersi la vita con il coltello utilizzato per il triplice omicidio LEGGI TUTTO