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    Revolut apre la filiale italiana ma a garantire i depositi sarà la Banca della Lituania

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    La fintech Revolut spinge forte sull’Italia. La super app finanziaria, che vanta oltre 50 milioni di clienti a livello globale, ha lanciato la succursale italiana e questo si traduce in iban italiano per i nuovi clienti (ma da gennaio anche i vecchi clienti avranno la possibilità di migrare a un iban italiano anziché lituano). I conti correnti saranno quindi gestiti dalla succursale italiana di Revolut e supervisionati dall’autorità di regolamentazione locale (Banca d’Italia) e dalla Bce.I depositi dei clienti continueranno però a essere coperti fino a 100mila euro dal Fondo di garanzia dei depositi della Banca di Lituania. «Questo passaggio rende la succursale in Italia una banca a tutti gli effetti nel Paese – rimarca il neo general manager della succursale italiana, Nicola Vicino (in foto)». Il principale punto di forza dell’iban italiano è che il conto corrente potrà essere utilizzato per ricevere lo stipendio e pagare bollette o addebiti diretti senza alcuna frizione. Un passo che va nella direzione di «rendere molto più semplice per i clienti sceglierci come la loro banca principale» considerando che stando a uno studio della stessa Revolut quasi la metà degli italiani (46%) ritiene essenziale un iban locale quando sceglie una banca come conto principale. L’altro grande scoglio per Revolut così come per tutte le altre realtà totalmente digitali sarà convincere gli italiani ad accantonare la loro preferenza verso le banche tradizionali e le loro filiali fisiche.La super app fintech, valutata 45 miliardi, sta crescendo a ritmo elevato (tre nuovi clienti al minuto) e questo la porta a stimare di raggiungere i 3 milioni di clienti in Italia nei primi mesi del prossimo anno e i 4 milioni a fine 2025.Quest’anno, i clienti italiani hanno effettuato 300 milioni di transazioni utilizzando Revolut, con un aumento dell’86% rispetto al 2023.Nelle prossime settimane sono attese altre novità. Ignacio Zunzunegui, head of growth Sud Europa di Revolut, ha anticipato che in seguito al lancio degli iban italiani, presto i clienti potranno accedere agli interessi sui depositi tramite un nuovo prodotto. Si tratta di un conto risparmio remunerato con interessi pagati su base giornaliera. Il conto risparmio è già presente in Spagna e vede tassi che vanno dal 2,02% per i conti con piano standard (gratuito) a un massimo del 3,5% per i conti Ultra (45 euro al mese). In agenda anche la possibilità per i clienti di avere le carte di credito. LEGGI TUTTO

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    Bonus condizionatori, ecco come funziona la detrazione

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    Una detrazione fiscale tra il 50% e 70% della spesa sostenuta per l’installazione dei condizionatori.Anche per il 2025 coloro i quali decideranno di acquistare un nuovo condizionatore o sostituire quello vecchio avranno diritto a degli sconti che, attraverso la detrazione fiscale, potrebbero ammortizzare i costi sostenuti sino alla metà dell’importo della spesa.Si va, pertanto, dal 50% sino al 70% in relazione alla tipologia di bonus a cui si associa l’acquisto.Entriamo più nel dettaglio.Attraverso quali bonus accedere allo sconto sui condizionatoriI bonus che danno diritto alla detrazione fiscale per l’acquisto o la sostituzione dei condizionatori sono quattro:bonus mobili.bonus ristrutturazioni.Superbonus.Ecobonus.Occorre, dunque, appoggiarsi ad uno dei bonus edilizi attualmente presenti ma non necessariamente deve essere presente una ristrutturazione. Gli impianti ammessi riguardano:climatizzatori.pompe di calore.deumidificatori.Come anticipato, in relazione al bonus scattano le differenti detrazioni fiscali che possono essere:al 50% rientrando nel Bonus mobili ed elettrodomestici, con una detrazione in 10 quote annuali di pari importo; in questo caso occorre rientrare nel limite massimo dei 5mila euro di spesa previsti per il bonus.al 65% per l’Ecobonus, con una detrazione in 10 quote annuali di pari importo; in questo caso occorre rientrare nel limite massimo dei 96mila euro di spesa previsti per il bonus.al 70% per il Superbonus, con una detrazione in 4 quote annuali di pari importo.Le detrazioni andranno richieste in sede di dichiarazione reddituale, attraverso la presentazione del modello 730, del modello precompilato oppure con il modello persone fisiche.Chi può richiederli e sino a quando A poterne usufruire possono essere sia le persone fisiche che le aziende e, tra queste, ad esempio, gli esercenti , le associazioni professionali, gli enti pubblici e anche i condomini. È essenziale, però, che a richiederlo siano i titolari di diritti reali o personali di godimento sugli immobili.Inoltre, possono usufruire dell’agevolazione anche i familiari conviventi, i coniugi separati, i componenti dell’unione civile e i “more uxorio”. LEGGI TUTTO

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    Cattaneo acquista azioni, ha un portafoglio da 32 milioni

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    Una nuova operazione privata di investimento. Ma soprattutto, un forte segno di credibilità lanciato ai mercati, che testimonia quanto Flavio Cattaneo sia convinto della validità della strategia con cui Enel punta alla crescita sostenibile attraverso solide fondamenta e un equilibrato profilo finanziario. L’amministratore delegato del Gruppo Enel e vicepresidente della controllata spagnola Endesa ha acquistato 150mila azioni Endesa tramite una società da lui interamente controllata (quindi di tasca propria), al prezzo medio ponderato di 21,47 euro per azione. Si è trattato solo dell’ultima di una serie di operazioni attraverso cui l’ad di Enel ha dimostrato di credere nella solidità del gruppo elettrico e nell’orizzonte economico-finanziario triennale da poco illustrato ai mercati con il nuovo piano strategico 2025-2027.Tale convinzione si basa non solo sulle prospettive aziendali future, improntate sulla crescita e sulla creazione di nuovo valore, ma anche sui risultati di equilibrio finanziario raggiunti nel 2024 sotto la guida dello stesso Cattaneo, nominato amministratore delegato del Gruppo a maggio 2023.Prima di questa nuova fase, in Borsa Enel aveva quotazioni di poco inferiori ai 6 euro per azione, attualmente invece sfiora i7 euro. Negli ultimi mesi, il miglior risultato ottenuto è stato il 17 ottobre scorso, a un prezzo di 7,39 euro per azione.La più recente operazione finanziaria del top manager fa seguito a quelle del 19 e del 21 novembre 2024, a loro volta precedute da quelle pre-Capital Markets Day del 31 luglio, dell’1 e del 5 agosto 2023. LEGGI TUTTO

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    Unicredit, incognita russa sulla strada dell’Ops Bpm

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    C’è un’idea che circola fra i legali di una parte e dell’altra nella vicenda dell’Ops che Unicredit ha lanciato su Banco Bpm. Ed è che la posizione di contrasto dell’istituto guidato da Andrea Orcel (foto) alle prescrizioni della Bce, che da tempo chiede l’azzeramento di tutti gli asset in Russia, finisca per frenare l’iter dell’Ops. Al momento, infatti, il banchiere ha in atto una vertenza con Francoforte perché si rifiuta di fare forzature sulle attività dell’istituto con sede a Mosca, dove Gae Aulenti è impegnata con 2,1 miliardi di euro in prestiti e 2,6 miliardi di depositi. Orcel più volte ha precisato che un’uscita accelerata dalla Russia sarebbe di grave danno per l’istituto.Sta di fatto che la questione è arrivata a un livello di tensione significativo con la Vigilanza Ue, con Unicredit che – non abbandonando Mosca, come altri istituti europei hanno fatto a costo di perdere denaro – avrebbe tra l’altro contrariato l’Eurotower con comunicati troppo espliciti su interlocuzioni che solitamente rimangono nel circuito vigilanza-enti vigilati. Una prima sconfitta, per Orcel, è arrivata alla fine di novembre, con il Tribunale Ue che ha respinto la sua richiesta di sospensiva degli obblighi Bce, ma il grosso del ricorso su tempistiche e modalità è ancora in piedi.Sta di fatto che, avendo Unicredit depositato in Consob il prospetto della sua Offerta pubblica di scambio sulle azioni di Bpm, adesso il rischio è che la vicenda irrisolta possa portare l’autorità che vigila sui mercati finanziari italiani a frenare il tutto in attesa che arrivi una schiarita. L’alternativa è che possa comunque dare il via libera, ma con la richiesta di esplicitare rischi e incognite relativi alla questione russa. Infatti, qualora il contenzioso con la Bce arrivasse alle estreme conseguenze, la banca italiana potrebbe essere sanzionata con multe che possono arrivare fino al 10% del fatturato annuale nei casi di violazione più gravi (se così fosse, si tratterebbe di oltre 2 miliardi di salasso).Unicredit potrebbe sperare che, con l’avvento di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, l’orientamento europeo verso la Russia possa cambiare, ma sta di fatto che al momento la banca di Orcel si pone in contrasto perfino con il posizionamento geopolitico di Europa e Italia, che hanno aderito alle sanzioni a Mosca. Aspetto, quest’ultimo, che potrebbe avere una sua rilevanza quando Bce e Consob saranno chiamate a dare il loro via libera all’Ops. LEGGI TUTTO

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    Enel, più investimenti e spinta green. Focus su rinnovabili e reti digitali

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    Enel dà energia al proprio futuro aprendo un nuovo capitolo di crescita. La mossa è diretta conseguenza di un 2024 in cui il Gruppo guidato dall’amministratore delegato Flavio Cattaneo ha registrato una solida performance, che ora fa da rampa di lancio al raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano strategico 2025-2027. In particolare, nell’anno che si avvia alla conclusione, Enel ha completato con successo piano di dismissioni, si è rifocalizzato sui core business e sugli investimenti a più elevata redditività, riducendo al contempo l’indebitamento e creando così le condizioni per una profittevole crescita di lungo periodo.«Le azioni manageriali realizzate nell’ultimo anno ci hanno consentito di raggiungere tutti gli obiettivi comunicati ai mercati e di rafforzare la solidità finanziaria del gruppo: possiamo così aprire un nuovo capitolo di crescita, che creerà ulteriore valore per gli azionisti e tutti i nostri stakeholder», ha comunicato lo stesso Cattaneo. Il top manager ha quindi spiegato che, tra il 2025 e il 2027, Enel si concentrerà «sulle attività core e sull’allocazione flessibile del capitale, aumentando gli investimenti, principalmente in asset regolati con rendimenti prevedibili, che favoriranno al contempo un’accelerazione della transizione energetica». L’amministratore delegato ha quindi indicato i pilastri strategici del nuovo Piano triennale, per il quale gli investimenti totali lordi del gruppo ammontano a circa 43 miliardi di euro, in aumento di circa 7 miliardi rispetto al precedente Piano. Enel prevede di allocare tali investimenti tra le geografie di riferimento in modo proporzionale al relativo contributo all’Ebitda, con circa il 75% in Europa e circa il 25% in America Latina e in Nord America.«Tra il 2025 e il 2027, ci concentreremo sulle attività core e sull’allocazione flessibile del capitale, aumentando gli investimenti, principalmente in asset regolati con rendimenti prevedibili, che favoriranno al contempo un’accelerazione della transizione energetica. Continueremo inoltre a migliorare l’efficienza e la redditività, anche attraverso nuove opportunità di business», ha dichiarato Cattaneo. Questa strategia ha quindi osservato «ci permette di rivedere al rialzo la politica dei dividendi nel periodo di Piano, con un dividendo fisso minimo di 0,46 euro per azione, in crescita rispetto a 0,43 euro del Piano precedente e con un potenziale ulteriore incremento fino a un payout del 70% sull’utile netto ordinario».In particolare, nel Piano 2025-2027 gli investimenti lordi destinati alle reti sono quantificati a circa 26 miliardi di euro, in crescita del 40% rispetto al precedente Piano. Il 78% di essi sarà allocato in Italia e Spagna, Paesi caratterizzati da quadri regolatori favorevoli a incentivare gli investimenti, e circa il 22% sarà allocato in America Latina. Così, il gruppo intende rendere le proprie reti elettriche più resilienti, digitalizzate ed efficienti, con ricadute positive dal punto di vista economico. Si prevede infatti che le reti, così potenziate, contribuiranno per circa il 40% all’Ebitda ordinario di gruppo nel 2027. Nel prossimo triennio, inoltre Enel destinerà circa 12 miliardi di euro alle rinnovabili, con un aumento di capacità pari a circa 12 GW e con un migliorato mix tecnologico composto per oltre il 70% da eolico onshore e tecnologie programmabili quali idroelettrico e batterie. Per il 2027 è stimato il raggiungimento di un totale di capacità rinnovabile installata di circa 76 GW. LEGGI TUTTO

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    Ivass manda in soffitta il sistema bonus-malus

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    Nuovi rincari dei prezzi della Rc Auto. L’ultima rilevazione dell’Ivass mette nero su bianco un balzo del 7,2% dei prezzi effettivi a ottobre rispetto a 12 mesi prima. Il prezzo medio dell’assicurazione auto obbligatoria, arrivato a 416 euro, risulta in ascesa pressochè costante negli ultimi tre anni. L’Ivass mette sotto accusa il sistema Bonus/Malus che negli anni risulta aver perso di efficacia e necessita di essere riformato. Con il passare degli anni si è arrivati ad avere il 90% circa degli automobilisti in Classe 1; questo ha di fatto inceppato il meccanismo che legava la classe al rischio e quindi al costo della polizza. L’istituto di vigilanza presieduto da Luigi Federico Signorini (in foto) ritiene che sarebbe opportuno introdurre un attestato di rischio ampliato e contratti che prevedano, in caso di mancati incidenti, la possibilità per l’assicurato di vedersi riconosciuti parte degli utili guadagnati dalla compagnia grazie al suo comportamento virtuoso.Dai dati dell’Ania emerge che, da inizio 2022 a tutto settembre 2024, il premio medio Rc Auto è cresciuto dell’11%, di meno rispetto al +15,3% dell’inflazione, con il costo dei pezzi di ricambio salito del +14% e i danni alla persona sono stati rivalutati di oltre il 16%. La proposta dell’Ivass di riformare il sistema Bonus/Malus non trova d’accordo Assoutenti che la ritiene una mossa «tardiva e di dubbia efficacia, se non accompagnata da una reale volontà di riformare un mercato ormai dominato da oligopoli e vessazioni nei confronti degli assicurati». Federcarrozzieri, l’associazione delle autocarrozzerie italiane, ritiene invece che il problema delle polizze Rc auto vada risolto puntando sulla mobilità degli assicurati «attraverso anche rimedi drastici come la portabilità delle polizze, al pari di quello che avviene nella telefonia». LEGGI TUTTO

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    Tim, fondi in manovra su quota Vivendi

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    Il fondo Cvc Capital Partners bussa alla porta di Vivendi per l’acquisto della partecipazione che i francesi detengono in Tim: allo stato non ci sono conferme ma nemmeno smentite. Secondo Bloomberg il fondo di private equity britannico con questa mossa andrebbe a creare i presupposti per una successiva acquisizione completa della maggiore tlc italiana. L’indiscrezione diffusa dall’agenzia di stampa ieri pomeriggio ha subito scaldato il mercato. In Piazza Affari il titolo della società guidata da Pietro Labriola è schizzato in avanti, segnando in chiusura di giornata un progresso del 5,7% in area 0,275 euro. Nell’ultimo mese Tim ha guadagnato oltre il 20% risultando il miglior performer dell’intero Ftse Mib. Stando a quanto trapelato, al momento i colloqui per rilevare il 23,75% nel capitale della tlc italiana detenuto da Vivendi sarebbero ancora alle fasi preliminari. Il gruppo transalpino che fa capo a Vincent Bolloré non ha commentato il rumor, così come il fondo inglese. Bloomberg non manca di aggiungere che la partecipazione di Vivendi potrebbe far gola anche ad altri pretendenti. Un eventuale accordo tra Cvc e Vivendi permetterebbe al private equity di diventare il maggiore azionista di Tim, davanti a Cdp che ne detiene il 9,81%. In particolare, il passaggio di consegne della quota di Vivendi rappresenterebbe un primo step di un piano più ampio di valorizzazione degli asset del gruppo italiano. L’intento del private equity britannico sarebbe infatti di vagliare la possibilità di acquisire l’intera Tim e procedere allo scorporo delle varie attività rimaste dopo la cessione della rete. A tale riguardo, stando a quanto risulta al Giornale, Cvc Capital Partners si appresterebbe a chiedere un incontro con il governo italiano per condividere il possibile piano di azione. Anche perché, essendo Tim un asset strategico per il Paese, l’esecutivo può azionare il golden power.Ad oggi la nuova Tim, che è in procinto di cedere anche la controllata Sparkle per una cifra pari a 700-750 milioni a Tesoro e Retelit (l’offerta è attesa entro domani, 18 dicembre), è composta principalmente dal suo core business wireless in Italia, a cui si aggiunge il ramo di servizi alle imprese (che include tutte le attività commerciali, le compagnie digitali Noovle, Olivetti e Telsy e gli asset relativi ai data center) e l’unità brasiliana. Da sola Tim Brasil, quotata alla Borsa carioca, vale ad oggi quanto la sua casa madre (circa 6,1 miliardi di dollari). A livello di redditività, nei primi 9 mesi dell’anno il margine operativo lordo del gruppo (3,3 miliardi) risultava spacchettato esattamente a metà tra business domestico e quello in Brasile. LEGGI TUTTO