Domenico Sottile
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in Economia“Sofidel ‘Regina’ da 4 miliardi”
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Il Gruppo Sofidel controllato dalle famiglie Lazzareschi e Stefani è tra i leader mondiali (sesto nella classifica per dimensioni) nella produzione di carta per uso igienico e domestico. Fondato nel 1966, oggi è presente in 12 Paesi europei e negli Usa (in 11 Stati) con 33 stabilimenti, impiega oltre 8.500 dipendenti, ha una capacità produttiva di 1.850.000 tonnellate l’anno (comprese ST Paper e di CLW Tissue di recente acquisizione) e sotto la guida del ceo Luigi Lazzareschi stima ricavi 2025 di oltre 4 miliardi. Il gruppo opera attraverso quattro linee di business: Consumer Brand e B-Brand, Private Label, Away-From-Home (AFH), Parent Reels (Bobine). Regina è il marchio più noto, presente nella maggior parte dei mercati di riferimento. Altri brand sono Sopalin, Le Trèfle, Hakle, Softis, Nalys, Cosynel, KittenSoft, Lycke, Nicky e Papernet.Dottor Lazzareschi, visti i numeri e il settore in cui operate, non le sembri banale se le chiedo come siete riusciti a mettere insieme questo piccolo grande impero in un tempo relativamente breve se si considera l’inizio dell’espansione?«Siamo senza dubbio una discreta realtà internazionale. La risposta però non ha nulla di travolgente: con tanto lavoro e con tanta passione».Si ritiene più un imprenditore o un manager?«Preferisco sentirmi imprenditore».Da Pracando (Villa Basilica, provincia di Lucca) all’America. Quando inizia la vostra storia?«Nel 1966 con mio padre Giuseppe ed Emi Stefani. Affittarono una piccola cartiera che produceva carta per sacchetti per pane e frutta poi trasformata per fare carta crespata, la prima tipologia di carta per uso igienico e domestico».Ma quando prende forma il processo di espansione internazionale?«Dalla seconda metà degli anni ’90. Il primo investimento fu in Francia ma molto vicino al confine con la Germania».I punti di forza?«L’avere cercato di vedere nel lungo periodo. Inoltre i nostri siti sono stati posizionati in modo da poter ottimizzare la distribuzione dei prodotti in Europa e ora anche in America».Tra i vostri marchi più celebri c’è Regina: i rotoloni che non finiscono.«L’idea nacque nel 1992. Concentrare tanto prodotto in poco spazio si è rivelato utile per noi che produciamo, per il distributore e per il cliente finale».La tv commerciale è ancora fondamentale nella vendita del prodotto?«Sì, ma i budget pubblicitari si sono spostati sempre di più verso il digitale. Su alcuni mercati la nostra percentuale di spesa in ambito digitale è superiore alla tv».Sofidel vanta un modello d’impresa capace di coniugare crescita e rispetto dell’ambiente.«Abbiamo investito per tempo in politiche ambientali perché ci crediamo. Del resto ne siamo ripagati con ritorni importanti».Ad esempio?«Attrazione di talenti, incentivi fiscali, incremento della credibilità e della fiducia, anticipazione delle normative più rigide».Prossimi investimenti?«Gas sintetico, biogas e un progetto in due impianti inglesi dove utilizzeremo l’idrogeno».Asia. Potenziale mercato o temibile concorrente?«Il concetto è molto ampio. La Cina ad esempio è già un mercato molto sviluppato nonché il principale produttore mondiale di carta tissue. Ha un alto potenziale l’India, dove i consumi sono ancora molto bassi ma la mia generazione resterà legata all’Europa e al Nord America».C’è futuro per l’economia europea?«Sì. Anche se molto dello sviluppo dovrà basarsi su transizione energetica e trasformazione digitale».Prevedete un eventuale sbarco in Borsa?«No. Per adesso siamo riusciti a sostenerci con le nostre risorse».E un ingresso nel salotto di Mediobanca?«Siamo un’azienda di provincia». (sorriso ammiccante).Sicché lei conferma che ormai la vera ricchezza industriale dell’Italia sta appunto in tante aziende di provincia.«Sì anche se io non sono mai stato favorevole al detto piccolo e bello. La fortuna italiana si è basata sui distretti industriali oggi un po’ in sofferenza perché le proprietà passano di mano perdendo la loro dimensione territoriale a favore di logiche più globalizzate».Il suo auspicio?«Le piccole aziende diventino grandi».Un consiglio da imprenditore al premier Giorgia Meloni?«Sostenere il processo di internazionalizzazione delle imprese italiane».In che modo la digitalizzazione cambierà il mondo della carta?«La stampa è già stata sostituita dal digitale ma una tipologia di carta che non può essere sostituita è senza dubbio quella per uso igienico e domestico».Il futuro sarà ancora di carta?«Difficile rispondere ma con Regina i sogni non finiscono mai».Crede nella fortuna?«No. Credo nel lavoro. E per il lavoro penso di avere sacrificato una parte importante della mia vita». LEGGI TUTTO
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in EconomiaPensioni, ecco quanto si guadagna con il tasso di rivalutazione
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Ottime notizie per i futuri pensionati italiani: il montante contributivo, ossia la base di calcolo per le pensioni, sarà rivalutato con un tasso di capitalizzazione del 3,6% a partire dal 1° gennaio 2025. Questo dato rappresenta un aumento rispetto al 2,3% registrato l’anno precedente, come comunicato dall’Istat nella nota prot. 2545394/2024 pubblicata sul sito del Ministero del Lavoro. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.Come funziona la rivalutazionePer comprendere il meccanismo bisogna fare una premessa: le pensioni vengono rivalutate ogni anno per adeguarle al costo della vita, basandosi sull’indice medio dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, calcolato dall’Istat. Quest’ultimo comunica i dati al Ministero dell’Economia che emette un decreto in collaborazione con il Ministero del Lavoro. Il documento stabilisce in via provvisoria la percentuale di rivalutazione per l’anno successivo e rende noto il valore definitivo dell’adeguamento per l’anno in corso. Il valore definitivo può differire da quello provvisorio, e in caso di discrepanze, queste vengono conguagliate nell’anno successivo.La perequazione annuaDal 1° gennaio 2025, per i pensionati già in essere al 31 dicembre 2024, le pensioni verranno rivalutate tramite il meccanismo della perequazione annua, basato sull’inflazione, per preservare il potere d’acquisto. Per chi non è ancora in pensione, la rivalutazione del montante contributivo sarà invece legata alla crescita economica. Un’economia in crescita aumenterà il montante, mentre una stagnazione o recessione potrà limitarne l’incremento o causare una riduzione. La percentuale che determina l’importo della pensione, i cosiddetti coefficienti di trasformazione, varia in base all’età di pensionamento (57-71 anni) ed è aggiornata ogni due anni. Per il biennio 2023/2024, i coefficienti sono stati migliorati, rendendo più favorevole il calcolo della pensione.Il tasso di capitalizzazioneL’incremento del tasso, stabilito ai sensi della legge n. 335/1995, segna il terzo rialzo consecutivo dopo il valore negativo del 2021, dovuto agli effetti della pandemia. Si tratta di una delle rivalutazioni più alte degli ultimi anni che raggiunge livelli simili a quelli del 2006 quando si registrò un dato superiore al 3%. La rivalutazione del montante contributivo per il 2024 si basa sul tasso medio annuo composto di variazione del Pil nominale calcolato sui cinque anni precedenti, che è risultato pari a 0,036622 (3,6622%). Questo valore determina un coefficiente di rivalutazione pari a 1,036622, utilizzato per aggiornare il montante contributivo maturato al 31 dicembre 2023.Chi riguarda la misura LEGGI TUTTO
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in EconomiaBerretti su misura per il Made in Italy
Da «casa del diavolo» a tempio dell’alta moda. Palazzo Acerbi, aristocratica dimora milanese di tremila metri quadrati al numero 3 di corso di Porta Romana, perde il pelo ma non il vizio. Cambia vocazione, ma resta o, meglio, torna a essere cornice solenne sotto i riflettori, complice l’investimento milionario appena finalizzato dall’imprenditore veneto Manuel Faleschini.È così che da storica residenza di Ludovico Acerbi – eccentrico gentiluomo che, ai tempi della peste descritti da Alessandro Manzoni ne «I Promessi Sposi», era considerato dai milanesi il demonio in persona per via delle sontuose feste che dava ogni sera, noncurante dell’infuriare del contagio l’indirizzo si prepara a diventare nuova location glamour nel cuore della capitale della moda made in Italy.A segnare la svolta in chiave fashion, l’investimento dal valore top secret di Faleschini. 46 anni, due figli e 36 milioni di euro di fatturato nel 2023, è fondatore e presidente di Waycap, azienda leader in Europa nella produzione di cappelli e cappellini da baseball supportata dal 2019 dal fondo Wise Equity. Con il passaggio del 60% del capitale a Wise Equity, continua l’ascesa. Nel giro di cinque anni l’attività arriva a ruotare oggi attorno alla creazione di 4mila modelli di cappelli, la produzione annua a toccare i tre milioni di pezzi, i dipendenti a sfiorare i 300 (di cui l’85% al femminile), distribuiti nelle tre sedi aziendali (due a Mirano e una in provincia di Padova). Non solo. A formare la clientela, un’ottantina tra le principali maison di moda del mondo, che nella sede di Mirano realizzano le loro collezioni di cappelli. Numeri che rendono l’imprenditore veneto capace in tempi record di trasformare la passione del ragazzino che era negli anni Ottanta – quando «a 16 anni, cucivo e ricamavo a mano cappellini con visiera da baseball per i miei compagni di scuola» – una storia aziendale di successo a molti zeri. Di fatto, proprio attorno a quei cappellini da baseball americano è riuscito a creare il suo impero made in Italy.L’azienda funziona, l’attività aumenta, insieme alle partnership blasonate e al fatturato, che, stando alle previsioni, chiuderà il 2024 a quota 40 milioni di euro. Il risultato? Mentre Waycap tira dritto e vola alto per la sua strada, il suo presidente può permettersi – un po’ in tutti i sensi – di portare avanti in parallelo investimenti e riqualificazioni del calibro di Palazzo Acerbi. Perché non è il primo del genere che fa Faleschini, «e non sarà l’ultimo», come lui stesso anticipa.Il recente acquisto dell’indirizzo o, meglio, dell’intero palazzo milanese tutto stucchi, affreschi, sale e saloni in corso di Porta Romana, ai piedi della Torre Velasca, è il terzo messo a segno dall’imprenditore. Il terzo di una scalata che, a cavallo tra real estate di pregio, riqualificazione all’insegna dell’eleganza e della sostenibilità e conversione nel mondo del lusso, parte nel 2020 con l’acquisizione (niente di meno che) dello storico quartier generale della stilista Krizia. Sempre a Milano, questa volta però in via Manin, nel Quadrilatero, e sempre di tremila mq (metratura che evidentemente piace a Faleschini), l’operazione si chiude a 20 milioni di euro ormai quattro anni fa, mente il progetto vive tuttora. E vive in grande stile.Con un importante lavoro di restauro e riqualificazione, costato la bellezza di 40 milioni di euro, l’ex regno di Krizia è rinato a nuova vita, diventando The Plein Hotel, alias il primo albergo firmato dal fashion designer tedesco Philip Plein. Cinque stelle lusso, 16 suite a tema con sauna e gym private, quattro ristoranti, club, disco lounge e chi più ne ha ne metta. All’insegna del lusso e del divertimento esclusivo, l’albergo ha inaugurato a settembre durante la Fashion Week, proponendosi come nuovo place to be meneghino dal respiro internazionale. Missione raggiunta da Plein e, ancora prima, dal visionario imprenditore veneto. Un’altra. Perché nel 2022, appena due anni dopo l’acquisizione dell’ex Palazzo Krizia, Faleschini è già pronto a lanciarsi in un’altra impresa, accompagnata da un altro investimento milionario. LEGGI TUTTO
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in EconomiaBonus Natale anche per single con figli a carico: come ottenerlo
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Bonus Natale anche per single con figli a carico. Il mese di dicembre porta con sé buone notizie per 4,6 milioni di lavoratori del settore pubblico e di quello privato. Stiamo parlando dei 100 euro netti una tantum che verranno erogati in busta paga assieme alla tredicesima. Inizialmente i soggetti senza coniuge e con prole a carico erano stati esclusi dalla misura, successivamente l’esecutivo ha coinvolto anche questa categoria di persone. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.La platea di beneficiariL’ipotesi iniziale prevedeva 1 milione di beneficiari per risorse pari a 100 milioni di euro, con questo incremento il costo salirà a 225 milioni di euro. A questo proposito Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, ha affermato che “sarà un’ulteriore spinta per i consumi natalizi e un aiuto in più ai contribuenti in un momento sempre particolare dell’anno, quando le spese familiari aumentano”. Le famiglie monogenitoriali sono quindi la modifica importante al decreto omnibus. Il numero due all’economia ha aggiunto: “Viene di fatto eliminato il requisito di avere il coniuge a carico e dunque per avere il bonus basterà avere almeno un figlio a carico”. In quanto al numero di contribuenti, Leo ha specificato: “si passerà da poco più di un milione di contribuenti ad oltre quattro milioni e mezzo”.I redditi medio-bassiIn quanto ai redditi medio bassi, al fine di percepire la misura sarà necessario che il reddito non superi i 28mila euro nell’anno in corso. Inoltre è richiesta la capienza fiscale, ovvero l’imposta lorda sui redditi, quindi l’Irpef, deve essere superiore alla che riguarda i lavoratori dipendenti. Infine non è consentito il cumulo della misura considerando lo stesso nucleo familiare, quindi sarà solo un membro della famiglia a percepire la misura. L’importo di 100 euro viene considerato al netto in quanto, come specificato da Leo: “non concorre alla formazione del reddito complessivo del lavoratore dipendente”. Secondo il viceministro, questo è un intervento che “si affianca ad altre agevolazioni già messe in atto, come la riduzione dell’Irpef e del cuneo fiscale, per sostenere le famiglie e promuovere una maggiore crescita economica”.Come ottenere la misuraAl fine di ottenere il bonus è necessario presentare il datore di lavoro l’autocertificazione in cui si conferma essere in possesso di requisiti richiesti. Inoltre è necessario presentare il codice fiscale del figlio a carico, oppure dei figli se ce ne sono più di uno. Non è prevista una scadenza per i dipendenti del settore privato in quanto l’azienda e il datore di lavoro dovranno definire una deadline che consenta di avere le tempistiche per verificare i requisiti dei richiedenti e elaborare le buste paga. Per quanto concerne il settore pubblico è possibile trovare tutte le informazioni sul portale NoiPa, nell’area privata dedicata. la procedura è completamente automatizzata e bisogna inoltrare il documento di richiesta entro venerdì 22 novembre alle ore 12:00. LEGGI TUTTO
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in EconomiaLa Borsa premia Generali e ora scommette sul Piano
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I risultati del terzo trimestre, giudicati ottimi dal mercato, valgono a Generali un balzo in Borsa del 4,8% a 27 euro, con un picco a quota 27,3, livello che il titolo non vedeva dal 2008. In una giornata di Borsa negativa (-0,48% il FtseMib) e in un periodo di forte instabilità accentuata in Europa dalla nuova era Trump, l’accoglienza della Borsa ai numeri della compagnia risulta particolarmente significativa. In sintesi, nei nove mesi i premi lordi salgono a 70,7 miliardi (+18,1%), guidati da entrambi i segmenti Vita (+23,3%) e Danni (+9,8%). Il risultato operativo è in crescita a 5,4 miliardi (+7,9%) e l’utile netto aumenta del 5% a 3 miliardi, mentre il Solvency Ratio si attesta al 209% (da 220% di fine 2023). Nel trimestre l’utile operativo di 1,67 miliardi (+25%) ha battuto il consensus (1,52). E l’utile netto è stato di 909 milioni (+57%) contro i 767 del consensus.Il gruppo ha battuto le stime del trimestre soprattutto nel ramo danni, sorvegliato speciale degli analisti del settore. Il loss ratio sottostante è migliorato di 240 punti base su base annua e di 180 punti su base sequenziale.Per gli analisti di Citi «questo, insieme a un migliore rapporto costi/premi, è l’elemento trainante e offre un importante slancio verso il nuovo piano triennale», confermato per il 30 gennaio 2025. Della stessa idea anche Goldman Sachs: «Consideriamo il trimestre come un forte risultato in un periodo volatile e crediamo che questo costituisca un buon punto di partenza per il Capital Market Day». Mentre per Morgan Stanley, i risultati «giustificano la valutazione overweight e consentono di guardare al prossimo catalizzatore, ancora più significativo, ovvero il nuovo piano di gennaio, quando il management definirà gli obiettivi pluriennali». Tre giudizi che forniscono il significato «politico» di questa trimestrale, l’ultima prima dell’intero bilancio 2024, la cui approvazione nell’assemblea del prossimo aprile coinciderà anche con il rinnovo triennale dei vertici del gruppo. Ebbene, posto che è ancora presto per parlare di composizione di liste (lo statuto Generali prevede la presentazione di quella del cda uscente), e che non è neanche sicuro che con la nuova Legge Capitali il cda potrà decidere di presentare una lista (visti i numerosi vincoli connessi) è innegabile che con i numeri annunciati ieri il ceo Philippe Donnet si avvicina nel modo migliore alla stagione del rinnovo.Stagione in cui il mercato, per sua natura, mostra di apprezzare stabilità e continuità di gestione. Il tema sarà capire lo stato dei rapporti tra Mediobanca, primo socio di Generali con il 13,1% e storico sostenitore di Donnet, e i gruppi Caltagirone (6,9%) e Del Vecchio (9,9%), che nel rinnovo del 2022 hanno perso la sfida per ribaltare il cda. Ora che l’ingegnere romano e la Delfin sono appena entrati con Banco Bpm nell’operazione Mps, sostenuti dal ministero dell’Economia, resta da capire quali conseguenze ci potranno essere a Trieste e se matureranno le condizioni per una valutazione comune in vista del rinnovo dei vertici della compagnia. LEGGI TUTTO
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in EconomiaEnel acquista 34 centrali idroelettriche in Spagna
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Dopo aver completato le dismissioni e messo sotto controllo il debito, Enel cambia casacca e indossa i panni del compratore, accelerando il passo sul fronte delle energie rinnovabili. Ieri la controllata spagnola Endesa ha firmato un accordo con Corporaciòn Acciona Energìas Renovables, appartenente al Gruppo Acciona e assistita da Lazard, per l’acquisizione dell’intero capitale sociale di Corporaciòn Acciona Hidràulica. L’affare, del valore di 1 miliardo di euro che sarà corrisposto per cassa, è la prima grande acquisizione gestita dal ceo Flavio Cattaneo da quando è alla guida della multinazionale: si tratta, in sostanza, di un portafoglio di impianti composto da 34 centrali idroelettriche, localizzate nel nord-est della Spagna, per una capacità installata complessiva di 626 megawatt che nel 2023 ha generato circa 1,3 terawattora, la maggior parte modulabile. Quest’ultimo aspetto è rilevante perché è una caratteristica che permette di smussare in modo significativo la dipendenza dell’idroelettrico dalla quantità di acqua disponibile. Infatti, centrali di questo tipo sono formate da due bacini, collegati alle turbine da una condotta, che funzionano a doppio senso: l’acqua può scendere dal bacino superiore a quello inferiore, producendo energia, oppure può essere usata l’energia elettrica della rete per pompare l’acqua dal bacino inferiore a quello superiore. Questo permette, al bisogno, nei periodi di bassa domanda di usare l’energia in eccesso per riportare in alto l’acqua e poi, nei periodi di alta domanda, di aprire il rubinetto per aumentare la produzione. LEGGI TUTTO
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in EconomiaModa, prevale la cautela sulla ripresa nel 2025. Dall’intelligenza artificiale una sponda al web
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La ripresa per il settore moda non è dietro l’angolo. Solo il 20% degli executive del settore si aspetta per il prossimo anno un miglioramento delle condizioni stando a quanto emerge dall’indagile annuale The State of Fashion 2025 realizzata da McKinsey & Company e BoF Insights. Il 41% dei top manager ritiene invece che il contesto rimarrà invariato rispetto al 2024, mentre il restante 39% prevede un peggioramento. A determinare questa prevalenza di cauteta è la mancanza di fiducia e di propensione all’acquisto da parte dei consumatori, citata dal 70% degli executive come principale preoccupazione per il prossimo anno. A condizionare lo scenario futuro della moda, un settore che settore che vale 2,5 trilioni di dollari a livello globale, sono una serie di fattori: dalle difficoltà di carattere economico e geopolitico a un cambiamento nel sistema valoriale dei clienti.Dall’indagine emerge che l’80% degli acquirenti prevede per il prossimo anno di destinare alla moda una spesa uguale o inferiore. Il settore, come detto, è alle prese con profondi cambiamenti con una fetta sempre maggiore di consumatori, il 41% a livello globale, che si rivolge ai negozi di «seconda mano» per individuare offerte sui capi d’abbigliamento. LEGGI TUTTO