More stories

  • in

    Mps: “Nessun vantaggio particolare per Delfin e Caltagirone nell’Ops su Mediobanca”

    Ascolta ora

    Il comitato per le operazioni con parti correlate di Mps ha escluso qualsiasi beneficio particolare per Delfin e Caltagirone nell’ambito dell’offerta pubblica di scambio (Ops) su Mediobanca. Secondo quanto emerge dalla documentazione ufficiale della banca senese, le due entità sono state individuate come parti correlate e, dunque, potenzialmente in conflitto di interesse. Tuttavia, l’organo di vigilanza ha accertato che l’operazione è frutto esclusivo della discrezionalità gestionale del management e delle valutazioni del consiglio di amministrazione, senza alcuna influenza da parte di soci rilevanti.L’analisi del comitatoIl comitato ha evidenziato che Delfin e Caltagirone non hanno ottenuto alcun beneficio speciale rispetto agli altri soci di Mps. In qualità di azionisti di entrambe le società coinvolte, avranno semplicemente il diritto di esprimersi sulla convenienza dell’operazione in due momenti distinti: durante l’assemblea di Mps sull’aumento di capitale e nell’ambito dell’offerta pubblica di scambio, decidendo se e in che misura aderire. Questa opportunità, sottolinea il comitato, è disponibile per tutti gli azionisti con partecipazioni in entrambe le società.Razionale strategico e assenza di conflittiDalla documentazione emerge che il comitato ha condiviso il razionale industriale e strategico dell’operazione, ritenendo adeguato il corrispettivo proposto. Inoltre, non sono stati individuati disallineamenti o situazioni potenzialmente lesive per Mps né vantaggi esclusivi per le parti correlate. Il principio della parità di trattamento degli azionisti è stato pienamente rispettato.Trasparenza e governanceElena De Simone e Alessandro Caltagirone, entrambi manager del gruppo Caltagirone, hanno segnalato al consiglio di amministrazione di Mps un potenziale interesse ai sensi dell’articolo 2391 del Codice Civile, che disciplina i conflitti di interesse degli amministratori. Per ragioni di opportunità, entrambi hanno deciso di non partecipare alla votazione sull’operazione Mediobanca.Il processo deliberativo è stato condotto nel rispetto delle esigenze di riservatezza per evitare fughe di notizie che avrebbero potuto compromettere l’Ops. Il comitato è stato coinvolto il 23 gennaio, lo stesso giorno in cui il cda ha deliberato. L’attività istruttoria e valutativa si è basata esclusivamente sulla documentazione fornita dal management di Mps e dai suoi advisor, senza il coinvolgimento di esperti separati per l’analisi finanziaria, economica e industriale.Normativa Consob e requisiti regolatori LEGGI TUTTO

  • in

    Schlein rimandata in politica economica

    Ascolta ora

    Negli ultimi giorni, la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, ha proposto un cambiamento strutturale nel mercato dell’energia, sostenendo la necessità di scollegare il prezzo dell’energia da quello del gas e di creare un “acquirente unico” per abbassare le bollette di famiglie e imprese.La proposta, presentata in diverse interviste televisive, suggerisce che un grande gruppo d’acquisto pubblico possa agire come intermediario per ottenere prezzi più vantaggiosi sul mercato energetico, riducendo così il costo finale per i consumatori. Tuttavia, l’idea avanzata da Schlein solleva alcune perplessità, poiché un meccanismo simile esiste già in Italia.L’Acquirente Unico, una realtà già consolidataIn Italia esiste già uno strumento chiamato Acquirente Unico, una società pubblica interamente controllata dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Questa entità, ricorda “E-Gazette”, ha il compito di acquistare energia elettrica sul mercato all’ingrosso per i clienti domestici e le piccole imprese che non sono ancora passati al libero mercato. Si tratta, dunque, di un organismo già operativo che svolge un ruolo simile a quello proposto da Schlein.La sua creazione risale al 1999, quando il governo guidato dal centrosinistra, con Pierluigi Bersani (uno dei mentori di Schlein) come ministro dello Sviluppo Economico, introdusse riforme per regolamentare il settore dell’energia. Inoltre, nel 2017, fu sempre il Pd, con il governo Renzi e il ministro Carlo Calenda, a spingere ulteriormente per l’apertura del mercato libero dell’energia.Un problema di comunicazione o di strategia?Alla luce di questi fatti, sorge spontanea una domanda: la proposta di Schlein nasce da una mancata conoscenza dell’esistenza dell’Acquirente Unico o si tratta di una strategia per rilanciare un tema che potrebbe essere percepito come prioritario dai cittadini? LEGGI TUTTO

  • in

    Via libera della Commissione UE a 1,1 miliardi di euro per l’occupazione

    Ascolta ora

    La Commissione europea ha approvato, nell’ambito delle norme sugli aiuti di Stato dell’Ue, un programma italiano da 1,1 miliardi di euro destinato a incentivare l’occupazione giovanile e femminile. Il piano, notificato dall’Italia, rientra nel Programma Nazionale Giovani, Donne e Lavoro ed è finanziato attraverso la programmazione europea 2021-2027.Obiettivi del ProgrammaLe risorse complessive del programma sono distribuite su quattro priorità tematiche principali, finalizzate a migliorare l’inserimento lavorativo e la qualità dell’occupazione:1. Facilitare l’ingresso al lavoro dei giovaniL’obiettivo principale è coinvolgere i giovani tra i 15 e i 34 anni, in particolare coloro che si trovano distanti dal mercato del lavoro, come i Neet (Not in Education, Employment or Training) e chi proviene da contesti familiari svantaggiati. Il programma prevede percorsi personalizzati che vanno dall’accoglienza presso gli sportelli regionali all’orientamento e accompagnamento, fino all’offerta di lavoro, apprendistato, tirocinio o formazione. Sarà implementato un tutoraggio mirato alle esigenze delle imprese, con focus su competenze digitali, green, linguistiche, imprenditoriali e civiche.2. Favorire il lavoro delle donne e delle persone in condizioni di vulnerabilitàUn’altra componente chiave del programma è il sostegno all’occupabilità delle donne, in particolare quelle residenti nel Mezzogiorno e disoccupate da almeno sei mesi, oltre alle persone in situazioni di vulnerabilità sociale. Tra i beneficiari figurano donne vittime di violenza, disoccupati di lunga durata, detenuti e persone con disabilità. Il programma offrirà incentivi per l’ingresso nel mondo del lavoro e percorsi di formazione che includano anche servizi di supporto quali assistenza legale, sicurezza, servizi sanitari e psicologici, nonché soluzioni abitative. Le azioni coinvolgeranno anche il Terzo Settore, attraverso partenariati tra attori pubblici, privati e non profit.3. Formare nuove competenze nei settori digitali e della transizione ecologicaIl programma prevede inoltre un ampio investimento nella formazione dei lavoratori, con particolare attenzione alle competenze digitali e green. In questa cornice, il Fondo Nuove Competenze si pone come strumento guida per l’aggiornamento professionale delle lavoratrici e dei lavoratori. Il supporto sarà rivolto alle imprese che hanno avviato, o intendono avviare, processi di riconversione produttiva e necessitano di formare il proprio personale in linea con le nuove esigenze del mercato del lavoro.4. Modernizzare i servizi per il lavoro e le politiche attive LEGGI TUTTO

  • in

    Riforma del fisco locale, ecco cosa cambia

    Ascolta ora

    Dopo una lunga attesa, il decreto attuativo della riforma del fisco locale è prossimo al traguardo. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha annunciato che il testo potrebbe essere portato in Consiglio dei ministri entro un mese. La bozza, articolata in 33 articoli, mira a un doppio obiettivo: incentivare i pagamenti spontanei e rafforzare le procedure di riscossione per i contribuenti inadempienti.Incentivi per i pagamenti spontaneiPer favorire la collaborazione tra cittadini ed enti locali, il decreto introduce misure di adesione agevolata, permettendo ai sindaci e ai presidenti di stabilire sanatorie con riduzioni su sanzioni e interessi. La nuova disciplina prevede anche forme di premialità per chi opta per l’addebito diretto delle somme dovute su conto corrente, con sconti fino al 5% per l’Imu e la Tari.Al fine di migliorare il rapporto tra contribuenti ed enti locali, viene esteso il principio del “contraddittorio preventivo”, già in uso per gli atti dell’Agenzia delle Entrate. Questa misura consentirà un dialogo tra le parti prima dell’emissione di un accertamento fiscale, offrendo un’occasione per risolvere eventuali contestazioni senza ricorrere immediatamente a sanzioni.Maggiore rigore nella riscossioneParallelamente agli incentivi, il decreto introduce una stretta sulla riscossione coattiva. In caso di mancato pagamento di tributi locali come Imu e Tari, i termini per le azioni esecutive verranno ridotti da 180 a 60 giorni, allineando i tempi per chi presenta ricorso e chi non lo fa. Le nuove regole stabiliscono anche che gli enti locali potranno applicare transazioni fiscali sui tributi locali per agevolare i contribuenti in difficoltà economica.Il nodo delle compartecipazioniUn ulteriore pilastro della riforma riguarda il federalismo fiscale e il sistema di compartecipazione ai tributi statali. Per province e città metropolitane, il decreto prevede la sostituzione dell’attuale Rc Auto con una quota di compartecipazione all’Irpef. In ambito comunale, invece, manca ancora una soluzione definitiva per individuare un’entrata sostitutiva in grado di garantire la stabilità finanziaria degli enti locali.Le preoccupazioni dei ComuniIl dibattito tra Comuni e governo rimane acceso, soprattutto in merito ai tagli previsti dalla legge di bilancio. Il sindaco di Napoli e presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi, ha avvertito che “i Comuni a breve non saranno in grado di erogare neanche il livello di servizio che eroghiamo oggi”. Dello stesso avviso il presidente di Ifel e sindaco di Novara, Alessandro Canelli, che ha evidenziato la necessità di una maggiore autonomia finanziaria per i Comuni, ripartendo dall’articolo 119 della Costituzione. LEGGI TUTTO

  • in

    Polizze auto false, come riconoscerle e proteggersi dalle truffe

    Ascolta ora

    I punti chiave

    I truffatori sono sempre in agguato, anche per quanto riguarda le polizze auto. Nel 2024, infatti, circa 1,5 milioni di persone sono state vittime di truffe nel settore delle assicurazioni auto, con danni che superano i 620 milioni di euro. Si tratta di un fenomeno in continua espansione, che colpisce soprattutto i più giovani, contrariamente a quanto spesso si pensa. La domanda, dunque, è come evitare di incappare in queste trappole e proteggere i propri soldi?Scegliere con attenzione la compagnia assicurativaIl primo passo per evitare una polizza falsa è selezionare una compagnia assicurativa regolarmente autorizzata dall’Ivass (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni). Prima di firmare qualsiasi contratto, è fondamentale verificare che l’assicuratore sia ufficialmente registrato presso l’Ivass. Questa operazione può essere facilmente eseguita consultando l’elenco delle imprese assicurative legittime disponibile sul sito dell’Ivass. Se la compagnia non è presente nell’elenco, è consigliabile diffidare e cercare altre opzioni.Diffidare di offerte troppo allettantiLe truffe legate alle polizze auto spesso si basano su offerte con prezzi incredibilmente bassi. Una tariffa che sembra troppo vantaggiosa potrebbe nascondere un inganno. Le polizze RCA sono regolate e una proposta estremamente economica dovrebbe suscitare sospetti. Se un’assicurazione offre sconti significativamente superiori alla media del mercato, è opportuno procedere con cautela e fare delle verifiche approfondite prima di prendere qualsiasi decisione.Controllare la documentazioneLa documentazione relativa alla polizza deve essere chiara, professionale e priva di errori. Se i documenti risultano poco curati, con errori grammaticali o un design disordinato, è probabile che non siano genuini. Le compagnie assicurative affidabili inviano contratti ben strutturati, facilmente leggibili, con tutti i dettagli necessari, tra cui numeri di polizza, data di scadenza e firma ufficiale dell’assicuratore. Qualora qualcosa non fosse chiaro, è importante chiedere spiegazioni dettagliate prima di procedere alla firma del contratto.Pagamento e validità polizzaUn altro segnale di allarme riguarda le modalità di pagamento. Se viene richiesto un pagamento in contante o tramite metodi non tracciabili, senza una ricevuta ufficiale, ci sono buone probabilità che si tratti di una truffa. Le compagnie assicurative serie preferiscono metodi di pagamento tracciabili, come bonifici bancari o carte di credito, che permettono di avere una prova formale del pagamento effettuato. Verificare la validità di una polizza è oggi più facile che mai grazie agli strumenti online. Esistono infatti piattaforme che consentono di controllare se una polizza RCA è regolarmente registrata. Qualora ci siano dubbi sulla validità del contratto, è consigliabile eseguire questa verifica preliminare, evitando così di ritrovarsi con una polizza falsa e i conseguenti rischi legali ed economici. LEGGI TUTTO

  • in

    StM, con l’utile a picco crolla in Borsa del 10%

    Ascolta ora

    Cortocircuito in casa Stm dopo i conti del quarto trimestre 2024. A mandare in tilt il titolo dei chip italo-francesi, che ha perso il 10,7% a 21,21 euro (ai minimi dal 2020), non sono stati però solo gli ultimi numeri di bilancio. A pesare sono state più che altro le previsioni sul primo trimestre, inferiori alle attese degli analisti; la domanda debole prevista nei settori industriali e automobilistico; e una «mancanza di visibilità sul 2025» come ammesso dallo stesso ad Jean-Marc Chery.«La flessione odierna è meno drastica rispetto al crollo del 25 luglio scorso (che ha visto evaporare 4,6 miliardi di euro di capitalizzazione, con un -13%), ma più marcata rispetto al -2,81% registrato dopo la pubblicazione dei conti del terzo trimestre», rileva Gabriel Debach, analista di eToro secondo cui «dopo il downgrade di Barclays con target abbassato a 20 euro e rating declassato a underweight (sottopesare in portafoglio) il mercato sembra sposare questa visione». Per il primo trimestre del 2025 l’attesa è di ricavi netti per 2,51 miliardi di dollari contro una stima media degli analisti di 2,73 miliardi di dollari, secondo quanto riportato da Bloomberg. Per Stm il prossimo «sarà un anno di transizione: è troppo presto per dare visibilità o guidance sul 2025, ma pensiamo che sarà possibile accelerare la nostra crescita nel 2026 e nel 2027», ha spiegato lo stesso Chery. LEGGI TUTTO

  • in

    Mps in roadshow per Mediobanca

    Ascolta ora

    Il ceo di Mps, Luigi Lovaglio (foto), ha concluso ieri a Londra la prima serie di incontri con fondi comuni e investitori istituzionali a cui ha spiegato il senso e la bontà dell’offerta di scambio su Mediobanca. Non vi sono conferme, anzi sono più le smentite, sul fatto che tra i fondi incontrati vi fossero anche gli esponenti di Blackrock, uno dei principali soci istituzionali di Piazzetta Cuccia (possiede il 4,23% del capitale). L’esito degli incontri viene però commentato positivamente da ambienti vicini a Siena. Una conferma di ciò viene del resto anche dal comportamento dei due titoli in Borsa, con Mps che ieri ha chiuso alla pari (-0,1%) e Mediobanca che ha migliorato leggermente (+0,6%). LEGGI TUTTO

  • in

    Generali pronta a smarcarsi sui Btp

    Ascolta ora

    nostro inviato a VeneziaLa spinosa questione Natixis ruba la scena in riva alla Laguna al nuovo piano industriale delle Generali, il quarto a firma Philippe Donnet. All’Investor Day svoltosi ieri a Venezia, il ceo del Leone di Trieste ha cercato a più riprese di liquidare la faccenda, non senza una certa vis polemica. A contribuire a spostare nuovamente il radar sui rischi dell’intesa con i francesi sono state le parole pronunciate dal direttore finanziario del gruppo triestino, Cristiano Borean. Alla domanda se durante l’arco del piano l’ammontare di Btp in pancia a Generali – attualmente di circa 36 miliardi – aumenterà o diminuirà, il cfo non ha colto l’assist per rassicurare, anzi. «La strategia che il gruppo sta perseguendo – ha risposto – è quella di continuare la diversificazione non solo su Btp e titoli governativi, ma sull’intera asset allocation sulle diverse asset class». «Inoltre ha aggiunto Borean – stiamo valutando le ultime evoluzioni della nuova Solvency II che sarà nota credo l’anno prossimo e che permetterà di avere una maggiore comprensione di quale sia l’intensità di capitale richiesta per questo tipo di investimenti».Dal canto suo Donnet ha difeso a spada tratta la joint venture con Natixis, definendola «una fantastica opportunità, unica e trasformativa» relativamente al business del risparmio gestito, che permette di fare un salto in avanti, mantenendo il completo controllo degli asset di Generali. Qui il manager transalpino con passaporto italiano tira fuori dal cilindro due esempi problematici Pioneer e Axa IM, entrambe cedute in toto rispettivamente da Unicredit e Axa per dare maggiore enfasi al fatto che Trieste invece manterrà il 50% della nuova società. «Si fa molta confusione tra il proprietario dell’asset e il gestore dell’asset. La decisione di investimento rimane saldamente in mano a Generali. Anzi, sarà anche meglio rispetto a prima in quanto avremo più controllo sugli investimenti, non daremo mandati di gestione a società terze a cui poi vanno anche pagate le commissioni», ha tagliato corto Donnet. Il quale, incalzato a più riprese su questo tema spinoso – che coinvolge 630 miliardi di risparmi degli italiani – si è mostrato stupito del fatto che nessuno obietti nulla quando alcune casse di previdenza italiane danno mandati di gestione a società americane.«Siamo più forti che mai», ha ribadito più volte il ceo anche in riferimento alla ricanditatura sua e del suo team in vista dell’assemblea di maggio convocata anche per il rinnovo del cda. Il piatto forte del nuovo piano è la maggiore remunerazione dei soci con oltre 7 miliardi di dividendi nell’arco del triennio, cui si aggiungono almeno 500 milioni l’anno di buyback. L’utile per azione è visto segnare un più 8-10% medio annuo con flussi di cassa netti attesi superiori a 11 miliardi (dai 9,5 miliardi del piano 2022-24); prevista una crescita media annua del risultato operativo pari all’8-9% nel settore Danni e del 4-5% nel settore Vita. Gli investimenti su intelligenza artificiale e tecnologia ammonteranno a 1,2-1,3 miliardi, mentre per l’M&A la dote prevista è di 1,5 miliardi. LEGGI TUTTO