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    Condominio: cosa deve fare l’amministratore se c’è l’amianto

    Può ancora succedere che, in un condominio, i residenti o l’amministratore scoprano che alcuni manufatti presenti contengano amianto.Si tratta di una situazione abbastanza delicata considerando che, la normativa in materia, già da molti anni prevede che nel caso in cui venga individuata la presenza di materiali contenenti amianto in un edificio è obbligatorio attivarsi con misure di controllo e gestione del rischio.Qualora ci si trovi in questa situazione, il ruolo dell’amministratore è centrale per attivare tutti l’iter necessario alla messa in sicurezza dell’amianto.Entriamo più nel dettaglio.L’iter e le possibili soluzioniQuando l’amianto sia presente in una residenza privata singola, è il proprietario ad essere obbligato a fare denuncia all’azienda sanitaria competente territorialmente.Nel caso in cui, invece, l’amianto sia presente in un condominio, come scritto in precedenza è l’amministratore che a doverne fare segnalazione. Trattandosi di un obbligo, per effettuare la verifica dello stato dei luoghi, non è prevista l’approvazione dell’assemblea fermo restando, però, l’obbligo dell’amministratore di informare subito l’assemblea dei condomini di quanto sta accadendo.Inoltre, nel caso in cui l’amministratore non proceda a darne immediata comunicazione all’azienda sanitaria competente, rischia di incorrere, nei casi più gravi, in una multa tra i 2500 e i 5mila euro. L’art. 1130 comma 1 n. 4 del codice civile, prevede, difatti che l’amministratore debba “compiere gli atti conservativi relativi alle parti comuni dell’edificio”.Pertanto, l’amministratore può incorrere sia in sanzioni amministrative che sanzioni penali per scorretto smaltimento amianto e per mancato adempimento degli obblighi di legge.Successivamente l’amministratore dovrà procedere con la richiesta, verso ditte specializzate iscritte all’albo nazionale dei Gestori Ambientali, di una verifica e successivo intervento che andrà a stabilire la situazione (ad esempio, se l’amianto si trova in modo compatto o friabile) e la tipologia di rischio.Nel caso in cui l’amianto si trovi all’interno delle parti comuni, le lavorazioni da farsi devono essere deliberate dall’assemblea a maggioranza e i costi ripartiti secondo le quote millesimali. Qualora, invece, la presenza sia in aree ad uso esclusivo di una parte di condomini, la spesa per la bonifica sarà solo a loro carico. LEGGI TUTTO

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    Efficienza alla Musk

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    Conoscere il significato esatto delle parole è un esercizio importante. Perché contribuisce a mantenere la giusta distanza dall’insidia dell’interpretazione. Ho consultato il vocabolario della Treccani per leggere la descrizione del termine efficienza riferito all’economia. Eccola: «L’efficienza è la situazione di massima capacità produttiva, e cioè di costi minori possibili, in un complesso industriale, in un’attività commerciale, eccetera». Ho agito così perché Donald Trump ha nominato Elon Musk segretario per l’efficienza governativa. Efficienza, appunto. Il suo compito sarà tagliare gli sprechi, le spese inutili delle agenzie federali (ristrutturandole) rendendo così più produttivo il motore della macchina pubblica.Il neo presidente degli Stati Uniti ha coinvolto nel governo un imprenditore originale e discutibile ma certamente di grande successo. E lo ha messo nel posto giusto, ad occuparsi di questioni fondamentali, pane quotidiano per chi è alla testa di imprese, in modo particolare nei campi delle tecnologie avanzate. Un consulente strategico per portare nella grande impresa Usa precisi criteri imprenditoriali. Non è semplice smantellare la burocrazia di un governo, tagliare le normative eccessive, ridurre drasticamente le spese. Musk avrà due anni per raggiungere gli obiettivi. LEGGI TUTTO

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    “Sofidel ‘Regina’ da 4 miliardi”

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    Il Gruppo Sofidel controllato dalle famiglie Lazzareschi e Stefani è tra i leader mondiali (sesto nella classifica per dimensioni) nella produzione di carta per uso igienico e domestico. Fondato nel 1966, oggi è presente in 12 Paesi europei e negli Usa (in 11 Stati) con 33 stabilimenti, impiega oltre 8.500 dipendenti, ha una capacità produttiva di 1.850.000 tonnellate l’anno (comprese ST Paper e di CLW Tissue di recente acquisizione) e sotto la guida del ceo Luigi Lazzareschi stima ricavi 2025 di oltre 4 miliardi. Il gruppo opera attraverso quattro linee di business: Consumer Brand e B-Brand, Private Label, Away-From-Home (AFH), Parent Reels (Bobine). Regina è il marchio più noto, presente nella maggior parte dei mercati di riferimento. Altri brand sono Sopalin, Le Trèfle, Hakle, Softis, Nalys, Cosynel, KittenSoft, Lycke, Nicky e Papernet.Dottor Lazzareschi, visti i numeri e il settore in cui operate, non le sembri banale se le chiedo come siete riusciti a mettere insieme questo piccolo grande impero in un tempo relativamente breve se si considera l’inizio dell’espansione?«Siamo senza dubbio una discreta realtà internazionale. La risposta però non ha nulla di travolgente: con tanto lavoro e con tanta passione».Si ritiene più un imprenditore o un manager?«Preferisco sentirmi imprenditore».Da Pracando (Villa Basilica, provincia di Lucca) all’America. Quando inizia la vostra storia?«Nel 1966 con mio padre Giuseppe ed Emi Stefani. Affittarono una piccola cartiera che produceva carta per sacchetti per pane e frutta poi trasformata per fare carta crespata, la prima tipologia di carta per uso igienico e domestico».Ma quando prende forma il processo di espansione internazionale?«Dalla seconda metà degli anni ’90. Il primo investimento fu in Francia ma molto vicino al confine con la Germania».I punti di forza?«L’avere cercato di vedere nel lungo periodo. Inoltre i nostri siti sono stati posizionati in modo da poter ottimizzare la distribuzione dei prodotti in Europa e ora anche in America».Tra i vostri marchi più celebri c’è Regina: i rotoloni che non finiscono.«L’idea nacque nel 1992. Concentrare tanto prodotto in poco spazio si è rivelato utile per noi che produciamo, per il distributore e per il cliente finale».La tv commerciale è ancora fondamentale nella vendita del prodotto?«Sì, ma i budget pubblicitari si sono spostati sempre di più verso il digitale. Su alcuni mercati la nostra percentuale di spesa in ambito digitale è superiore alla tv».Sofidel vanta un modello d’impresa capace di coniugare crescita e rispetto dell’ambiente.«Abbiamo investito per tempo in politiche ambientali perché ci crediamo. Del resto ne siamo ripagati con ritorni importanti».Ad esempio?«Attrazione di talenti, incentivi fiscali, incremento della credibilità e della fiducia, anticipazione delle normative più rigide».Prossimi investimenti?«Gas sintetico, biogas e un progetto in due impianti inglesi dove utilizzeremo l’idrogeno».Asia. Potenziale mercato o temibile concorrente?«Il concetto è molto ampio. La Cina ad esempio è già un mercato molto sviluppato nonché il principale produttore mondiale di carta tissue. Ha un alto potenziale l’India, dove i consumi sono ancora molto bassi ma la mia generazione resterà legata all’Europa e al Nord America».C’è futuro per l’economia europea?«Sì. Anche se molto dello sviluppo dovrà basarsi su transizione energetica e trasformazione digitale».Prevedete un eventuale sbarco in Borsa?«No. Per adesso siamo riusciti a sostenerci con le nostre risorse».E un ingresso nel salotto di Mediobanca?«Siamo un’azienda di provincia». (sorriso ammiccante).Sicché lei conferma che ormai la vera ricchezza industriale dell’Italia sta appunto in tante aziende di provincia.«Sì anche se io non sono mai stato favorevole al detto piccolo e bello. La fortuna italiana si è basata sui distretti industriali oggi un po’ in sofferenza perché le proprietà passano di mano perdendo la loro dimensione territoriale a favore di logiche più globalizzate».Il suo auspicio?«Le piccole aziende diventino grandi».Un consiglio da imprenditore al premier Giorgia Meloni?«Sostenere il processo di internazionalizzazione delle imprese italiane».In che modo la digitalizzazione cambierà il mondo della carta?«La stampa è già stata sostituita dal digitale ma una tipologia di carta che non può essere sostituita è senza dubbio quella per uso igienico e domestico».Il futuro sarà ancora di carta?«Difficile rispondere ma con Regina i sogni non finiscono mai».Crede nella fortuna?«No. Credo nel lavoro. E per il lavoro penso di avere sacrificato una parte importante della mia vita». LEGGI TUTTO

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    Fioccano cedole in Piazza Affari

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    Una pioggia di 7 miliardi in acconto dividendi. È quella che si abbatterà oggi su Piazza Affari con alcuni titoli che staccheranno in anticipo una parte di cedola che sarà pagata l’anno prossimo. L’impatto sul FtseMib sarà dell’1,22% circa, dunque non bisogna preoccuparsi nel caso si osservasse un marcato calo dell’indice nelle battute iniziali.Le società più generose saranno le banche. Intesa Sanpaolo anticiperà circa 3 miliardi (0,17 euro/azione), mentre Unicredit elargirà 1,7 miliardi (0,9261 euro) e Banca Mediolanum 240 milioni (0,37 euro). Significativo anche il monte cedole di Mediobanca (600 milioni, 0,56 euro/azione), di Poste (430 milioni, 0,17 euro/azione) e di Banco Bpm (600 milioni per 0,4 euro/azione). Tra i titoli non finanziari spiccano i 780 milioni di Eni (0,25 euro/azione) e i 280 milioni di Tenaris (0,27 dollari), i 240 milioni di Terna (0,1192 euro) e i 125 milioni di Recordati (0,6 euro).L’anticipo delle cedole dimostra che Piazza Affari è in buona salute. Da inizio anno il Ftse Mib ha registrato una performance migliore dell’indice di riferimento delle azioni europee (l’Eurostoxx 600) con un rialzo del 10% a fronte di un 6% per il benchmark del Vecchio Continente. Molto più dinamico l’S&P500, l’indice di riferimento Usa, che da gennaio ha guadagnato oltre il 25%, grazie all’impennata successiva all’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca.Il futuro è certo radioso per le società che potrebbero essere parte integrante del «Trump Trade» come le aziende dei comparti energetici e le utility o le società di costruzioni perché il tycoon ha sicuramente alle fonti tradizionali. Non è un caso che il giorno successivo all’elezione presidenziali in Italia abbiano festeggiato titoli qualificati come old economy come Tenaris e Buzzi o quelli più coinvolti negli Usa come Prysmian e Diasorin. LEGGI TUTTO

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    Pensioni, ecco quanto si guadagna con il tasso di rivalutazione

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    I punti chiave

    Ottime notizie per i futuri pensionati italiani: il montante contributivo, ossia la base di calcolo per le pensioni, sarà rivalutato con un tasso di capitalizzazione del 3,6% a partire dal 1° gennaio 2025. Questo dato rappresenta un aumento rispetto al 2,3% registrato l’anno precedente, come comunicato dall’Istat nella nota prot. 2545394/2024 pubblicata sul sito del Ministero del Lavoro. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.Come funziona la rivalutazionePer comprendere il meccanismo bisogna fare una premessa: le pensioni vengono rivalutate ogni anno per adeguarle al costo della vita, basandosi sull’indice medio dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, calcolato dall’Istat. Quest’ultimo comunica i dati al Ministero dell’Economia che emette un decreto in collaborazione con il Ministero del Lavoro. Il documento stabilisce in via provvisoria la percentuale di rivalutazione per l’anno successivo e rende noto il valore definitivo dell’adeguamento per l’anno in corso. Il valore definitivo può differire da quello provvisorio, e in caso di discrepanze, queste vengono conguagliate nell’anno successivo.La perequazione annuaDal 1° gennaio 2025, per i pensionati già in essere al 31 dicembre 2024, le pensioni verranno rivalutate tramite il meccanismo della perequazione annua, basato sull’inflazione, per preservare il potere d’acquisto. Per chi non è ancora in pensione, la rivalutazione del montante contributivo sarà invece legata alla crescita economica. Un’economia in crescita aumenterà il montante, mentre una stagnazione o recessione potrà limitarne l’incremento o causare una riduzione. La percentuale che determina l’importo della pensione, i cosiddetti coefficienti di trasformazione, varia in base all’età di pensionamento (57-71 anni) ed è aggiornata ogni due anni. Per il biennio 2023/2024, i coefficienti sono stati migliorati, rendendo più favorevole il calcolo della pensione.Il tasso di capitalizzazioneL’incremento del tasso, stabilito ai sensi della legge n. 335/1995, segna il terzo rialzo consecutivo dopo il valore negativo del 2021, dovuto agli effetti della pandemia. Si tratta di una delle rivalutazioni più alte degli ultimi anni che raggiunge livelli simili a quelli del 2006 quando si registrò un dato superiore al 3%. La rivalutazione del montante contributivo per il 2024 si basa sul tasso medio annuo composto di variazione del Pil nominale calcolato sui cinque anni precedenti, che è risultato pari a 0,036622 (3,6622%). Questo valore determina un coefficiente di rivalutazione pari a 1,036622, utilizzato per aggiornare il montante contributivo maturato al 31 dicembre 2023.Chi riguarda la misura LEGGI TUTTO

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    Berretti su misura per il Made in Italy

    Da «casa del diavolo» a tempio dell’alta moda. Palazzo Acerbi, aristocratica dimora milanese di tremila metri quadrati al numero 3 di corso di Porta Romana, perde il pelo ma non il vizio. Cambia vocazione, ma resta o, meglio, torna a essere cornice solenne sotto i riflettori, complice l’investimento milionario appena finalizzato dall’imprenditore veneto Manuel Faleschini.È così che da storica residenza di Ludovico Acerbi – eccentrico gentiluomo che, ai tempi della peste descritti da Alessandro Manzoni ne «I Promessi Sposi», era considerato dai milanesi il demonio in persona per via delle sontuose feste che dava ogni sera, noncurante dell’infuriare del contagio l’indirizzo si prepara a diventare nuova location glamour nel cuore della capitale della moda made in Italy.A segnare la svolta in chiave fashion, l’investimento dal valore top secret di Faleschini. 46 anni, due figli e 36 milioni di euro di fatturato nel 2023, è fondatore e presidente di Waycap, azienda leader in Europa nella produzione di cappelli e cappellini da baseball supportata dal 2019 dal fondo Wise Equity. Con il passaggio del 60% del capitale a Wise Equity, continua l’ascesa. Nel giro di cinque anni l’attività arriva a ruotare oggi attorno alla creazione di 4mila modelli di cappelli, la produzione annua a toccare i tre milioni di pezzi, i dipendenti a sfiorare i 300 (di cui l’85% al femminile), distribuiti nelle tre sedi aziendali (due a Mirano e una in provincia di Padova). Non solo. A formare la clientela, un’ottantina tra le principali maison di moda del mondo, che nella sede di Mirano realizzano le loro collezioni di cappelli. Numeri che rendono l’imprenditore veneto capace in tempi record di trasformare la passione del ragazzino che era negli anni Ottanta – quando «a 16 anni, cucivo e ricamavo a mano cappellini con visiera da baseball per i miei compagni di scuola» – una storia aziendale di successo a molti zeri. Di fatto, proprio attorno a quei cappellini da baseball americano è riuscito a creare il suo impero made in Italy.L’azienda funziona, l’attività aumenta, insieme alle partnership blasonate e al fatturato, che, stando alle previsioni, chiuderà il 2024 a quota 40 milioni di euro. Il risultato? Mentre Waycap tira dritto e vola alto per la sua strada, il suo presidente può permettersi – un po’ in tutti i sensi – di portare avanti in parallelo investimenti e riqualificazioni del calibro di Palazzo Acerbi. Perché non è il primo del genere che fa Faleschini, «e non sarà l’ultimo», come lui stesso anticipa.Il recente acquisto dell’indirizzo o, meglio, dell’intero palazzo milanese tutto stucchi, affreschi, sale e saloni in corso di Porta Romana, ai piedi della Torre Velasca, è il terzo messo a segno dall’imprenditore. Il terzo di una scalata che, a cavallo tra real estate di pregio, riqualificazione all’insegna dell’eleganza e della sostenibilità e conversione nel mondo del lusso, parte nel 2020 con l’acquisizione (niente di meno che) dello storico quartier generale della stilista Krizia. Sempre a Milano, questa volta però in via Manin, nel Quadrilatero, e sempre di tremila mq (metratura che evidentemente piace a Faleschini), l’operazione si chiude a 20 milioni di euro ormai quattro anni fa, mente il progetto vive tuttora. E vive in grande stile.Con un importante lavoro di restauro e riqualificazione, costato la bellezza di 40 milioni di euro, l’ex regno di Krizia è rinato a nuova vita, diventando The Plein Hotel, alias il primo albergo firmato dal fashion designer tedesco Philip Plein. Cinque stelle lusso, 16 suite a tema con sauna e gym private, quattro ristoranti, club, disco lounge e chi più ne ha ne metta. All’insegna del lusso e del divertimento esclusivo, l’albergo ha inaugurato a settembre durante la Fashion Week, proponendosi come nuovo place to be meneghino dal respiro internazionale. Missione raggiunta da Plein e, ancora prima, dal visionario imprenditore veneto. Un’altra. Perché nel 2022, appena due anni dopo l’acquisizione dell’ex Palazzo Krizia, Faleschini è già pronto a lanciarsi in un’altra impresa, accompagnata da un altro investimento milionario. LEGGI TUTTO

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    Bonus Natale anche per single con figli a carico: come ottenerlo

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    I punti chiave

    Bonus Natale anche per single con figli a carico. Il mese di dicembre porta con sé buone notizie per 4,6 milioni di lavoratori del settore pubblico e di quello privato. Stiamo parlando dei 100 euro netti una tantum che verranno erogati in busta paga assieme alla tredicesima. Inizialmente i soggetti senza coniuge e con prole a carico erano stati esclusi dalla misura, successivamente l’esecutivo ha coinvolto anche questa categoria di persone. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.La platea di beneficiariL’ipotesi iniziale prevedeva 1 milione di beneficiari per risorse pari a 100 milioni di euro, con questo incremento il costo salirà a 225 milioni di euro. A questo proposito Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, ha affermato che “sarà un’ulteriore spinta per i consumi natalizi e un aiuto in più ai contribuenti in un momento sempre particolare dell’anno, quando le spese familiari aumentano”. Le famiglie monogenitoriali sono quindi la modifica importante al decreto omnibus. Il numero due all’economia ha aggiunto: “Viene di fatto eliminato il requisito di avere il coniuge a carico e dunque per avere il bonus basterà avere almeno un figlio a carico”. In quanto al numero di contribuenti, Leo ha specificato: “si passerà da poco più di un milione di contribuenti ad oltre quattro milioni e mezzo”.I redditi medio-bassiIn quanto ai redditi medio bassi, al fine di percepire la misura sarà necessario che il reddito non superi i 28mila euro nell’anno in corso. Inoltre è richiesta la capienza fiscale, ovvero l’imposta lorda sui redditi, quindi l’Irpef, deve essere superiore alla che riguarda i lavoratori dipendenti. Infine non è consentito il cumulo della misura considerando lo stesso nucleo familiare, quindi sarà solo un membro della famiglia a percepire la misura. L’importo di 100 euro viene considerato al netto in quanto, come specificato da Leo: “non concorre alla formazione del reddito complessivo del lavoratore dipendente”. Secondo il viceministro, questo è un intervento che “si affianca ad altre agevolazioni già messe in atto, come la riduzione dell’Irpef e del cuneo fiscale, per sostenere le famiglie e promuovere una maggiore crescita economica”.Come ottenere la misuraAl fine di ottenere il bonus è necessario presentare il datore di lavoro l’autocertificazione in cui si conferma essere in possesso di requisiti richiesti. Inoltre è necessario presentare il codice fiscale del figlio a carico, oppure dei figli se ce ne sono più di uno. Non è prevista una scadenza per i dipendenti del settore privato in quanto l’azienda e il datore di lavoro dovranno definire una deadline che consenta di avere le tempistiche per verificare i requisiti dei richiedenti e elaborare le buste paga. Per quanto concerne il settore pubblico è possibile trovare tutte le informazioni sul portale NoiPa, nell’area privata dedicata. la procedura è completamente automatizzata e bisogna inoltrare il documento di richiesta entro venerdì 22 novembre alle ore 12:00. LEGGI TUTTO