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Mps-Mediobanca, la scalata può partire


Una data cruciale del risiko bancario italiano è arrivata. Oggi l’assemblea dei soci di Banca Mps sarà chiamata a votare sull’aumento di capitale a servizio dell’Offerta pubblica di scambio lanciata su Mediobanca. Gli umori della vigilia, da parte di Rocca Salimbeni, sono particolarmente inclinati all’ottimismo circa l’approvazione. Il conto è presto fatto: dal momento che soci forti come Delfin (la cassaforte degli eredi Del Vecchio) e il gruppo Caltagirone che insieme pesano per circa il 20% voteranno a favore, a questi si sommeranno il 9% diviso tra Bpm e Anima e l’11,7% nelle mani del ministero dell’Economia e delle Finanze. Ci sono stati, inoltre, gli endorsement di investitori istituzionali come le Fondazioni (1,5%), Algebris (1%), Enpam (2%), Inarcassa (3%), Norges Bank (2,6%) e Pimco (1,5%).

Il totalizzatore dei cosiddetti voti sicuri è oltre la soglia del 52%, che nel caso di un’affluenza stimata tra il 70 e il 75% garantirebbe di per sé il raggiungimento della soglia dei due terzi del capitale necessaria per dare il via libera all’operazione Mediobanca. A maggior ragione se si considera il fatto che l’azionariato di Siena è per la gran parte costituito da investitori istituzionali (il retail è inferiore al 10%) che si appoggia alle indicazione dei proxy advisor. Se anche una fetta minoritaria di questi dovesse dare ascolto a Glass Lewis (che ha caldeggiato di votare «sì») e non a Iss (che si è espressa contro), allora l’aumento di capitale sarebbe approvato con ampio margine. Vedono questa prospettiva anche gli analisti di Equita che, facendo riferimento all’elevato numero dei soci che si sono già apertamente detti a favore, sostengono che l’approvazione dell’aumento di capitale «è altamente probabile».

Intanto ieri, su indicazione della Consob, l’istituto guidato da Luigi Lovaglio e presieduto da Nicola Maione ha integrato la documentazione depositata a supporto dell’assemblea dei soci di oggi. Siena, confermando l’obiettivo di detenere una partecipazione pari ad almeno il 66,67% dei diritti di voto di Mediobanca, ha aggiunto che gli organi della banca di Rocca Salimbeni non hanno ad oggi (14 aprile, ndr) assunto alcuna decisione «in relazione alla determinazione di una eventuale sotto-soglia irrinunciabile ai fini dell’efficacia dell’Offerta».

Se l’aumento dovesse passare, infatti, allora i riflettori si sposterebbero sulle intenzioni dei grandi soci di Piazzetta Cuccia. Uno di questi è senz’altro Mediolanum, a cui fa capo il 3,49% dell’isituto guidato da Alberto Nagel. Incalzato nel corso dell’assemblea dei soci di Mediolanum, ieri il numero uno Massimo Doris ha detto che finora non c’è ancora stata alcuna discussione in cda: «Adesso stiamo a vedere se l’aumento di capitale sarà approvato dall’assemblea di Mps. Dovrebbe passare.

Poi una volta che sarà approvato, ci sarà la presentazione del prospetto con le date dell’operazione», ha detto il ceo, «stimo ancora qualche mese, per cui avremo tutto il tempo per discuterne e decidere».

Intanto, sul fronte di un’altra Ops – quella di Bper sulla Popolare di Sondrio – ieri l’ad Mario Alberto Pedranzini ha avviato il roadshow per presentare il nuovo piano industriale al 2027.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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