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Caso Almasri, Parlamento fermo fino a martedì. La Russa: “Un attacco a Meloni”

Lo scontro tra governo e opposizioni per il caso del comandante libico Almasri blocca il Parlamento. I lavori delle aule di Camera e Senato, su decisione delle conferenze dei capigruppo, sono sospesi fino a martedì 4 febbraio, in segno di protesta per una mancata rapida informativa sulla vicenda che vede indagata per peculato e per favoreggiamento la premier Meloni, insieme ai ministri Nordio e Piantedosi e al sottosegretario Mantovano. “Qualcuno verrà” a parlare in Aula, taglia corto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Intanto il presidente del Senato Ignazio La Russa parla di un “attacco al presidente del Consiglio”. E ai cronisti che gli chiedono di commentare il caso dice: “Se c’è uno scontro? Senz’altro con chi ha fatto l’esposto si!”. Risponde il diretto interessato, l’avvocato Luigi Li Gotti (che ha denunciato Meloni): “Non dedico un secondo a quanto La Russa ha detto. Sono stato per oltre venti anni sotto minaccia di Totò Riina che voleva la mia morte, figuriamoci se mi preoccupo di queste parole anche se arrivano dalla seconda carica dello Stato. Per me sono qualificabili a livello di un fiato” (CHI È ALMASRI – PERCHÉ L’ITALIA LO HA SCARCERATO). 

Le opposizioni: “Meloni venga a riferire in Aula”

A scatenare la protesta delle opposizioni e lo stop ai lavori parlamentari è stato il rinvio dell’informativa sul caso dei ministri Nordio e Piantedosi. Si chiede adesso, come fa ad esempio la leader dem Elly Schlein, che sia la stessa Meloni a presentarsi in Aula per “dire la verità al Paese”. Il sottosegretario di +Europa Riccardo Magi fa invece notare come “i ministri Salvini e Santanchè hanno riferito in Parlamento anche su materie sulle quali erano in corso indagini nei loro confronti, è inaccettabile che il governo si rifiuti di riferire”. Giuseppe Conte va all’attacco: “Sapete quante volte sono stato denunciato nel periodo Covid” mentre “lavoravo giorno e notte per proteggere il Paese?”. 

Meloni: “Andiamo avanti”

La presidente del Consiglio tira dritto: “Il nostro impegno per difendere l’Italia proseguirà, come sempre, con determinazione e senza esitazioni”. E per prepararsi alla difesa davanti al Tribunale dei ministri nomina come unico legale per lei e per gli altri membri del governo Giulia Bongiorno, senatrice della Lega ed ex ministra della Pa, già legale di Berlusconi e di Salvini 

Il vertice su Libia e migranti

Intanto Meloni, quasi a rimarcare l’importanza del dossier libico per la sicurezza nazionale italiana, nel pomeriggio del 29 gennaio presiede un vertice a Palazzo Chigi per discutere del forte aumento di sbarchi del mese (intorno al +80% sullo stesso periodo del 2024). Per il governo la causa è il vuoto di potere apertosi su parte della costa della Tripolitania, da cui sono partite decine e decine di imbarcazioni verso Lampedusa. Si punta a stringere accordi con Bangladesh e Pakistan, Paesi di provenienza di gran parte dei migranti arrivata in Italia in questa prima parte del 2025.

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