Il fondo Cvc Capital Partners bussa alla porta di Vivendi per l’acquisto della partecipazione che i francesi detengono in Tim: allo stato non ci sono conferme ma nemmeno smentite. Secondo Bloomberg il fondo di private equity britannico con questa mossa andrebbe a creare i presupposti per una successiva acquisizione completa della maggiore tlc italiana. L’indiscrezione diffusa dall’agenzia di stampa ieri pomeriggio ha subito scaldato il mercato. In Piazza Affari il titolo della società guidata da Pietro Labriola è schizzato in avanti, segnando in chiusura di giornata un progresso del 5,7% in area 0,275 euro. Nell’ultimo mese Tim ha guadagnato oltre il 20% risultando il miglior performer dell’intero Ftse Mib. Stando a quanto trapelato, al momento i colloqui per rilevare il 23,75% nel capitale della tlc italiana detenuto da Vivendi sarebbero ancora alle fasi preliminari. Il gruppo transalpino che fa capo a Vincent Bolloré non ha commentato il rumor, così come il fondo inglese. Bloomberg non manca di aggiungere che la partecipazione di Vivendi potrebbe far gola anche ad altri pretendenti. Un eventuale accordo tra Cvc e Vivendi permetterebbe al private equity di diventare il maggiore azionista di Tim, davanti a Cdp che ne detiene il 9,81%. In particolare, il passaggio di consegne della quota di Vivendi rappresenterebbe un primo step di un piano più ampio di valorizzazione degli asset del gruppo italiano. L’intento del private equity britannico sarebbe infatti di vagliare la possibilità di acquisire l’intera Tim e procedere allo scorporo delle varie attività rimaste dopo la cessione della rete. A tale riguardo, stando a quanto risulta al Giornale, Cvc Capital Partners si appresterebbe a chiedere un incontro con il governo italiano per condividere il possibile piano di azione. Anche perché, essendo Tim un asset strategico per il Paese, l’esecutivo può azionare il golden power.
Ad oggi la nuova Tim, che è in procinto di cedere anche la controllata Sparkle per una cifra pari a 700-750 milioni a Tesoro e Retelit (l’offerta è attesa entro domani, 18 dicembre), è composta principalmente dal suo core business wireless in Italia, a cui si aggiunge il ramo di servizi alle imprese (che include tutte le attività commerciali, le compagnie digitali Noovle, Olivetti e Telsy e gli asset relativi ai data center) e l’unità brasiliana. Da sola Tim Brasil, quotata alla Borsa carioca, vale ad oggi quanto la sua casa madre (circa 6,1 miliardi di dollari). A livello di redditività, nei primi 9 mesi dell’anno il margine operativo lordo del gruppo (3,3 miliardi) risultava spacchettato esattamente a metà tra business domestico e quello in Brasile.
L’interesse di Cvc, che in Italia è già presente detenendo il controllo di società quali Recordati e La Piadineria, arriva nel bel mezzo della riorganizzazione predisposta dal conglomerato francese, che ha appena scorporato Canal+, Havas e Louis Hachette. Vivendi anche nel recente passato ha vagliato varie opzioni su Tim, tra cui la vendita della partecipazione.
Cvc non più di due anni fa aveva anche bussato direttamente a Tim per rilevare una quota di minoranza della nuova divisione Enterprise, valutata ai tempi 6 miliardi di euro, ma la tlc declinò l’offerta ritenendola troppo bassa.