Alle battute finali il dossier Sparkle. In Piazza Affari il titolo Tim ha accolto con favore il mini-rinvio di quarantotto ore, chiesto dai potenziali acquirenti, per la presentazione formale dell’offerta per la società dei cavi sottomarini. La tlc guidata dall’ad Pietro Labriola, che attualmente controlla il 100% di Sparkle, è stata informata dai potenziali acquirenti – ossia il Ministero dell’economia e Retelit – che completeranno le attività necessarie a presentare un’offerta entro il prossimo 18 dicembre, ovvero due giorni dopo la scadenza pattuita.
Tim ha precisato che aspetterà l’arrivo dell’offerta offerta per «avviare il relativo processo di valutazione e decisione». Indicazioni che hanno fatto scattare gli acquisti sul titolo, risultato ieri il migliore del Ftse Mib con un +2,7% a 0,26 euro, che suggella un ultimo mese avanti tutta (quasi +20%) che ha riportato il titolo della tlc sui massimi da marzo. Il mercato vede avvicinarsi il concretizzarsi della cessione di Sparkle, un’operazione da 700 milioni di euro che nei mesi scorsi aveva subito diversi slittamenti. Inizialmente era in campo solo il Tesoro che poi è stato affiancato da Retelit, controllata italiana del fondo Asterion Industrial Partners, con l’iniziale deadline del 15 ottobre poi spostata in avanti di due mesi. Ieri riflettori puntati anche sull’importante cda di Open Fiber, chiamato alle ultime limature per sbloccare le nuove risorse necessarie per dare fiato all’operatività del gruppo. In particolare, il tassello chiave su cui si è raggiunta una convergenza è l’aumento di capitale da poco più di un miliardo di equity.
I due soci della società della rete in fibra – Cdp con il 60% e il fondo australiano Macquarie con il 40% – si impegneranno a sottoscrivere la ricapitalizzazione, probabilmente suddivisa in più tranche, che a cascata andrà a sbloccare il via libera da parte del pool di banche a nuovi finanziamenti per 1,1 miliardi con scadenza 2029.