Monte dei Paschi non sarà più obbligato a richiedere un’autorizzazione preventiva alla Bce per distribuire i dividendi. Questa decisione, scaturita dall’esercizio Srep 2024 (che le principali banche italiane hanno superato brillantemente), segna un importante passo avanti per l’istituto guidato dall’ad Luigi Lovaglio. La Bce ha fissato il requisito minimo di Cet 1 per il 2025 all’8,78%. Al 30 settembre 2024, Monte dei Paschi vantava un Cet 1 del 18,4% e un total capital ratio del 21,7%, valori che superano ampiamente i requisiti minimi richiesti. Per Intesa Sanpaolo (in foto il ceo Carlo Messina), la Bce ha fissato un livello minimo del coefficiente Cet 1 al 9,89%, in lieve aumento rispetto al 9,32% dello scorso anno. Tale incremento è attribuibile all’introduzione della riserva di capitale per il rischio sistemico, pari allo 0,52%. La banca, però, si colloca ampiamente sopra questa soglia, con un Cet 1 al 13,9%, che sale al 15,2% su base pro forma. Anche Unicredit ha superato agevolmente i requisiti Srep, con un livello minimo di Cet 1 fissato al 10,27% per il 2025, rispetto al 10,03% richiesto per il 2024. Il Cet 1 fully loaded di Unicredit si attesta al 16,13%, ben al di sopra della soglia minima.
Banco Bpm, con un requisito minimo di Cet 1 del 9,18%, che al 30 settembre
2024 vantava un Cet 1 al 15,48%. Infine, la Banca Popolare di Sondrio si conferma tra gli istituti più solidi, con un requisito minimo di Cet 1 fissato all’8,93% a fronte di un Cet 1 fully phased al 16,34% a fine settembre.