Mediobanca ha riportato risultati solidi per il primo trimestre dell’esercizio 2024-2025, conclusosi il 30 settembre. I ricavi si sono attestati a 864,6 milioni di euro, in linea con lo scorso anno, ma lievemente sotto le attese degli analisti che avevano previsto 884 milioni. L’andamento complessivo ha beneficiato di una crescita significativa delle commissioni, in aumento del 29% a 231 milioni di euro, che ha compensato il calo delle attività di trading e la riduzione del contributo di Generali.
Focus su Wealth Management e Corporate and Investment Banking
Le divisioni di Wealth Management e Corporate and Investment Banking (CIB) sono state i principali motori di crescita del gruppo. Nel Wealth Management, le commissioni sono aumentate del 14,9% raggiungendo i 124,4 milioni di euro. Anche il CIB ha registrato un progresso significativo, con ricavi in crescita del 30% a 183,4 milioni, grazie anche al consolidamento di Arma Partners. La raccolta netta del Wealth Management ha toccato i 2,6 miliardi, il doppio rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.
Calo del contributo di Generali
Il contributo di Assicurazioni Generali è diminuito rispetto all’anno precedente, scendendo da 138,4 a 105,4 milioni di euro. La riduzione è legata a risultati non operativi meno brillanti e a un calo del segmento Danni. Nonostante ciò, Mediobanca è riuscita a mantenere sotto controllo il rapporto cost/income al 43%, e le rettifiche su crediti sono risultate migliori delle attese, a 67,2 milioni.
Solida Posizione Patrimoniale e Buyback Avviato
L’utile netto del trimestre si è attestato a 330 milioni, superando le aspettative del consenso di 319 milioni. Il gruppo ha confermato la solidità patrimoniale con un Cet1 ratio cresciuto al 15,4%. Mediobanca ha avviato un piano di buyback per un totale di 385 milioni, approvato dalla BCE e destinato a concludersi entro giugno 2025.
L’ad Nagel: «Pronti a cogliere le opportunità»
«L’obiettivo prioritario per questo esercizio è un forte potenziamento delle piattaforme distributive fisiche e digitali tale da consentire una crescita robusta e sostenibile dei ricavi di tutti i business oltre l’arco del piano, pur in un contesto macro differente. Mediobanca è pronta a cogliere le opportunità dello scenario dei prossimi mesi, grazie al posizionamento favorevole nel contesto di tassi in calo, affrontando la volatilità del contesto con la sua gestione prudente dei rischi», ha dichiarato l’ad Alberto Nagel. Relativamente all’M&A «guardiamo anche in Italia», ha specificato sottolineando che «nella componente di Wealth Management puntiamo a diventare un leader in Italia e poi all’estero». L’interesse è «nella componente di wealth management e distribuzione, noi puntiamo innanzitutto a diventare leader in Italia e poi all’estero», ha proseguito precisando che «se ci sono opportunità distributive di fascia medio alta, le guardiamo tutte, sono tutte situazioni che monitoriamo».
Reazione del Mercato e Outlook per l’Esercizio
Dopo la presentazione dei risultati, Mediobanca ha registrato una flessione del 7,2% sul FtseMib, principalmente a causa di aspettative non completamente soddisfatte riguardo al margine di interesse. Il gruppo ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il margine di interesse, ora previsto stabile rispetto all’anno precedente, a differenza di una crescita stimata in precedenza tra l’1% e il 3%. Tuttavia, sono confermati i target sull’utile per azione (+6-8%) e sulla crescita dei dividendi. Nagel ha spiegato che la “temporanea” riduzione del margine di interesse è legata ad «azioni mirate a favorire la crescita ricorrente futura» e agli «spread ai minimi storici nel segmento corporate e nei mutui». Piazzetta Cuccia ha quindi privilegiato la crescita delle masse, anche con campagne promozionali come quella di Mediobanca Premier, sacrificando la redditività sul breve periodo per raccoglierne i frutti in un secondo momento. «Noi oggi abbiamo la priorità di far crescere i total financial asset – ha rimarcato l’ad evidenziando che «non aveva senso fare impieghi a bassa marginalità».
Mediobanca, ha concluso, preferisce «attendere la ripresa degli spread creditizi e questo si assocerà a un maggior contributo di Compass nella seconda parte dell’anno, quando la maggior parte del suo passivo si sarà rifinanziato a costi inferiori».