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    Tim, Labriola vince ai punti e torna a parlare di dividendi

    Un’altra nube si dissipa sopra al cielo di Tim. Ieri l’assemblea dei soci ha votato a larghissima maggioranza la lista del consiglio d’amministrazione, con la conferma del ceo Pietro Labriola che ora potrà proseguire con l’ultimo miglio dell’operazione-rete con il fondo Kkr. Si è astenuto come da promessa il primo azionista Vivendi, contrario alla cessione […] LEGGI TUTTO

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    Cinque ragioni per investire: perché conviene essere “rialzisti”

    Nel complesso, nonostante di recente i vari indici del mercato azionario abbiano raggiunto livelli storicamente elevati, c’è chi ritiene che i fondamentali e il contesto macroeconomico siano ancora solidi per le azioni, anche se non sono da escludere temporanee fasi di volatilità dovute a eventi economici o geopolitici e all’incertezza legata alle elezioni negli Usa. La selettività sarà fondamentale, ma non manca chi ostenta ottimismo, come nel caso dei commenti diffusi da Capital Group.Il dominio delle megacap tecnologiche ha indotto a interrogarsi sulla sostenibilità della fase rialzista dei mercati azionari, soprattutto negli Stati Uniti. “A nostro avviso – sostengono da Capital Group – anche tenendo conto delle ultime impennate, le valutazioni complessive non sembrano eccessive. Dopo essersi avvicinati ai minimi, gli utili aziendali globali hanno messo a segno un rimbalzo e potrebbero registrare un ulteriore miglioramento nel prossimo futuro. Inoltre, il rallentamento dell’inflazione e il calo dei tassi di interesse potrebbero creare un contesto estremamente favorevole. Anche se non è da escludere una certa volatilità legata agli utili, alle elezioni, al ritmo dei tagli dei tassi di interesse o agli eventi geopolitici, riteniamo che le azioni si trovino in una posizione privilegiata”.Ci sono cinque ragioni per essere ancora rialzisti, guardando soprattutto al mercato americano.1. Le aziende in utile trascinano le loro azioniLa stagione degli utili è stata un successo in tutto il mondo. Al primo posto c’è senza dubbio il produttore di chip Nvidia che ha annunciato ottimi dati sulla crescita degli utili e un incremento della capitalizzazione di mercato di 277 miliardi di dollari USA. Meta si è classificata seconda, con un risultato netto che dimostra tutta l’efficacia delle misure di contenimento dei costi avviate un paio di anni fa. Secondo i dati raccolti da FactSet, il tasso misto di crescita degli utili delle società nel settore IT dell’indice S&P 500 sarebbe salito del 22,7% su base annua. Le valutazioni di queste società sono elevate ma non eccessive. Secondo alcuni analisti c’è spazio per investire ancora.2. Le valutazioni delle azioni USA non sembrano eccessiveA prima vista le valutazioni di alcuni settori dell’indice S&P 500 possono sembrare costose, ma non sembrano eccessive rispetto alle aspettative. La crescita degli utili avrà un ruolo cruciale rispetto alla sostenibilità dell’attuale trend rialzista delle azioni, mentre nello scorso decennio grande impulso è giunto dall’espansione dei multipli e dal contesto caratterizzato da tassi di interesse estremamente ridotti. Anche il contesto economico degli Stati Uniti rimane favorevole, con un soft landing che appare più probabile di una recessione. I dati sull’inflazione più elevati del previsto pubblicati a gennaio hanno suscitato perplessità in merito alla data in cui la Fed potrebbe iniziare a tagliare i tassi. Tuttavia, finché la crescita degli utili continuerà a essere in linea con le aspettative o superarle e finché il mercato del lavoro rimarrà solido, le azioni statunitensi non dovrebbero avere problemi.3. Le società globali offrono un buon valoreMolte società europee e asiatiche hanno raggiunto un’ottima quota di mercato in settori quali semiconduttori, aerospaziale, farmaceutico e beni di lusso. Anche le aspettative di tassi più bassi in vari mercati non statunitensi possono rappresentare un fattore di slancio per le azioni globali. Il Giappone – il mercato azionario globale che ha realizzato i rendimenti migliori al mondo da inizio anno (al 29 febbraio) stando all’indice MSCI Japan – sta attirando l’attenzione grazie alle riforme del mercato azionario e della corporate governance attese da tempo. Nel frattempo, mercati emergenti come India e Messico potrebbero beneficiare della ricostruzione delle filiere globali, in quanto i loro nuovi hub produttivi sviluppano smartphone, automobili, elettrodomestici ed elettronica per computer.4. I Magnifici 7, ma non soloNonostante i rendimenti da capogiro realizzati nel 2023, i Magnifici 7 appaiono meno straordinari su un orizzonte temporale leggermente più lungo. Nei due anni che vanno da inizio 2022 a tutto il 2023, solo uno dei Magnifici 7 è risultato tra le società dell’indice S&P 500 con i rendimenti migliori, a causa dei forti ribassi registrati nel 2022. E con la ripresa della crescita degli utili nei settori non tecnologici, un insieme più diversificato di società potrebbe attirare l’attenzione degli investitori. Per ridurre il rischio di concentrazione del portafoglio, un programma di “asset allocation” potrebbe preferire una maggiore diversificazione mediante una riduzione dell’esposizione complessiva alle società tecnologiche e alle azioni statunitensi. LEGGI TUTTO

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    Armani apre a Piazza Affari: “La quotazione è un’opzione”

    L’idea che Armani finisse prima o poi in Borsa era già circolata lo scorso novembre dopo la pubblicazione del documento successorio datato 2016, ma adesso per la prima volta il numero uno della fashion house italiana ha lasciato intendere che l’opzione Borsa o quella di una fusione con un altro gruppo sono una possibilità reale.«La quotazione non è ancora stata discussa, ma è un’opzione che potrebbe essere presa in considerazione, speriamo in un futuro lontano», ha detto lo stilista piacentino in un’intervista a Bloomberg organizzata in vista del suo novantesimo compleanno, che sarà il prossimo 11 luglio.L’imprenditore, secondo Forbes la terza persona più ricca d’Italia con un patrimonio di 11,3 miliardi di euro, non aveva mai affrontato pubblicamente l’argomento, nonostante nelle carte in mano allo studio notarile di Milano incaricato di delineare la successione abbia lasciato precise disposizioni ai suoi eredi sia per quanto riguarda l’eventuale debutto in Piazza Affari sia in caso di fusioni con altre realtà.Gli analisti stimano che in caso di Ipo il valore della società si aggiri intorno ai 5-7 miliardi, somma che secondo Bloomberg ed Equita potrebbe lievitare fino a 10 miliardi nell’eventualità futura di un’Opa o di uno spin-off. Moltiplicare la capitalizzazione potrebbe essere un obiettivo alla portata del gruppo, come del resto insegna la storia di altri player del lusso, Moncler su tutti.Collocamento azionario a parte, alla vigilia dei 50 anni di esistenza l’azienda si prepara inevitabilmente a un passaggio di consegne che lo stesso fondatore avrebbe preparato nei minimi dettagli, fornendo anche un’ampia finestra temporale (cinque anni dalla sua morte) ai suoi eredi prima di poter procedere con tutte le operazioni finora mai concretizzate. LEGGI TUTTO

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    Standard&Poors premia l’Italia: confermato il rating BBB

    In base alle tabelle pubblicate questa sera sul sito dell’agenzia Standard&Poors, l’Italia ha mantenuto il giudizio BBB con outlook stabile. Un risultato che premia il governo, impegnato a operare in uno scacchiere internazionale geopolitico particolarmente complesso. Non ci sono solo tensioni in Medio Oriente, infatti, a influire sulla macro economia globale ma anche un momento storico in cui la crescita economica generale è al di sotto della media storica. Un risultato certificto dal fondo monetario internazionale che delinea uno scenario di rara difficoltà.Standard&Poors è stata la prima agenzia a emettere il suo verdetto, seguiranno Fitch il 3 prossimo maggio e Moody’s il 31 maggio. La conferma del rating da parte di Standand&Poors certifica che la situazione economica dell’Italia non è critica: una sconfitta per quanti, dall’insediamento di questo governo, hanno scommesso sulla debacle economica. Secondo le proiezioni del Fondo menetario internazionale, infatti, l’economia italiana crescerà dello 0.7% nel 2024 e della stessa percentuale nel 2025. Numeri pià che positivi che segnano una ripresa del Paese dopo anni complessi anche grazie alle politiche messe in campo nell’ultimo anno e mezzo dall’esecutivo Meloni. La crescita italiana sarà sullo stesso livello di quella francese, anch’essa prevista sullo 0.7% nel 2024, e sicuramente maggiore rispetto a quella tedesca, ferma allo 0.2%. LEGGI TUTTO

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    Netflix, stop ai dati sugli abbonati. E l’azienda crolla a Wall Street

    Nonostante la crescita ottenuta nel primo trimestre 2024 con un boom di nuovi abbonati pari a 9,3 milioni, in pratica quasi il doppio da quanto ipotizzato dagli analisti (4,8 milioni), Netflix perde tantissimo nel premercato di Wall Street, in termini percentuali il -6,5%. Il crollo del titolo è motivato dal fatto che gli analisti bocciano in blocco la scelta dell’azienda di streaming di smettere di comunicare, dal 2025, i dati sul numero di abbonati e quali sono i ricavi medi per ogni utente concentrandosi soltanto su altri numeri che riguardano flussi di cassa, ricavi complessivi e i margini operativi.”Deluderanno il pubblico”La notizia trapelata nelle ultime ore ha gettato una sorta di ombra su un titolo che è cresciuto del 76% negli ultimi sei mesi, la quarta migliore performance dell’indice “S&P 500” in quel periodo. Le azioni Netflix sono scese di quasi il 5% nella giornata di giovedì. “Sospettiamo che una riduzione delle informazioni possano deludere il pubblico”, ha dichiarato Jason Bazinet di Citigroup al Wall Street Journal. Già da tempo Netflix sta cercando di convincere gli investitori a concentrarsi di meno sui numeri che riguardano la crescita degli abbonati perché si tratta di un numero “estremamente imprevedibile” che la stessa azienda fa fatica a prevedere al meglio. Già alla fine del 2022 aveva annunciato che non avrebbe più fornito proiezioni trimestrali sul numero degli abbonati dopo che per tre anni di seguito queste proiezioni erano inferiori a quanto preventivato da Wall Street. Anche in quel periodo, le azioni di Netflix crollarono dopo un numero elevato di report negativi.La nota dell’aziendaDopo le polemiche in seguito a questa decisione, la società ha fatto sapere che continuerà ad annunciare “quando supereremo delle soglie significative in termini di abbonati”. L’obiezione di alcuni esperti del settore è legittima: vuoi vedere che dietro la scelta di non comunicare più i nuovi abbonati c’è l’idea che un servizio di streaming con quasi 270 milioni di membri paganti potrebbe avere difficoltà a trovare lo stesso numero di spettatori nel prossimo futuro? Negli ultimi 4 anni i nuovi fedelissimi delle serie tv e dei contenuti offerti da Netflix sono stati più di 100 milioni, numeri elevatissimi che prima o poi arriveranno a un fisiologico plateau, una specie di “tetto” finale. LEGGI TUTTO

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    Investire sulle rinnovabili: quattro criteri e tre rischi a cui stare attenti

    La transizione energetica oltre che guidare il nuovo orizzonte di vita dei Paesi sviluppati – a partire dall’Europa che ha scelto di essere capofila di questo nuovo paradigma – è un pezzo importante di tutto il movimento Esg, cioè di quell’attenzione alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance che caratterizza le nuove relazioni tra imprese, consumatori e investitori. In questo contesto le tecnologie rinnovabili, e il loro potenziale di riduzione delle emissioni di carbonio, sono state spesso caratterizzate da false speranze. Soprattutto dopo l’apertura di nuove centrali a carbone in molti Paesi emergenti (cosa che contraddice gli sforzi dei Paesi più “virtuosi” oggi, ma che hanno usato a piene mani le fonti non rinnovabili di energia nel passato), la penetrazione dei veicoli elettrici è stagnante in Europa e negli Stati Uniti, le emissioni globali di CO2 sono aumentate dell’1,1% nel 2023 e il riscaldamento globale ha superato 1,5 gradi Celsius nel 2023, per la prima volta nell’arco di un intero anno.Una recente analisi elaborata da Comgest suggerisce comunque di guardare all’accelerazione che comunque hanno avuto le energie rinnovabili negli ultimi cinque anni.Nel 2023, si stima che siano stati aggiunti 507GW di capacità elettrica rinnovabile, pari a 2,5 volte il quantitativo aggiunto nel 2019. Anche la spesa per i veicoli elettrici è in aumento, con 13,5 milioni di veicoli elettrici venduti nel 2023, rispetto a soli 2 milioni nel 2019. Una delle ragioni principali dell’accelerazione è che la tecnologia, i costi e la capacità sono ora a portata di mano dopo molti anni di sviluppo industriale. L’energia solare ed eolica possono generare elettricità a un costo inferiore rispetto a quella termica, e i loro prezzi continuano a scendere. Oggi la produzione di elettricità da fonti rinnovabili può essere economicamente competitiva senza sovvenzioni.In questo contesto anche l’investitore retail può avere ragioni solide per insistere nelle scelte di sostenibilità, anche nell’orizzonte finanziario.QUATTRO FATTORI DI SCELTAEsistono molteplici approcci agli investimenti Esg. A seconda dei valori che si coltivano e delle attese che si covano. La decisione, in ogni caso, è personale. In sintesi ecco quattro fattori di scelta che possono orientare gli investimenti in funzione Esg LEGGI TUTTO

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    Criptovalute, occhio ai vostri investimenti: 3 fattori di rischio (e 5 consigli)

    Il pendolo sulle criptovalute continua a oscillare, tra la nuova frontiera dell’investimento finanziario e la terra incognita ricca di rischi più che di opportunità. In questi giorni dalla Borsa di Hong Kong – quindi prima grandezza nel mercato della finanza internazionale – è venuto un segnale di attenzione, che segue di poche settimane quello lanciato dalla Sec, l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza delle borse valori. In entrambi i casi si è dato il via libera agli Etf spot su Bitcoin ed Ethereum, due delle principali criptovalute in circolazione.Gli Etf spot su Bitcoin obbligano i fondi autorizzati ad emetterli a detenere la criptovaluta vera e propria e permettere agli investitori di comprare azioni che rappresentano una parte della quantità di Bitcoin detenuta dal fondo. Insomma, un atterraggio nella realtà di una valuta che resta “eterea” per definizione. Un ulteriore passo verso la convergenza tra finanza tradizionale e digitale.Sono passati 15 anni dal lancio di Bitcoin (la prima criptovaluta generata) nel 2009 e il suo valore rispetto al dollaro ha superato ogni aspettativa, arrivando a toccare nel 2021 i 69mila dollari di valore per un singolo Bitcoin. Oscillazioni drammatiche di prezzo e valore hanno reso il Bitcoin e i suoi fratelli (e sorelle) ancora un mondo incerto. Ma i segnali di Hong Kong e New York avvicinano le ipotesi di investimento anche per i soggetti più cauti (ma un po’ di rischio è inevitabile).In Italia (e in tutta Europa) ancora non è possibile comprare Etf spot di Bitcoin. Questo perché per la regolamentazione dell’Unione Europea un ETF Ucits compliant centrato sul Bitcoin non soddisfa i requisiti chiave Ucits, il marchio di garanzia di qualità dell’Unione europea.Questo non significa che non esistano strumenti per esporsi parzialmente agli andamenti del mercato di Bitcoin. Gli investitori italiani ed europei hanno già modo da tempo di esporsi a Bitcoin e altre criptovalute grazie agli Exchange Traded Product (ETP), prodotti che replicano fedelmente l’andamento del sottostante. L’investitore, al contrario di quanto accade con gli ETF, non possiede indirettamente una quota degli asset del fondo, ma possiede un titolo di debito e non come titolo azionario.In Europa ci sono al momento circa 130 ETP su criptovalute, a cominciare da Bitcoin ed Ethereum, quotati su diverse borse europee come Euronext Amsterdam o Euronext Paris. Manca all’appello la Borsa Italiana, ma dal 2019 gli investitori italiani possono fare trading su questi ETP su criptovalute solo se il broker o la piattaforma di trading a cui ci si affida offrono la possibilità di farlo.Dove comprare criptovalute?Ma il mondo delle criptovalute richiede prudenza e attenzione. Innanzitutto, dove comprarle?Esistono gli exchange (come Binance)e i broker di criptovalute (es. eToro)Gli exchange sono nati appositamente per detenere e scambiare criptovalute, con tutti i servizi offerti che ruotano interamente intorno a esse. Qui molto spesso si ha la possibilità di metterle a rendita ricevendo discrete percentuali d’interesse annuo, partecipare al lancio di nuove crypto e moltissime altre cose che dipendono dalla piattaforma in questione. I broker invece solitamente permettono l’acquisto di CFD (contratti per differenza) ma non della criptovaluta stessa (fanno eccezione piattaforme come eToro dove le cripto sono reali). Ciò significa che, comprando un CFD di bitcoin, si avrà un titolo che permetterà di replicare guadagni o perdite dell’asset sottostante, ma nulla più.A questo punto per comprare criptovalute in Italia è necessario seguire questi passaggi:Scegliere un broker o un exchange di criptovalute.Creare e verificare il proprio account.Depositare dei fondi da investire.Effettuare il proprio ordine di criptovalute.Scegliere dove conservare le criptovalute.Fattori di rischioPrima di tutto, è bene sottolineare che ogni investimento, di qualunque natura, porta con sé una serie di rischi di cui l’investitore dovrebbe tenere conto. Per quanto riguarda le criptovalute ci sono specifici fattori di rischio: LEGGI TUTTO

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    Il frutto dell’attesa

    Prendi quello che guadagni con il sudore della fronte, poi ne prendi una percentuale e la investi nel lavoro di altre persone». Herbert Wertheim, 79 anni, è un miliardario autodidatta e, secondo le stime di Forbes, ha un portafoglio da 2,3 miliardi di dollari. La sua fortuna deriva da una vita di prudenti investimenti fai-da-te. Il suo successo testimonia il potere dell’interesse composto e della resilienza dell’innovazione americana in mezzo secolo. Nato a Filadelfia alla fine della Grande Depressione, Wertheim è figlio di immigrati ebrei fuggiti dalla Germania nazista.Wertheim studiò fisica e chimica nella Marina prima di lavorare nell’aviazione navale. Fa il suo primo investimento a 18 anni. «Ciò che è più importante per me -racconta- è conoscere qual è il capitale intellettuale, su cui poter contare, di chi governa l’azienda su cui investo. E poi, se ti piace qualcosa a 13 dollari per azione, dovrebbe piacerti a 12, 11 o 10 dollari». Se, prosegue Wertheim, «un’azione continua a diminuire, ci credi e fai le tue ricerche, e ne compri di più. Stai costruendo un affare migliore. Il mio obiettivo è comprare e quasi mai vendere. LEGGI TUTTO