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Salva Milano, Sala: “Prese distanze ma non è una resa”. Bardelli si dimette dopo inchiesta

“Ho ritenuto un atto dovuto prendere le distanze dal Salva Milano, ma non è una resa”. Lo ha detto il sindaco del capoluogo lombardo Giuseppe Sala, nell’aula del Consiglio comunale. Pochi minuti dopo il suo intervento, ha formalizzato le proprie dimissioni l’assessore alla Casa Guido Bardelli: le sue chat private con l’ex dirigente comunale arrestato Giovanni Oggioni sono finite nelle inchieste della Procura sull’urbanistica. Il messaggio di Sala è al Parlamento: ora, con il disegno di legge che sembra naufragato al Senato, dovrà legiferare in altro modo o comunque trovare una soluzione per sbloccare l’edilizia a Milano. Mercoledì scade il termine per la presentazione degli emendamenti e non tutti hanno abbandonato il ddl. A partire dal leader di Forza Italia Antonio Tajani, che ha rimarcato ancora che bisogna “andare avanti”.

Il messaggio di Sala al Parlamento

“Ho ritenuto un atto dovuto prendere le distanze dal Salva Milano ma non è una resa”, ha rivendica Sala in aula. “D’ora in poi – ha aggiunto – ci metteremo in attesa per capire cosa il Parlamento vorrà fare e lo faremo senza intervenire”. Il sindaco di Milano nell’ultimo anno ha rimarcato più volte la necessità di approvare il prima possibile il ddl, ma “a questo punto non aprirò più bocca sul tema”, ha spiegato. E ha ribadito che in 12 mesi la politica non è riuscita a fare una norma, bloccata tra molte polemiche politiche e divisioni soprattutto nel centrosinistra. A chi chiede cosa succederà ora, Sala ha rimandato al Parlamento. Le leggi che governano la materia urbanistica sono del 1942 “di difficile interpretazione. Il Parlamento non può evitare di prenderne atto – ha spiegato il sindaco –.La materia è male regolamentata, come è possibile che Milano possa applicare le regole per oltre 10 anni e solo dopo essere fermata?”.

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Le proteste

Intanto, fuori da Palazzo Marino Fratelli d’Italia ha chiesto le dimissioni del sindaco con un flashmob in piazza della Scala. Le “sue dimissioni sono l’unico Salva Milano”, era lo slogan. Della questione ha parlato anche il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini: “Milano non può rimanere ostaggio dei problemi della sinistra a Palazzo Marino. Io sto aspettando che il Comune mi dica da ministro competente cosa posso e devo fare sul tema casa, perché ci sono migliaia di famiglie in difficoltà e l’edilizia a Milano è ferma”.

Le dimissioni di Bardelli

Dopo Sala, in aula ha parlato anche Guido Bardelli: l’ormai ex assessore alla Casa si è dimesso in seguito alle inchieste dell’Urbanistica. “Ho a cuore che la giunta possa proseguire la sua azione, rimetto il mio mandato a beneficio della libertà e serenità di tutti – ha spiegato Bardelli –. Tutti sanno che per questo ho lasciato lo studio che avevo fondato. Invito tutti quindi, al di là di ogni polemica politica, a valutare se mi sia comportato con lealtà”. “Mi dispiace molto” per le dimissioni di Bardelli, “in questi mesi a mio giudizio, e non credo solo a mio, ha fatto un lavoro molto buono”, ha commentato Sala. Il sindaco è tornato anche sul messaggio (“Dobbiamo far cadere questa giunta”) che ha portato a questo epilogo: “Non mi ha fatto piacere, ma non voglio nemmeno dargli un valore che esorbiti dal contesto”. Ora l’obiettivo del primo cittadino è trovare un nuovo assessore nel più breve tempo possibile, anche per dare continuità al Piano Casa con cui il Comune punta a realizzare 10mila appartamenti a prezzi accessibili.


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