Dopo l’annuncio di Donald Trump, la Lega deposita un disegno di legge al Senato per lo stop all’adesione dell’Italia all’Oms e auspica “condivisione” da parte degli alleati del centrodestra. Il partito di Salvini segue dunque la scia del neopresidente americano che ha deciso il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della sanità. L’Oms “è uno stipendificio inutile agli interessi nazionali, un carrozzone che non fa del bene al mondo ma solo ai propri dipendenti”, attacca il senatore leghista Claudio Borghi durante una conferenza stampa a Montecitorio insieme al collega di partito, deputato Alberto Bagnai. Recuperare sovranità, rimarcare il legame con la nuova Amministrazione americana e pure mandare un messaggio agli alleati in cui si rilancia la convinta adesione al ‘trumpismo’, è il senso dell’iniziativa – anche simbolica – del tandem leghista Borghi-Bagnai, emerso nel corso del dibattito.
Malvasi (Pd): “Dalla Lega annuncio inquietante”
Dura la reazione del Pd alla proposta. “L’annuncio della Lega è inquietante. Dopo il Covid, la pandemia, le chiusure la Lega vuole uscire dall’Oms, e riportare così l’Italia ad una condizione di arretratezza culturale e sanitaria impressionante. Uscire dall’Oms significa uscire dal contesto internazionale. La presidente del consiglio Meloni ne è al corrente?” dichiara Ilenia Malavasi, deputata Pd componente della commissione affari sociali della camera a proposito l’annuncio della lega di voler uscire dall’OMS.
Antonella Viola: “Uscire mette a rischio salute di tutti i cittadini del mondo”
Anche da diversi esperti si levano voci critiche. “L’Oms ha un compito importantissimo, di coordinare la sorveglianza sanitaria, agire e suggerire azioni di contrasto rispetto alle crisi sanitarie. L’abbiamo visto con la pandemia Covid-19, ma lo vediamo anche con i focolai di malattie infettive in giro per il mondo. I virus girano e non conoscono i confini, ecco il un ruolo sovranazionale dell’Oms che abbiamo conosciuto durante la pandemia. Sapere immediatamente in quale Paese del mondo ci sono delle allerte sanitarie è fondamentale, perché pensare di affrontare una pandemia in ordine sparso non serve a nulla” commenta all’Adnkronos Salute di Antonella Viola, docente di Patologia generale all’Università di Padova e divulgatrice scientifica. “E’ chiaro che oggi l’Oms è un ‘macchinone’ che va modificato, alleggerito anche e migliorato nell’efficienza – prosegue – ma dire che non serve e annunciare di voler uscire vuol dire mettere a rischio la salute di tutti i cittadini del mondo”.
Rezza: “No a decisioni drastiche e affrettate”
Per Gianni Rezza, professore straordinario di Igiene e Sanità pubblica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, “è indubbio che l’Organizzazione mondiale della sanità presenti vizi e virtù, e che la gestione possa essere migliorata”, ma l’uscita dall’Oms del nostro Paese “sarebbe una decisione immotivata nell’immediato, non valutata nel dettaglio e non basata su elementi circostanziati. In particolare, “per quanto riguarda vantaggi e svantaggi per il nostro Paese”. L’epidemiologo non considera un tabù un “serio dibattito” sull’adesione all’Oms, ma invita “a riflessioni approfondite, che necessitano anche di tempo”. Elementi di critica per l’organizzazione ci sono, rimarca Rezza: “Per esempio, troppo spesso gli equilibri geopolitici contano più del merito nella selezione del personale e condizionano alcune scelte. Però, se non sempre ha fatto bene (gestione di Ebola in Africa occidentale o fase iniziale del Covid, per esempio), altre volte si è dimostrata super efficiente (contenimento della Sars nel 2003)”. Ma “uscirne vorrebbe dire anche non avere più la possibilità di esercitare un controllo, specie se non si hanno troppe risorse da investire in progetti bilaterali, e rinunciare a supportare i Paesi più poveri nell’identificare minacce alla salute globale”. Al nostro Paese, quindi, “conviene mostrare cautela, spingere per una riforma dell’organizzazione e cercare di contare di più, ma senza prendere in questo momento decisioni drastiche o affrettate”, conclude Rezza.