Nella sua relazione alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, la Prima Presidente di Cassazione ha parlato di “una magistratura che, conscia delle sue responsabilità, cerca di assolvere al meglio i propri doveri con spirito di collaborazione, tensione ideale, impegno professionale, senso del limite e della misura, ascolto attento delle ragioni altrui nella convinzione che un confronto costruttivo cos
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“I dati restituiscono un’immagine della magistratura diversa da quella oggetto di abituale rappresentazione e posta a base di progetti riformatori. Una magistratura che, conscia delle sue responsabilità, cerca di assolvere al meglio i propri doveri con spirito di collaborazione, tensione ideale, impegno professionale, senso del limite e della misura, ascolto attento delle ragioni altrui nella convinzione che un confronto costruttivo costituisce un prezioso stimolo a migliorare”, ha affermato la Prima Presidente di Cassazione, Margherita Cassano, nella sua relazione alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella e al ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
La relazione
“Una magistratura consapevole – ha aggiunto la Prima Presidente di Cassazione – che la testimonianza offerta nella trattazione del singolo caso sarà assunta dalla persona interessata come paradigma del funzionamento dell’intera struttura giudiziaria e che, quindi, sempre alto e costante deve essere il rigore etico professionale. Una magistratura che, in nome di una presunta efficienza, non intende farsi acriticamente lusingare dalle prospettive dell’intelligenza artificiale che non potrà mai sostituirsi al processo decisionale del giudice e allo sforzo di ricercare e comprendere le complesse vicende umane celate dietro la vicenda giudiziaria. Una magistratura che, in un dialogo sempre fecondo con l’avvocatura, co-protagonista ineliminabile, e con le altre giurisdizioni nazionali e sovranazionali, è protesa a fornire tutela effettiva ai diritti fondamentali e a dare il proprio contributo ad una cultura europea che ponga al centro della propria riflessione la dignità della persona nelle sue molteplici sfaccettature quale pre-condizione di un processo di integrazione e di pace”.
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I dati sulle pendenze civili e penali
Nel settore penale ‘’la Corte di cassazione ha ridotto ulteriormente le pendenze del 30,3% (dalle 15.038 del 31 dicembre 2023 alle 10.488 alla data del 31 dicembre 2024). L’indice di ricambio della Corte si attesta al 111% (superiore all’indice di ricambio del 107% del precedente periodo). Il disposition time ammonta a 81 giorni con una riduzione del 27,2% rispetto ai 111 giorni del periodo precedente. È, quindi, già conseguito e superato il dato finale di 166 giorni indicato dal Pnrr, nonostante le gravi scoperture dell’organico già richiamate”. Sono i dati illustrati da Cassano nella relazione. ”I risultati straordinari ottenuti dalla Corte si riflettono positivamente sul conseguimento complessivo dell’obiettivo di riduzione del disposition time da parte di tutti gli uffici giudiziari penali italiani, sceso a 1007 giorni e già ora inferiore ai 1045 giorni stabiliti, come risultato finale, al 30 giugno 2026” ha aggiunto. Nel settore civile, in Cassazione ”le pendenze sono diminuite del 7,8% (dai 94.759 procedimenti pendenti al 31 dicembre 2023 agli 87.380 procedimenti pendenti al 31 dicembre 2024). Si tratta di un risultato assai significativo, ove si consideri che in un biennio le pendenze sono diminuite di oltre 17.000 unità e che, per la prima volta, la Corte di cassazione è ritornata ad una pendenza inferiore a quella registrata nel 2003. L’indice di ricambio si attesta al 128%” ha sottolineato.
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Violenza sulle donne
I dati relativi alla violenza sulle donne “continuano ad essere allarmanti, in quanto espressione di una perdurante, angusta concezione della donna quale oggetto di possesso e dominio da parte dell’uomo e di una visione dei rapporti sentimentali basata su logiche di prevaricazione sessuale, favorite anche dai social media che producono e/o riproducono stereotipi di genere, nuove forme di violenza di genere on line (cyber-violenza) e amplificano il linguaggio violento”, ha aggiunto Cassano. “Non è, quindi, purtroppo ancora giunto il tempo in cui, mutuando le parole della poetessa Alda Merini, la libertà di una donna possa misurarsi dall’intensità dei suoi sogni”, ha sottolineato.
“Nell’anno 2024, su un totale di 314 omicidi volontari (in calo dell’8% rispetto ai 340 dell’anno precedente e ai 328 del 2022), quelli maturati in ambito familiare o affettivo ammontano a 151 e in 96 casi hanno come vittima una donna. Sono in progressivo, costante aumento nell’ultimo triennio i c.d. reati ‘spia’ (tra cui violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia, stalking), dei quali i femminicidi costituiscono spesso il tragico epilogo, nonché gli altri reati ricompresi nel c.d. ‘codice rosso’ (violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa + 18%; diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti + 1%; costrizione o induzione al matrimonio + 21%; deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti + 3%)”, ha proseguito.
“A loro volta le rilevazioni dell’Istat restituiscono un quadro composito in cui all’incremento delle chiamate al numero di aiuto nazionale antiviolenza e stalking (+37,3 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) non corrisponde un aumento percentuale delle denunce o delle querele che anzi, nel 73% dei casi, non risultano presentate per varie cause, tra le quali assume preminente rilievo il timore delle reazioni dell’autore degli atti violenti (37,5%)”, ha concluso.