“La lotta alle droghe – a tutte le droghe – “deve partire dalla convinzione che non si può rimanere in silenzio di fronte al ‘nulla’ e al fatto che centinaia di migliaia di giovani non sfuggono all’assunzione di droghe. L’Italia è in prima linea”. Lo ha detto il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega in materia di politiche antidroga, Alfredo Mantovano, alla 68esima sessione annuale della Commissione sugli stupefacenti (Cnd) delle Nazioni Unite nel corso della quale viene svolta una revisione intermedia per valutare l’attuazione di tutti gli impegni politici internazionali sulla droga nel 2025.
“Necessario un salto di qualità”
“Contrastare i cartelli non è sufficiente. È necessario un salto di qualità”, ha aggiunto Mantovano. “Qualsiasi sforzo è destinato a fallire se non si affronta il problema culturale della droga con un approccio globale alla società. Più di 50 anni fa, lo scrittore italiano Pier Paolo Pasolini – non certo un proibizionista – si diceva allarmato dal fatto che la droga fosse passata dall’essere un fenomeno che riguardava essenzialmente poche élite a diventare un fenomeno di massa; lo definiva un ‘vuoto culturale’, inteso non come mancanza di ‘erudizione’ ma come perdita di principi e di orizzonti di fronte alle sfide della vita”. “Le drammatiche immagini che arrivano dal Nord America – uomini e donne completamente incoscienti per l’ingestione di fentanyl – ci parlano di qualcosa che non è un caso, ma la conseguenza di ‘culture’ e nozioni distorte di libertà in voga dagli anni Sessanta”, ha aggiunto il sottosegretario, secondo cui “vale la pena considerare la possibilità di una correlazione tra i picchi pandemici di questa tragedia e le esperienze locali di legalizzazione”.
Magi: “Nessun nesso tra Fentanyl e legalizzazione cannabis”
“Dato che non c’è stata un’esplosione del consumo della cannabis negli Stati Usa, dove è stata legalizzata, dato che non c’è stato un solo morto per cannabis nella storia, dato che non c’è una sola persona dipendente dalla cannabis, dato che sono stati sottratti tantissimi soldi alla criminalità organizzata, cosa fa il sottosegretario Alfredo Mantovano? Va alla 68esima sessione annuale della Commissione sugli stupefacenti delle Nazioni Unite e dice che l’epidemia di Fentanyl potrebbe essere dovuta al fatto che nel Nord America è stata legalizzata la cannabis”. Lo afferma Riccardo Magi di più Europa in una nota. “Nulla di più falso” – prosegue – “nulla di più sbagliato, nulla di più ideologico. Ma si capisce perché Mantovano e quelli come lui, che negli anni hanno combattuto la guerra alla droga, hanno perso e la repressione è stata un fallimento: è aumentato il numero di persone che fa uso di stupefacenti, le droghe sono diventate più pericolose e le mafie si sono arricchite. Possono anche continuare su questa strada, ma sono già finiti contro un muro: d’altronde Mantovano conferma che è una battaglia che stanno conducendo con le bende attorno agli occhi”.