“Ho ascoltato con molta attenzione il discorso di Trump: è un cambiamento globale del mondo. Mai avrei pensato che la democrazia fosse messa rischio degli Stati Uniti. Quello di Trump è un discorso aggressivo: Panama, i dazi, i migranti, il Messico. E’ un discorso che dobbiamo definire imperiale”. Questo il commento dell’ex premier Romano Prodi, intervenuto a Start su Sky TG24, a proposito delle parole di Donald Trump, in occasione dell’Inauguration Day. “Gli Usa hanno la forza per farlo per cui tutti si adeguano. Mi ha colpito molto come la prima reazione di Bruxelles sia stata, giustamente, nel sottolineare l’amicizia ma si poteva dire anche che qualche preoccupazione c’è”, ha aggiunto Prodi.
“Meloni? Da Trump solo l’estrema destra che obbedisce”
L’ex premier ha poi parlato anche di Giorgia Meloni. “E’ un successo a breve della Meloni, del resto Trump ha invitato solo i governi di estrema destra, che gli obbediscono in modo totale. Ma gli altri non c’erano”, ha proseguito Prodi nella sua analisi. “Meloni a Washington? Dal suo punto di vista ha fatto benissimo, sta giocando una carta anti-europea”, ha aggiunto ancora. “Si creerà una forte tensione con le istituzioni europee, che non possono lasciare a un Paese il rapporto con gli Usa”, ha sottolineato.
Il ruolo dell’Ue ed il Pd
Il discorso di Prodi, quindi, ha toccato anche altre tematiche, con un focus sul ruolo dell’Unione Europea. “L’Ue può reagire e vincere se prende delle decisioni coraggiose. E’ chiaro che in Europa con l’unanimità non si va avanti. Non c’è alternativa oggi ad un’Ue a più velocità dobbiamo fare come con l’euro che è andata bene, eravamo solo 12 ora siamo a 19 quando si tratta di grandi decisioni non ci può essere unanimità”, ha spiegato ancora a Start. Poi una panoramica sulla scena politica attuale. “Al centro della sinistra si muove qualcosa? Bisogna prepararsi ad un eventuale ritorno al governo, è chiaro che si apre il dibattito sul nuovo. Tra due anni riusciamo a fare una coalizione per il governo, serve rafforzare il Pd e costruire un’alleanza che possa arrivare al 50%. Oggi il Pd è il partito più grande dell’opposizione, ma non basta, bisogna porsi questo problema”, ha concluso Prodi. “Primarie? Si fanno quando c’è un obiettivo definito e preciso, ora non porterebbero il Pd dal 25 al 50%, bisogna guardare a un obiettivo complessivo. Si deve vedere di creare una coalizione di grande respiro, capire cosa possiamo fare assieme, quale il programma da proporre agli elettori. Il Pd rappresenta la metà dei voti per vincere, adesso bisogna arrivare all’altra metà, fare appello agli astenuti”, ha chiosato.