Unicredit sta lavorando ad almeno tre significativi trasferimenti di rischio legati a portafogli di prestiti per un totale di circa 4,2 miliardi di euro in Europa. L’istituto milanese, secondo quanto riporta Bloomberg, è in trattativa con gli investitori per un Srt (significant risk transfer) legato a un portafoglio di circa 2,3 miliardi di prestiti alle imprese. La banca guidata da Andrea Orcel lavora anche per trasferire una parte del rischio di credito di 700 milioni di euro di prestiti dalla sua attività in Croazia. Le due operazioni si aggiungono ad un processo di vendita in corso per un Srt legato a un portafoglio di circa 1,2 miliardi di contratti di factoring. Gli Srt sono un modo per le banche di assicurare i prestiti contro l’insolvenza vendendo titoli legati al credito a fondi pensione, fondi sovrani e hedge fund. Gli istituti di credito possono così aumentare i loro indici di solvibilità per perseguire opportunità di crescita o rafforzare gli accantonamenti di capitale contro potenziali perdite.
Nel frattempo, secondo indiscrezioni di stampa, Unicredit avrebbe inoltrato a Consob la richiesta di sospendere l’Ops su Banco Bpm per negoziare le prescrizioni imposte dal governo nell’esercizio del Golden Power. La Commissione ha 15 giorni per rispondere ma la decisione potrebbe arrivare già in settimana. Le attese sono per una risposta negativa: il Golden Power, fanno notare fonti finanziarie, non può essere considerato come un fatto nuovo, tale da congelare l’Ops, visto che rientra tra le condizioni di efficacia (contenute nello stesso documento d’offerta) a cui Unicredit ha subordinato l’operazione su Piazza Meda. Inoltre, sottolineano le stesse fonti, l’offerta è ormai arrivata alla quarta settimana. La richiesta di Unicredit si fonda sull’articolo 102 comma 6b del Testo unico della finanza, che dà la possibilità di sospendere un’offerta in Borsa «per un termine non superiore a trenta giorni, nel caso intervengano fatti nuovi o non resi noti in precedenza tali da non consentire ai destinatari di pervenire ad un fondato giudizio sull’offerta». Dall’approvazione del Tuf nel 1998 c’è stato unico caso in cui Consob ha concesso la sospensione e risale al 2017. Se la risposta di Consob sarà negativa, Unicredit proseguirà il confronto con il Mef e dovrà decidere se ritirare o meno l’offerta su Piazza Meda entro il 30 giugno.
Intanto è stata prorogata al 19 giugno la scadenza indicativa per l’esame da parte dell’Antitrust Ue sull’Ops, in precedenza fissata per il 4 giugno.
Infine, Piazza Gae Aulenti tramite la controllata Unicredit Gmbh ha esercitato la call su opzioni Banco Bpm acquistate lo scorso novembre ottenendo 470mila azioni di Piazza Meda (meno dello 0,03% del capitale) al prezzo unitario di 5,20 euro. In ogni caso, un guadagno: ieri il Banco ha chiuso a 9,91 euro.