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Terna vincente sempre più al femminile


Quando si tratta di parità di genere, le parole migliori sono i fatti. Perché troppe cose, in merito, sono state annunciate e mai attuate, troppi intenti sono stati dichiarati e rimasti tali. Tanto che ieri, per esempio, uno studio di Almalaurea gettava luce sul fatto che ancora oggi, cifre alla mano, le laureate Stem (le discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche, insomma le scienze dure), che di norma sono più brave e veloci nel concludere il percorso di studi rispetto ai loro colleghi, guadagnano il 12,6% in meno rispetto agli uomini. Parole, non fatti appunto. Ma potremmo allargare il tiro e portare altri esempi, in altri ambiti, sotto altre discriminazioni. Dalla mancata inclusione al gap salariarle, dalla maternità al caro asili, dall’horror vacui in materia di assistenza. Tutti fingono di sapere quante giornate debbano affrontare le donne nell’arco di ventiquattr’ore e tutti si battono il petto per le capacità multitasking del sesso femminile. Ma visto che tanto, alla fine ce la fanno

Le soluzioni sono sempre procrastinabili. Il turno da coprire, la scadenza da portare a termine, le assenze da sostituire, eccetera. Tutti disponibili solo per i lavori già fatti. Per questo, gli esempi virtuosi fanno ancora più notizia e la fanno ancora di più l’8 marzo.

Prendiamo Terna, il gestore della rete elettrica di trasmissione nazionale: impiega 6.300 dipendenti. Se escludiamo gli operai che salgono sui tralicci e che in ogni caso hanno mansioni di fatto incompatibili con il lavoro femminile, il 24% dei dipendenti è donna. Sembrerà una cifra irrilevante ma è veramente importante se si pensa all’ambito, alle mansioni e soprattutto al modo in cui vengono tutelate le rappresentanti femminili di un comparto prettamente e storicamente maschile. Non a caso Terna (che dal 2023 vanta un ceo e direttore generale donna, la 53enne Giuseppina Di Foggia) ha ottenuto, già nel 2024, la Certificazione sulla parità di genere, che quest’anno è stata confermata. E’ anche nato «Il piano strategico per la parità di genere» che ha dodici obiettivi ben precisi raggruppati in sei macroaree: Cultura e sensibilizzazione, Ricerca e selezione, Opportunità e percorsi di crescita, Equità salariale, Sostegno alla famiglia ed Equilibrio vita-lavoro.

E ogni punto si concretizza in miriadi di incentivi e agevolazioni e cure: dai bonus per l’asilo nido risarciti fino al 60%, agli screening oncologici in azienda, a più permessi più retribuiti, allo smart woorking incrementato fino a dodici giorni al mese. Questo perché, secondo la filosofia dell’azienda, i dipendenti più felici (tanti benefit riguardano sia donne che uomini) sono anche i dipendenti più produttivi e perché visto che la missione dell’azienda è anche quella di trovare nuovi talenti (l’impegno del progetto inizia dalle scuole e dalle università) è altrettanto fondamentale trovare il modo di tenerseli.

Le realtà illuminate sono così e di norma sono quelle che restano pure performanti. E che dovrebbero servire da contagio buono. Se vi fossero dubbi, le performance in crescita costante di Terna nei numeri di bilancio e in Borsa (ieri +1,7% per una capitalizzazione di 15,6 miliardi) lo confermano.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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