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Poste-Vivendi, riavviato il dialogo. Sul tavolo il destino del 14% di Tim


All’apparenza si è trattato di un Consiglio d’amministrazione normale, dove sono stati approvati i conti consolidati del 2024, la cooptazione del nuovo consigliere Alessandro Marchesini e un buyback da 50 milioni di euro per finanziare la remunerazione variabile a manager e dipendenti. Ma nonostante le bocche siano cucite, Poste Italiane sta lavorando sodo sul dossier Tim.

Secondo quanto risulta a Il Giornale, infatti, il gruppo guidato da Matteo Del Fante e dal direttore generale Giuseppe Lasco avrebbe allacciato le interlocuzioni con Vivendi sui prossimi passi, ma soprattutto si fanno ragionamenti su quella quota del 14% che Poste (avendo già il 9,8% da poco rilevato da Cassa depositi e prestiti) potrebbe rilevare dal socio francese senza inciampare nell’obbligo di Opa totalitaria che scatta in questo caso al 25 per cento. Alla finestra ci sono anche attori come il fondo Cvc e Iliad (il ceo Thomas Reynaud nei giorni scorsi è tornato a caldeggiare le fusioni sul mercato italiano), ma la sensazione è che qualsiasi altro discorso possa essere affrontato una volta risolta la questione Vivendi. Del resto, il gruppo della famiglia Bolloré ha già dimostrato di essersi calata in uno spirito dialogante abbattendo nelle scorse settimane la sua quota dal 23,7% al 18,3 per cento. Ora si è messo in posizione di attesa e, almeno per il momento, non farà nuove mosse in attesa di ulteriori sviluppi. La volontà delle parti, in ogni caso, è quella di arrivare con un quadro definito all’assemblea di Tim slittata al 24 giugno proprio per dare tempo ai soci di trovare un accordo tra loro. Sarà Poste, poi, che ha ricevuto il mandato direttamente da Palazzo Chigi, a decidere il futuro di Tim, compresa la decisione di proseguire o meno con l’attuale amministratore delegato, Pietro Labriola, che ha finora accompagnato la compagnia in questa fase di rilancio. Ieri, intanto, è arrivata la notizia che la Germania ha deciso di prolungare gratis per 5 anni le frequenze degli operatori, una richiesta fatta da tempo anche dalle telco italiane e che potrebbe portare benefici anche al business di Tim.

Tornando a Poste, ieri il cda ha confermato i risultati preliminari annunciati il 21 febbraio.

Il board ha altresì deliberato di proporre il pagamento di un saldo del dividendo 2024, il cui acconto, di 0,33 euro per azione, è stato messo in pagamento al 20 novembre 2024 – pari a 0,75 euro per azione, per un dividendo complessivo 2024 pari di 1,08 euro per azione.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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