La bilancia commerciale dei distretti italiani assomiglia a un possibile incubo di : nel periodo 2023-24 l’economia dei nostri poli produttivi ha raggiunto il nuovo record delle esportazioni e del saldo commerciale. Esattamente quello che il presidente americano vorrebbe accadesse negli Usa, alle prese invece con un forte deficit. E, inoltre, il record dell’export è stato raggiunto nonostante un rallentamento nella crescita del fatturato.
La 17sima edizione del «Rapporto economia e finanza dei distretti industriali», redatto dal Research department di intesa Sanpaolo (in foto il capo economista Gregorio De Felice), conferma la competitività di questo sistema produttivo, caratterizzato da un insieme di imprese solitamente medie e piccole, integrate in filiere, specializzate su un tipo di prodotto e collocate nello stesso territorio. Il 2024 si è chiuso con l’export record a quota 163,4 miliardi (+0,9%) e un avanzo commerciale per la prima volta oltre i 100 miliardi. Tra le filiere spicca quella agro-alimentare (+7,1% l’export 2024). In evidenza anche meccanica, metalli, beni di consumo della moda, prodotti e materiali da costruzione.
Naturalmente il tema dei dazi (esploso successivamente alla stesura del Rapporto) diventa centrale in termini di prospettive. Mediamente, per i distretti l’export Usa vale l’11% del totale, e si tratta di un mercato dinamico e ad alta marginalità. La sua difesa sarà centrale. Tuttavia, secondo il Rapporto, i distretti italiani possono contenere la frenata sul mercato Usa puntando sulla qualità delle loro produzioni e su nuovi mercati. Tra questi si segnalano in crescita, già nel 2024, Turchia, Emirati, Arabia Saudita, Vietnam, Messico, Brasile e India. Se poi arriveranno nuovi investimenti europei in infrastrutture e innovazione, si apriranno nuovi spazi anche in quella che resta la principale destinazione dell’export distrettuale.
L’analisi dei bilanci di 22.700 imprese evidenzia come, dopo il balzo del biennio 2021-22, nel 2023 il fatturato si sia fermato a 344 miliardi (-0,5%), mentre la redditività (Ebitda) è migliorata (8,1% contro 7,6% del 2022).
E sono proseguite due caratteristiche peculiari delle imprese distrettuali: il rafforzamento patrimoniale, con l’incidenza del patrimonio netto sul passivo salita al 34,4% (+3% sul 2022 e +6% sul 2029); e la liquidità, (intorno al 10% dell’attivo). Due punti di forza sia per gli investimenti, sia per affrontare eventuali difficoltà e incertezze.