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Offerta Mps, schiaffo ai vertici di Mediobanca dai sindacati del gruppo

«Cari manager di Mediobanca, non ci faremo strumentalizzare per i vostri scopi». È il senso di un comunicato firmato dalle segreterie di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin in risposta a una sollecitazione dei vertici di Piazzetta Cuccia a fare fronte comune contro l’Ops lanciata da Mps.

Il 4 luglio la merchant bank milanese ha invitato le rappresentanze sindacali di tutte le aziende del gruppo ad esprimersi su eventuali ripercussioni che un’aggregazione con il Montepaschi potrebbe avere sull’occupazione. Che però hanno risposto picche. I rappresentanti dei lavoratori, spiega la nota diffusa ieri, non intendono dare seguito alla richiesta nel merito, sottolineando che «a formulare dei pareri oggi, non essendo mai stati coinvolti, si rischia di cadere in dinamiche comunicative dettate da altre esigenze». I sindacati «hanno per unico obiettivo quello di tutelare, caparbiamente e con ogni mezzo, i concreti bisogni delle persone, quale che sia l’esito dell’Ops, perseguendo la piena salvaguardia dell’occupazione, delle professionalità, dei trattamenti economici e normativi di chi rappresentiamo. Difenderemo altresì i livelli dei servizi alla clientela e i presidi territoriali, che assicurano l’esercizio della funzione sociale del credito e del risparmio dell’impresa bancaria», prosegue la nota. Che conclude: «Vigileremo con la massima attenzione sull’evoluzione dell’operazione societaria, di cui ci impegniamo a tenervi costantemente e tempestivamente informati».

Secondo l’articolo 103 del Tuf il Comunicato dell’Emittente relativo a un’offerta pubblica può avere allegato, «se ricevuto in tempo utile, il parere dei rappresentanti dei lavoratori quanto alle ripercussioni sull’occupazione». Le sigle sindacali, però, per nessuna ragione intendono farsi strumentalizzare dalla dirigenza guidata da Alberto Nagel (nella foto) nella battaglia per resistere alla scalata del Monte. Perché il loro mestiere, dicono in modo esplicito, non è difendere Piazzetta Cuccia ma i lavoratori. Tra l’altro, nello stesso prospetto dell’offerta di Mps (e su cui venerdì si riunirà il cda di Mediobanca per la valutazione finale) si legge che i vertici di Rocca Salimbeni non prevedono di «apportare unilateralmente modifiche sostanziali ai contratti di lavoro dei dipendenti di Mediobanca e delle società facenti parte del gruppo» ed escludono che l’offerta «abbia conseguenze negative dirette sul complessivo organico» di Piazzetta Cuccia «quanto a condizioni di lavoro o di impiego». Viene infatti definito «ragionevole ritenere che in caso di perfezionamento dell’offerta non vi saranno impatti sul capitale umano e sui siti operativi esistenti di Mps e Mediobanca».

Nel frattempo, ieri sono stati diffusi i dati sulla raccolta di Banca Generali, su cui è stata lanciata un’offerta di scambio dall’istituto di Nagel. A giugno la raccolta della banca guidata da Gianmaria Mossa si è fermata a 308 milioni, più che dimezzata rispetto ai 697 milioni dello stesso mese 2024. Nel primo semestre la raccolta è stata di poco superiore a 3mila milioni, a fronte dei 3.638 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso.

Il dato sottolinea una nota – tiene conto anche di un «forte incremento degli esborsi per le scadenze fiscali» di giugno, pari a 225 milioni nel mese (+70% rispetto a un anno fa) per un totale di 527 milioni da inizio anno (+37%). Sul calo della raccolta, spiega però un analista, ha influito non poco l’incertezza sull’esito del risiko e sul destino della banca.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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