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Mondadori, più dividendi. “No a guerre per Adelphi”


Nei conti 2024 di Mondadori, presentati ieri, c’era la sorpresa: il dividendo aumenta più del previsto. Per il primo editore italiano, controllato da Fininvest (53,3% del capitale, il resto sul mercato) la remunerazione ai soci diventa un tratto distintivo anche per il futuro. E i libri sono sempre più il suo core business: da questi deriva l’85% dei ricavi e il 90% dei margini.

All’assemblea del 16 aprile verrà proposto lo stacco di una cedola di 14 cent, il 17% in più del 2023, per un esborso di 36,4 milioni e un payout del 60%. Alla Fininvest presieduta da Marina Berlusconi – che è anche presidente di Mondadori – andranno quindi oltre 19 milioni. Come ha spiegato agli analisti l’Ad Antonio Porro, «puntiamo su dividendi ordinari ricorrenti molto significativi nei prossimi due anni» e questo «riduce lo spazio per un eventuale dividendo straordinario», visto che quello ordinario «è così cospicuo». Nei prossimi due anni, ha previsto Porro, la cedola sarà come minimo di 17 cent, per oltre 44 milioni di dividendo ai soci: «Un livello che, per una mid cap (capitalizza in Borsa 530 milioni, ndr) è tanta roba». Dal 2022, quando Mondadori è tornata al dividendo dopo oltre 10 anni, la cedola è passata da 8,5 cent, ai 14 di quest’anno, ai 17 del prossimo biennio. E «a seconda di quanti M&A faremo – aggiunge Porro – aumenteremo le nostre guidance».

Le possibili acquisizioni sono l’altro elemento fondante della strategia di Porro: ci sono una serie di dossier aperti e «non è credibile che passi un intero anno senza che ci muoviamo». Tra i dossier anche quello di Adelphi, editore milanese di cui Segrate ha un’opzione per rilevare il 10% nel 2027, mentre un altro 10% lo ha preso Feltrinelli. Su eventuali sviluppi bocche cucite: «Non c’è nessuna instabilità sull’assetto azionario attuale di Adelphi – ha detto Porro – e manteniamo relazioni buone con i vari azionisti. Mondadori non fa guerre, né con Feltrinelli, né con altri». Continuano anche le aperture di negozi: saranno 9 i nuovi punti vendita diretti nel corso dell’esercizio, più le aperture di punti in franchising». A maggio ci sarà anche l’inaugurazione dopo il restyling della storica libreria Rizzoli, in Galleria a Milano.

Tornando ai conti, il 2024 si è chiuso con utile netto di 60,2 milioni contro i 62,4 milioni del 2023: un calo dovuto a maggiori oneri fiscali, tanto che la marginalità è invece aumentata, con l’ebitda adjusted a 157,6 milioni (+3,6%). I ricavi consolidati salgono a 934,7 milioni (+3,3%).

«Tutti gli obiettivi della guidance sono stati centrati – ha detto Porro – e non era scontato». Per il 2025 l’Ad ha confermato l’attuale marginalità (intorno al 17%) e un andamento generale in miglioramento. La Borsa ha premiato i numeri di Segrate, con il titolo in rialzo del 2,2% a 2,075 euro.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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