L’energia nucleare prende il largo: nel futuro più innovativo del settore navale c’è infatti l’mpiego di reattori nucleari modulari (Smr), i cosiddetti “mini-reattori” che rappresentano un’opzione d’avanguardia per rispondere alle crescenti esigenze energetiche di navi militari e civili. Il vantaggio è chiaramente tutto a favore della sostenibiltà, dal momento che questo impiego riduce anche l’impatto ambientale.
Gli Small Modular Reactors – destinati a rappresentare il futuro dell’energia dall’atomo – sono progettati per essere compatti, più sicuri e più facili da gestire rispetto ai tradizionali reattori nucleari di grandi dimensioni, ormai appartenenti al passato. “Non ci saranno più le grandi centrali nucleari. Quello è il nucleare di prima e seconda generazione, è come se noi volessimo correre a Monza con con l’auto dell’inizio del secolo scorso“, aveva sintetizzato efficacemente nei mesi scorsi il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.
L’impiego di questi mini-reattori nel settore navale appare dunque interessante per diverse ragioni, tra cui la possibilità di ottenere una fonte di energia altamente efficiente e a lungo termine. Navi dotate di questa tecnologia avrebbero una marcia in più in termini di autonomia, prestazioni e capacità di rispondere alle sfide globali. L’evoluzione delle tecnologie militari sta inoltre aumentando significativamente il fabbisogno energetico delle unità navali. Le navi militari moderne devono alimentare sistemi avanzati come armi a energia diretta (laser), radar e sensori ad alta capacità, oltre a sistemi di difesa come Iron Dome navali. Nel settore civile, invece, gli Smr potrebbero essere utilizzati per contribuire a ridurre le emissioni di CO2 e a soddisfare i crescenti standard ambientali imposti dalle normative.
L’Italia, con il coinvolgimento di aziende leader come Fincantieri, che ha all’attivo una collaborazione anche con Newcleo, potrebbe posizionarsi come protagonista nello sviluppo di navi nucleari di nuova generazione. In questo contesto, l’azienda guidata dall’amministratore delegato e direttore generale Pierroberto Folgiero è coinvolta nel progetto Minerva (Marinizzazione di Impianto Nucleare per l’Energia a bordo di Vascelli Armati), finanziato dal Piano Nazionale della Ricerca Militare (Pnrm) 2023, insieme ad Ansaldo Nucleare, Cetena e altri partner. L’obiettivo del progetto è valutare la fattibilità dell’integrazione di reattori nucleari di nuova generazione sulle navi militari. Attualmente è in corso la prima fase, che comprende lo studio dello stato dell’arte, l’analisi dei requisiti e l’integrazione dei reattori. Questa iniziativa risponde alla necessità di ridurre le emissioni di CO2 e soddisfare il crescente fabbisogno energetico delle unità navali, richiesto dall’impiego di tecnologie avanzate come armi a energia diretta e sistemi di sensori.
Anche nel settore navale civile, Fincantieri guarda con interesse agli Smr come possibile soluzione per alimentare grandi navi da crociera e cargo. L’adozione di questa tecnologia permetterebbe di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, garantendo al contempo maggiore autonomia e flessibilità operativa. Inoltre, l’integrazione dei reattori modulari potrebbe facilitare l’implementazione di sistemi di propulsione elettrica e altre tecnologie avanzate a basso impatto ambientale, contribuendo al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di sostenibilità del settore marittimo.
Anche in questo
ambito, dunque, l’innovazione, la ricerca e gli investimenti mirati a esplorare le potenzialità del nuovo nucleare spalancano già oggi scenari promettenti e utili ad affrontare le sfide di un mondo sempre più energivoro.