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Il cda Pirelli prende tempo. Si cerca l’intesa coi cinesi


Fumata nera alla Pirelli. Tutto rinviato a oggi. «Per temi di carattere organizzativo», recita la stringatissima nota diffusa dal gruppo della Bicocca nel primo pomeriggio di ieri. A quanto risulta al Giornale sarebbe stata avviata una prima interlocuzione tra i consiglieri ma, mancando figure determinanti in presenza, la riunione è stata rinviata a questa mattina. In più, la previsione che in serata Trump avrebbe annunciato i dazi sulle auto, ha suggerito una valutazione più compiuta della situazione. Sul tavolo resta l’approvazione del bilancio 2024 e soprattutto il confronto con il socio di maggioranza relativa, ovvero Sinochem, che attraverso la sussidiaria Cnrc possiede il 37% del capitale. Alla posizione cinese fa da contraltare il sistema MTP-Camfin che fa capo al vicepresidente esecutivo Marco Tronchetti Provera e che dispone di una partecipazione del 26,4% pur avendo spazio per salire al 29,9%. Il problema da risolvere riguarda la tecnologia Cybertyre che consente il dialogo fra gli pneumatici e i sistemi di controllo delle auto tramite sensori e algoritmi. Sinochem è cinese e dunque rientra fra le società impattate dai dazi Usa e soprattutto dalla nuova normativa che colpisce il comparto auto, vietando la vendita o l’importazione di veicoli connessi a guida autonoma che usano hardware o software di aziende legate a Pechino o a Mosca. Come evitare, quindi, limitazioni nell’operatività sul mercato Usa? La prima soluzione sarebbe quella di far scendere la quota dei cinesi sotto il 25 per cento. La seconda mossa sarebbe far tornare in campo il Golden Power affinché la governance venga in qualche misura rimessa in linea con una riduzione del numero di consiglieri del Dragone.

E proprio dalla politica ieri si sono alzate le voci dai ranghi della maggioranza e da quelli dell’opposizione. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, auspica che si trovi «una strada comune». Da Shanghai, dove è impegnato in una visita ufficiale in Cina, La Russa ha detto di aver appreso «che Pirelli ha avanzato al socio Sinochem una concreta proposta finalizzata a trovare una strada comune per salvaguardare gli interessi e il futuro dell’azienda». Dall’opposizione è intervenuto il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd annunciando l’intenzione di presentare «al più presto» un’ interrogazione al governo perché «è opportuno che il ministro Urso venga in Parlamento a chiarire cosa pensa l’esecutivo e quali iniziative intende assumere per tutelare il futuro di Pirelli».

Anche (M5S) chiede al governo di vigilare mentre Carlo Calenda (Azione) chiede di «intervenire con una posizione dura e netta». Nel frattempo, in Piazza Affari il titolo del gruppo di pneumatici ha chiuso la seduta lasciando sul terreno il 2,8% a 5,58 euro.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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