Qualcosa si muove in Germania. In quello che fino a poche ore fa sembrava un muro insormontabile per Unicredit, ora si scorge una fessura. Ieri la ceo di Commerzbank, Bettina Orlopp, ha detto di avere avuto un incontro con il capo di Unicredit, Andrea Orcel, nell’ambito dei rapporti con i grandi investitori della banca. Al pari di altri, anche quello avuto con il banchiere italiano è stato definito «molto costruttivo». Orlopp, a riguardo, ha detto: «L’ho incontrato perché è un investitore. È un grande azionista ed è normale che ci si incontri con gli investitori», ha risposto precisando però di non aver parlato del tentativo di Unicredit di acquisire la seconda banca tedesca. Non ci sono però chiusure a rivedere Orcel: «Parlerò sicuramente con lui perché è un azionista al 9,5% o addirittura al 10%».
Sembrano parole di circostanza, però le sfumature retoriche non sono mai irrilevanti nel linguaggio della finanza. Secondo fonti vicine a Commerz consultate da Il Giornale, il dialogo con Orcel non sarebbe da interpretare come l’apertura sulla scalata in corso, ma al momento solo come un atto dovuto a tutti gli azionisti. Resta il fatto di una coincidenza singolare nel giorno in cui arriva il consueto messaggio da Bruxelles con il portavoce della Commissione europea, Olof Gill, che interpellato sulla perdurante contrarietà del governo tedesco sul tentativo di scalata di Unicredit, ha affermato di credere che «il consolidamento sia una cosa positiva», ma «non commentiamo casi singoli». Quella di Gill è una voce che si è già espressa sui dossier bancari, avendo fatto dichiarazioni sul Golden Power esercitato dal governo italiano sull’operazione Unicredit-Bpm (a proposito, secondo indiscrezioni di stampa l’Italia ha chiesto alla Commissione di rinviare all’Antitrust nazionale la decisione sull’Ops). Anche in quell’occasione, pur specificando di non esprimersi sui singoli casi, aveva sottolineato la necessità che le prescrizioni del Golden Power siano «proporzionate».
Non sono mai messaggi casuali. Tant’è che il portavoce Gill ha detto che l’Ue ha avviato la procedura Eu Pilot per le prescrizioni italiane, che è un accertamento attivato quando si presume una possibile violazione ai trattati dell’Unione europea. Allo stesso modo, quindi, le parole di ieri di Gill suonano come una tirata d’orecchie alla Germania. Vista la reazione sproporzionata con la quale il nuovo ministro delle Finanze Lars Klingbeil, alle quali si è allineato anche il cancelliere Friedrich Merz, nei confronti dell’operazione.
Nel frattempo, Unicredit (ieri +1,1% a 57,83 euro) continua a rafforzarsi in Borsa.
La capitalizzazione ha superato 90 miliardi di euro, issando l’istituto al primo posto in Italia e al secondo posto in Europa (superata Bnp Paribas a quota 87,9 miliardi) dietro al Banco Santander (105,4 miliardi). Nelle prime quattro posizioni a livello continentale, figurano ben due italiane con Intesa Sanpaolo in quarta posizione a quota 87,6 miliardi a qualche centinaio di milioni dal primo istituto francese.