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Castagna: “Nessuna operazione con Mps”. Lovaglio: “Mediobanca? Il prezzo è giusto”


«È un’offerta che l’offerente ha voluto far durare 8 settimane, non contento ha chiesto un altro mese. Siamo ancora alle prime battute ma con un’adesione inferiore allo 0,02% e dunque non ci sembra che ci sia un entusiasmo particolare». L’amministratore delegato del Banco Bpm, Giuseppe Castagna, è tornato alla carica sull’Ops lanciata da Unicredit. Lo ha fatto dal palco del congresso della Fabi, iniziato ieri a Milano. Lo stesso palco dove stamattina salirà l’«avversario» Andrea Orcel, alla guida dell’istituto di Piazza Gae Aulenti.

Castagna ha ricordato che nel capitale ci sono «azionisti differenziati» rappresentati dal socio industriale Credit Agricole con quasi il 20%, Fondazioni e enti previdenziali con circa l’8% e più del 20% rappresentato dal retail. Noi – ha aggiunto – siamo abbastanza sereni, dipenderà molto dall’offerta finale che in qualche momento dovrà arrivare altrimenti ci saremo presi in giro per sei mesi. Mi auguro che l’offerta vera debba arrivare». Il banchiere partenopeo ha inoltre escluso un’operazione difensiva collegata a Mps per sfuggire all’Ops di Unicredit. «Sarebbe creare ancora ancora più confusione in un mondo già abbastanza confuso», ha detto ricordando che la sua banca è «sotto passivity rule» e loro (Siena) sono «impegnati con Mediobanca».

A proposito del Monte dei Paschi, dopo Castagna è salito sul palco proprio l’ad della banca senese, Luigi Lovaglio. «In prospettiva credo che la nostra operazione possa essere una premessa per una più grande», ha risposto interpellato in merito a una possibile operazione con Banco Bpm, qualora l’offerta su Piazzetta Cuccia andasse a buon fine. «La mia personale visione è che la fase di consolidamento continuerà. Non è che se sei più grande sei meno attento al cliente, perché la logica di integrazione deve essere diversa», ha aggiunto il ceo di Mps. Che intanto tira dritto su Mediobanca senza voler ritoccare l’offerta che è «fair». Il progetto industriale resta valido anche dopo l’Ops annunciata da Piazzetta Cuccia su Banca Generali di cui «vanno capiti gli aspetti finanziarie ed economici» ma «una cosa certa è che cancella il brand di Banca Generali e noi su questo siamo un po’ diversi», ha detto Lovaglio. Sulla stessa operazione è tornato a dire la sua, intervenendo sempre ieri però al forum di Assoreti, anche l’ad di Banca Generali, Gian Maria Mossa: «La cosa importante per me non è solo il cosa, ma anche il come, perché questo è un business di persone», ha detto.

Tornando al congresso della Fabi, a intervenire ieri è stato anche il presidente del gruppo Unipol, Carlo Cimbri. «Non per questo governo ma per qualsiasi governo, trovo che sia sbagliato avere una partecipazione stabile, finanziaria, in un soggetto bancario», ha detto a proposito di Mps.

«E sottolineo: non per questo governo che ha fatto benissimo nella fase di uscita, valorizzando quelli che erano investimenti di soldi pubblici, di salvataggio», ha precisato Cimbri ribadendo che «quando c’è commistione di ruoli può essere che le cose non girino in maniera fluida, senza alcun riferimento alla situazione attuale».


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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