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Bpm trascina la Consob in tribunale


La decisione della Consob di sospendere per 30 giorni l’Offerta pubblica di scambio di Unicredit su Banco Bpm ha mandato Piazza Meda su tutte le furie. Ieri mattina, il gruppo guidato da Giuseppe Castagna ha divulgato una nota per definire il dispositivo «abnorme e in contrasto con la prassi dell’Autorità medesima» e «non tiene in alcun conto degli interessi dell’istituto, del mercato e degli azionisti» del Banco. «Conseguentemente, la banca adotterà ogni opportuna iniziativa presso le sedi competenti». Insomma, si profila un possibile ricorso al Tar, dal momento che una simile decisione «deve essere disposta solo in caso di fatti nuovi o non resi noti in precedenza tali da non consentire ai destinatari di pervenire ad un fondato giudizio sull’offerta mentre l’eventualità che il Decreto Golden Power potesse contenere delle prescrizioni era contemplata dall’offerente sin dall’annuncio dell’Ops, tant’è che costituiva una delle condizioni di efficacia della stessa». Inoltre, sempre secondo Bpm, non possono «costituire un fatto nuovo – tale da legittimare una sospensione dell’Ops – le iniziative, peraltro mai comunicate finora al mercato, che unilateralmente Unicredit ha ritenuto di avviare nei confronti della Presidenza del Consiglio». Inoltre, Unicredit avrebbe comunicato «all’amministrazione competente per il monitoraggio l’impossibilità di adempiere alle prescrizioni del Decreto Golden Power» e «tale circostanza – anch’essa mai resa nota da Unicredit al mercato – dovrebbe di per sé determinare la decadenza dell’Ops».

Sta di fatto che il numero uno di Piazza Gae Aulenti, Andrea Orcel, si porta a casa un mese di sospensiva, ottenendo il risultato di allungare i tempi. Un aspetto quest’ultimo stigmatizzato da Bpm, che già era stata sottoposta a un periodo di adesione dell’offerta particolarmente lungo dal 28 aprile al 23 giugno. Da novembre, e per tutto questo tempo, l’istituto sotto offerta rimane soggetto alla passivity rule, un regime che di fatto ne limita il raggio d’azione a determinati paletti normativi.

Da quanto circola in ambienti di mercato, Orcel intenderebbe giocare sul fattore tempo con l’intento di aprire una breccia nel muro attualmente eretto dal governo sulle prescrizioni Golden Power. Tante cose potrebbero succedere nei prossimi mesi, come per esempio sviluppi dalla procedura europea Eu Pilot avviata da Bruxelles sul Dpcm di Palazzo Chigi. E potrebbero arrivare buone notizie anche sul fronte Russia, dal momento che se ci fosse un accordo per allentare le sanzioni al Cremlino nell’ambito dei colloqui di pace allora anche la situazione di Unicredit potrebbe alleggerirsi.

Non è ipotesi peregrina, infatti, che alla fine Unicredit possa decidere di fare una ritirata strategica per poi ripresentare l’Ops in un secondo momento, magari a distanza di mesi con un prezzo di Bpm (che ieri ha chiuso piatta a 10,01 euro, mentre Unicredi ha perso l’1% a 57,2 euro) più abbordabile. In ambienti finanziari, c’è anche chi si spinge a considerare l’ipotesi di un cambio di cavallo con Orcel protagonista di un assalto a Mediobanca.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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