Borse europee fiacche a metà mattina, in scia con quelle asiatiche. I mercati scommettono su una bassa possibilità di escalation nell’area del Medio Oriente dopo l’attacco degli Stati Uniti all’Iran. Resta alta l’attenzione verso lo Stretto di Hormuz, da dove passa circa il 20% dei flussi di petrolio, dopo le minacce di chiusura da parte di Teheran. In questo contesto, sono poco mosse Londra (+0,02%), Parigi e Francoforte (-0,05%), Madrid (+0,2%).
In netto calo Milano (-0,7%), dove pesa lo stacco delle cedole di alcune società del Ftse Mib. I principali listini del vecchio continente sono sostenuti dal comparto tecnologico (+0,9%) e dall’energia (+0,6%). In clima di incertezza si allentano anche le tensioni sulle materie prime. Sul fronte del petrolio il Brent è poco mosso a 77,02 dollari (+0,01%) e il Wti scende a 73,81 dollari (-0,03%). Resta invece in rialzo il gas che guadagna dello 0,54% a 41,15 euro al megawattora. In lieve rialzo l’oro che guadagna lo 0,3% a 3.363 dollari l’oncia. Le opzioni di Teheran appaiono “come limitate, con un evidente isolamento internazionale e la prospettiva di azioni di risposta da parte di Israele e Usa che potrebbero essere letali per la tenuta del regime”, spiega gli analisti di Mps market strategy.
Il prezzo del petrolio è salito e i futures sulle azioni statunitensi sono scesi, mentre i mercati globali reagiscono all’attacco statunitense contro obiettivi nucleari in Iran. Il prezzo del greggio Brent, lo standard internazionale, è salito del 2,6% a 79 dollari al barile. Il greggio statunitense è salito del 2,6% a 75,76 dollari al barile. I futures sull’S&P 500 e sul Dow Jones Industrial Average sono scesi dello 0,4%, mentre i futures sul Nasdaq sono scesi dello 0,5%.
Mercati asiatici in calo e prezzo dei petrolio che, seppur per un tempo limitato, ha toccato i massimi degli ultimi cinque mesi, mentre gli investitori attendono con preoccupazione una possibile ritorsione dell’Iran contro gli attacchi statunitensi ai suoi siti nucleari, con conseguenti rischi per l’attività globale e l’inflazione. L’indice Nikkei 225 di Tokyo è sceso dello 0,6%. Anche altri importanti mercati regionali hanno registrato cali moderati. Nelle contrattazioni asiatiche di lunedì mattina, il Taiex di Taiwan è sceso dell’1,5%, mentre il Kospi della Corea del Sud ha perso l’1%. Sia Taiwan che la Corea del Sud dipendono fortemente dal petrolio importato attraverso lo Stretto di Hormuz.
Il focus degli investitori sarà rivolto in giornata anche alla pubblicazione degli indici Pmi manifatturiero e servizi preliminari di giugno per le principali economie sviluppate: gli osservatori del mercato si aspettano un ritorno in lieve espansione della componente servizi in Eurozona, mentre negli Usa è visto un rallentamento.
Sul fronte azionario, attenzione ai titoli della difesa dopo che i 32 Paesi della Nato, inclusa la Spagna, hanno concordato di destinare il 5% del loro prodotto interno lordo alla difesa, a pochi giorni dal vertice dell’Alleanza all’Aia.