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Bce, taglio dei tassi di 25 punti. Cosa cambia per i mutui


I punti chiave

La Banca Centrale Europea ha annunciato oggi una riduzione dei tassi di interesse di riferimento, con un abbassamento di 25 punti base. A partire dal 12 marzo 2025, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali scenderà al 2,65%, quello sui depositi presso la Bce scenderà al 2,50% e quello delle operazioni di rifinanziamento marginale al 2,90%. Questa decisione avrà un impatto diretto sui mutui, portando a una riduzione delle rate mensili e alleggerendo il peso del debito per molte famiglie. In particolare, i mutuatari vedranno abbassarsi i tassi di interesse applicati ai loro prestiti.

Il risparmio

Lo studio evidenzia che, a seguito del taglio dei tassi da parte della Bce, il tasso fisso medio sui mutui potrebbe scendere fino al 2,65%, molto lontano dal 4% di un anno fa. Per un mutuo da 100.000 euro a 20 anni, ciò si tradurrebbe in un risparmio di 76 euro al mese, mentre per un mutuo della stessa somma su 30 anni, il risparmio aumenterebbe a 81 euro mensili. Per chi ha sottoscritto un finanziamento più grande, come un mutuo da 250.000 euro a 30 anni, il risparmio mensile potrebbe arrivare a 203 euro, pari a oltre 2.400 euro all’anno.

Vantaggi anche sul credito al consumo

Non solo i mutui beneficeranno del ribasso dei tassi, ma anche il credito al consumo vedrà una riduzione dei costi, con una diminuzione media dei tassi d’interesse al 7,65%, rispetto ai picchi vicini al 15% degli anni precedenti. Ad esempio, per un prestito di 700 euro per acquistare una lavatrice, la rata mensile scenderebbe di 14 euro. Anche per chi finanzia un acquisto come uno smartphone da 850 euro in due anni, la rata si abbasserebbe a soli 40 euro al mese.

Le previsioni economiche della Bce

Inoltre, la Bce ha aggiornato le proprie previsioni economiche, riducendo le stime di crescita del Prodotto Interno Lordo.

La crescita è ora prevista all’0,9% per il 2025 (in calo rispetto all’1,1% stimato in precedenza), all’1,2% per il 2026 (da 1,4%) e all’1,3% per il 2027. Le revisioni al ribasso sono dovute alla diminuzione delle esportazioni e alla persistente debolezza degli investimenti, influenzati dall’incertezza riguardo le politiche commerciali e economiche a livello globale.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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