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L’ipotesi di un indulto parziale per cominciare a mettere mano nel caos del sistema carcerario piace a sinistra ma non a Forza Italia. Lo spunto viene dal presidente del Cnel ed ex ministro azzurro Renato Brunetta che sul Sole 24 ore chiede una convergenza a opposizione e maggioranza proprio su questo tema.
«Penso che la proposta di Renato Brunetta vada ripresa, sostenuta, resa effettiva. Spero che opposizione e maggioranza possano convergere su un obiettivo minimo di umanità, civiltà, decenza. Chi ci sta?» scrive su X il senatore del Pd Filippo Sensi.
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L’idea di un indulto parziale che coinvolga i detenuti per reati meno gravi, già evidenziata dal vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, viene sostenuta anche da Benedetto Della Vedova: «In un carcere sovraffollato, luogo di isolamento, umiliazione, malattia e morte, la pena rischia di perdere la certezza dell’esempio, che è la vera fonte di legittimazione della potestà punitiva, per trasformarsi invece in certezza della recidiva. È vero, e non conviene a nessuno un modello di pena che incentivi i detenuti a tornare a delinquere o a cominciare a farlo – rimarca Della Vedova – se detenuti ingiustamente. E la proposta di indulto parziale, per il reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti, merita attenzione e una iniziativa parlamentare trasversale. Sarebbe infatti positivo che anche nella maggioranza la proposta di Brunetta, che ha alle spalle una lunga militanza nel centrodestra, venisse raccolta e rilanciata. La situazione nelle carceri è incivile ed inaccettabile, quindi bisogna agire con urgenza».
Magi: il Governo agisca
«Perché l’intollerabile situazione delle carceri in Italia non sia vissuta come un’emergenza nel periodo natalizio e in quello di ferragosto ma appunto come qualcosa di davvero non più tollerabile per ogni sincero democratico in questo Paese – dice il segretario di Più Europa Riccardo Magi – è necessario che il governo apra gli occhi e si muova. Il presidente del Cnel Brunetta evoca un indulto parziale, ma ancora prima che si comprendano meglio i contorni di una proposta del genere e quali possano essere gli effetti sull’attuale condizione del sistema penitenziario, il Ministro della Giustizia ha escluso atti di clemenza che ritiene inutili a fornire soluzioni strutturali ma solo effetti temporanei. Non siamo d’accordo e siamo preoccupati perché ciò rivela il vero problema che c’è a via Arenula e a Palazzo Chigi: la mancanza di volontà politica di riformare il carcere».
L’apertura del Pd
Cauta ma comunque aperturista la responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani: «Noi abbiamo le nostre idee, non condividiamo tutto, ma almeno iniziamo a discuterne seriamente e per dare risposte ad una situazione ormai insostenibile. Lavoro, misure alternative, sconto per buona condotta, case di reinserimento sono tutte proposte condivisibili e giuste che abbiamo presentato più volte con emendamenti puntuali. Sempre respinti. Vale la pena ricordare il comportamento della maggioranza, ed in particolare di Forza Italia, sulla proposta Giachetti di liberazione anticipata o quanto accaduto sull’inutile decreto carcere o quanto contenuto nell’inaccettabile ddl Sicurezza. Basta quindi farsi belli con proposte che poi non si è disponibili a sostenere al momento opportuno. Si passi ai fatti e non si sprechino solo parole al vento. Il partito democratico è pronto a discuterne».