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Troppi crediti cattivi in Ue. Italia in controtendenza


L’Italia fa la voce grossa anche sul versante della solidità finanziaria. Se lo stock di Npl (crediti problematici) delle banche europee segna un balzo a 373 miliardi – con un incremento (16 miliardi) determinato soprattutto dai dati forniti da Germania e Francia – il nostro Paese è in controtendenza e migliora ulteriormente: nel primo semestre 2024 la giacenza di crediti deteriorati delle banche italiane registra un calo di 5,1 miliardi, come emerge dal rapporto presentato ieri da Banca Ifis a Cernobbio all’Npl Meeting, quest’anno intitolato «Step Forward». Il trend positivo dell’Italia – si legge nel rapporto – è stato generato anche «grazie alle politiche pubbliche di sostegno alle imprese». Ha osservato il sottosegretario all’Economia Federico Freni: «Il sistema bancario italiano ha gestito le sofferenze bancarie in modo decisamente migliore rispetto a quelli europei anche grazie ai processi industriali dei crediti in sofferenza e alla loro gestione razionale».

Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis, ha puntato molto sui concetti di inclusione e di sostenibilità sociale per riuscire a favorire la «reinclusione finanziaria dei soggetti fragili»: ecco perché è fondamentale il ruolo svolto dall’industria Npl per rendere più efficiente l’attività bancaria. La riduzione dei tassi ufficiali proseguirà con gradualità – assicura Fürstenberg Fassio – favorendo il rilancio di produttività e investimenti delle imprese, con un effetto positivo anche sulle persone «sia per le spese quotidiane sia per l’effetto su piani di rimborso» che saranno più sostenibili.

Pensiero condiviso da Frederik Geertman, ad di Banca Ifis, secondo cui la diminuzione dello stock di Npe e dell’Npe ratio a livello Ue è la conferma «dell’eccellente lavoro svolto dalle banche italiane e dagli operatori dell’industria del credito deteriorato». Loro, dal 2015, hanno accompagnato «con efficacia il sistema bancario liberando sofferenze». I minori nuovi flussi attesi di Npl portano a una «necessaria valorizzazione di quanto già presente sul mercato, che richiede anche l’ottimizzazione dei portafogli in essere», ha proseguito Geertman. Il vivace mercato secondario sta poi permettendo all’industria del credito deteriorato di aiutare «le banche a mantenere l’Npe ratio sulla soglia del 3% raggiunta lo scorso anno». Fassio ha quindi indicato la necessità di consolidare l’approccio di tutti i player dell’industria Npl in direzione di tecnologia e social banking: concetto che richiede rispetto reciproco nel rapporto che banche e operatori hanno con i clienti-debitori.

Proprio ieri Extel, società di ricerca europea prima conosciuta come Institutional Investor Research, ha premiato Ifis per l’impegno nella trasformazione sostenibile del modello di business e nella realizzazione di un programma di iniziative a favore dell’inclusione sociale.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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