Le banche italiane sono in piena salute, una condizione che apporta un conforto ad un’economia reale fragile che inizia a zoppicare, il cui rallentamento è ormai acclarato e i suoi effetti negativi si stanno aggregando tra loro. Nel terzo trimestre il Pil si è fermato allo zero e i primi segnali della riduzione del tasso occupazionale sono emersi. Il trimestre in corso sembra indirizzato a continuare nella stessa direzione di rallentamento, sebbene il ministro Giancarlo Giorgetti si è recentemente detto meno pessimista. A determinare il rallentamento è soprattutto il quadro macro economico di Eurolandia. Nonostante il contesto difficle, le principali banche italiane hanno presentato risultati dei primi nove mesi decisamente lusinghieri. La milanese Bpm non si è limitata a confermare quanto avviene ormai da oltre un triennio di essere particolarmente performante negli obiettivi sia finanziari che di soddisfazione della clientela, ma anche di volersi ulteriormente rafforzare lanciando un’Opa totalitaria non ostile su Anima Holding. L’acquisizione consentirà all’istituto guidato da Giuseppe Castagna di rafforzare il modello di business della controllata Banco Bpm Vita, e parimenti di alimentare ulteriormente le fabbriche prodotto che hanno costituito, per la rinascita del gruppo, una componente primaria dei successi ottenuti, tra i quali spicca il risultato dell’esercizio 2023 che ha consentito di staccare una cedola particolarmente ricca agli azionisti, che viene confermata e migliorata per l’esercizio in corso.
Il fatto che le banche italiane ottengano risultati particolarmente significativi dovrebbe rallegrare, essendo le banche l’ossatura finanziaria del sitema produttivo. il primo sostenitore dell’economia. Tali risultati peraltro sono dovuti in misura sempre più limitata ai tassi alti, ma derivano dalla loro capacità di razionalizzazione gestionale che, dopo la crisi sistemica, è fortemente migliorata al punto da essere la più apprezzata in Europa. Vale anche ricordare che il flottante azionario in mano ai piccoli risparmiatori è superiore al 50% del totale, sicchè una distribuzione di cedole elevata favorisce l’aumento dei consumi, apportando beneficio all’intero sistema economico. Ma non solo le banche rappresentano il primo riferimento dello sviluppo sostenendo le imprese, soprattutto di piccole, la maggioranza delle quali difettano sistematicamente di patrimonializzazioni proporzionate al rischio d’impresa, a causa dello scarso conferimento di capitale da parte delle proprietà. Sovente le piccole imprese ricorrono al debito bancario non per gli investimenti ma per finanziare i flussi di cassa, pur non disponendo di un merito creditizio adeguato, il quale viene calcolato sulle possibilità reali che il debito possa essere restituito.
Il fatto che la salute finanziaria, organizzativa e gestionale delle banche sia buona, consente loro di erogare prestiti allargando le maglie del merito creditizio. Banche adeguatamente patrimonializzate fortificano il sistema economico: è bene che la politica tenga a mente questo fatto, sebbene ancora oggi ci sia chi preferisca un sistema bancario debole.