Un altro tassello dell’Opa di Banco Bpm su Anima va al proprio posto. L’istituto guidato da Giuseppe Castagna, infatti, ha reso noto di aver ottenuto il via libera incondizionato dall’Antitrust all’acquisizione del controllo della società dei fondi. Secondo quanto riporta il comunicato, “la condizione di efficacia indicata al paragrafo 3.4 della comunicazione di annuncio dell’Opa deve considerarsi avverata, a seguito dell’approvazione incondizionata all’acquisizione del controllo di Anima da parte dell’offerente”, rilasciata dalla stessa antitrust. Il prossimo passaggio, ora, è l’ok di Consob che dovrebbe arrivare entro marzo 2025, con il terzo gruppo bancario italiano che si aspetta di concludere l’operazione a metà del prossimo anno.
Banco Bpm, con una mossa che ha dato il via a un effetto domino nel risiko bancario nostrano, a inizio novembre aveva lanciato un’Opa su Anima per arrivare a ottenerne il controllo totale (già ora ne detiene il 22,8%). Sul piatto 6,2 euro ad azione, per un’operazione che vale 1,6 miliardi di euro. Tra i soci del gruppo del risparmio gestito, figurano azionisti forti come Poste Italiane (11,95%), Fsi (9,77%) e la Gamma dell’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone che nel frattempo è salito fino al 5,2% nei giorni scorsi (e, secondo indiscrezioni, potrebbe salire fino al 9,9%). Già a ridosso dell’offerta, si era parlato della possibilità di un rilancio da parte di Bpm, che tuttavia è costretta a muoversi all’interno dei paletti della passivity rule scattata nell’esatto momento in cui Unicredit ha lanciato un’offerta pubblica di scambio su di lei alla fine di novembre. Per rilanciare, Bpm dovrà quindi convocare l’assemblea straordinaria dei soci e incassare il via libera dei due terzi del capitale votante.
I primi mesi del prossimo anno, inoltre, si osserveranno gli sviluppi dell’Ops di Unicredit proprio su Bpm, con quest’ultima che sta provando a capire come può muoversi per resistere.
Certo è che la banca guidata da Andrea Orcel dovrà mettere in conto un rilancio (che secondo diversi analisti potrebbe essere cash e fra i 3 e i 4 miliardi) e, per spuntarla, dovrà certo mettersi d’accordo con Credit Agricole, socio francese di Bpm che nel frattempo si è rafforzato nel capitale arrivando a una quota potenziale del 15,1% (e ha chiesto alla Bce di arrivare fino al 19,99%).