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I big esteri sempre più a guida italiana


I cacciatori di teste guardano sempre più all’Italia. Il genio tricolore spopola oltreconfine non solo per ottenere posti di lavoro maggiormente remunerati, ma anche perché capace, nei posti chiave e di comando delle imprese estere, di risollevarne spesso le sorti. Ad essere apprezzata è, in particolare, la flessibilità e la capacità di adattamento a contesti diversi dei nostri manager, che più degli altri sono capaci di integrarsi con culture aziendali a volte agli antipodi.

Moda e lusso sembrano essere gli ambiti in cui il manager italiano è più ambito. «Creatività, istinto e passione sono la marcia in più che fa la differenza e ciò che rende così appetibili i manager italiani all’estero», raccontava Donatella Versace. E lo sanno bene aziende come Audemars Piguet, Yves Saint Laurent, Kering, Dior, Stuart Weitzman ed Estée Lauder che, negli anni, hanno deciso di affidare la gestione a professionisti italiani. Da Alessandro Bogliolo a Francesca Bellettini, da Fabrizio Freda (che dopo 16 anni come ceo, nel 2025 diventerà advisor del gruppo) e Pietro Beccari, che è il primo manager italiano alla guida di Louis Vuitton.

In particolare, Francesca Bellettini si è rivelata per Yves Saint Laurent una carta vincente, ed è ricordata come la manager che ha portato il gruppo a superare la soglia dei mille milioni di ricavi. Non a caso, dal 2023 Bellettini è deputy ceo del gruppo Kering. Alessandro Bogliolo, dal canto suo, dopo aver guidato Tiffany, è stato fortemente voluto dal marchio di orologi di lusso svizzero Audemars Piguet.

Fuori dalla Moda, Luca Maestri – che a fine anno lascerà il suo ruolo e che sarebbe tra i candidati per guidare Stellantis nel post Carlos Tavares – è uno dei principali rappresentanti del fare impresa all’estero, avendo contributo ai tanti successi di Apple come direttore finanziario. Tra i più navigati e noti anche Luca De Meo, dal 2020 ad del gruppo Renault. Sempre nel mondo auto, Antonio Filosa, cinquantenne manager nato a Napoli è il primo italiano a guidare Jeep; Rolando D’Arco, dopo essere stato country manager e amministratore delegato in Francia per Fca Capital France, dal 2021, è stato nominato ceo di Leasys. Un italiano, Carlo Mearelli, è anche alla guida della Fict, la Federazione europea dei manager dei trasporti.

Se si scorre la classifica di Forbes delle maggiori società quotate mondiali si vede che, esclusi i gruppi asiatici, negli altri il tasso di italianità è importante: dieci delle prime 51 società hanno nei loro vertici massimi almeno un manager nato nella Penisola. In alcuni casi, come Vodafone, si tratta del capo mondiale: Margherita Della Valle è l’amministratore delegato del big delle tlc dall’aprile del 2023.

L’Italia vola alto anche in Spagna dove Il nuovo comandante alla guida della spagnola Iberia, una delle compagnie più profittevoli in Europa, è Marco Sansavini. Nella finanza, che ha spesso visto italiani in posizione chiave in gruppi mondiali, Mario Greco, è da quasi tre anni amministratore delegato del gruppo assicurativo svizzero Zurich, dopo aver guidato la concorrente Generali.

C’è un altro ambito in cui, pur non essendo manager in senso stretto, gli italiani sono ricercati come l’oro, ovvero quello del Calcio. D’altra parte, vittorie e trofei degli allenatori italiani all’estero hanno generato miliardi di business.

Giovanni Trapattoni è uno degli allenatori italiani più vincenti. Per non parlare di Carlo Ancelotti al Chelsea: primo allenatore tricolore a vincere il campionato inglese e il secondo straniero a farlo nella stagione d’esordio, ha inanellato successi anche a Madrid con il Real.


Fonte: https://www.ilgiornale.it/taxonomy/term/40822/feed


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